MAX FANELLI: CAPPATO "SE IL PARLAMENTO DISCUTE DI
FINE-VITA E' ANCHE GRAZIE A LUI. ORA UNA BUONA LEGGE"
Dichiarazione di Marco Cappato, Promotore della campagna
"Eutanasia legale" dell'associazione Luca Coscioni
Milano, 20 luglio 2016
Con la morte di Max Fanelli, ci ha lasciato una persona
che si è battuta fino all'ultimo per la libertà. Anche prima di
ammalarsi, Max Fanelli aveva vissuto aiutando gli altri, in particolare
insieme alla sua compagna Monica con la onlus "gli amici di
Jeneba" per aiutare i bambini africani. Con lo stesso spirito e lo
stesso coraggio ha affrontato la Sclerosi Laterale Amiotrofica, come
fece Luca Coscioni: offrendo il proprio corpo e la propria malattia
come strumento di conoscenza, di dibattito e di lotta per la riforma di
leggi ingiuste, che impediscono la libertà e responsabilità delle
scelte sulla fine della vita. E' anche grazie alla sua scelta di
iniziativa nonviolenta di autoriduzione dei farmaci, nonché di
esposizione pubblica del suo corpo malato che ha ricevuto la visita di
tantissime personalità della politica e della società, se il Parlamento
italiano ha avviato -pur con grande lentezza- la discussione sul
testamento biologico e sull'eutanasia.
Nell'inviare un grande abbraccio a Monica, che ha reso
possibile l'organizzazione della campagna "#iostoconmax",
prendiamo l'impegno, come radicali dell'associazione Luca Coscioni, a
continuare la lotta che Max ha portato avanti, fino a quando quel
Parlamento, dove in tanti suoi amici e sostenitori hanno fatto
risuonare le sue parole in questi anni, non si sarà assunto le proprie
responsabilità di una buona legge per vivere liberi fino alla fine.
Oggi più che mai, noi stiamo con Max.
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