no alla pena di morte
1. LA STORIA DELLA
SETTIMANA : IRAQ: SETTE PRIGIONIERI GIUSTIZIATI ALL’INDOMANI DELL’ATTENTATO A
BAGHDAD 2. NEWS FLASH: MALDIVE: MINISTRO
DEGLI ESTERI SI DIMETTE PER DIVERGENZE SULLA PENA DI MORTE 3. NEWS FLASH: LIBIA: SAIF AL-ISLAM RILASCIATO
GRAZIE AD AMNISTIA 4. NEWS FLASH: USA:
LA PENA DI MORTE DEI PROCURATORI ‘TROPPO ZELANTI’
5. NEWS FLASH:
NIGERIA: NELLO STATO DEL DELTA LA CAMERA APPROVA L’ERGASTOLO PER I
SEQUESTRATORI 6. I SUGGERIMENTI DELLA
SETTIMANA :
IRAQ: SETTE PRIGIONIERI GIUSTIZIATI ALL’INDOMANI
DELL’ATTENTATO A BAGHDAD
5 luglio 2016: l’Iraq ha giustiziato sette prigionieri
del braccio della morte tra ieri e oggi, ha comunicato il Ministero della
Giustizia, legando le esecuzioni all’attentato esplosivo che nei giorni scorsi
ha causato a Baghdad più di 200 morti.
Tra i sette giustiziati figurano sauditi e terroristi
provenienti da altri paesi arabi.
I primi cinque detenuti sono stati messi a morte il 4
luglio. Il Ministero ha detto che le famiglie delle vittime devono sapere
"che i loro fratelli nel Ministero della Giustizia continuano ad imporre
la giusta punizione a coloro le cui mani sono macchiate del sangue degli
iracheni.”
"Pertanto, annunciamo l'attuazione di condanne a
morte nei confronti di cinque detenuti questa mattina", si legge in un
comunicato, che non specifica i loro crimini.
Il 5 luglio il Ministero della Giustizia ha annunciato di
aver giustiziato due persone riconosciute colpevoli di terrorismo.
In un comunicato, il Ministero ha aggiunto che sono 45 le
esecuzioni capitali effettuate nel Paese da inizio anno.
La presidenza irachena ha negato l’affermazione del
Ministero della Giustizia circa l’esistenza di 3.000 persone condannate a morte
senza approvazione presidenziale.
La presidenza ha confermato l’approvazione di tutte le
condanne per terrorismo ad essa sottoposte, aggiungendo tuttavia che si muoverà
contro il Ministero della Giustizia per i condannati “sviati”.
Il Ministero ha anche formulato le condoglianze alle
famiglie delle vittime della strage del 2 luglio a Baghdad.
L’attentato, rivendicato dallo Stato Islamico, è avvenuto
in un’affollata area commerciale della capitale irachena.
---------------------------------------
NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH
MALDIVE: MINISTRO DEGLI ESTERI SI DIMETTE PER DIVERGENZE
SULLA PENA DI MORTE
5 luglio 2016: il ministro degli esteri delle Maldive
Dhunya Maumoon si è dimesso per quelle che ha definito profonde divergenze di
opinione rispetto all'annuncio del governo di voler applicare la pena di morte.
In una dichiarazione ai media, la Dunya ha detto che le
dimissioni sono state "una delle decisioni più difficili" che ha
preso.
"Tuttavia, la decisione è diventata inevitabile a
causa delle profonde differenze di opinione sulla politica del governo di
attuazione della pena di morte, nel momento in cui vengono poste questioni
difficili e vengono espresse preoccupazioni sull’applicazione della giustizia
nelle Maldive", ha detto.
"Resto convinta che la politica del governo sulla
pena di morte, decisa in modo frettoloso, sarebbe dannosa per l'immagine e la
reputazione delle Maldive e sarebbe un ostacolo significativo nel
raggiungimento degli obiettivi di politica estera del presidente [Abdulla]
Yameen e nella costruzione di Maldive resilienti", ha aggiunto.
Le Maldive hanno interrotto una moratoria di 60 anni
sulla pena di morte con l'adozione di una nuova norma nel 2014 che consente
l’uso della pena di morte per punire determinati reati.
Il Governo ha anche modificato la legge sulla pena
capitale aggiungendo l’impiccagione all’iniezione letale come metodi di
esecuzione.
LIBIA: SAIF AL-ISLAM RILASCIATO GRAZIE AD AMNISTIA
6 luglio 2016: Saif al-Islam, secondo figlio dell’ex
dittatore libico Muammar Gheddafi, è stato rilasciato dopo essere stato
catturato nel 2011 e condannato a morte dal governo libico a Tripoli nel 2015
per crimini di guerra.
Il suo avvocato presso il Tribunale Penale Internazionale
(ICC), Karim Khan, ha dichiarato a France 24 che Saif è stato liberato il 12
aprile 2016 e "sta bene e al sicuro".
"Saif al-Islam è stato rilasciato sulla base di
un'amnistia e in conformità alla legge (libica)", ha aggiunto il suo
avvocato.
Il Tribunale Penale Internazionale aveva emesso un
mandato per processarlo a L'Aia per crimini contro l'Umanità, tuttavia le
autorità libiche lo avevano condannato provocando critiche legate alla
credibilità del sistema giudiziario del Paese.
Karim Khan ha annunciato di voler presentare domanda per
far dichiarare inammissibile il caso presso l’ICC, sostenendo che il suo
cliente è già stato processato dal suo Paese di origine. "E’ vietato
processare un individuo due volte per lo stesso reato", ha detto.
Saif al-Islam, una volta considerato come possibile
successore del padre, è stato catturato e mantenuto in stato di detenzione dal
2011 da una milizia a Zintan, nella Libia nord-occidentale.
Dopo la morte del padre e del fratello durante la guerra
civile nel 2011, Saif al-Islam è stato l'unico membro della famiglia Gheddafi
rimasto in Libia e aveva annunciato in televisione di voler "lottare fino
alla fine e vendicarsi".
Fu tuttavia catturato insieme a quattro dei suoi
collaboratori in un'imboscata da combattenti ribelli, mentre cercava di fuggire
dal Paese.
USA: LA PENA DI MORTE DEI PROCURATORI ‘TROPPO ZELANTI’
1 luglio 2016: il 14% dei detenuti dei bracci della morte
Usa devono la loro posizione a solo 5 procuratori.
Il calcolo è contenuto in un nuovo studio pubblicato
dall’Harvard Law School's Fair Punishment Project. Un gruppo di 5 procuratori
distrettuali, definiti “troppo zelanti”, che rappresentano solo lo 0,2 delle
Contee degli Stati Uniti, sono responsabili del 14% delle persone attualmente
nei bracci della morte, e del 5% di tutte le condanne a morte emesse negli
ultimi 40 anni.
Il rapporto individua nei procuratori Joe Britt (North
Carolina), Bob Macy (Oklahoma), Lynne Abraham (Pennsylvania), Johnny Holmes
(Texas), e Donnie Myers (South Carolina) i responsabili delle condanne di 440
degli attuali detenuti nei bracci della morte.
Solo Myers è ancora in carica. Lo studio calcola anche
quante volte questi procuratori sono stati accusati di pratiche scorrette, e
quante volte queste pratiche scorrette sono state dimostrate, con processi
annullati o in altri modi.
Per tutti e 5 la percentuale di scorrettezze provate e
quelle di cui sono sospettati è molto alta.
Macy ad esempio, in carica dal 1980 al 2001, ha ottenuto
54 condanne a morte, è sospettato di condotta scorretta in 51 casi su 54, e le
scorrettezze sono state provate in 18 casi, nel 33% delle condanne a morte
conseguite.
La percentuale di comportamenti scorretti di Britt è stata
calcolata superiore al 33%, e quella di Myers al 46%.
NIGERIA: NELLO STATO DEL DELTA LA CAMERA APPROVA
L’ERGASTOLO PER I SEQUESTRATORI
30 giugno 2016: la Camera dell’Assemblea dello Stato del
Delta, in Nigeria, ha approvato la pena dell’ergastolo per i responsabili di
sequestro. L’approvazione ha seguito un emendamento alla Legge Anti-Sequestri
dello Stato 2006 votato in precedenza dalla Camera.
In un messaggio alla Camera, il governatore Ifeanyi Okowa
ha chiesto di riconsiderare la Sezione 4, Sub-sezione 1 della Legge
Anti-Sequestri dello Stato di Delta 2016, in precedenza approvato dalla stessa
Camera.
La Legge prescriveva la pena di morte per i colpevoli di
sequestro nello Stato.
Nessun commento:
Posta un commento