sabato 9 luglio 2016

      nessuno   tocchi     CAINO          
no alla pena di morte                         
                                                                                                                             




1.  LA STORIA DELLA SETTIMANA : IRAQ: SETTE PRIGIONIERI GIUSTIZIATI ALL’INDOMANI DELL’ATTENTATO A BAGHDAD 2.  NEWS FLASH: MALDIVE: MINISTRO DEGLI ESTERI SI DIMETTE PER DIVERGENZE SULLA PENA DI MORTE 3.  NEWS FLASH: LIBIA: SAIF AL-ISLAM RILASCIATO GRAZIE AD AMNISTIA 4.  NEWS FLASH: USA: LA PENA DI MORTE DEI PROCURATORI ‘TROPPO ZELANTI’
5.  NEWS FLASH: NIGERIA: NELLO STATO DEL DELTA LA CAMERA APPROVA L’ERGASTOLO PER I SEQUESTRATORI 6.  I SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA :


IRAQ: SETTE PRIGIONIERI GIUSTIZIATI ALL’INDOMANI DELL’ATTENTATO A BAGHDAD
5 luglio 2016: l’Iraq ha giustiziato sette prigionieri del braccio della morte tra ieri e oggi, ha comunicato il Ministero della Giustizia, legando le esecuzioni all’attentato esplosivo che nei giorni scorsi ha causato a Baghdad più di 200 morti.

Tra i sette giustiziati figurano sauditi e terroristi provenienti da altri paesi arabi.
I primi cinque detenuti sono stati messi a morte il 4 luglio. Il Ministero ha detto che le famiglie delle vittime devono sapere "che i loro fratelli nel Ministero della Giustizia continuano ad imporre la giusta punizione a coloro le cui mani sono macchiate del sangue degli iracheni.”
"Pertanto, annunciamo l'attuazione di condanne a morte nei confronti di cinque detenuti questa mattina", si legge in un comunicato, che non specifica i loro crimini.
Il 5 luglio il Ministero della Giustizia ha annunciato di aver giustiziato due persone riconosciute colpevoli di terrorismo.
In un comunicato, il Ministero ha aggiunto che sono 45 le esecuzioni capitali effettuate nel Paese da inizio anno.
La presidenza irachena ha negato l’affermazione del Ministero della Giustizia circa l’esistenza di 3.000 persone condannate a morte senza approvazione presidenziale.
La presidenza ha confermato l’approvazione di tutte le condanne per terrorismo ad essa sottoposte, aggiungendo tuttavia che si muoverà contro il Ministero della Giustizia per i condannati “sviati”.
Il Ministero ha anche formulato le condoglianze alle famiglie delle vittime della strage del 2 luglio a Baghdad.
L’attentato, rivendicato dallo Stato Islamico, è avvenuto in un’affollata area commerciale della capitale irachena.


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NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH

MALDIVE: MINISTRO DEGLI ESTERI SI DIMETTE PER DIVERGENZE SULLA PENA DI MORTE
5 luglio 2016: il ministro degli esteri delle Maldive Dhunya Maumoon si è dimesso per quelle che ha definito profonde divergenze di opinione rispetto all'annuncio del governo di voler applicare la pena di morte.
In una dichiarazione ai media, la Dunya ha detto che le dimissioni sono state "una delle decisioni più difficili" che ha preso.
"Tuttavia, la decisione è diventata inevitabile a causa delle profonde differenze di opinione sulla politica del governo di attuazione della pena di morte, nel momento in cui vengono poste questioni difficili e vengono espresse preoccupazioni sull’applicazione della giustizia nelle Maldive", ha detto.
"Resto convinta che la politica del governo sulla pena di morte, decisa in modo frettoloso, sarebbe dannosa per l'immagine e la reputazione delle Maldive e sarebbe un ostacolo significativo nel raggiungimento degli obiettivi di politica estera del presidente [Abdulla] Yameen e nella costruzione di Maldive resilienti", ha aggiunto.
Le Maldive hanno interrotto una moratoria di 60 anni sulla pena di morte con l'adozione di una nuova norma nel 2014 che consente l’uso della pena di morte per punire determinati reati.
Il Governo ha anche modificato la legge sulla pena capitale aggiungendo l’impiccagione all’iniezione letale come metodi di esecuzione.


LIBIA: SAIF AL-ISLAM RILASCIATO GRAZIE AD AMNISTIA
6 luglio 2016: Saif al-Islam, secondo figlio dell’ex dittatore libico Muammar Gheddafi, è stato rilasciato dopo essere stato catturato nel 2011 e condannato a morte dal governo libico a Tripoli nel 2015 per crimini di guerra.
Il suo avvocato presso il Tribunale Penale Internazionale (ICC), Karim Khan, ha dichiarato a France 24 che Saif è stato liberato il 12 aprile 2016 e "sta bene e al sicuro".
"Saif al-Islam è stato rilasciato sulla base di un'amnistia e in conformità alla legge (libica)", ha aggiunto il suo avvocato.
Il Tribunale Penale Internazionale aveva emesso un mandato per processarlo a L'Aia per crimini contro l'Umanità, tuttavia le autorità libiche lo avevano condannato provocando critiche legate alla credibilità del sistema giudiziario del Paese.
Karim Khan ha annunciato di voler presentare domanda per far dichiarare inammissibile il caso presso l’ICC, sostenendo che il suo cliente è già stato processato dal suo Paese di origine. "E’ vietato processare un individuo due volte per lo stesso reato", ha detto.
Saif al-Islam, una volta considerato come possibile successore del padre, è stato catturato e mantenuto in stato di detenzione dal 2011 da una milizia a Zintan, nella Libia nord-occidentale.
Dopo la morte del padre e del fratello durante la guerra civile nel 2011, Saif al-Islam è stato l'unico membro della famiglia Gheddafi rimasto in Libia e aveva annunciato in televisione di voler "lottare fino alla fine e vendicarsi".
Fu tuttavia catturato insieme a quattro dei suoi collaboratori in un'imboscata da combattenti ribelli, mentre cercava di fuggire dal Paese.


USA: LA PENA DI MORTE DEI PROCURATORI ‘TROPPO ZELANTI’
1 luglio 2016: il 14% dei detenuti dei bracci della morte Usa devono la loro posizione a solo 5 procuratori.
Il calcolo è contenuto in un nuovo studio pubblicato dall’Harvard Law School's Fair Punishment Project. Un gruppo di 5 procuratori distrettuali, definiti “troppo zelanti”, che rappresentano solo lo 0,2 delle Contee degli Stati Uniti, sono responsabili del 14% delle persone attualmente nei bracci della morte, e del 5% di tutte le condanne a morte emesse negli ultimi 40 anni.
Il rapporto individua nei procuratori Joe Britt (North Carolina), Bob Macy (Oklahoma), Lynne Abraham (Pennsylvania), Johnny Holmes (Texas), e Donnie Myers (South Carolina) i responsabili delle condanne di 440 degli attuali detenuti nei bracci della morte.
Solo Myers è ancora in carica. Lo studio calcola anche quante volte questi procuratori sono stati accusati di pratiche scorrette, e quante volte queste pratiche scorrette sono state dimostrate, con processi annullati o in altri modi.
Per tutti e 5 la percentuale di scorrettezze provate e quelle di cui sono sospettati è molto alta.
Macy ad esempio, in carica dal 1980 al 2001, ha ottenuto 54 condanne a morte, è sospettato di condotta scorretta in 51 casi su 54, e le scorrettezze sono state provate in 18 casi, nel 33% delle condanne a morte conseguite.
La percentuale di comportamenti scorretti di Britt è stata calcolata superiore al 33%, e quella di Myers al 46%.


NIGERIA: NELLO STATO DEL DELTA LA CAMERA APPROVA L’ERGASTOLO PER I SEQUESTRATORI
30 giugno 2016: la Camera dell’Assemblea dello Stato del Delta, in Nigeria, ha approvato la pena dell’ergastolo per i responsabili di sequestro. L’approvazione ha seguito un emendamento alla Legge Anti-Sequestri dello Stato 2006 votato in precedenza dalla Camera.
In un messaggio alla Camera, il governatore Ifeanyi Okowa ha chiesto di riconsiderare la Sezione 4, Sub-sezione 1 della Legge Anti-Sequestri dello Stato di Delta 2016, in precedenza approvato dalla stessa Camera.

La Legge prescriveva la pena di morte per i colpevoli di sequestro nello Stato.

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