Palazzo Capponi-Vettori si trova sul Lungarno Guicciardini
FIRENZE .
Di origine quattrocentesca, il palazzo venne acquistato nel Cinquecento da Lodovico Capponi juniore, che lo scelse per la sua posizione, tra via Maggio e il ponte di Santa Trinita, a causa d'una faccenda amorosa travagliata, che si risolse però in un lieto fine.
Invaghitosi di Maddalena Vettori, Ludovico Capponi propose di sposarla, ma il patrigno di lei, Piero Salviati, marito di sua madre, già vedova, non accettò l'offerta in quanto la ragazza era già stata promessa in sposa al figlio di Piero stesso, il quale però era morto in battaglia prima che i due si potessero sposare a causa della troppo giovane età della futura consorte.
Di tutta risposta Maddalena venne chiusa in un convento, ma in seguito ne uscì per entrare come dama di compagnia di Eleonora di Toledo a Palazzo Pitti. Il Capponi, sempre innamorato della fanciulla, che non era mai autorizzata da uscire senza accompagnamento, dal palazzo poteva però guardarla quando sfilava in corteo con la corte granducale e gli sguardi che i due si lanciavano erano, secondo i cronisti dell'epoca, motivo di curiosità per una gran folla che si radunava per osservarli.
Alla fine la Granduchessa intercedette per i due e riuscì ad ottenere il consenso del patrigno facendo convolare i due a nozze. La celebrazione ebbe luogo in piazza Santa Trinita dove, scrisse un cronista, «piovevano confetti come grandine in primavera, e il vino scorreva come fosse acqua.»
La coppia visse nel palazzo Capponi-Vettori, che venne ampliato nei primi anni del Seicento, e poi di nuovo ristrutturato qualche decina di anni dopo, quando assunse l'aspetto documentato da una stampa settecentesca di Giuseppe Zocchi: una facciata con quattro finestre in file ai tre piani canonici, con un'appendice composta dal solo pian terreno verso via Coverelli.
Sul finire del XVII secolo passò in eredità ai Riccardi per poi cambiare diversi proprietari. Nella seconda metà dell'Ottocento venne ingrandito arrivando a raddoppiarne la facciata sul lungarno, come si presenta attualmente.
Un unico portale sfasato era un tempo il centro della facciata sul lungarno, mentre al pian terreno si aprono cinque finestre quadrate sormontate da altrettante aperture nel mezzanino, e con un fondo commerciale a sinistra. Al primo piano otto finestre ad arco centinate sono sottolineate da una cornice marcapiano e da due balconi con vista sull'Arno, risalenti all'Ottocento. Il secondo piano è analogo, ma le finestre hanno cornici non sporgenti. Lo stemma familiare dei Capponi si trova al centro della facciata.
All'interno il palazzo conserva, al piano nobile, un magnifico salone coperto di affreschi con grottesche, figure allegoriche e Storie di Pier Capponi, Nicola Capponi e Neri Capponi, opera di Bernardino Poccetti del 1585. Qui si trova anche un pregevole camino scolpito in pietra con lumeggiature dorate.
Su via Santo Spirito il palazzo possiede una facciata secondaria, più antica e più piccola, con due finestre rettangolari, dalle fantasiose cornici manieriste, sormontate da altrettante finestre con timpano rettangolare.
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