giovedì 7 luglio 2016

ALESSANDRO DE' MEDICI PRIMO DUCA DI FIRENZE



Alessandro di Lorenzo de' Medici, detto il Moro (Firenze, 22 luglio 1510 – Firenze, 6 gennaio 1537), duca di Penne, signore (dal 1523 al 1527 e dal 1530 al 1532) e in seguito duca di Firenze (dal 1532 al 1537); benché illegittimo, fu l'ultimo discendente del ramo principale dei Medici a governare Firenze e il primo duca ereditario della città.
Fu riconosciuto figlio illegittimo di Lorenzo II de' Medici, nipote di Lorenzo il Magnifico, ma molti lo ipotizzano come figlio naturale del cardinale Giulio de' Medici (che sarebbe diventato più tardi Papa Clemente VII). Non è chiaro se fosse per metà nero, forse nato dalla relazione tra Lorenzo II (o Giulio) e una serva mulatta di casa Medici, identificata nei documenti come Simonetta da Collevecchio (Collevecchio in Sabina); altre fonti indicano come sua madre una contadina della campagna romana. Comunque grazie al colore della propria pelle si guadagnò il soprannome de "il Moro".
Con la capitolazione della Repubblica fiorentina, per l'accordo tra l'imperatore Carlo V e il papa Clemente VII, appoggiato dalle armi spagnole divenne il nuovo padrone di Firenze.
Una volta assunto il potere a Firenze, Alessandro cominciò quella trasformazione delle istituzioni repubblicane fiorentine, che invece il trattato di resa della città gli imponeva di rispettare e che sarebbe poi stata portata a termine da Cosimo I, suo lontano cugino e suo successore al governo. Ad esempio Alessandro, avendo vissuto sempre alla corte imperiale di Carlo V, ne portò a Firenze gli usi, come quello di circondarsi di una guardia di Lanzi armata di alabarde, che spaventarono e sconcertarono i fiorentini, usi a vedere anche i più autoritari tra i Medici, comportarsi con ben altra discrezione.
Alessandro dunque cominciò a imprimere un tipico carattere sempre più "principesco" al proprio governo e a eliminare i simboli, cari ai fiorentini, delle istituzioni repubblicane e comunali. Tra queste iniziative la più significativa fu certamente quella di incaricare Benvenuto Cellini (che ne riferisce nella sua autobiografia) di preparare monete di taglio diverso dal fiorino, con la propria immagine. Inoltre Alessandro pretese (di nuovo contro i trattati) la consegna di tutte le armi possedute da privati cittadini, il che non gli impedì di morire, poco dopo, trafitto da un suo parente, Lorenzino de' Medici con il quale aveva un rapporto poco chiaro, che alcuni accenni (celebre la descrizione di Cellini) vorrebbero addirittura morboso.
Con il suo governo, le istituzioni fiorentine conservavano una parvenza di democrazia solo attraverso un simbolico Consiglio dei Duecento e un simbolico Senato, composto dal 1532 di quarantotto membri nominati a vita con un blando potere decisionale, più che altro consultivo. E la carica di senatore rimase un'alta onorificenza anche per tutto il successivo periodo del Granducato di Toscana.
Nel 1536 alla fine di una battuta di caccia sul Montalbano insieme all'imperatore Carlo V, si fermò a riposare a Villa La Magia, che diverrà possedimento dei Medici nel 1581 su interessamento di Francesco I, secondo Granduca di Toscana.
Alessandro sposò a Napoli la figlia naturale (poi legittimata) dell'Imperatore Carlo V, Margherita d'Asburgo, il 18 gennaio 1536, ma il loro breve matrimonio non ebbe alcuna discendenza.

Da Taddea Malaspina (1505-?), figlia del marchese di Massa Antonio Alberico II Malaspina e sorella della marchesa Ricciarda Malaspina, si presume abbia avuto i figli illegittimi Giulio e Giulia.
Alessandro è sepolto assieme al padre putativo Lorenzo de' Medici duca d'Urbino, nella sepoltura di Michelangelo della sagrestia Nuova di San Lorenzo. Per una certa scomodità della sua memoria, non è ricordato da alcuna lapide o indicazione, ma tutte le ricognizioni sulle spoglie nella tomba ne hanno riportato la presenza.

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