no alla pena di morte..............
1. LA STORIA DELLA
SETTIMANA : ONU: RAPPORTO DELL’AGENZIA ANTI-DROGA DIMENTICA LE ESECUZIONI PER
DROGA 2. NEWS FLASH: CINA: CONDANNE A
MORTE ALLA VIGILIA DELLA GIORNATA ANTI-DROGA 3.
NEWS FLASH: LIBANO: MINISTRO GIUSTIZIA, ‘LA PENA DI MORTE DEVE ESSERE ELIMINATA’
4. NEWS FLASH:
MESSICO: SOSPESA L’ESTRADIZIONE VERSO GLI USA DI JOAQUIN ‘EL CHAPO’ GUZMAN
5. NEWS FLASH: SUDAFRICA: GOVERNO DECIDE
DI ESTRADARE IMPUTATI DI OMICIDIO IN BOTSWANA DOVE RISCHIANO LA PENA DI MORTE
6. I SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA :
DICHIARAZIONE FINALE DEL 6° CONGRESSO MONDIALE CONTRO LA PENA DI MORTE, OSLO,
23 GIUGNO 2016.
ONU: RAPPORTO DELL’AGENZIA ANTI-DROGA DIMENTICA LE
ESECUZIONI PER DROGA
23 giugno 2016: un nuovo rapporto dell'Ufficio delle
Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine (UNODC) non fa menzione dell'uso
della pena di morte per reati di droga, nonostante l’aumento delle esecuzioni
per presunti reati di droga nei Paesi in cui l’Agenzia finanzia la polizia
anti-droga.
L’UNODC ha presentato il suo Rapporto Mondiale sulla
Droga 2016 avvertendo che a livello mondiale il numero dei tossicodipendenti è
aumentato. Tuttavia, il documento di 174 pagine non fa alcun riferimento al
maggior numero di condanne a morte ed esecuzioni in paesi come l'Iran, l'Arabia
Saudita e il Pakistan, ha rilevato l'organizzazione per i diritti umani
Reprieve.
Mentre il rapporto dell'UNODC lamenta il numero di morti
per overdose, non fa riferimento ai 638 impiccati lo scorso anno per reati di
droga in Iran, rispetto ai 367 nel 2014.
L’UNODC ha recentemente annunciato un nuovo finanziamento
di 20 milioni di dollari per le operazioni anti-droga iraniane, a sostegno
della formazione e delle attrezzature delle forze dell'ordine precedentemente
collegate ad arresti ed esecuzioni.
All'inizio di quest'anno, 56 paesi, tra cui tutti i 28
Stati membri dell'UE, hanno firmato una dichiarazione di condanna per il
fallimento di un vertice gestito dall’UNODC per affrontare la pena di morte per
reati di droga.
La dichiarazione è apparsa anche mettere in guardia l'UNODC
circa la sua considerazione dei diritti umani, sottolineando la necessità di
"evitare che la giustizia penale o altre forme di assistenza
internazionale portino all’applicazione della pena di morte e affinché le
agenzie internazionali tengano conto del rispetto di questo e di tutti gli
altri obblighi sui diritti umani".
Maya Foa, direttore del Team sulla pena di morte di
Reprieve, ha dichiarato: "Il Rapporto Mondiale sulla Droga delle Nazioni
Unite ignora completamente la ripresa globale della pena di morte per reati di
droga, che ha visto Stati come l'Iran e l'Arabia Saudita giustiziare centinaia
di presunti colpevoli di reati di droga.
"Tutto questo sembra una comoda omissione,
considerato che l’organismo autore del rapporto, l’Ufficio delle Nazioni Unite
contro la droga e il crimine, continua a finanziare operazioni iraniane e
pakistane che spediscono regolarmente corrieri della droga nel braccio della
morte."
Foa ha concluso: "Invece di nascondere il problema
delle esecuzioni per droga nel mondo, l’UNODC dovrebbe assumersi le proprie
responsabilità sui diritti umani, e congelare il suo sostegno alla polizia
anti-droga nei Paesi che applicano la pena di morte per reati legati ai
narcotici."
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NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH
CINA: CONDANNE A MORTE ALLA VIGILIA DELLA GIORNATA
ANTI-DROGA
23 giugno 2016: un tribunale di Zhuhai, nella provincia
meridionale cinese del Guangdong, ha condannato a morte quattro spacciatori,
alla vigilia della Giornata Mondiale anti-droga del 25 giugno.
Due sono stati condannati a morte con una sospensione di
due anni, ha reso noto il Tribunale Intermedio del Popolo di Zhuhai.
Altri tredici membri della stessa banda, che avrebbe
venduto circa 5 kg di droga, inclusa metamfetamina, hanno ricevuto l'ergastolo
e varie pene detentive.
Il giudice Hou Jingjing ha detto che sono aumentati i
tipi di droghe disponibili sul mercato nero, e più persone sono coinvolte negli
affari di droga.
Lo stesso giorno a Pechino, un uomo di 22 anni è stato
condannato a morte con una sospensione di due anni per il traffico di 2 kg di
metanfetamine.
Il giovane era stato catturato in una stazione
ferroviaria di Pechino nel novembre 2015, dopo essere sceso da un treno partito
da Guangzhou, nella provincia di Guangdong.
A Xuzhou, nella provincia orientale del Jiangsu, tre
degli otto membri di una gang dedita al narcotraffico sono stati condannati a
morte.
Si tratta del più grande caso di droga a Xuzhou, con più
di 29 kg di metanfetamine e ketamine, secondo il Tribunale Intermedio del
Popolo della città.
LIBANO: MINISTRO GIUSTIZIA, ‘LA PENA DI MORTE DEVE ESSERE
ELIMINATA’
22 giugno 2016: il Ministro della Giustizia libanese
Ashraf Rifi, prendendo parte al 6° Congresso mondiale contro la pena di morte a
Oslo, Norvegia, ha sottolineato che questa pena non costituisce un deterrente
al crimine. "La pena di morte deve essere eliminata dalla legge libanese
in accordo con le leggi moderne e in linea con la volontà internazionale di
annullare tale sanzione", ha detto Rifi. "La diligenza dei tribunali
libanesi dimostra che stanno andando a diminuire la pena di morte e sostituirla
con quella dei lavori forzati a vita", ha aggiunto. (Fonti:
nna-leb.gov.lb, 22/06/2016) Per saperne di piu' :
MESSICO: SOSPESA L’ESTRADIZIONE VERSO GLI USA DI JOAQUIN
‘EL CHAPO’ GUZMAN
28 giugno 2016: Sospesa temporaneamente l’estradizione di
Joaquin “El Chapo” Guzman verso gli Stati Uniti dopo un ricorso degli avvocati
che temono la pena di morte.
Un giudice, del quale i media non riportano il nome, ma
solo la città, Mexico City, ha accolto il ricorso dei difensori di Guzman, i
quali sostengono che le garanzie fornite dall’ambasciatore statunitense che
Guzman non sarà condannato a morte non siano sufficienti.
Un giudice federale aveva autorizzato l’estradizione il 6
maggio, e il 20 maggio il Ministero degli Esteri messicano aveva controfirmato
l’estradizione, dicendosi soddisfatto delle garanzie fornite dagli Stati Uniti.
In passato Usa e Messico sono stati divisi da forti
polemiche proprio sull’uso della pena di morte, che in Messico è stata abolita
nel 2005 (ma l’ultima esecuzione risale al 1937). Nei bracci della morte
statunitensi, soprattutto texani, si trovano decine di condannati a morte di
nazionalità messicana. Ogni volta che si avvicina l’esecuzione di uno di loro,
il governo messicano fa passi formali per chiedere la commutazione, basandosi
sulla Convenzione di Vienna dal 1963, e il Presidente della Repubblica in
persona inoltra richieste di clemenza.
Regolarmente i governatori del Texas rispondono
negativamente. L’ultima volta era successo nel 2014, nel caso di Edgar Tamayo.
Il contenzioso con il Messico, sostanzialmente, si
configura nel fatto che i governatori dei singoli stati ritengono di non essere
vincolati dagli accordi internazionali firmati dal governo federale. Questa
impostazione è stata più volte confermata anche dalla Corte Suprema.
Il caso di Guzman, arrestato a gennaio dopo 13 anni di
latitanza, rientra in questa fattispecie solo in parte. Il governo messicano
infatti ha ricevuto una serie di diverse richieste di estradizioni da parte di
diversi stati degli Usa, e da parte del Governo Federale. Il Governo Messicano
però ha accolto solo quelle presentate dal Governo Federale Usa, dopo che
l’Ambasciatore statunitense in Messico ha garantito che la pubblica accusa
federale (che dipende dal Governo) non chiederà la pena di morte. Le garanzie
sembrerebbero quindi sufficienti. Il governo messicano estraderebbe volentieri
Guzman, uomo a capo di uno dei più potenti sodalizi criminali del continente,
il cui potere di corruzione e intimidazione all’interno delle carceri messicane
è fortissimo e che infatti è già stato al centro di evasioni e tentativi di
evasione clamorose. Gli avvocati di Guzman ritengono che il ricorso accolto
oggi dal giudice di Mexico City ritarderà di almeno tre anni la pratica di
estradizione.
SUDAFRICA: GOVERNO DECIDE DI ESTRADARE IMPUTATI DI
OMICIDIO IN BOTSWANA DOVE RISCHIANO LA PENA DI MORTE
15 giugno 2016: il Governo del Sudafrica ha deciso di
modificare il trattato di estradizione per facilitare le richieste del Botswana
nei casi capitali, dopo anni di tensione tra i due Paesi in relazione a
questioni di estradizione in casi di omicidio.
Secondo il verbale del portale del Governo,
"l'obiettivo è quello di una cooperazione più efficace tra il Sudafrica e
il Botswana in modo da facilitare le richieste di estradizione ricevute dal
Botswana, dove la pena di morte è una possibile condanna." "Il
Sudafrica non sarà più un rifugio sicuro per i criminali”, ha dichiarato il Governo.
In precedenza alcune persone sospettate di omicidio, per
evitare un processo capitale, avrebbero attraversato il confine col Sudafrica,
dove la pena capitale è stata abolita nel 1995.
Prima della recente proposta di modificare la legge, la
Legge sull’Estradizione vietava l'estradizione di persone accusate in Paesi che
impongono la pena di morte.
In Botswana la pena di morte è legale. Proprio a maggio
2016 Patrick Gabaakanye diventato la 49ma persona a essere impiccata dal
Botswana da quando ha ottenuto l'indipendenza.
Il caso più famoso che ha portato alla crisi tra Botswana
e Sudafrica è stata l'impiccagione della sudafricana Mariette Bosch nel 2001,
nonostante le petizioni del marito e del Sudafrica.
Un altro caso è quello di Edwin Samotse, un cittadino del
Botswana ricercato per omicidio e deportato nell’agosto 2014 nonostante una
possibile condanna a morte. Nel settembre 2014, l'Alta Corte di Pretoria ha
stabilito che l'estradizione di Samotse in Botswana era illegale.
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