no alla pena di morte
1. LA STORIA DELLA
SETTIMANA : GIUSTIZIA E CARCERE. NESSUNO TOCCHI CAINO CONVOCA SUO CONSIGLIO
DIRETTIVO: ‘ITALIA: DA ‘CULLA’ A ‘TOMBA’ DEL DIRITTO?’
2. NEWS FLASH:
SINGAPORE: MALESE CONDANNATO A MORTE VIA ZOOM PER TRAFFICO DI EROINA 3. NEWS FLASH: OREGON (USA): L’AMMINISTRAZIONE
PENITENZIARIA ANNUNCIA LA CHIUSURA DEL BRACCIO DELLA MORTE 4. NEWS FLASH: GEORGIA (USA): JOHNNY LEE GATES
LIBERATO DOPO 43 ANNI DI CARCERE 5. NEWS
FLASH: TAIWAN: GIUDICATO INNOCENTE DOPO 19 ANNI NEL BRACCIO DELLA MORTE 6. I SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA : LA
COMUNICAZIONE ECOLOGICA. MANUALE PER LA GESTIONE DEI GRUPPI DI CAMBIAMENTO
SOCIALE DI JEROME LISS
GIUSTIZIA E CARCERE. NESSUNO TOCCHI CAINO CONVOCA SUO
CONSIGLIO DIRETTIVO: ‘ITALIA: DA ‘CULLA’ A ‘TOMBA’ DEL DIRITTO?’
Il Consiglio Direttivo di Nessuno tocchi Caino-Spes
contra Spem è convocato per sabato, 23 maggio 2020, dalle 9:30 alle 20:00
(pausa dalle 13:30 alle 15:00), col titolo “Italia: da ‘culla’ a ‘tomba’ del
diritto?”.
L’evento si svolge sulla piattaforma Zoom ed è trasmesso
in diretta su Radio Radicale e sui canali social Youtube e Facebook
dell’Associazione.
A fronte di un dibattito su giustizia e carcere dominato
da parole e atti che inquinano il dettato Costituzionale, Nessuno tocchi Caino
intende far emergere idee e proposte e, soprattutto, parole di segno diverso
dal prevalente cupo mormorio, sordo all’ascolto, che accusa, maledice, incute
timore, invoca vendetta e crea discordia.
La vicenda di Raffaele Cutolo, un uomo vecchio e malato
in carcere da mezzo secolo a cui si nega la scarcerazione per gravi motivi di
salute prevista da una legge fascista, la storia di altri vecchi e malati,
prima scarcerati e poi reincarcerati per un decreto che sarebbe offensivo del
fascismo definire “fascista”, sono la cifra del degrado di un Paese passato
dall’essere considerato la “culla del diritto” all’essere divenuto la “tomba
del diritto”. Un Paese che, abolita la pena di morte, pratica la pena fino alla
morte e la morte per pena.
Oltre ai componenti l’organo dirigente dell’associazione
radicale, parteciperanno a questo dialogo personalità che hanno incarnato e
dato voce ad un senso della giustizia e della pena improntate ai valori umani
universali e rivolte al futuro.
Parole in cui gli effetti benefici del Congresso di Opera
continuano a manifestarsi. Nell’ultimo mese, scrittori, editorialisti e perfino
tre ex alti magistrati – Giovanni Maria Flick, Gherardo Colombo e Luciano
Violante – hanno preso posizione contro l’aberrante logica di un sistema penale
che per condannare la violenza e il dolore infligge a sua volta violenza e
dolore.
L’ordine del giorno della riunione prevede 4 punti di
dibattito:
1) “Non un diritto penale migliore, ma qualcosa di meglio
del diritto penale”. Introduce Sergio D’Elia. Oltre a membri del Consiglio
Direttivo, sono previsti, tra gli altri, gli interventi di Giovanni Maria
Flick, Gherardo Colombo, Luciano Eusebi, Mattia Feltri, Gioacchino Criaco, Gigi
Omar Modica, Iuri Maria Prado, Tiziana Maiolo, Livio Ferrari, Giuseppe
Morganti.
2) Situazione generale, a partire da Giustizia e Carceri.
Dopo l’introduzione di Rita Bernardini e gli interventi dei Presidenti d’Onore
Santi Consolo, Tullio Padovani e Andrea Saccucci, sono previsti, tra gli altri,
gli interventi di invitati come i Magistrati di Sorveglianza Riccardo De Vito,
Giovanna Di Rosa, Fabio Gianfilippi e il Presidente dell’UCPI Giandomenico
Caiazza;
a) Cambio ai vertici del DAP; Scarcerazioni e
differimenti pena; Decreto Bonafede;
b) Campagne su casi particolari: Domenico Papalia;
Avvocati turchi; Studenti iraniani;
c) Ricorsi alla CEDU;
d) Situazione dopo le sentenze Viola e Pavone-Cannizzaro;
e) Stato dell’arte delle class action procedimentale per
il rispetto delle misure igienico sanitarie nelle carceri;
3) Campagna iscrizioni 2020 con l’obiettivo dei 2.000
iscritti a Nessuno tocchi Caino.
4) Libro sul Congresso di Opera.
Info: 335 6153305
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promozione sociale, delle associazioni riconosciute che operano nei settori di
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nazionali di carattere culturale”
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NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH
SINGAPORE: MALESE CONDANNATO A MORTE VIA ZOOM PER
TRAFFICO DI EROINA Un cittadino malese, che era stato indicato da due corrieri
della droga come la mente dietro un traffico di eroina, è stato condannato
all'impiccagione a Singapore il 15 maggio 2020.
Punithan Genasan, 37 anni, è la prima persona a Singapore
a ricevere la condanna a morte in un’udienza svoltasi a distanza, nel pieno
della pandemia di coronavirus.
È stato giudicato colpevole del traffico di almeno 28,5 g
di eroina, avendo fatto conoscere nel 2011 i due corrieri, affinché il primo
entrasse in auto a Singapore e consegnasse la droga al secondo.
Lasciò Singapore il giorno stesso in cui fece incontrare
i due – il malese V. Shanmugam Veloo e il singaporeano Mohd Suief Ismail – per
poi essere estradato a Singapore il 21 gennaio 2016, cinque giorni dopo essere
stato arrestato in Malesia.
Punithan ha negato qualsiasi legame con i due e ha
contestato le loro testimonianze secondo cui erano stati reclutati per trasportare
droghe e organizzarne la vendita.
Ha chiamato un amico e sua moglie come testimoni a
sostegno della sua tesi.
Tuttavia la sua difesa è stata respinta dal giudice
dell’Alta Corte Chan Seng Onn, che ha pronunciato la condanna a morte
obbligatoria al termine di un’udienza svolta tramite la piattaforma Zoom.
Il giudice Chan ha affermato che i corrieri hanno fornito
resoconti dettagliati e convincenti delle loro relazioni con Punithan. Al
contrario, Punithan non è stato in grado di spiegare come i corrieri conoscessero
dettagli personali su di lui.
I corrieri sono stati riconosciuti colpevoli nel 2015.
Shanmugam, all’epoca 30enne, è stato condannato all'ergastolo e 15 colpi di
canna mentre Suief, allora 46enne, è stato condannato a morte.
OREGON (USA): L’AMMINISTRAZIONE PENITENZIARIA ANNUNCIA LA
CHIUSURA DEL BRACCIO DELLA MORTE L’Amministrazione Penitenziaria dell’Oregon il
15 maggio 2020 ha annunciato la chiusura del braccio della morte, e il trasferimento
dei 29 condannati a morte dello stato in “normali” reparti di massima
sicurezza.
Negli ultimi 50 anni l’Oregon ha compiuto solo due
esecuzioni. Nello stato è in vigore dal 2011 una moratoria governatoriale sulle
esecuzioni che la governatrice Kate Brown, 59 anni, bianca, Democratica, appena
rieletta per un secondo mandato nel novembre 2018, ha prorogato fino al 2022.
Recentemente il Parlamento ha approvato una limitazione
alla pena di morte, riducendo, retroattivamente, da 19 a 4 i reati per i quali
è applicabile.
L'eliminazione del braccio della morte riflette la
decisione del Dipartimento di iniziare trattamenti personalizzati anche per le
persone condannate a morte, e una diminuzione del loro numero. Attualmente, 27
condannati a morte vivono insieme in un reparto del penitenziario di stato di
Salem. Saranno trasferiti nelle popolazioni generali e in altri reparti nelle
sei carceri di massima sicurezza dello stato.
Altri due detenuti condannati a morte già vivono in altre
carceri, tra cui Angela McAnulty, l'unica donna in Oregon con una condanna a
morte.
L'Oregon è il sesto stato dell'ultimo anno a cambiare in
modo significativo le condizioni di detenzione per i detenuti nel braccio della
morte, ma solo il secondo a farlo autonomamente, ossia non costretto da
un'azione legale.
Virginia, Carolina del Sud, Oklahoma e Pennsylvania hanno
posto fine all’isolamento automatico per i detenuti nel braccio della morte,
dando accesso a programmi e diritti precedentemente riservati ai detenuti della
popolazione generale, inclusi programmi educativi e professionali, servizi
religiosi di gruppo e visite con contatto con familiari. La California ha
annunciato la creazione di un programma pilota nel febbraio 2020 per consentire
ad alcuni prigionieri condannati a morte di spostarsi dal braccio della morte
di San Quentin alla popolazione generale in altre carceri di massima sicurezza
che offrono lavoro e altri programmi di riabilitazione.
GEORGIA (USA): JOHNNY LEE GATES LIBERATO DOPO 43 ANNI DI
CARCERE Johnny Lee Gates è stato scarcerato in Georgia il 15 maggio 2020, dopo
aver trascorso in carcere 43 anni, 25 dei quali nel braccio della morte. Il 13
marzo 2020 la Corte Suprema di Stato aveva respinto 9-0 il ricorso della
pubblica accusa, e aveva quindi confermato l’annullamento del verdetto di
colpevolezza di Gates, 64 anni, nero.
Il 10 gennaio 2019 il giudice John Allen della Muscogee
County aveva annullato il verdetto di colpevolezza di Gates, che era stato
condannato a morte nel settembre 1977 (da una giuria tutta bianca) con l’accusa
di aver violentato e ucciso, il 30 novembre 1976, Kathrina Wright, 19 anni,
bianca.
La condanna a morte venne annullata nel 1992 alla luce
del ritardo mentale dell’imputato. Dopo una serie di ricorsi, l’annullamento
definitivo della condanna a morte venne deciso nel 2003, e la pena commutata in
ergastolo in ragione del basso quoziente intellettivo, 65 punti.
Nel 2019 il giudice Allen aveva annullato il verdetto di
colpevolezza che era a monte della condanna accogliendo la tesi della difesa
secondo la quale nuovi test del Dna hanno dimostrato che i reperti fisiologici
repertati sulla scena del crimine sicuramente non appartengono a Gates. Gli
avvocati di Gates infatti avevano localizzato nell’archivio del procuratore
distrettuale una cintura per accappatoio e 4 cravatte che erano state usate per
legare la vittima, reperti che si riteneva fossero stati distrutti dopo il
processo. Considerato che la ricostruzione processuale asseriva che l’omicidio
fosse stato compiuto a mani nude, e che il Dna sui reperti non è di Gates, il
giudice Allen aveva disposto la ripetizione dell’intero processo, decisione
confermata dalla Corte Suprema.
Il 15 maggio 2020 la pubblica accusa ha quindi rinunciato
a ripetere il processo, e Gates in cambio ha dovuto accettare un cosiddetto
“Alford plea” per le imputazioni di omicidio involontario e rapina. In un
“Accordo Alford” l’imputato non ammette la sua colpevolezza, ma riconosce che
la pubblica accusa ha elementi sufficienti per processarlo. Sostanzialmente
questo tipo di accordo serve alla pubblica accusa per evitare di dover
risarcire l’imputato, e l’imputato di solito lo accetta altrimenti la pubblica
accusa, con altri processi e altri ricorsi potrebbe rinviare di molto la
scarcerazione. In cambio dell’accordo Gates è stato condannato a 40 anni, ma
avendone già scontati 43 oggi è stato scarcerato. Durante il processo
originario, nel 1977, Gates aveva confessato, ma in seguito i suoi avvocati
sostennero che si era trattato di una confessione forzata. Negli ultimi anni
Gates è stato assistito dal Georgia Innocence Project e dal Southern Center for
Human Rights.
TAIWAN: GIUDICATO INNOCENTE DOPO 19 ANNI NEL BRACCIO
DELLA MORTE La sezione di Tainan dell’Alta Corte il 15 maggio 2020 ha annullato
la condanna a morte per omicidio e stupro che era stata emessa nei confronti di
Hsieh Chih-hung, sulla base dei nuovi elementi presentati dall'Ufficio del
Procuratore di Taiwan dopo la riapertura delle indagini.
Hsieh era stato accusato di essere complice di Kuo
Chun-wei negli omicidi di una ragazza soprannominata Chen, 18 anni, e di un
uomo soprannominato Chang, 68 anni, commessi il 24 giugno 2000.
Dopo essere stati giudicati colpevoli per la prima volta
nell'ottobre 2001, Hsieh e Kuo hanno visto le loro condanne a morte confermate
in sette successivi processi, durante i quali Hsieh si è sempre proclamato
innocente sostenendo che la sua confessione fosse stata estorta mediante
tortura.
Nel settembre 2018, la Procura di Taiwan, citando nuovi
elementi a sostegno dell'innocenza di Hsieh, ha presentato richiesta di un
nuovo processo.
L'Alta Corte il 14 marzo dell'anno scorso ha ammesso la
petizione e ha ordinato la sospensione temporanea della sentenza capitale di
Hsieh.
La Corte in seguito ha disposto il rilascio di Hsieh dal
Centro di Detenzione di Tainan, dove l’uomo era detenuto dal 2001, e ha
iniziato a trattare il nuovo caso presentato dai pubblici ministeri, prima di
emettere il verdetto il 15 maggio.
Il verdetto afferma che, poiché la polizia non ha
registrato nessuna delle sessioni di interrogatorio di Hsieh né può fornire
materiale di conferma a sufficienza, l'interrogatorio ha violato il codice di
procedura penale.
La confessione di Hsieh non può quindi essere utilizzata
come prova, ha stabilito la Corte.
Kuo aveva accusato Hsieh di essere suo complice e aveva
superato i test del poligrafo (macchina della verità), tuttavia la Corte ha
affermato che i test forniscono indicazioni sulla credibilità di Kuo e non
costituiscono prova.
Dato che a Kuo è stato diagnosticato un disturbo
antisociale della personalità, la Corte ha respinto i risultati del poligrafo.
Il medico che svolse l’autopsia sui corpi delle vittime
trovò ferite di varia profondità facendo ritenere possibile la presenza di un
secondo omicida, tuttavia per la Corte è ragionevole pensare che Kuo abbia
commesso entrambi gli omicidi.
In conclusione, l’Alta Corte ha giudicato Hsieh
innocente.
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