Enews 634, venerdì 1 maggio 2020
1.
La festa del lavoro. Buon Primo Maggio. È la festa del lavoro, quest’anno speciale per tanti motivi.
Chi ha un lavoro sicuro oggi vive con dispiacere e preoccupazione la quarantena. Soffre, come tutti. Chi è un commerciante, un artigiano, una partita iva, un libero professionista, un imprenditore non soffre solo le difficoltà della quarantena, ma vive nel terrore, nell’angoscia, nella disperazione perché il lavoro rischia di sparire. E di sparire per sempre. Quando noi diciamo di preoccuparci anche dell’economia, del turismo, del PIL, pensiamo innanzitutto a qualche milione di italiani non garantiti da nessuno. Che non meritano di essere lasciati soli. L’Italia è un grande Paese e ce la faremo. Ma festeggiare oggi il lavoro significa provare a ripartire, tutti insieme. Perché, mentre i dati delle terapie intensive stanno migliorando moltissimo, i dati del PIL e degli occupati stanno peggiorando moltissimo. Diamoci una mossa, come ho detto ieri da Bruno Vespa (qui un minuto di intervento).
2. Il mio intervento al Senato.
Ho parlato in Senato dopo l’informativa del Presidente Conte. Ho detto al Premier che io non faccio complotti e se ho qualcosa da dire vado in Aula e lo guardo negli occhi, parlando chiaro. Chi vuole vedere il discorso, lo trova qui. Ho parlato della Costituzione e della libertà, ho citato Seneca e Martinazzoli, ho fatto proposte sull’economia e sulla ripartenza. Ma naturalmente ci saranno sempre punti su cui chi vuole può fare polemica. C’è stata una polemica assurda sul mio intervento, tanto per cambiare: sono stato accusato di non aver onorato i morti di Coronavirus. È vero esattamente il contrario: io ho reso omaggio più volte ai caduti. Tuttavia, a chi vuole fare polemica sempre, per una frase estrapolata e strumentalizzata, ribadisco il concetto: ascoltate l’intervento e se avete da criticare fatelo sui contenuti, non sui pregiudizi. Ascoltate. E poi se volete scrivete. La mia email è questa matteo@matteorenzi.it.
3. EXPO, ponte di Genova, Italia Shock.
Cinque anni fa l’Italia inaugurava l’Expo, evento che ha cambiato la storia di Milano (qui le foto). Expo, come pure il Ponte di Genova o Pompei, dimostrano che si possono fare le cose per bene superando i vincoli burocratici. Continuo a pensare che per rilanciare l’Italia serva il Piano Shock: lo trovate qui. Noi lo abbiamo proposto sei mesi fa ma è più attuale che mai. L’Italia si salva solo se ripartono i cantieri e sblocchiamo la burocrazia.
Qualche aggiornamento sul Coronavirus.
A) I numeri migliorano in modo sensibile. Sarà ancora lunghissima ma migliorano tutti gli indicatori.
B) Le terapie intensive sono sotto quota 1.700: numero molto importante. Erano oltre 4.000 nel momento più duro. Chi ha fatto uscire l’ipotesi di 151MILA terapie intensive a giugno, invece, ha fatto solo terrorismo psicologico.
C) La comunità scientifica sembra più convinta del fatto che chi ha preso la malattia ha sviluppato gli anticorpi. E un’azienda italiana in prima fila sul vaccino ipotizza che a fine 2020 possano esserci le prime dosi.
Pensierino della sera. Sapete che sulle scuole io avrei fatto come gli altri Paesi europei. Tenere tutto chiuso fino a settembre, a mio giudizio, causerà molti problemi. Ma ormai è deciso e spero solo che questo tempo sia servito per fare i lavori nell’edilizia scolastica senza troppi impedimenti burocratici. Se tornassimo in classe a settembre senza aver fatto neanche i lavori sarebbe una Caporetto istituzionale. Nel frattempo, speriamo che sia fatta chiarezza sulle modalità con cui si faranno gli esami di terza media e di maturità. Prendiamo sul serio i nostri ragazzi, prendiamoli sul serio.
Un sorriso,
-=-=-
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