NESSUNO TOCCHI CAINO
NO ALLA PENA DI MORTE
1. LA STORIA DELLA
SETTIMANA : TEXAS (USA): ALFRED DEWAYNE BROWN DICHIARATO INNOCENTE 2. NEWS FLASH: TEXAS (USA): BILLIE WAYNE COBLE
GIUSTIZIATO 3. NEWS FLASH: INDIA: CORTE
SUPREMA COMMUTA CONDANNA CAPITALE 4.
NEWS FLASH: GUYANA: CONDANNA A MORTE PER OMICIDIO 5. NEWS FLASH: MALESIA: GLI AVVOCATI CHIEDONO AL
GOVERNO DI ABOLIRE LA PENA DI MORTE 6. I
SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA :
TEXAS (USA): ALFRED DEWAYNE BROWN DICHIARATO INNOCENTE La
pubblica accusa, nella persona della procuratrice distrettuale della Harris
County Kim Ogg, il 1° marzo 2019 ha formalmente dichiarato che Alfred Dewayne
Brown è innocente.
Brown, oggi 37 anni, nero, era stato condannato a morte
nella Harris County il 25 ottobre 2005 con l’accusa di aver partecipato ad una
rapina nel corso della quale, il 3 aprile 2003, erano rimaste uccise 2 persone,
il poliziotto Charles R. Clark, 45 anni, e la commessa di un negozio, Alfredia
Jones, 27 anni.
All’epoca del processo Brown sosteneva di essere stato a
casa con la fidanzata, e di aver fatto una telefonata. Il tabulato di questa
telefonata è stato ritrovato solo nel 2013, a casa di un detective della
squadra omicidi che si preparava a traslocare. Dopo il ritrovamento del
tabulato lo stesso giudice che aveva condannato Brown aveva sollecitato la
corte d’appello a rivedere rapidamente il caso, e l’allora procuratrice della
Harris County, Devon Anderson, aveva dato parere favorevole.
Il 5 novembre 2014 la Corte d’appello di stato aveva
annullato il verdetto di colpevolezza di Brown, riconoscendo che si trattava di
quello che in gergo si chiama “Brady case”, ossia il comportamento omissivo da
parte della pubblica accusa che secondo la legge dovrebbe passare alla difesa
anche le eventuali notizie positive riscontrate durante l’indagine. La
procuratrice distrettuale Anderson, attenuando le responsabilità del suo
predecessore Dan Rizzo, e definendone il comportamento omissivo “un errore, non
un atto intenzionale, l’8 giugno 2015 aveva formalizzato la sua decisione di
non tentare di riprocessare Brown. In quell’occasione aveva dichiarato:
“Abbiamo reinterrogato tutti i testimoni, abbiamo ricontrollato tutte le prove,
e siamo giunti alla conclusione che non abbiamo elementi sufficienti per
sostenere la colpevolezza di Brown oltre il ragionevole dubbio. Quindi, come
prevede la legge, ritiro le accuse contro il signor Brown e ne chiedo la
scarcerazione .
Poche ore dopo, dopo 12 anni di carcere, 10 dei quali nel
braccio della morte, Brown era stato scarcerato. Il ritiro delle imputazioni
però, per la legge del Texas, equivale in un certo senso ad una assoluzione per
insufficienza di prove, e non da diritto al risarcimento da parte dello stato, che
è di 80.000 dollari per ogni anno di ingiusta detenzione. Nel suo percorso per
ottenere la revisione del processo Brown era stato aiutato da Anthony Graves,
anche lui scarcerato dal braccio della morte del Texas (dopo 18 anni) qualche
anno prima. Graves ha aiutato Brown a ricontattare la ex fidanzata per
verificare i tempi dell’alibi di cui la pubblica accusa sosteneva non
esistessero riscontri, ed ha sensibilizzato i cronisti del Houston Chronicle.
Il 10 giugno 2015 il Death Penalty Information Center aveva aggiunto Brown, con
il n° 154, alla sua lista degli “esonerati” dal braccio della morte. Dal
comunicato del DPIC si apprendevano ulteriori dettagli sul caso. Come è noto,
Brown
venne accusato di
due omicidi compiuti nel corso di una rapina. Contro di lui non esistevano
prove fisiche, ma solo alcune testimonianze indirette, più la testimonianza di
uno dei due uomini accusati, in concorso con Brown, degli omicidi. Brown non
aveva un alibi preciso, ma disse che all’ora degli omicidi era in casa della fidanzata,
e ricordava di aver fatto una telefonata. I tabulati di quella telefonata non
vennero mai acquisiti al processo. I difensori di Brown continuarono a cercare
il tabulato anche dopo la condanna, e lo trovarono nel 2013 a casa di un
poliziotto, che disse di averlo ritrovato mentre preparava un trasloco. Un
ruolo importante ha avuto anche la giornalista Lisa Falkenberg, che anche per
gli articoli scritti sul caso Brown nel 2015 ha vinto il Premio Pulitzer. La
Falkenberg è riuscita a raccogliere testimonianze sul fatto che l’allora
fidanzata di Brown, Sharonda Simon, avesse subito interrogatori chiaramente
volti ad intimidirla, comprendenti minacce d
i imputazione per falsa testimonianza, fino all’averla arrestate per 7
settimane fino a quando la donna non rinunciò a difendere Brown. Sharonda Simon
aveva in seguito ritrattato la vecchia testimonianza che era stata usata per
smentire l’alibi di Brown, ed in una nuova testimonianza scritta e giurata
aveva confermato la versione di Brown. Dal 2007 i difensori di Brown sostengono
di avere le prove che il reato è stato commesso da un altro uomo, con
precedenti per rapina, e collegamenti con gli altri due imputati.
I difensori di Brown nel 2008 avevano chiesto che il Dna
della persona da loro indicata venisse comparato con quello trovato sulla scena
del crimine, ma la richiesta venne negata. Come in tutti i casi in cui la
vittima è un agente di polizia, forte è stata la pressione delle associazioni
di categoria. Sia al momento della scarcerazione che oggi, alcuni alti
dirigenti di polizia hanno espresso il loro disappunto.
Oggi il presidente del sindacato di polizia, Joe Gamaldi,
si è detto convinto che l’analisi della telefonata addotta come prova a
discarico in realtà confermerebbe e anzi rafforzerebbe l’ipotesi della
colpevolezza di Graves, e ha ipotizzato di chiedere la riapertura del caso.
---------------------------------------
NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH
TEXAS (USA): BILLIE WAYNE COBLE GIUSTIZIATO Billie Wayne
Coble, 70 anni, bianco, è stato giustiziato il 28 febbraio 2019.
Reduce del Vietnam, con una diagnosi di stress post
traumatico, era stato condannato a morte nel 1990 nella McLennan County con
l’accusa di aver ucciso, nell’agosto 1989, i parenti della ex moglie, i
genitori Robert e Zelda Vicha, e il fratello, il sergente di polizia Bobby
Vicha.
La condanna venne annullata il 14 agosto 2007 dalla Corte
d’Appello del 5° Circuito per inadeguate istruzioni fornite alla giuria
popolare su come valutare eventuali attenuanti. Una nuova giuria popolare il 4
settembre 2008 emise ancora una condanna a morte.
Coble diventa il 2° detenuto giustiziato quest’anno in
Texas, il 560° da quando il Texas ha ripreso le esecuzioni nel 1982, il 3°
detenuto giustiziato quest’anno negli Usa, e il n° 1.493 da quando gli Usa
hanno ripreso le esecuzioni nel 1977.
INDIA: CORTE SUPREMA COMMUTA CONDANNA CAPITALE La Corte
Suprema indiana ha commutato in ergastolo la pena di morte emessa contro un
uomo per aver ucciso un bambino, dopo che nelle sue poesie ha mostrato di aver
realizzato il suo errore e di voler cambiare, ha riferito l’agenzia PTI il 3
marzo 2019.
Un collegio guidato dal giudice A K Sikri ha osservato
che Dnyaneshwar Suresh Borkar aveva 22 anni quando ha commesso il crimine e che
mentre era in prigione ha cercato di "unirsi alla società" e
diventare un "uomo civilizzato".
Il panel, comprendente anche i giudici S Abdul Nazeer e M
R Shah, ha detto che Borkar è stato incarcerato per 18 anni e che la sua
condotta ha dimostrato che potrebbe essere riformato e riabilitato.
Ha rilevato diverse circostanze attenuanti a favore del
detenuto e che "dalle poesie, scritte da lui in prigione, sembra che abbia
realizzato il suo errore che è stato commesso da lui nel momento in cui era
giovane e che è disposto a cambiare".
Borkar si era rivolto alla Corte Suprema contestando la
sentenza del maggio 2006 dell'Alta Corte di Bombay che aveva confermato la pena
di morte che gli era stata assegnata da un tribunale di Pune per aver ucciso un
minorenne.
GUYANA: CONDANNA A MORTE PER OMICIDIO
Kenrick Lyte di Good Intent, Lower Pomeroon River, nella
Regione Due (Pomeroon-Supenaam) è stato condannato a morte in Guyana il 27
febbraio 2019 per omicidio. E’ stato riconosciuto colpevole da una giuria di 12
membri dell’Alta Corte di Suddie, Essequibo Coast.
Il 43enne era stato accusato nel 2014 dell'omicidio del
72enne Osmond Fiedtkou.
L'accusa ha sostenuto che l'incidente sia avvenuto a
Groete Creek, Essequibo River, tra il 9 e il 13 luglio 2014. Secondo l'accusa,
Lyte e il pensionato erano soli in una barca quando scoppiò una lite sui soldi
dovuti alla vittima dall’imputato. Lyte avrebbe preso un fucile che era dentro
la barca e sparato al petto del pensionato, poi gettò via l’arma e affondò la
barca.
Il giudice presiedente Sandil Kisoon ha emesso la
condanna a morte dopo aver sottolineato che l'imputato ha privato un anziano
signore della sua vita.
MALESIA: GLI AVVOCATI CHIEDONO AL GOVERNO DI ABOLIRE LA
PENA DI MORTE L’Ordine degli Avvocati malese il 5 marzo 2019 ha chiesto al
governo del partito Pakatan Harapan di mantenere la sua promessa e abolire la
pena di morte nella prossima seduta del Parlamento.
Il presidente dell’Ordine George Varughese in una
dichiarazione ha esortato ad abolire una volta per tutte la pena capitale,
definendo la decisione di rimuovere la punizione come corretta e molto attesa.
"Questo andrebbe in tandem con i progressi che
abbiamo fatto per diventare una 'nuova Malesia' che ora si attiene alla
Costituzione Federale e sostiene lo Stato di diritto, come è stato
ripetutamente affermato dal Primo Ministro", ha detto.
La decisione di abolire la pena capitale è stata
annunciata nell'ottobre dello scorso anno dal ministro nel dipartimento del
primo ministro Datuk Liew Vui Keong.
La legge di abrogazione della pena di morte doveva essere
presentata durante l'ultima seduta del Parlamento, ma i tempi previsti non sono
stati rispettati.
Nessun commento:
Posta un commento