venerdì 29 marzo 2019

I MISTERI DELLA BASILICA DI SAN MINIATO FIRENZE 

LO ZODIACO
 
La Basilica di San Miniato al Monte sorge su una collina a sud-est del centro storico di Firenze, nei pressi del Piazzale Michelangelo, ed è considerata uno dei più begli esempi di romanico fiorentino. Eretta tra l’XI e il XIII secolo.
La chiesa è dedicata al protomartire San Miniato, la cui storia risale alle persecuzioni messe in atto attorno al 250 d.C. dall’imperatore Decio. Miniato, cristiano d’origine armena, fu decapitato fuori dalle mura di Firenze (nella zona di Porta alla Croce, Piazza Beccaria) per aver professato la propria fede, la leggenda narra che San Miniato abbia raccolto la propria testa e attraversato l’Arno risalì la collina dove fu sepolto e dove adesso è la chiesa a lui dedicata.
La più antica testimonianza dell’esistenza della chiesa risale al 783 dC. Nell’XI secolo il vescovo Ildebrando iniziò la costruzione della chiesa attuale che si protrasse per oltre 200 anni, nell’annesso convento s’insediò una comunita di monaci benedettini. Alla fine del XIII secolo fu costruito accanto alla chiesa il palazzo noto come Palazzo dei Vescovi, antica residenza estiva dei Vescovi di Firenze, poi divenuto Convento, Ospedale e Casa dei Gesuiti. A partire dal 1373 il monastero fu concesso ai monaci olivetani.
La basilica di San Miniato è densa di simbologia; l’intera struttura sembra essere stata costruita sul numero 5 innanzi tutto bisogna ricordare che a Firenze e dintorni sono esistite cinque abbazie: a nord la Badia Fiesolana, a ovest la Badia a Settimo, a sud l'abbazia di San Miniato, a est la Badia a Ripoli e al centro la Badia fiorentina. Che il 5 è strettamente legato al numero aureo, attraverso il pentagono ed il dodecaedro che da questo deriva. Nella simbologia dei numeri il 5 è il numero del sole ma anche il simbolo della quintessenza spirituale e dell’uomo radicato nello spirito.
Si tratta di un rapporto ultradivino che nell’antichità gli eruditi associavano alla sacralità; per fare un esempio, Platone definiva il numero aureo come quello con il quale Dio aveva plasmato il cosmo ed Euclide nel 300 a.C. descrisse il “phi” definendolo proporzione estrema e media. La simbologia cosmica che evidenzia San Miniato come una basilica costruita con arcani saperi la ritroviamo nella figura dello zodiaco pavimentale che pare di fattura coeva a quello di San Giovanni.

Una immagine del sole stilizzato e geometrico compare al centro della figura ed i segni delle costellazioni sono inseriti in un cerchio a sua volta inscritto in un quadrato. La figura del cerchio inscritto in un quadrato indica la congiunzione tra cielo e terra; difatti nella geometria sacra il cerchio si riteneva fosse collegato alla rappresentazione del cosmo mentre il quadrato risultava essere la rappresentazione simbolica della terra e dello spazio-tempo. L’insieme delle due figure rappresenta perciò la consapevolezza che il cielo e la terra siano strettamente legati ed interdipendenti e quindi quello che accade in cielo si ripercuote in terra e viceversa.
Zodiaco che nel suo insieme simboleggia il macrocosmo o meglio il CRISTO COSMICO. Al centro il sole che rappresenta la divinità ed i 12 segni zodiacali i suoi apostoli. Bisogna ricordare che per alcuni istanti in prossimità del mezzogiorno solare fiorentino del giorno del solstizio d'estate viene illuminato da un raggio di sole il segno del cancro ivi raffigurato.
La figura simbolica e mitologica associata al segno del Cancro è senza dubbio la Dea Madre, le cui origini e contorni si perdono nel Neolitico, e che di sincretismo in sincretismo è arrivato fino a noi oggi nella figura della Vergine Maria. Nella rappresentazioni più arcaiche è raffigurata come una donna dal grande ventre e dalle grandi mammelle, poi come una donna dalle molte mammelle e, infine, Madre che nutre uno o più bambini. In particolare possiamo riconoscere che nel culto cristiano della Madonna rivive in modo concreto il culto pagano di Iside, che fu per due secoli la "Santa Madre" del mondo antico.
Maria madre di GESU’ apostolo tra gli apostoli che Dante nerl canto 33 del PARADISO così descrive:

Vergine madre, figlia del tuo figlio,
umile e alta più che creatura,
termine fisso d’etterno consiglio,
tu se’ colei che l’umana natura
nobilitasti sì, che ‘l suo fattore
non disdegnò di farsi sua fattura.
Nel ventre tuo si raccese l’amore,
per lo cui caldo ne l’etterna pace
così è germinato questo fiore.............
guido michi.

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