mercoledì 6 marzo 2019



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Martedì 5 marzo 2019

Enews 570




Buon lavoro, Nicola
Nicola Zingaretti è il nuovo segretario del PD dopo aver vinto in modo netto le primarie. Grazie a Maurizio Martina, Bobo Giachetti e a tutti i volontari per aver reso possibile questo festival della democrazia. Al Segretario l'augurio più affettuoso di buon lavoro. La mia speranza è che adesso non si ricominci col fuoco amico, che io ho conosciuto bene come vittima. Si faccia politica, dunque, lasciando il Pd fuori dalle beghe di cortile delle correnti interne.

Un'Altra Strada
Continuiamo a viaggiare in tutto il Paese presentando il libro Un'Altra Strada (qui su Amazon). Il libro sta andando oltre ogni più rosea previsione. E se la nostra battaglia educativa e culturale prosegue, dobbiamo dire grazie alle centinaia di persone che ogni volta affollano le nostre sale. E anche a chi mi scrive i propri commenti qui: matteo@matteorenzi.it.

Prossime tappe:
  • Mercoledì: Seregno (MB), ore 18.30, L'Auditorium, Piazza del Risorgimento; Varese, ore 21, Istituto De Filippi, via Brambilla 15
  • Giovedì: ore 8.30, ospite di RTL 102.5
  • Venerdì: ore 18 Empoli e ore 21 Prato
  • Sabato: ore 15 Città di Castello, ore 17:30 Macerata, ore 19:30 Ancona, ore 21:30 provincia di Pesaro
  • Domenica: ore 10 Pescara e poi ore 14.30 ospite di Lucia Annunziata a In Mezz'ora su Rai 3.
  • Lunedì: dalle ore 11 sarò ospite di Myrta Merlino a "L'aria che tira" su La7
La crisi economica
In soli 6 mesi di governo la gestione M5S-Lega ha riportato l'Italia in recessione. Il ciclo internazionale difficile non c'entra, perché sia nel terzo che nel quarto trimestre la domanda estera ha continuato a spingere il Pil italiano. Si sono invece paralizzati i consumi privati mentre gli investimenti tecnici sono addirittura crollati.

Per chi è interessato agli aspetti tecnici, suggerisco di leggere questa parte in corsivo - che invece gli altri possono saltare - anche per replicare alle bugie pentastellate. Più che i dati congiunturali di breve periodo, sono quelli tendenziali anno su anno che devono preoccupare perché osservandoli attentamente si capisce che il motore dell'economia italiana si è letteralmente inceppato. E lo si vede bene dal confronto con i trimestri positivi dei precedenti 4 anni. Nel quarto trimestre 2018, infatti, la crescita tendenziale del Pil si è azzerata dopo aver toccato punte trimestrali di crescita anno su anno dell'1,7% durante i nostri governi. Gli investimenti in macchinari, tecnologie e mezzi di trasporto sono diminuiti nell'ultimo trimestre del 2018 dell'1,1% su base annua dopo aver raggiunto nel 2016-2017 e nella prima parte del 2018 tassi di crescita trimestrali tendenziali record, che hanno sfiorato il 15% con le nostre politiche sul superammortamento (ora cancellato dal Governo Conte) e sull'Industria 4.0. Sempre nel quarto trimestre 2018, la crescita su base annua dei consumi delle famiglie italiane si è sgonfiata ad un misero +0,5%, dopo aver toccato tassi di crescita trimestrali tendenziali del 2,3% (di rara intensità nella storia recente del nostro Paese) nel periodo di piena attuazione degli 80 euro e dell'incremento occupazionale favorito dal Jobs Act e dalle decontribuzioni. Chi ha criticato le nostre politiche economiche in passato dovrebbe meditare ora su due semplici verità: la prima è che le nostre politiche magari non piacevano agli editorialisti ma funzionavano. La seconda è che quelle giallo-verdi attuali sono un autentico disastro, con uno sperpero di risorse sottratte alla crescita e un debito/Pil già aumentato nel 2018 e destinato a crescere anche quest'anno. E se aumenta il debito sarà un problema per il rating. Oltre che per le future generazioni.

Morale della favola: tra previsioni sbagliate e crisi vera, gli italiani dovranno tirare fuori 40 miliardi per colpa di Salvini e Di Maio. Sarà un bagno di sangue. E come sempre pagherà la povera gente.

Pensierino della sera. Condivido totalmente, e condivido con voi, questo pensiero del Presidente Macron sull'Europa. Mi sembra di grande livello, un tentativo prezioso di rilanciare sul futuro dell'Unione.

Un sorriso,
Matteo

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