no alla pena di morte
1. LA STORIA DELLA
SETTIMANA : APPELLO DI NESSUNO TOCCHI CAINO PER NASRIN SOTOUDEH 2. NEWS FLASH: CALIFORNIA (USA): GOVERNATORE
FORMALIZZA MORATORIA DELLE ESECUZIONI 3.
NEWS FLASH: DELICETO (FG): 16-26 MARZO MOSTRA D’ARTE CONTEMPORANEA IN
MEMORIA DI VINCENZO MAZZARELLA 4. NEWS
FLASH: KENYA: LIBERATI DUE PRIGIONIERI DAL BRACCIO DELLA MORTE 5. NEWS FLASH: EGITTO: A GENNAIO 56 CONDANNE A
MORTE DEFINITIVE 6. I SUGGERIMENTI DELLA
SETTIMANA :
APPELLO DI NESSUNO TOCCHI CAINO PER NASRIN SOTOUDEH
Riteniamo vergognosa e inaccettabile la condanna di
Nasrin Sotoudeh alla pena senza precedenti di 38 anni di carcere e di 148
frustate per fatti essenzialmente legati alle sue attività di avvocato di
detenuti politici e difensore dei diritti umani, per le quali nel 2012 il
Parlamento europeo l’ha insignita del Premio Sakharov per la libertà di
pensiero.
La sua condanna è stata annunciata appena qualche giorno
dopo l’elezione di Ebrahim Raisi a capo del sistema giudiziario iraniano, noto
a tutti per essere stato componente negli anni Ottanta della cosiddetta
“commissione della morte”, responsabile di decine di migliaia di esecuzioni di
prigionieri politici effettuate nel decennio successivo alla Rivoluzione
Islamica.
Enormi e politicamente motivate ci appaiono le accuse che
le sono state mosse di “collusione contro la sicurezza nazionale”, “propaganda
contro lo Stato”, “istigazione alla corruzione e alla prostituzione” e di
“essere apparsa in pubblico senza hijab”.
Al contrario, sappiamo che l’attivista iraniana ha
dedicato la sua vita a battersi contro la pena di morte e a difendere le
persone vittime del regime oscurantista e misogino dei mullah e, in
particolare, le donne che tra dicembre 2017 e gennaio 2018 avevano manifestato
pacificamente contro la legge della Repubblica Islamica che le obbliga a
indossare il velo (Hijab).
La condanna a una pena assurda di 38 anni e la tortura
medioevale della fustigazione sono un insulto alla civiltà giuridica, alla
dignità della persona e al senso di umanità, che sono principi basilari e
valori universalmente riconosciuti.
Ci appelliamo al parlamento e al governo italiani e ai
rappresentanti dei parlamenti e dei governi europei perché intervengano con
urgenza sulle autorità iraniane per ottenere la liberazione di Nasrin Sotoudeh
e porre fine alle pene e ai trattamenti inumani e degradanti che le sono stati
inflitti.
Per firmare l’appello:
Laura Arconti, Presidente del Tribunale delle Libertà
Marco Pannella Liliana Cavani, regista Deborah Bergamini, deputata Forza Italia
Anna Maria Bernini, senatrice Forza Italia Bianca Berlinguer, giornalista Rita
Bernardini, Partito Radicale Cinzia Bonfrisco, senatrice Lega Stefania Craxi,
senatrice Forza Italia Francesca D’Aloja, scrittrice Ilaria d’Amico,
conduttrice Alda d’Eusanio, conduttrice Valeria Fedeli, senatrice PD Flavia
Fratello, giornalista Lella Golfo, Presidente Fondazione Bellisario Simonetta
Matone, magistrato Maria Teresa Meli, giornalista Renata Polverini, deputata
Forza Italia Elisabetta Rampelli, Presidente Unione Italiana Forense Barbara
Saltamartini, deputata Lega Debora Serracchiani, deputata PD Barbara Spinelli,
Consiglio Nazionale Forense Giulio Maria Terzi, Global Committe for the Rule of
Law-Marco Pannella Elisabetta Zamparutti,
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NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH
CALIFORNIA (USA): GOVERNATORE FORMALIZZA MORATORIA DELLE
ESECUZIONI Il governatore Gavin Newsom il 13 marzo ha formalizzato una
moratoria delle esecuzioni “almeno fino alla scadenza del mandato”. Newsom, 51
anni, bianco, Democratico, entrato in carica il 7 gennaio di quest’anno, in un
comunicato ha reso noto che farà notificare a ognuno dei 737 detenuti del
braccio della morte di San Quentin una sospensione a tempo indeterminato delle
esecuzioni che lui terrà valida fino alla fine del suo mandato, nel gennaio
2023.
Inoltre, con i poteri che ha il Governatore, revocherà la
legge che creava un nuovo protocollo di esecuzione basato su un singolo
farmaco, e chiuderà la camera della morte a San Quintino, interrompendo anche i
corsi di formazione del personale.
La legge sul nuovo protocollo di esecuzione non era
ancora entrata in vigore, sia perché la California non effettua esecuzioni dal
2006, sia perché una serie di ricorsi la teneva ferma sia nelle corti statali
che nelle corti federali.
Newson ha fornito alla stampa le sue motivazioni personali.
"Non credo che una società civile possa rivendicare la propria leadership
nel mondo finché il suo governo continua a esercitare il potere di morte,
premeditato e discriminatorio, sul popolo". "In breve, la pena di
morte è incoerente con i nostri valori fondativi, e confligge con ciò che è al
centro di ciò che significa essere un californiano". Ha definito la pena
di morte "un fallimento" che "ha discriminato gli imputati che
sono malati di mente, di colore, o che non possono permettersi costose assistenze
legali".
Sostiene inoltre che non funziona come deterrente, spreca
denaro dei contribuenti ed ha l’insormontabile difetto di essere irreversibile
e irreparabile in caso di errore umano".
La California dal 1978 ad oggi ha speso 5 miliardi di
dollari per il suo braccio della morte”. "L'omicidio intenzionale di
un'altra persona è sbagliato", ha detto, "e come governatore, non
supervisionerò l'esecuzione di nessuno".
Fonti del suo ufficio hanno fornito ulteriori
motivazioni: il 60% delle persone condannate nello stato appartengono a
minoranze razziali, ed è ormai appurato che nei confronti delle minoranze la
giustizia è più severa. Le stesse fonti hanno inoltre ricordato che dal 1973 ad
oggi 5 persone sono state completamente scagionate dopo aver subito una
condanna a morte.
La California è il 6° stato in cui un governatore ha
messo in atto una moratoria.
Il primo fu il governatore repubblicano dell’Illinois,
George Ryan, che nel 2000 istituì una moratoria, e nel 2003 commutò tutte le
condanne a morte. L’Illinois abolì la pena di morte nel 2011. In anni più
recenti i governatori di Pennsylvania (2015), Washington (2014), Oregon (2011)
e Colorado (2013) hanno messo in moratoria le esecuzioni che sono tuttora in
corso, tranne che nello stato di Washington dove nel 2018 la pena di morte è
stata dichiarata incostituzionale dalla Corte Suprema di stato e quindi, in un
certo senso, abolita.
In California nel novembre 2016 un referendum che
chiedeva l’abolizione della pena di morte risultò perdente 53-47%. Newsom, che
allora era vicegovernatore dello stato, si era molto speso a favore
dell’abolizione, citando le sue motivazioni morali, etiche ed economiche. Oggi
ha detto ai giornalisti che ultimamente sta leggendo molti fascicoli di
detenuti che chiedono provvedimenti di clemenza, e gli sembra più evidente che
mai che le disparità siano molto reali e molto forti.
Ha citato ad esempio una persona condannata a 57 anni per
aver ferito tre persone, mentre un’altra è stata condannata a 17 anni per
averne uccise due. “Semplicemente è successo che uno fosse di una razza, e
l’altro di un’altra. Ed ho visto persone venir messe letteralmente a morte per
reati ancora minori, e questo mi preoccupa”.
Da quando la California ha reintrodotto la pena di morte
nel 1978, 79 detenuti del braccio della morte sono morti per cause naturali, 26
per suicidio, e 13 sono stati giustiziati. Allo stato attuale, ha detto Newsom,
sono 25 i detenuti che hanno completamente terminato l’iter di ricorsi
disponibili, e per i quali avrebbe potuto essere fissata una data di esecuzione
una volta terminati i ricorsi contro il nuovo protocollo di esecuzione.
DELICETO (FG): 16-26 MARZO MOSTRA D’ARTE CONTEMPORANEA IN
MEMORIA DI VINCENZO MAZZARELLA La mostra “4 marzo 1957 San Casimiro” intende
celebrare, a tre mesi dalla morte, l’intellettuale e gallerista Vincenzo
Mazzarella: il titolo si riferisce alla sua data di nascita e l’indicazione del
santo del giorno allude a quello che era divenuto ormai il modo usuale con il
quale firmava i suoi testi critici e poetici. Una selezione degli artisti più
rappresentativi che hanno collaborato ai suoi progetti artistici, sempre
originalissimi e di grande spessore culturale, ci offre una serie di ritratti che
ci mostrano a tutto tondo la complessità psicologica e spirituale della sua
persona. Paolo Bielli, Riccardo de Antonis, Lino Frongia, Marina Haas, Susanne
Kessler, Michelangelo Pietradura, Eros Renzetti, Mariano Rossano e Anna Maria
Sacconi ci permettono di dialogare e conversare con lui in una mostra
commemorativa che sarà visitabile dal 16 al 26 marzo 2019, dalle 16 alle 18
presso il Castello Normanno-Svevo di Deliceto, con il Patrocinio del Comune di
Deliceto, dell’As sociazione Nessuno
tocchi Caino, del Lions Club Foggia Host con la sezione dei Monti Dauni
meridionali e della Galleria Monserratoarte900.
KENYA: LIBERATI DUE PRIGIONIERI DAL BRACCIO DELLA MORTE
Due ex dipendenti di un importante uomo d'affari di Nakuru, Said Abdalla
Azubedi, che erano stati condannati a morte per averlo rapinato, sono stati
liberati dopo aver trascorso 17 anni in carcere, ha riportato il Daily Nation
il 12 marzo 2019.
I due, Lenyesio Lekupe e Bernard Lecherono, che erano
guardie del compound di Abdalla, erano stati riconosciuti colpevoli di aver
attaccato e derubato il loro capo di 600 scellini, la notte del 16 dicembre
2002 nella tenuta di Bondeni, nella contea di Nakuru.
Lekupe e Lecherono, armati di mazze e coltelli,
aggredirono Abdalla che tornava a casa dal lavoro e lo ferirono.
Avrebbero anche picchiato i loro colleghi di guardia che
cercavano di difendere Abdalla.
Il giudice Joel Ngugi ha concesso ai due una seconda possibilità,
dopo aver considerato la loro domanda per una nuova sentenza.
Il giudice ha sostituito la loro condanna a morte con una
pena detentiva uguale al tempo che hanno già trascorso dietro le sbarre.
Nella sentenza, il giudice ha evidenziato che i due hanno
già scontato una punizione sufficiente per l'errore che hanno commesso e sono
stati adeguatamente riabilitati.
EGITTO: A GENNAIO 56 CONDANNE A MORTE DEFINITIVE Secondo
una ricerca mensile condotta dall'Iniziativa Egiziana per i Diritti Personali
(EIPR), 56 persone sono state condannate a morte in via definitiva nel gennaio
di quest'anno in Egitto, oltre ad altre 48 che hanno ricevuto condanne a morte
preliminari - che vengono inviate al Gran Mufti per il suo parere non
vincolante - durante lo stesso mese.
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