sabato 16 marzo 2019

        NESSUNO      TOCCHI        CAINO             
     no    alla     pena      di        morte           


1.  LA STORIA DELLA SETTIMANA : APPELLO DI NESSUNO TOCCHI CAINO PER NASRIN SOTOUDEH 2.  NEWS FLASH: CALIFORNIA (USA): GOVERNATORE FORMALIZZA MORATORIA DELLE ESECUZIONI 3.  NEWS FLASH: DELICETO (FG): 16-26 MARZO MOSTRA D’ARTE CONTEMPORANEA IN MEMORIA DI VINCENZO MAZZARELLA 4.  NEWS FLASH: KENYA: LIBERATI DUE PRIGIONIERI DAL BRACCIO DELLA MORTE 5.  NEWS FLASH: EGITTO: A GENNAIO 56 CONDANNE A MORTE DEFINITIVE 6.  I SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA :


APPELLO DI NESSUNO TOCCHI CAINO PER NASRIN SOTOUDEH


Riteniamo vergognosa e inaccettabile la condanna di Nasrin Sotoudeh alla pena senza precedenti di 38 anni di carcere e di 148 frustate per fatti essenzialmente legati alle sue attività di avvocato di detenuti politici e difensore dei diritti umani, per le quali nel 2012 il Parlamento europeo l’ha insignita del Premio Sakharov per la libertà di pensiero.
La sua condanna è stata annunciata appena qualche giorno dopo l’elezione di Ebrahim Raisi a capo del sistema giudiziario iraniano, noto a tutti per essere stato componente negli anni Ottanta della cosiddetta “commissione della morte”, responsabile di decine di migliaia di esecuzioni di prigionieri politici effettuate nel decennio successivo alla Rivoluzione Islamica.
Enormi e politicamente motivate ci appaiono le accuse che le sono state mosse di “collusione contro la sicurezza nazionale”, “propaganda contro lo Stato”, “istigazione alla corruzione e alla prostituzione” e di “essere apparsa in pubblico senza hijab”.
Al contrario, sappiamo che l’attivista iraniana ha dedicato la sua vita a battersi contro la pena di morte e a difendere le persone vittime del regime oscurantista e misogino dei mullah e, in particolare, le donne che tra dicembre 2017 e gennaio 2018 avevano manifestato pacificamente contro la legge della Repubblica Islamica che le obbliga a indossare il velo (Hijab).
La condanna a una pena assurda di 38 anni e la tortura medioevale della fustigazione sono un insulto alla civiltà giuridica, alla dignità della persona e al senso di umanità, che sono principi basilari e valori universalmente riconosciuti.
Ci appelliamo al parlamento e al governo italiani e ai rappresentanti dei parlamenti e dei governi europei perché intervengano con urgenza sulle autorità iraniane per ottenere la liberazione di Nasrin Sotoudeh e porre fine alle pene e ai trattamenti inumani e degradanti che le sono stati inflitti.


Per firmare l’appello:


Laura Arconti, Presidente del Tribunale delle Libertà Marco Pannella Liliana Cavani, regista Deborah Bergamini, deputata Forza Italia Anna Maria Bernini, senatrice Forza Italia Bianca Berlinguer, giornalista Rita Bernardini, Partito Radicale Cinzia Bonfrisco, senatrice Lega Stefania Craxi, senatrice Forza Italia Francesca D’Aloja, scrittrice Ilaria d’Amico, conduttrice Alda d’Eusanio, conduttrice Valeria Fedeli, senatrice PD Flavia Fratello, giornalista Lella Golfo, Presidente Fondazione Bellisario Simonetta Matone, magistrato Maria Teresa Meli, giornalista Renata Polverini, deputata Forza Italia Elisabetta Rampelli, Presidente Unione Italiana Forense Barbara Saltamartini, deputata Lega Debora Serracchiani, deputata PD Barbara Spinelli, Consiglio Nazionale Forense Giulio Maria Terzi, Global Committe for the Rule of Law-Marco Pannella Elisabetta Zamparutti, 

---------------------------------------
NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH

CALIFORNIA (USA): GOVERNATORE FORMALIZZA MORATORIA DELLE ESECUZIONI Il governatore Gavin Newsom il 13 marzo ha formalizzato una moratoria delle esecuzioni “almeno fino alla scadenza del mandato”. Newsom, 51 anni, bianco, Democratico, entrato in carica il 7 gennaio di quest’anno, in un comunicato ha reso noto che farà notificare a ognuno dei 737 detenuti del braccio della morte di San Quentin una sospensione a tempo indeterminato delle esecuzioni che lui terrà valida fino alla fine del suo mandato, nel gennaio 2023.
Inoltre, con i poteri che ha il Governatore, revocherà la legge che creava un nuovo protocollo di esecuzione basato su un singolo farmaco, e chiuderà la camera della morte a San Quintino, interrompendo anche i corsi di formazione del personale.
La legge sul nuovo protocollo di esecuzione non era ancora entrata in vigore, sia perché la California non effettua esecuzioni dal 2006, sia perché una serie di ricorsi la teneva ferma sia nelle corti statali che nelle corti federali.
Newson ha fornito alla stampa le sue motivazioni personali. "Non credo che una società civile possa rivendicare la propria leadership nel mondo finché il suo governo continua a esercitare il potere di morte, premeditato e discriminatorio, sul popolo". "In breve, la pena di morte è incoerente con i nostri valori fondativi, e confligge con ciò che è al centro di ciò che significa essere un californiano". Ha definito la pena di morte "un fallimento" che "ha discriminato gli imputati che sono malati di mente, di colore, o che non possono permettersi costose assistenze legali".
Sostiene inoltre che non funziona come deterrente, spreca denaro dei contribuenti ed ha l’insormontabile difetto di essere irreversibile e irreparabile in caso di errore umano".
La California dal 1978 ad oggi ha speso 5 miliardi di dollari per il suo braccio della morte”. "L'omicidio intenzionale di un'altra persona è sbagliato", ha detto, "e come governatore, non supervisionerò l'esecuzione di nessuno".
Fonti del suo ufficio hanno fornito ulteriori motivazioni: il 60% delle persone condannate nello stato appartengono a minoranze razziali, ed è ormai appurato che nei confronti delle minoranze la giustizia è più severa. Le stesse fonti hanno inoltre ricordato che dal 1973 ad oggi 5 persone sono state completamente scagionate dopo aver subito una condanna a morte.
La California è il 6° stato in cui un governatore ha messo in atto una moratoria.
Il primo fu il governatore repubblicano dell’Illinois, George Ryan, che nel 2000 istituì una moratoria, e nel 2003 commutò tutte le condanne a morte. L’Illinois abolì la pena di morte nel 2011. In anni più recenti i governatori di Pennsylvania (2015), Washington (2014), Oregon (2011) e Colorado (2013) hanno messo in moratoria le esecuzioni che sono tuttora in corso, tranne che nello stato di Washington dove nel 2018 la pena di morte è stata dichiarata incostituzionale dalla Corte Suprema di stato e quindi, in un certo senso, abolita.
In California nel novembre 2016 un referendum che chiedeva l’abolizione della pena di morte risultò perdente 53-47%. Newsom, che allora era vicegovernatore dello stato, si era molto speso a favore dell’abolizione, citando le sue motivazioni morali, etiche ed economiche. Oggi ha detto ai giornalisti che ultimamente sta leggendo molti fascicoli di detenuti che chiedono provvedimenti di clemenza, e gli sembra più evidente che mai che le disparità siano molto reali e molto forti.
Ha citato ad esempio una persona condannata a 57 anni per aver ferito tre persone, mentre un’altra è stata condannata a 17 anni per averne uccise due. “Semplicemente è successo che uno fosse di una razza, e l’altro di un’altra. Ed ho visto persone venir messe letteralmente a morte per reati ancora minori, e questo mi preoccupa”.
Da quando la California ha reintrodotto la pena di morte nel 1978, 79 detenuti del braccio della morte sono morti per cause naturali, 26 per suicidio, e 13 sono stati giustiziati. Allo stato attuale, ha detto Newsom, sono 25 i detenuti che hanno completamente terminato l’iter di ricorsi disponibili, e per i quali avrebbe potuto essere fissata una data di esecuzione una volta terminati i ricorsi contro il nuovo protocollo di esecuzione.


DELICETO (FG): 16-26 MARZO MOSTRA D’ARTE CONTEMPORANEA IN MEMORIA DI VINCENZO MAZZARELLA La mostra “4 marzo 1957 San Casimiro” intende celebrare, a tre mesi dalla morte, l’intellettuale e gallerista Vincenzo Mazzarella: il titolo si riferisce alla sua data di nascita e l’indicazione del santo del giorno allude a quello che era divenuto ormai il modo usuale con il quale firmava i suoi testi critici e poetici. Una selezione degli artisti più rappresentativi che hanno collaborato ai suoi progetti artistici, sempre originalissimi e di grande spessore culturale, ci offre una serie di ritratti che ci mostrano a tutto tondo la complessità psicologica e spirituale della sua persona. Paolo Bielli, Riccardo de Antonis, Lino Frongia, Marina Haas, Susanne Kessler, Michelangelo Pietradura, Eros Renzetti, Mariano Rossano e Anna Maria Sacconi ci permettono di dialogare e conversare con lui in una mostra commemorativa che sarà visitabile dal 16 al 26 marzo 2019, dalle 16 alle 18 presso il Castello Normanno-Svevo di Deliceto, con il Patrocinio del Comune di Deliceto, dell’As  sociazione Nessuno tocchi Caino, del Lions Club Foggia Host con la sezione dei Monti Dauni meridionali e della Galleria Monserratoarte900.


KENYA: LIBERATI DUE PRIGIONIERI DAL BRACCIO DELLA MORTE Due ex dipendenti di un importante uomo d'affari di Nakuru, Said Abdalla Azubedi, che erano stati condannati a morte per averlo rapinato, sono stati liberati dopo aver trascorso 17 anni in carcere, ha riportato il Daily Nation il 12 marzo 2019.
I due, Lenyesio Lekupe e Bernard Lecherono, che erano guardie del compound di Abdalla, erano stati riconosciuti colpevoli di aver attaccato e derubato il loro capo di 600 scellini, la notte del 16 dicembre 2002 nella tenuta di Bondeni, nella contea di Nakuru.
Lekupe e Lecherono, armati di mazze e coltelli, aggredirono Abdalla che tornava a casa dal lavoro e lo ferirono.
Avrebbero anche picchiato i loro colleghi di guardia che cercavano di difendere Abdalla.
Il giudice Joel Ngugi ha concesso ai due una seconda possibilità, dopo aver considerato la loro domanda per una nuova sentenza.
Il giudice ha sostituito la loro condanna a morte con una pena detentiva uguale al tempo che hanno già trascorso dietro le sbarre.
Nella sentenza, il giudice ha evidenziato che i due hanno già scontato una punizione sufficiente per l'errore che hanno commesso e sono stati adeguatamente riabilitati.


EGITTO: A GENNAIO 56 CONDANNE A MORTE DEFINITIVE Secondo una ricerca mensile condotta dall'Iniziativa Egiziana per i Diritti Personali (EIPR), 56 persone sono state condannate a morte in via definitiva nel gennaio di quest'anno in Egitto, oltre ad altre 48 che hanno ricevuto condanne a morte preliminari - che vengono inviate al Gran Mufti per il suo parere non vincolante - durante lo stesso mese.

Nessun commento:

Posta un commento