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Ultima
enews del 2017, ultima occasione di farci gli auguri per un meraviglioso
2018.
Si chiude un anno in cui tutti gli indicatori economici mostrano che l'Italia sta meglio di prima. Cala la disoccupazione, cresce il PIL, sale la fiducia, aumenta l'export. E tuttavia noi siamo i primi a sapere che questi risultati non bastano. Siamo felici del fatto che le riforme abbiano aiutato ad aumentare i posti di lavoro (da 22 a 23 milioni di posti di lavoro in quattro anni, crescita record). Ma sappiamo che accanto alla quantità, deve crescere la qualità del lavoro. Le cose vanno meglio ma non ancora bene, insomma. Il bicchiere era vuoto, adesso è mezzo pieno. Ma solo mezzo pieno: ecco perché bisogna andare avanti. Il nostro Partito Democratico chiude l'anno invece con luci e ombre. Le polemiche continue fanno male alla nostra immagine esterna e al morale dei militanti. Sono però fiducioso. Quest'anno abbiamo svolto delle primarie cui secondo i pronostici nessuno avrebbe partecipato: e invece siamo stati quasi in due milioni ad andare a votare. Accadrà lo stesso anche il 4 marzo quando i voti del PD saranno molti di più di quelli immaginati: anche i tanti che criticano, che sono delusi, che non condividono tutto messi al bivio tra noi e i Cinque Stelle sul proporzionale e tra noi e il ritorno del Polo dello Spread (Forza Italia + Lega) sceglieranno di votare per il PD. Io ci credo, e leggendo le vostre email vedo che tanti di voi ci credono ancora più di me: bene! Amici, se vogliamo davvero aiutare l'Italia il PD dovrà essere il primo partito al proporzionale e il primo gruppo parlamentare nella prossima legislatura. Per farcela dobbiamo impegnarci tutti. Per una campagna elettorale seria, civile, forte che faremo con tutta la squadra del PD al lavoro, a cominciare dal premier Paolo Gentiloni e dai suoi ministri, a cominciare dai sindaci - specie quelli dei comuni più piccoli - che riuniremo nell'assemblea degli amministratori di Torino il 12 e 13 gennaio. Qui il post scritto dopo la notizia dello scioglimento delle Camere. Qui trovate il post in cui facciamo i conti in tasca alle proposte di Berlusconi e di Grillo. Nel frattempo il lavoro continua. Mi limito a indicare dei link senza allungare troppo l'E-News in questi giorni di vacanza.
Pensierino della Sera. Il 30 dicembre di cinque anni fa moriva Rita Levi Montalcini, grandissima donna italiana, premio Nobel per la Medicina nel 1986. Sarebbe bello che nel suo nome tanti ragazzi e soprattutto ragazze si avvicinassero sempre di più alla medicina, alla ricerca, all'innovazione. Al futuro, insomma. Educare a provarci, a mettersi in gioco, a vincere i tabù è un grande valore per l'Italia di oggi e di domani. Ma credere nella scienza significa mettere da parte i finti guru e i professionisti dell'odio. Beppe Grillo ha insultato la Levi Montalcini in tutti i modi, per anni. Alla fine l'ha definita con un epiteto che mi vergogno (per lui) anche soltanto a ricordare. Sarebbe un gesto bello per tutti gli italiani - a cominciare da quelli che votano Cinque Stelle - se domani Beppe Grillo, nel sobrio discorso che fa in contemporanea al Capo dello Stato, trovasse la forza di chiedere scusa per quelle parole indegne. Sarebbe un atto di civiltà prezioso non tanto per la campagna elettorale, quanto per l'educazione civica delle nuove generazioni. Perché Rita Levi Montalcini è stata un gigante del nostro tempo di cui l'Italia non può che essere orgogliosa. Nel tempo delle fake news sulla medicina, delle cure miracolose che non esistono, dei presunti complotti sui vaccini, è necessario ribadire con ancora più forza e determinazione che stiamo dalla parte di chi crede nella scienza e non nei guru. Di chi crede nella ricerca e non nell'odio. Di chi crede nel messaggio di personalità come Rita Levi Montalcini e non degli apprendisti stregoni. Un sorriso a tutti e un gigantesco augurio per il 2018! Matteo |
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sabato 30 dicembre 2017
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