NO ALLA PENA DI MORTE
1. LA STORIA DELLA
SETTIMANA : EGITTO: 15 IMPICCATI PER TERRORISMO 2. NEWS FLASH: ARIZONA (USA): FINE
DELL’ISOLAMENTO NEL BRACCIO DELLA MORTE 3.
NEWS FLASH: BAHRAIN: SEI CONDANNE A MORTE PER TERRORISMO 4. NEWS FLASH: IRAN: DUE DONNE CONDANNATE A
MORTE PER ADULTERIO E OMICIDIO 5. NEWS
FLASH: INDONESIA: CONDANNA A MORTE COMMUTATA IN ERGASTOLO PER EX PRETE 6. I SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA :
EGITTO: 15 IMPICCATI PER TERRORISMO
26 dicembre 2017: Le autorità egiziane hanno giustiziato
15 prigionieri condannati per attacchi contro le forze di sicurezza nella
penisola del Sinai, hanno riferito funzionari della polizia.
Gli uomini sono stati impiccati nelle due carceri in cui
erano stati rinchiusi da quando i tribunali militari li avevano condannati per
gli attacchi nel Sinai, dove i jihadisti danno vita a un'insurrezione, hanno
detto i funzionari.
Si tratta della più grande esecuzione di massa effettuata
nel Paese nordafricano da quando sei jihadisti sono stati impiccati nel 2015.
Le impiccagioni sono giunte una settimana dopo che il
gruppo dello Stato Islamico ha attaccato un elicottero con un missile anticarro
in un aeroporto del Sinai del Nord, dove i ministri degli Interni e della
Difesa del Paese si erano recati per una visita.
I ministri sono rimasti incolumi, tuttavia un aiutante
del ministro della Difesa è stato ucciso insieme a un pilota.
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NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH
ARIZONA (USA): FINE DELL’ISOLAMENTO NEL BRACCIO DELLA
MORTE
19 dicembre 2017: L’Arizona mette fine all’isolamento nel
braccio della morte e ne traggono vantaggio tutti. Il 23 luglio
l’Amministrazione Penitenziaria aveva annunciato che stava cercando un accordo
con i difensori di diversi detenuti del braccio della morte che contestavano il
regime di stretto isolamento che veniva applicato “in automatico” per tutti i
condannati a morte.
Oggi Carson McWilliams, alto dirigente
dell’Amministrazione Penitenziaria, ha dato la conferma ufficiale: il regime di
detenzione è stato attenuato, e la cosa sembra avere inaspettati effetti
positivi per tutti.
“Le nuove condizioni di detenzione creano un’’atmosfera
dove i detenuti possono socializzare, con il risultato di minore ansietà, e
questo aumenta il livello di sicurezza della prigione”.
Inoltre, secondo i dirigenti del carcere, sono diminuiti
anche i costi di gestione del braccio della morte. Il regime precedente
prevedeva che il detenuto rimanesse chiuso in una piccola cella per almeno 23
ore, e i colloqui con familiari e avvocati erano senza contatto fisico, e ogni
volta che il detenuto lasciava la cella veniva ammanettato dietro la schiena e
subiva perquisizioni anche alla cavità anale, e le opportunità di fare
esercizio fisico e una doccia venivano limitate a tre volte a settimana.
Inoltre nel braccio della morte mancavano opportunità di
lavoro, e non veniva svolta nessuna attività educativa.
McWilliams, nel rimarcare gli sviluppi positivi del nuovo
regime, ha detto: “Più una persona è limitata all’interno di una cella, più è
probabile che sviluppi depressione, ansia, o altri tipi di problemi mentali che
alla fine creeranno problemi al sistema penitenziario, sia che si tratti di
autolesionismo, o suicidio, o aggressioni nei confronti del personale
penitenziario o di altri detenuti. Oggi abbiamo bisogno di meno agenti perché
non c’è più bisogno di consegnare i 120 pasti uno a uno, o di scortare ogni
singolo prigioniero in ogni movimento.
Kevin Curran, che ha lavorato come agente in diversi
reparti, ha detto di sentirsi “più sicuro oggi nel braccio della morte che in
altri reparti”.
Con il nuovo regime i detenuti possono socializzare,
giocare a pallacanestro, pallavolo, giochi da tavolo, e consumare i pasti in
compagnia. Un agente ha detto in una intervista che inizialmente era
preoccupato per i cambiamenti, ma che la transizione è stata “molto positiva”,
con solo pochi, piccoli incidenti, molti meno di quanto si fosse aspettato.
BAHRAIN: SEI CONDANNE A MORTE PER TERRORISMO
25 dicembre 2017: L'Alta Corte Militare del Bahrain ha
condannato a morte sei imputati, tra cui un soldato, con l'accusa di aver
formato un gruppo terroristico, tentando di assassinare il Comandante in Capo
della Forza di Difesa del Bahrain (BDF) e di portare a termine attacchi
terroristici.
Secondo i documenti del caso, 18 sospetti erano accusati
degli attacchi terroristici e della formazione del gruppo, ma solo 10 sono
stati rinviati in carcere.
Gli altri otto sono latitanti in Bahrein o all'estero, in
Iran e in Iraq, secondo un rapporto diffuso dalla Bahrain News Agency (Bna).
I sei condannati a morte sono stati condannati anche a 15
anni di carcere e alla revoca della cittadinanza.
La Corte ha inoltre condannato sette imputati a sette
anni di carcere con la revoca della cittadinanza.
I restanti cinque sospetti sono stati assolti per
mancanza di prove.
Secondo quanto riferito, il processo è stato seguito da
rappresentanti di gruppi per i diritti umani, dai media e da familiari degli
imputati.
Tutti gli imputati hanno il diritto di impugnare i
verdetti dinanzi alla Corte di Appello Militare e in una fase finale presso la
Corte militare di Cassazione.
IRAN: DUE DONNE CONDANNATE A MORTE PER ADULTERIO E
OMICIDIO
19 dicembre 2017: Una donna è stata condannata a morte
per adulterio dalla prima sezione del tribunale penale di Alborz, nella omonima
provincia. È la seconda condanna a morte emessa negli ultimi giorni nei
confronti di una donna dalla magistratura iraniana.
L’imputata, che sarebbe stata messa di fronte a prove
inconfutabili e nell’impossibilità di difendersi, avrebbe ammesso le accuse. I
giudici hanno quindi condannato la giovane a morte per adulterio dopo aver
esaminato il suo caso il 19 dicembre, secondo il sito web Fararu, gestito dallo
stato.
Solo pochi giorni prima, una donna di 23 anni madre di un
bambino di quattro anni, è stata condannata a morte per omicidio. La donna, di
nome Mojgan, è stata accusata di aver ucciso suo marito due anni fa, nel luglio
2015, quando aveva 21 anni.
Secondo i media statali, il tribunale l’ha prima
scagionata dall'accusa di omicidio premeditato e poi condannata a versare il
prezzo del sangue per aver commesso un omicidio non intenzionale. La Corte
Suprema, tuttavia, non ha confermato il verdetto e alla fine l'ha condannata a
morte.
INDONESIA: CONDANNA A MORTE COMMUTATA IN ERGASTOLO PER EX
PRETE
21 dicembre 2017: La Corte Suprema indonesiana ha
commutato la pena di morte emessa nei confronti di un ex prete cattolico per
aver ucciso la sua amante - un'ex suora – e i suoi due figli, più di dieci anni
fa.
La Corte Suprema ha commutato la pena capitale in
ergastolo, in seguito all’appello di Herman Jumat Masan, ex sacerdote della
diocesi di Larantuka, che era stato condannato a morte dalla stessa Corte nel
2014, dopo aver annullato un originario ergastolo emesso da un tribunale di
grado inferiore.
Masan era ancora un prete quando ebbe una relazione
illecita con Yosefin Kredok Payong, un'ex monaca che aveva lasciato la Congregazione
delle Suore Serve dello Spirito Santo nel 1997.
Il risultato fu la nascita di un primo figlio nel 1999,
che Masan avrebbe strangolato per coprire la faccenda, risulta dagli atti del
processo.
La relazione, tuttavia, continuò e nel 2002 nacque un
secondo bambino. Questa volta ci furono delle complicazioni che portarono
Payong a soffrire di gravi emorragie e a morire, così come il bambino qualche
tempo dopo.
Masan fu accusato di omicidio per averli lasciati morire
seppellendo poi i corpi nel complesso di una scuola appartenente al Seminario
Maggiore di San Pietro, nel distretto di Sikka, nella provincia orientale di
Nusa Tenggara.
Lasciò il sacerdozio nel 2008 e andò nell’East Kalimantan
prima di consegnarsi alla polizia nel 2012, in seguito alla scoperta dei corpi.
Roy Rening, l'avvocato di Masan, ha detto che sono venute
alla luce nuove prove che dimostrano come Masan "ha cercato di aiutare le
vittime", ha detto a ucanews.com il 20 dicembre per telefono dal carcere.
"Le vittime non sono state uccise, ma sono morte
perché non hanno ricevuto assistenza medica", ha detto.
Parlando a ucanews.com, Masan ha detto di aver accettato
la nuova sentenza, ma ha insistito sul fatto che non ha commesso un omicidio
premeditato, come originariamente ritenuto.
"Sebbene la minaccia della pena di morte sia stata
rimossa, la mia lotta per far conoscere la verità è fallita", ha detto.
"Siamo solo io, Dio e le vittime a sapere
esattamente cosa sia successo, ma, ovviamente, non li ho uccisi", ha detto
a ucanews.com.
"Il primo bambino morì cinque minuti dopo la
nascita, perché il parto durò troppo a lungo. Chiesi a Merry Grace [Payong] di
cercare aiuto, ma lei mi implorò di non dirlo a nessuno."
Il secondo bambino morì perché era prematuro. Merry Grace
è morta a causa dell’emorragia nove giorni dopo il parto", ha detto
riferendosi al nome adottato da Payong quando era suora.
Masan ha detto che sconterà la pena.
"Forse questo non è sufficiente per espiare i miei
peccati, ma almeno è una forma della mia responsabilità morale nei confronti di
Merry Grace e dei nostri due bambini", ha detto.
"Sono davvero dispiaciuto per quello che è
successo."
La famiglia della vittima ha detto di rispettare la
commutazione, dicendo che come cattolici sono contrari alla pena capitale.
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