sabato 30 dicembre 2017

      nessuno   tocchi    caino        
  NO   ALLA   PENA   DI   MORTE   


1.  LA STORIA DELLA SETTIMANA : EGITTO: 15 IMPICCATI PER TERRORISMO 2.  NEWS FLASH: ARIZONA (USA): FINE DELL’ISOLAMENTO NEL BRACCIO DELLA MORTE 3.  NEWS FLASH: BAHRAIN: SEI CONDANNE A MORTE PER TERRORISMO 4.  NEWS FLASH: IRAN: DUE DONNE CONDANNATE A MORTE PER ADULTERIO E OMICIDIO 5.  NEWS FLASH: INDONESIA: CONDANNA A MORTE COMMUTATA IN ERGASTOLO PER EX PRETE 6.  I SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA :


EGITTO: 15 IMPICCATI PER TERRORISMO
26 dicembre 2017: Le autorità egiziane hanno giustiziato 15 prigionieri condannati per attacchi contro le forze di sicurezza nella penisola del Sinai, hanno riferito funzionari della polizia.

Gli uomini sono stati impiccati nelle due carceri in cui erano stati rinchiusi da quando i tribunali militari li avevano condannati per gli attacchi nel Sinai, dove i jihadisti danno vita a un'insurrezione, hanno detto i funzionari.
Si tratta della più grande esecuzione di massa effettuata nel Paese nordafricano da quando sei jihadisti sono stati impiccati nel 2015.
Le impiccagioni sono giunte una settimana dopo che il gruppo dello Stato Islamico ha attaccato un elicottero con un missile anticarro in un aeroporto del Sinai del Nord, dove i ministri degli Interni e della Difesa del Paese si erano recati per una visita.
I ministri sono rimasti incolumi, tuttavia un aiutante del ministro della Difesa è stato ucciso insieme a un pilota.

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NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH

ARIZONA (USA): FINE DELL’ISOLAMENTO NEL BRACCIO DELLA MORTE
19 dicembre 2017: L’Arizona mette fine all’isolamento nel braccio della morte e ne traggono vantaggio tutti. Il 23 luglio l’Amministrazione Penitenziaria aveva annunciato che stava cercando un accordo con i difensori di diversi detenuti del braccio della morte che contestavano il regime di stretto isolamento che veniva applicato “in automatico” per tutti i condannati a morte.
Oggi Carson McWilliams, alto dirigente dell’Amministrazione Penitenziaria, ha dato la conferma ufficiale: il regime di detenzione è stato attenuato, e la cosa sembra avere inaspettati effetti positivi per tutti.
“Le nuove condizioni di detenzione creano un’’atmosfera dove i detenuti possono socializzare, con il risultato di minore ansietà, e questo aumenta il livello di sicurezza della prigione”.
Inoltre, secondo i dirigenti del carcere, sono diminuiti anche i costi di gestione del braccio della morte. Il regime precedente prevedeva che il detenuto rimanesse chiuso in una piccola cella per almeno 23 ore, e i colloqui con familiari e avvocati erano senza contatto fisico, e ogni volta che il detenuto lasciava la cella veniva ammanettato dietro la schiena e subiva perquisizioni anche alla cavità anale, e le opportunità di fare esercizio fisico e una doccia venivano limitate a tre volte a settimana.
Inoltre nel braccio della morte mancavano opportunità di lavoro, e non veniva svolta nessuna attività educativa.
McWilliams, nel rimarcare gli sviluppi positivi del nuovo regime, ha detto: “Più una persona è limitata all’interno di una cella, più è probabile che sviluppi depressione, ansia, o altri tipi di problemi mentali che alla fine creeranno problemi al sistema penitenziario, sia che si tratti di autolesionismo, o suicidio, o aggressioni nei confronti del personale penitenziario o di altri detenuti. Oggi abbiamo bisogno di meno agenti perché non c’è più bisogno di consegnare i 120 pasti uno a uno, o di scortare ogni singolo prigioniero in ogni movimento.
Kevin Curran, che ha lavorato come agente in diversi reparti, ha detto di sentirsi “più sicuro oggi nel braccio della morte che in altri reparti”.
Con il nuovo regime i detenuti possono socializzare, giocare a pallacanestro, pallavolo, giochi da tavolo, e consumare i pasti in compagnia. Un agente ha detto in una intervista che inizialmente era preoccupato per i cambiamenti, ma che la transizione è stata “molto positiva”, con solo pochi, piccoli incidenti, molti meno di quanto si fosse aspettato.

BAHRAIN: SEI CONDANNE A MORTE PER TERRORISMO
25 dicembre 2017: L'Alta Corte Militare del Bahrain ha condannato a morte sei imputati, tra cui un soldato, con l'accusa di aver formato un gruppo terroristico, tentando di assassinare il Comandante in Capo della Forza di Difesa del Bahrain (BDF) e di portare a termine attacchi terroristici.
Secondo i documenti del caso, 18 sospetti erano accusati degli attacchi terroristici e della formazione del gruppo, ma solo 10 sono stati rinviati in carcere.
Gli altri otto sono latitanti in Bahrein o all'estero, in Iran e in Iraq, secondo un rapporto diffuso dalla Bahrain News Agency (Bna).
I sei condannati a morte sono stati condannati anche a 15 anni di carcere e alla revoca della cittadinanza.
La Corte ha inoltre condannato sette imputati a sette anni di carcere con la revoca della cittadinanza.
I restanti cinque sospetti sono stati assolti per mancanza di prove.
Secondo quanto riferito, il processo è stato seguito da rappresentanti di gruppi per i diritti umani, dai media e da familiari degli imputati.
Tutti gli imputati hanno il diritto di impugnare i verdetti dinanzi alla Corte di Appello Militare e in una fase finale presso la Corte militare di Cassazione.


IRAN: DUE DONNE CONDANNATE A MORTE PER ADULTERIO E OMICIDIO
19 dicembre 2017: Una donna è stata condannata a morte per adulterio dalla prima sezione del tribunale penale di Alborz, nella omonima provincia. È la seconda condanna a morte emessa negli ultimi giorni nei confronti di una donna dalla magistratura iraniana.
L’imputata, che sarebbe stata messa di fronte a prove inconfutabili e nell’impossibilità di difendersi, avrebbe ammesso le accuse. I giudici hanno quindi condannato la giovane a morte per adulterio dopo aver esaminato il suo caso il 19 dicembre, secondo il sito web Fararu, gestito dallo stato.
Solo pochi giorni prima, una donna di 23 anni madre di un bambino di quattro anni, è stata condannata a morte per omicidio. La donna, di nome Mojgan, è stata accusata di aver ucciso suo marito due anni fa, nel luglio 2015, quando aveva 21 anni.
Secondo i media statali, il tribunale l’ha prima scagionata dall'accusa di omicidio premeditato e poi condannata a versare il prezzo del sangue per aver commesso un omicidio non intenzionale. La Corte Suprema, tuttavia, non ha confermato il verdetto e alla fine l'ha condannata a morte.


INDONESIA: CONDANNA A MORTE COMMUTATA IN ERGASTOLO PER EX PRETE
21 dicembre 2017: La Corte Suprema indonesiana ha commutato la pena di morte emessa nei confronti di un ex prete cattolico per aver ucciso la sua amante - un'ex suora – e i suoi due figli, più di dieci anni fa.
La Corte Suprema ha commutato la pena capitale in ergastolo, in seguito all’appello di Herman Jumat Masan, ex sacerdote della diocesi di Larantuka, che era stato condannato a morte dalla stessa Corte nel 2014, dopo aver annullato un originario ergastolo emesso da un tribunale di grado inferiore.
Masan era ancora un prete quando ebbe una relazione illecita con Yosefin Kredok Payong, un'ex monaca che aveva lasciato la Congregazione delle Suore Serve dello Spirito Santo nel 1997.
Il risultato fu la nascita di un primo figlio nel 1999, che Masan avrebbe strangolato per coprire la faccenda, risulta dagli atti del processo.
La relazione, tuttavia, continuò e nel 2002 nacque un secondo bambino. Questa volta ci furono delle complicazioni che portarono Payong a soffrire di gravi emorragie e a morire, così come il bambino qualche tempo dopo.
Masan fu accusato di omicidio per averli lasciati morire seppellendo poi i corpi nel complesso di una scuola appartenente al Seminario Maggiore di San Pietro, nel distretto di Sikka, nella provincia orientale di Nusa Tenggara.
Lasciò il sacerdozio nel 2008 e andò nell’East Kalimantan prima di consegnarsi alla polizia nel 2012, in seguito alla scoperta dei corpi.
Roy Rening, l'avvocato di Masan, ha detto che sono venute alla luce nuove prove che dimostrano come Masan "ha cercato di aiutare le vittime", ha detto a ucanews.com il 20 dicembre per telefono dal carcere.
"Le vittime non sono state uccise, ma sono morte perché non hanno ricevuto assistenza medica", ha detto.
Parlando a ucanews.com, Masan ha detto di aver accettato la nuova sentenza, ma ha insistito sul fatto che non ha commesso un omicidio premeditato, come originariamente ritenuto.
"Sebbene la minaccia della pena di morte sia stata rimossa, la mia lotta per far conoscere la verità è fallita", ha detto.
"Siamo solo io, Dio e le vittime a sapere esattamente cosa sia successo, ma, ovviamente, non li ho uccisi", ha detto a ucanews.com.
"Il primo bambino morì cinque minuti dopo la nascita, perché il parto durò troppo a lungo. Chiesi a Merry Grace [Payong] di cercare aiuto, ma lei mi implorò di non dirlo a nessuno."
Il secondo bambino morì perché era prematuro. Merry Grace è morta a causa dell’emorragia nove giorni dopo il parto", ha detto riferendosi al nome adottato da Payong quando era suora.
Masan ha detto che sconterà la pena.
"Forse questo non è sufficiente per espiare i miei peccati, ma almeno è una forma della mia responsabilità morale nei confronti di Merry Grace e dei nostri due bambini", ha detto.
"Sono davvero dispiaciuto per quello che è successo."

La famiglia della vittima ha detto di rispettare la commutazione, dicendo che come cattolici sono contrari alla pena capitale.

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