Stasera occhi al cielo per la Luna Blu: come, dove e quando vederla
Nella notte tra 1° e 2 luglio il nostro satellite si è trovato in fase di Luna Piena: per chi si fosse perso l’evento periodico, niente paura, entro lo stesso mese di luglio potrà rivedere nuovamente la Luna tornare piena in tutto il suo splendore, e ciò accadrà precisamentestasera: sarà sufficiente guardare versoest dopo il tramonto per godersi lo spettacolo del plenilunio.
Dato che il ciclo lunare è di 29 giorni, 12 ore e 44 minuti, quella di stasera sarà quindi una “Luna Blu“, il che non significa che cambierà colore. Si tratta semplicemente di un’espressione diffusa nei Paesi anglosassoni: col termine “Blue Moon” si indica la seconda Luna Piena che si verifica nel corso di uno stesso mese. Poiché si tratta di un evento abbastanza raro (si verifica in media ogni 2 anni e mezzo), si utilizza l’espressione “once in a blue moon” per indicare un evento che non avviene spesso.L’ultima “Luna Blu” è stata ad agosto 2012, la prossima sarà a gennaio 2018.
Nonostante non sia il ripetersi della fase a colorare di blu la Luna, ciò può comunque accadere: ad esempio nel 1883, il nostro satellite ha assunto una colorazione bluastra a causa dell’eruzione del vulcano indonesiano Krakatoa, le cui polveri filtravano selettivamente alcune lunghezze d’onda della luce visibile, e hanno reso per almeno due anni i tramonti particolarmente infuocati e la luna tinta di un singolare alone azzurro. Qualcosa di simile è accaduta anche per l’eruzione del vulcano messicano El Chichon nel 1983, del Monte Sant’Elena nel 1980 e del Pinatubo nel 1991. La Luna si è tinta di blu anche in occasione di un vasto incendio nell’Alberta, Canada, nel 1953, quando il fenomeno si rese visibile dal Nord America all’Inghilterra, e, tra l’altro, in questi giorni le polveri sollevate da alcuni incendi potrebbero davvero fare assumere alla Luna una colorazione bluastra visibile agli abitanti del Nord America.
Ma perché si chiama Luna Blu? Se si dicesse ad uomo dell’epoca di Shakespeare che qualcosa accade “once in a Blue Moon”, cioè ogniqualvolta c’è la Luna Blu, spiega Nasa Science, questa persona non penserebbe affatto ad un fenomeno astronomico, bensì semplicemente a qualcosa di raro e assurdo. Eppure, da allora il significato è cambiato. Nel Maine Farmer Almanacco, l’almanacco degli agricoltori americani, nel 1940 si cercò di dare una spiegazione, un po’ contorta, alla definizione di Luna Blu, “così contorta -spiegano gli esperti di Nasa Science- che gli astronomi non capirono nulla“. Con l’obiettivo di spiegare le Lune Blu ai profani, ‘Sky & Telescope’ nel 1946 ha pubblicato un articolo intitolato “Once in a Blue Moon”: l’autore James Hugh Pruett citò la dicitura del Maine Farm Almanacco del 1937 che aveva parlato appunto di Luna Blu interpretando così che la “seconda Luna piena in un mese si chiama Blue Moon“. Naturalmente, sottolinea Nasa Science, “non è corretto, ma almeno sembrò chiaro” e la definizione è rimasta. Come dire, la moderna definizione di Luna Blu è nata così. Diverso è il piano scientifico.
“La maggior parte delle Lune Blu -spiega Nasa Science- hanno un aspetto grigio chiaro e nero, proprio come la Luna che osserviamo ogni notte e, anche se si verifica una doppia Luna piena in un mese, la seconda non cambia il suo colore“. Tuttavia, avvertono gli scienziati, “in rare occasioni la Luna può davvero diventare blu“, ma dipende da “un’eruzione vulcanica“. Nel 1883, per esempio, è stata osservata una Luna Blu quasi ogni sera dopo che il vulcano indonesiano Krakatoa esplose con la forza di una bomba nucleare da 100 megatoni. Pennacchi di cenere sono saliti fino sull’atmosfera terrestre e la Luna è diventata blu. Dunque il motivo è stato la cenere del Krakatoa. Alcuni dei pennacchi, sottolinea Nasa Science, erano pieni di particelle di larghezza di un micron, circa la stessa lunghezza d’onda della luce rossa. Le particelle di queste dimensioni speciali disperdono fortemente la luce rossa, consentendo contemporaneamente il passaggio della luce blu. Insomma, le nuvole prodotte dall’eruzione del Krakatoa hanno “agito come un filtro blu“.
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