sabato 26 settembre 2015

Nessuno tocchi CAINO

NO ALLA PENA di MORTE......


1.  LA STORIA DELLA SETTIMANA : PAPA A CONGRESSO USA, ABOLIRE LA PENA MORTE 2.  NEWS FLASH: USA: OBAMA NON RISPONDE DIRETTAMENTE ALLA RICHIESTA ABOLIZIONISTA DEL PAPA 3.  NEWS FLASH: ARKANSAS (USA): AZIENDA FARMACEUTICA CONTRARIA ALL’USO DI SUO FARMACO NELLE INIEZIONI LETALI 4.  NEWS FLASH: ONU: L’ARABIA SAUDITA FERMI L’ESECUZIONE DI MINORI 5.  NEWS FLASH: SOMALIA: SETTE SOLDATI FUCILATI PER ‘OMICIDIO DI CIVILI’



PAPA A CONGRESSO USA, ABOLIRE LA PENA MORTE
24 settembre 2015: nel suo discorso al Congresso degli Stati Uniti, Papa Francesco ha sostenuto "l'abolizione globale della pena di morte", poiché "ogni vita è sacra, ogni persona umana è dotata di una inalienabile dignità, e la società può solo beneficiare dalla riabilitazione di coloro che sono condannati per crimini".

Francesco ha appoggiato l'appello dei vescovi Usa ad abolire la pena capitale a "sostegno di tutti coloro che sono convinti che una giusta e necessaria punizione non deve mai escludere l'obiettivo della riabilitazione". Sergio D'Elia, segretario di Nessuno tocchi Caino, organizzazione che si batte per l'abolizione della pena di morte nel mondo, ha così commentato l’appello del Papa: "Perfetto. Papa Francesco ancora una volta ha dimostrato di essersi meritato appieno il premio Abolizionista dell'anno di Nessuno tocchi Caino".
"Il suo messaggio – ha aggiunto D'Elia - non punta solo all'abolizione della pena capitale ma anche alla pena di morte mascherata: l'ergastolo. Quella di papa Francesco vuole essere una riforma culturale giuridica e politica che lui stesso indica come necessaria e urgente per tutti quegli Stati che vogliono corrispondere in pieno allo stato di diritto, nonché - conclude - al rispetto dei diritti umani universalmente riconosciuti da patti e convenzioni internazionali". 

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NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH

USA: OBAMA NON RISPONDE DIRETTAMENTE ALLA RICHIESTA ABOLIZIONISTA DEL PAPA
24 settembre 2015: Obama, dopo l’intervento del Papa contro la pena di morte, non prende posizione. Il suo portavoce, Josh Earnest, ha dato solo una risposta indiretta al cronista dell’Associated Press che chiedeva se il Presidente Obama condivideva l’auspicio di Papa Francesco di vedere, negli Stati Uniti, abolita la pena di morte.
“Il Presidente può essere influenzato dalle dichiarazioni del Papa, ma sull’argomento non ci sono cambiamenti di linea politica da annunciare. In passato il Presidente ha espresso preoccupazione per come la pena di morte viene applicata. Ci sono molti dati che fanno riferimento al rischio di disparità razziali”.
Obama recentemente ha parlato più volte di giustizia, e sta spingendo per alcune riforme che abbassino, ad esempio, le pene dei condannati per reati di droga non violenti. Ma nessuna delle riforme che sta proponendo Obama nel campo della giustizia riguarda la pena di morte.
Earnest ha inoltre detto: “C’è tutta una serie di preoccupazioni che sono state sollevate da alcune associazioni benefiche che hanno seguito i casi di persone condannate a morte che dopo aver raccolto nuove prove sono riuscite ad essere prosciolte, e questione serie su processi che forse avrebbero dovuto essere rivisti, ma le persone nel frattempo sono state giustiziate. Queste cose pongono certamente dei problemi. Penso sia corretto dire che il punto di vista del Presidente sia influenzato dalle recenti dichiarazioni del Papa, e dalle dichiarazioni dei vescovi cattolici prima di lui. Ma non mi risulta che ci siano dei cambiamenti di linea politica su questo tema”.

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 ARKANSAS (USA): AZIENDA FARMACEUTICA CONTRARIA ALL’USO DI SUO FARMACO NELLE INIEZIONI LETALI
22 settembre 2015: un’azienda farmaceutica che sembrerebbe aver prodotto uno dei farmaci acquistati dall’Arkansas per le iniezioni letali ha dichiarato di non volere che il suo prodotto venga utilizzato nelle otto esecuzioni previste nello Stato.
Sun Pharma, che ha sede in India, è la terza azienda farmaceutica a fare una dichiarazione del genere. Un suo portavoce ha detto che la società vieta ai suoi clienti di vendere a prigioni o altri soggetti che potrebbero usarli per scopi letali.
Anche gli altri due produttori - Hikma e Hospira - hanno detto di non volere che i loro prodotti vengano utilizzati per le esecuzioni.
La Associated Press si è rivolta ai produttori di farmaci dopo che foto riservate ottenute con un “accesso agli atti” hanno mostrato loro prodotti usati nelle esecuzioni in Arkansas.
Funzionari dello Stato hanno detto che una legge sulla segretezza che circonda le esecuzioni vieta loro di comunicare alle aziende se siano stati acquistati loro farmaci.


ONU: L’ARABIA SAUDITA FERMI L’ESECUZIONE DI MINORI
22 settembre 2015: un gruppo di esperti sui diritti umani delle Nazioni Unite ha esortato il governo dell'Arabia Saudita a fermare l'esecuzione di Ali Mohammed al-Nimr, che è stato condannato per un crimine commesso da minorenne. Al-Nimr può essere giustiziato in qualsiasi momento.
"L'Arabia Saudita ha giustiziato finora quest'anno almeno 134 persone, che rappresentano già 44 in più del totale di tutto l'anno scorso", hanno osservato. "Questa impennata delle esecuzioni nel Paese rende l'Arabia Saudita una triste eccezione in un mondo in cui gli Stati si stanno sempre più allontanando dalla pena di morte."
Ali Mohammed al-Nimr, uno studente di liceo, è stato arrestato dalle autorità saudite nel 2012, quando aveva 17 anni, per la sua partecipazione alle proteste della Primavera Araba a Qatif, nella Provincia Orientale. Durante l’arresto e la detenzione avrebbe subito torture e maltrattamenti da parte della Direzione Investigativa Generale, che lo ha avrebbe costretto a confessare le accuse mosse contro di lui. "Le confessioni ottenute sotto tortura sono inaccettabili e non possono essere utilizzate come prove davanti al tribunale", hanno sottolineato gli esperti.
"Ogni condanna a morte contro persone che erano minorenni al momento del reato, e la loro esecuzione, sono incompatibili con gli obblighi internazionali dell'Arabia Saudita", hanno detto, richiamando la Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti del Fanciullo, di cui l'Arabia Arabia è parte.
Nel maggio 2015, la Corte Penale Specializzata (SCC) ha condannato al-Nimr a morte, per, tra l'altro, essersi unito ad un gruppo criminale e attaccato le forze di polizia, al termine di un procedimento al di sotto degli standard internazionali, e ha confermato la sua condanna a settembre.
"Al-Nimr non ha ricevuto un processo equo e al suo avvocato non è stato permesso di assisterlo adeguatamente e di accedere al fascicolo del caso", hanno detto gli esperti indipendenti. Informazioni attendibili indicano che anche l'appello presentato dal suo avvocato è stato esaminato senza alcun preavviso e trattato con totale disprezzo per le norme internazionali.
"Il diritto internazionale, accettato come vincolante dall'Arabia Saudita, prevede che la pena capitale possa essere comminata solo a seguito di processi che soddisfano i più severi requisiti di processo equo e giusto processo, altrimenti può essere considerata un’esecuzione arbitraria", hanno aggiunto.
"Alla luce delle notizie secondo cui il processo contro Al-Nimr è stato al di sotto di tali standard, chiediamo alle autorità saudite di garantire un nuovo ed equo processo ad Ali Mohammed al-Nimr, e di fermare immediatamente l'esecuzione in programma," hanno detto gli esperti.
È stato riferito che almeno altre due persone che erano minori al momento dell’arresto per aver partecipato alle proteste di Qatif nel 2012 sono state condannate a morte. Sono a rischio di esecuzione imminente.
"Esortiamo le autorità saudite a stabilire una moratoria sull'uso della pena di morte, fermare le esecuzioni di condannati che erano minori al momento del reato, e garantire un'indagine tempestiva e imparziale in tutti i presunti atti di tortura," hanno concluso gli esperti. 

SOMALIA: SETTE SOLDATI FUCILATI PER ‘OMICIDIO DI CIVILI’
18 settembre 2015: sette soldati sono stati fucilati nella città portuale somala di Kismayo dopo che un tribunale li aveva riconosciuti colpevoli di aver ucciso civili, ha riferito Horseed Media.
Secondo i funzionari dell'amministrazione regionale del Jubbaland, i soldati erano stati condannati la sera del 17 settembre con accuse che includevano l’omicidio di due residenti.
Secondo alcuni resoconti, i soldati erano coinvolti in un attacco che al-Shabaab ha sferrato ad un accampamento militare causando la morte di tre membri dell'esercito.



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