lunedì 28 settembre 2015


CRIPTA di S. REPARATA

Firenze


"In questi dì di ottobre (1353) vacando in pace i Fiorentini, i priori vollono chiarire perché la chiesa cattedrale di Firenze era dinominata Santa Reparata (...) e questo avvenne il dì della festa della vergine benedetta santa Reparata, per la cui reverenza s'ordinò e fece nuova chiesa cattedrale alla nostra città intitolata del suo nome."
(Giovanni Villani, Cronica)


Tra il 1965 e il 1973 una grande campagna di scavi eseguita sotto la Cattedrale di Santa Maria del Fiore ha portato in luce i resti dell'antica basilica di Santa Reparata, la testimonianza più sicura della prima cristianità a Firenze, dopo le scarse notizie ricevute dagli scavi di Santa Felicita e la poca reperibilità documentaria della primigenia cattedrale di San Lorenzo.

Adesso poco più di due metri e mezzo ci separano dall'antica basilica paleocristiana fiorentina, più volte restaurata e usata anche come luogo per le riunioni del Parlamento della Repubblica prima della costruzione di Palazzo Vecchio.
Santa Reparata fu tra i più grandi complessi paleocristiani della Tuscia, importanza ancora più accentuata se tenuta presente la sua posizione di fronte al Battistero, avanzata però di otto metri più dell'attuale Cattedrale.
Aperta, luminosa, simile a S. Apollinare Nuovo a Ravenna, con arcate eleganti e colonne marmoree: ecco come doveva essere la prima Santa Reparata.
La pianta era a tre navate, con colonnati che delimitavano quella centrale e un recinto di transenne che separava il coro absidato e l'area di culto dalla zona pubblica della chiesa, con un'estensione nel corridoio centrale per la distribuzione della comunione. L'origine della sua costruzione sembra probabilmente risalire ad un voto, fatto per ringraziare della vittoria cristiana nel 405 circa, su Radagasio, re dei Goti.
Ricostruita successivamente in epoca carolingia, a causa dei danni subiti con la guerra gotico-bizantina, Santa Reparata mantenne l'impostazione precedente con l'aggiunta di due cappelle laterali nella zona absidale, una piccola cripta e un nuovo pavimento e possiamo immaginarla simile alla coeva chiesa abbaziale di Pomposa a Ferrara.

Intorno agli anni 1050-1106, fu edificato un coro rialzato e una nuova cripta, dove il corpo di San Zanobi, trasferito dalla vecchia cattedrale di San Lorenzo nell'IX secolo, sarà custodito fino agli anni quaranta del Quattrocento, da cui poi sarà poi trasferito nella nuova Cattedrale.
Successivi rifacimenti di manutenzione tennero in vita Santa Reparata fino al 1379, anno in cui fu definitivamente abbattuta per far posto alla nuova Cattedrale.
Potremmo senza dubbio affermare che, sotto il nostro Duomo, esistono i resti di ben quattro chiese: una originale e tre di rifacimento. Nell'interno del Duomo, fra il primo e il secondo pilastro del lato destro della navata centrale s'imbocca una scala che scende agli scavi dell'antica Cattedrale. La vasta area, aperta al pubblico nel 1974, contiene numerosi resti di mura e pavimenti di case della "Florentia" romana. Il pavimento riporta i nomi dei 14 donatori d'origine latina che finanziarono la costruzione.
Il pavimento è da ammirare, poiché è formato da un bellissimo mosaico policromo con decorazioni geometriche, tra le quali anche il motivo della croce, non dissimili dai pavimenti musivi del Duomo d'Aquileia. Da notare un bellissimo pavone simbolo d'immortalità, uno dei pochi elementi figurativi rimasti.
Un affresco fiorentino della metà del XIV secolo che decorava la parete semicircolare dell'abside di destra, opera di un pittore giottesco della metà del trecento, fa pensare che Santa Reparata, pur condannata a morte e già inserita nella nuova Cattedrale, godeva ancora dell'attaccamento dei fiorentini.

Numerose le lastre tombali. Fra queste, quella bellissima di Lando di Giano, cappellano di Santa Reparata, morto nel 1353, quella di Niccolò Squarcialupi del 1313, quella di Giovanni Di Alamanno de'Medici, morto nel 1352, e forse, ma ancora non è certo, anche i sepolcri di due Papi: Stefano IX e forse Niccolò II, già Vescovo di Firenze nel 1058.Nel corso della campagna di scavi è stata ritrovata anche la tomba di Filippo Brunelleschi, mentre non ci sono tracce di quelle di Giotto, Arnolfo di Cambio, Andrea Pisano, anche loro, secondo la tradizione, qui sepolti.

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