giovedì 22 giugno 2017

GALLERIA CASA BUONARROTI-FIRENZE


La Galleria di Casa Buonarroti è un ambiente monumentale del palazzo e museo in via Ghibellina 70 a Firenze. Dedicata alla celebrazione di Michelangelo Buonarroti, fu fatta decorare dal suo pronipote Michelangelo il Giovane tra il 1612 e il 1637, con il coinvolgimento dei maggiori artisti allora attivi a Firenze, tra i quali l'Empoli, Giovanni Bilivert, Cristofano Allori, Domenico Passignano, Artemisia Gentileschi, Pietro da Cortona, Giovanni da San Giovanni, Francesco Furini, Jacopo Vignali e il Volterrano. Per la ricchezza del programma decorativo, la presenza di numerose mani, la relativa velocità di esecuzione e l'ottima conservazione, il complesso riveste una particolare importanza nell'ambito delle arti del Seicento fiorentino.

Alla morte del padre nel 1599, Michelangelo Buonarroti il Giovane entrò in possesso della storica abitazione familiare, acquistata dal celebre prozio artista e gradualmente ingrandita per rispolverare il lustro della casata buonarrotiana. Fu proprio il Giovane ad avviare l'edificazione, nel 1612, del palazzo odierno, occupandosi subito anche della decortazione delle sale interne, in particolare del piano nobile. Qui concepì quattro sale monumentali dedicate rispettivamente all'illustre avo (la Galleria), alla sua casata (Sala della Notte il Dì), alla Firenze ecclesiastica coi suoi santi e beati (Cappella) e alla Firenze del pensiero e dell'azione con gli uomini illustri (Biblioteca-studio).

L'elaborazione del complesso piano decorativo fu lunga, come testimoniano le numerose carte e gli appunti pervenutici, spesso corretta coi consigli degli artisti stessi, e messa in pratica con un cospicuo esborso di denaro, sebbene sempre elargito con oculatezza, come testimonia pure la documentazione. La glorificazione cittadina non poteva trascendere l'impiego di artisti esclusivamente toscani, anche solo per origine, come nel caso di Agostino Ciampelli o di Artemisia Gentileschi, stabilmente residenti in Roma.
Le prime pitture vennero allogate nel 1615, e il lavori si protrassero fino a circa il 1640, occupando gran parte dell'attività di Michelangelo il Giovane, accanto ai suoi studi storici e letterari che tanto vennero lodati, tra gli altri, da Filippo Baldinucci.

Dopo il primo gruppo di pitture, sulle pareti e sul soffitto, conclusosi verso il 1620, nel 1628 si aggiungevano i riquadri a monocromo nella fascia inferiore delle pareti con ulteriori episodi michelangioleschi, chiamati "cammei".
Gli anni seguenti ebbero una certa stasi decorativa, interrotta solo dalla commissione delle statue a Domenico Pieratti (1628-1632) e ad Antonio Novelli (1633-1635).

La galleria affaccia, con due finestre su un lato breve, su via Ghibellina (lato sud). I lati lunghi (est e ovest), sono interrotti da due porte ciascuno alle estremità, e altre due si trovano sull'altro lato breve, in comunicazione, dopo un corto passaggio che nasconde il vano di una scaletta a chiocciola, con la Sala della Notte e il Dì. Le ante delle porte vennero intarsiate da Benedetto Calenzuoli su disegno di Pietro da Cortona, nel 1637 circa, poco dopo che il Cortona, invitato a Firenze dal Granduca, soggiornò per la prima volta in casa Buonarroti.
La decorazione pittorica dei lati lunghi è divisa in cinque scomparti: due dipinti collocati sopra i portali, e tre mediani spartiti da semplici paraste in pietra serena, posti sopra una zoccolo con pitture a monocromo. I lati brevi sono tripartiti con le finestre o i portali ai lati, e uno spazio centrale che, nel lato sud, è occupato dalla statua di Michelangelo pensieroso di Antonio Novelli (1635) e, in quello nord, da dipinto dell'Epifania di Ascanio Condivi su cartone di Michelangelo stesso, accanto al quale trovano posto entro nicchie le statue della Vita attiva e della Vita contemplativa di Domenico Pieratti (1628-32). Negli spicchi sopra le nicchie, due coppie di teste di cane del Furini.
Il soffitto è diviso in quindici riquadri ospitanti altrettanti dipinti e corrispondenti alle partizioni del pavimento, in cotto, marmo e pietra.
Alle pareti si trovano i momenti salienti della vita di Michelangelo, mentre sul soffitto la decorazione prosegue con le sue esequie, la costruzione della tomba, e altre scene allegoriche, accanto alle «potenze e virtù d'animo» che fecero grande l'artista e due coppie d'angeli che intrecciano altrettante corone, simbolo delle quattro arti in cui Michelangelo era eccelso (Pittura, Scultura, Architettura e Poesia). Dovevano completare la decorazione un'opera di scultura e una di pittura di Michelangelo: la prima era la Battaglia dei centauri, posta sotto la statua dell'artista dove oggi si trova una lapide, meglio valorizzata dal XIX secolo in un'altra sala del museo. Per la pittura è presente la grande tavola di Ascanio Condivi, disegnata di Michelangelo.

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