di Matteo Mainardi
Rinvii, rinvii e ancora rinvii. E' così che da 491 giorni il
Parlamento ha posticipato di mese in mese la discussione sul
testamento biologico, portandoci oggi al
pericolo sempre più reale che uno scioglimento anticipato delle
camere porti al naufragio il testo.
Con questa newsletter abbia sempre cercato di
informarvi sui movimenti dei parlamentari: dei membri della
Commissione Affari Sociali alla Camera prima, dei deputati in
Aula poi, ora dei senatori che siedono in Commissione Igiene e
Sanità. Forse è il momento di riguardare al percorso fatto da
quel 4 febbraio 2016 a oggi. Ed è importante riguardare a
questo percorso ricordando come è iniziato: con il boicottaggio della
proposta di legge popolare per la legalizzazione dell'eutanasia
depositata nel 2013, boicottaggio deliberato dall'assemblea dei
capigruppo alla Camera.
All'inizio del 2016 infatti, grazie anche
all'aiuto di quello che era il gruppo di Sinistra Ecologia e
Libertà, riuscimmo a far calendarizzare per il 3 marzo l'avvio
del dibattito sull'eutanasia. Per la prima volta nella
storia repubblicana questo dibattito entrava in
Parlamento. Purtroppo i deputati, per azzoppare la discussione,
decisero di calendarizzare nel mese precedente il dibattito sul
testamento biologico.
Da allora, dimenticato il testo che avrebbe
legalizzato l'eutanasia, il testo sul biotestamento è passato
dalla Commissione della Camera vedendo lì dentro ben 2 rinvii -
il primo di due mesi, il secondo di un mese -, per poi passare
all'Aula con ulteriori due mesi di ritardo. E dall'Aula ancora
2 rinvii - di un mese e mezzo, poi di un mese - prima di
arrivare all'approvazione della Camera in prima lettura.
Repentino invece il passaggio al Senato.
Il ritardo accumulato a causa dei rinvii è stato
finora di 7
mesi e mezzo sui 16 mesi di discussione totale.
Ritardo che potrebbe essere ora fatale per l'approvazione
definitiva del testo.
Marco Cappato, radicale e promotore della campagna per la
regolamentazione delle scelte di fine vita, è intervenuto sul
punto: "L'impressionante
sequenza di rinvii ci offre il quadro di un Parlamento
totalmente inaffidabile, al di là della volontà dei singoli
parlamentari. Non è infatti in discussione la passione con la
quale deputati e senatori di (quasi) tutti i partiti stiano
operando per offrire a cittadini, e in particolare ai malati di
questo Paese una legge sul testamento biologico. Il problema è
che la "logica delle cose", cioè la logica di potere
dei capipartito, è tale da potere ogni volta imporre nuove
urgenze sulla base delle loro esigenze ed interessi,
travolgendo così gli obiettivi pazientemente costruiti
nell'interesse generale. Per questo", continua
Cappato, "lo
diciamo chiaro: NOI NON CI FIDIAMO delle scadenze sempre
fissate e mai rispettate, nonostante la buona e talvolta ottima
volontà di chi le fissa. Chiediamo a tutti e ciascuno di
mobilitarsi anche personalmente nei confronti dei parlamentari
per scongiurare che la logica burocratica dei ritardi faccia
perdere altri 5 anni di tempo ai malati che chiedono di poter
scegliere come morire. Chiediamo al Senato di porre subito in
votazione il testo di legge sul Testamento biologico!".
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