mercoledì 1 giugno 2016

LUIGI PULCI POETA ALLA CORTE DI LORENZO DE' 

MEDICI    
                                 


Luigi Pulci (1432-1484), erede della tradizione burlesca e popolana della cultura fiorentina, fu figura dissonante nel clima raffinato e neoplatonico della corte medicea. Nel 1461, grazie alla protezione di Lucrezia Tornabuoni, madre di Lorenzo il Magnifico, riuscì a entrare nella cerchia medicea con l'incarico di scrivere il suo capolavoro, il Morgante, la cui composizione lo occupò fino alla morte. Iniziò un periodo di grande amicizia tra il poeta e il signore di Firenze, che lo soccorse più volte quando si trovò in difficoltà economiche. Dal 1466 iniziò un periodo molto positivo della sua vita: scrisse la favola villereccia Beca da Dicomano (in parodia della Nencia di Barberino di Lorenzo); ebbe l'incarico di celebrare la giostra vinta da Lorenzo nel 1469; lo accompagnò nel 1471 in un'importante missione diplomatica a Napoli presso la corte aragonese; prese in moglie nel 1473 Lucrezia degli Albrizi. In questi anni ebbe inizio anche un aspro contrasto con Matteo Franco, un sacerdote amico di Marsilio Ficino e molto influente nella corte medicea, che si concretizzò in una serie di sonetti pungenti, in cui Pulci ironizzò in maniera aperta anche su argomenti teologici di grande rilevanza come l'immortalità dell'anima. Per questi motivi l'amicizia di Lorenzo si andò raffreddando e Pulci preferì allontanarsi sempre più spesso da Firenze. Nel 1478 apparve probabilmente la prima edizione, ancora ampiamente incompleta, del Morgante; la seconda edizione, in 23 cantari (canti) costituiti da ottave, uscì a Firenze nel 1481, mentre l'edizione definitiva in 28 cantari fu pubblicata con il titolo di Morgante maggiore nel 1483. Nella parte finale è contenuto un duro attacco contro un frate, probabilmente Savonarola, che aveva condannato pubblicamente Pulci per i suoi scritti sacrileghi. Nel 1484, convinto dall'agostiniano Mariano da Gennazano, Pulci fece pubblica ammenda in un'opera in terzine dal titolo Confessione, che valse a calmare le polemiche e rese realizzabile il progetto di un ritorno a Firenze. Ma Pulci morì improvvisamente a Padova e fu sepolto come eretico in terra sconsacrata.

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