FECONDAZIONE, ASS. LUCA COSCIONI DIFFIDA REGIONE
CAMPANIA E CHIEDE INCONTRO A DE LUCA “13 ANNI DI RITARDO SU LINEE
GUIDA, SI METTA IN REGOLA PER GARANTIRE PIENO ACCESSO A PMA"
Dichiarazione di Filomena Gallo, segretario Associazione
Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica, soggetto
costituente il Partito radicale
L'associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica, con
le associazioni L'altra cicogna, Hera, Aidagg, Amica Cicogna, Sos
infertilità, hanno congiuntamente chiesto un incontro al Presidente
della Regione Campania con funzione anche in materia di sanità,
Vincenzo De Luca, e inviato un atto di diffida affinché la Regione si
adegui agli obblighi previsti dalla legge 40 in materia di fecondazione
assistita.
La Campania vede attualmente in vigore linee guida
regionali sulla fecondazione assistita emanate nel 2003, mentre la
legge 40 prevede all’articolo 10 che le Regioni entro 3 mesi
dall'entrata in vigore "definiscano con proprio atto" i
criteri tecnici dei centri di PMA "linee guida regionali" in
linea con legge 40 e linee guida nazionali previste dalla stessa legge.
Inoltre, sebbene l'ex presidente della Regione Campania
Stefano Caldoro avesse sottoscritto la delibere della Conferenza
delle Regioni e delle Province Autonome del 4 e del 25 settembre 2014
assumendosi l'impegno formale a consentire l'esecuzione delle tecniche
di PMA omologa ed eterologa anche mediante meccanismi di mobilità
interregionale, non ha mai fatto seguire alcuna delibera regionale di
recepimento come è avvenuto nelle altre regioni. In particolare la
delibera della Conferenza delle Regioni prevede che “ribadito il principio
di considerare la PMA (sia l’omologa che l’eterologa) un LEA, in
attesa, come richiesto, del loro inserimento nel DPCM sui livelli
essenziali di assistenza”, definendo “per questa fase transitoria
una tariffa unica convenzionale che quantifichi i costi per queste
attività anche al fine di regolare le eventuali compensazioni relative
alla mobilità interregionale”. Tale documento prevede inoltre
convenzioni comuni, rimettendo però a ciascuna Regione la questione
della compartecipazione alla spesa, pur nella condivisione del
principio che essa avrebbe riguardato “la somma dei ticket per le
prestazioni previste ed effettuate per questa tecnica di fecondazione
nel rispetto dell’attuale normativa in materia di specialistica
ambulatoriale.
Si tratta di un inadempimento gravissimo che oramai da
troppo tempo lede i diritti dei cittadini campani, tanto è vero che i
rimborsi a carico dei Lea regionali sono bloccati e non sono applicate
tutte le tecniche di fecondazione medicalmente
assistita disponibili nel pubblico dove vi sono lunghe liste di
attesa e i pazienti, a causa del blocco dei rimborsi, non
possono neppure recarsi in altre regioni dove oltre alle strutture
pubbliche sono presenti anche strutture private convenzionate (in
Campania non ci sono neppure strutture private convenzionate, come in
Toscana e Lombardia).
Siamo consapevoli che tale situazione è pre esistente a
questa consiliatura, ma va risolta e pertanto chiediamo al
presidente Vincenzo De Luca, di intervenire immediatamente
affinché le coppie infertili e sterili campane possano accedere alla
fecondazione medicalmente assistita come nelle altre regioni e sia
affermato il loro diritto di accesso alle cure.
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