VIA DEI MALCONTENTI, IL MIGLIO VERDE DI FIRENZE
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La strada che collega via delle Casine a piazza Piave presenta un nome molto curioso. Parliamo di via dei Malcontenti, già via della Giustizia, nel quartiere di Santa Croce. Un toponimo che ricorda lo stato d'animo di coloro che, nei secoli passati, la percorrevano prima di essere condotti al patibolo.
Via dei Malcontenti era originariamente uno dei tratti che i condannati a morte attraversavano prima di essere giustiziati. Poco distante si trovava infatti l'antica prigione del Bargello, oggi splendido museo di fama internazionale. Le esecuzioni capitali si svolgevano al di fuori delle mura cittadine: i prigionieri venivano condotti in catene dal Bargello su un carro verso via dell'Anguillara, poi in piazza Santa Croce e in via di San Giuseppe, dove all'interno della Cappella della Compagnia dei Neri ricevevano gli ultimi sacramenti.
Dopo l'ultima messa, i condannati venivano tradotti fuori dalla cerchia muraria attraverso una porta chiamata non a caso “Porta della Giustizia”, oltre la quale avrebbero raggiunto la forca posizionata nei pressi dell'antica Torre della Zecca. L'ultimo tratto di via di San Giuseppe, tra la Cappella dei Neri e l'emblematica Porta della Giustizia, venne ribattezzato dai cittadini via dei Malcontenti: un miglio verde tutto fiorentino, dove i prigionieri muovevano i loro ultimi passi prima di morire, abbandonandosi a grida e pianti disperati. L'estremo viaggio dei malcontenti era accompagnato da una serie di tabernacoli, come quello che si trova ancora oggi all'angolo con via delle Casine, raffigurante una Madonna col bambino tra i Santi Giovanni e Pietro, che dopo l'alluvione venne sostituito da una copia.
Dopo l'ultima messa, i condannati venivano tradotti fuori dalla cerchia muraria attraverso una porta chiamata non a caso “Porta della Giustizia”, oltre la quale avrebbero raggiunto la forca posizionata nei pressi dell'antica Torre della Zecca. L'ultimo tratto di via di San Giuseppe, tra la Cappella dei Neri e l'emblematica Porta della Giustizia, venne ribattezzato dai cittadini via dei Malcontenti: un miglio verde tutto fiorentino, dove i prigionieri muovevano i loro ultimi passi prima di morire, abbandonandosi a grida e pianti disperati. L'estremo viaggio dei malcontenti era accompagnato da una serie di tabernacoli, come quello che si trova ancora oggi all'angolo con via delle Casine, raffigurante una Madonna col bambino tra i Santi Giovanni e Pietro, che dopo l'alluvione venne sostituito da una copia.
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