no alla pena di morte
1. LA STORIA DELLA
SETTIMANA : SVEZIA: CORTE SUPREMA RIFIUTA DI ESTRADARE CITTADINO CINESE 2. NEWS FLASH: SRI LANKA: LA CORTE SUPREMA
SOSPENDE LE ESECUZIONI FINO AL 30 OTTOBRE 3.
NEWS FLASH: YEMEN: CORTE HUTHI EMETTE 30 CONDANNE A MORTE PER SPIONAGGIO
4. NEWS FLASH: INDIA: CORTE SUPREMA
SOSPENDE SETTE ESECUZIONI 5. NEWS FLASH:
GAZA: EMESSA CONDANNA A MORTE PER OMICIDIO 6.
I SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA : DONA IL 5 X 1000 A NESSUNO TOCCHI CAINO
SVEZIA: CORTE SUPREMA RIFIUTA DI ESTRADARE CITTADINO
CINESE La Corte Suprema svedese ha dichiarato il 9 luglio 2019 di rifiutare
l'estradizione di un cittadino cinese accusato di crimini economici, dal
momento che l'uomo rischierebbe la persecuzione e la pena di morte in Cina.
Qiao Jianjun, ex funzionario dell'amministrazione statale
sul grano che ha vissuto principalmente negli Stati Uniti dal 2011, è ricercato
da Pechino nell’ambito di una vasta campagna governativa contro la corruzione.
È accusato di aver sottratto oltre 200 milioni di yuan
(39,5 milioni di dollari), secondo i documenti delle autorità cinesi forniti
alla Svezia.
Qiao Jianjun contesta le accuse mosse contro di lui e
afferma di essere inviso a Pechino da quando è entrato nel "Partito
Democratico Cinese" nel 2010.
"Lui nega i crimini e viene perseguitato dalle
autorità cinesi perché pensano che non sia fedele al partito (comunista)",
ha detto il suo avvocato, Henrik Olsson Lilja, all'Afp.
La Corte Suprema svedese ha affermato che esiste un
"rischio reale" che l'imputato possa essere condannato a morte, e che
le assicurazioni fornite dalle autorità cinesi non possano essere considerate
sufficientemente solide da giustificare l'estradizione.
"La Corte Suprema afferma che c'è il rischio che
sarà sottoposto a persecuzione a causa della sua attività politica e che sarà
sottoposto a trattamento in violazione della Convenzione Europea sui Diritti
Umani", ha detto in una nota il giudice Petter Asp.
"A queste condizioni, l'estradizione non può aver
luogo", ha aggiunto.
Qiao Jianjun è stato arrestato e detenuto in Svezia nel
giugno 2018 su richiesta della Cina.
È stato rilasciato il 19 giugno 2019 solo per essere
nuovamente arrestato una settimana dopo in un altro caso, questa volta per
volere degli Stati Uniti, dove le autorità lo sospettano di riciclaggio di
denaro commesso nel 2015.
La Svezia ha dato agli Stati Uniti fino al 2 agosto per
presentare un resoconto più dettagliato dei crimini di cui è sospettato prima
che decida una potenziale estradizione.
Sulle estradizioni è il governo svedese a prendere
ufficialmente le decisioni finali, ma è obbligato a seguire le sentenze della
Corte Suprema.
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NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH
SRI LANKA: LA CORTE SUPREMA SOSPENDE LE ESECUZIONI FINO
AL 30 OTTOBRE La Corte Suprema dello Sri Lanka il 5 luglio 2019 ha emesso un
ordine provvisorio che sospende l'applicazione della pena di morte fino al 30
ottobre.
L'ordine è stato emesso dal panel di tre membri
comprendente i giudici Buwaneka Aluvihare, Prasanna Jayawardena e Gamini
Amarasekara.
La Corte Suprema ha richiamato 12 petizioni sui
diritti fondamentali depositate presso la Corte per chiedere un ordine di
sospensione delle esecuzioni.
Il consigliere del Presidente MA Sumanthiran in relazione
a una petizione presentata dall'avvocato KH Geeganage ha sottolineato che la
decisione del Presidente di imporre l’esecuzione solo a quattro dei prigionieri
condannati a morte ha violato il diritto fondamentale alla parità di
trattamento in conformità alla legge garantita dalla Costituzione.
Il consigliere del Presidente ha chiesto alla Corte di
emettere un'ingiunzione provvisoria che impedisca l'attuazione della sentenza
per non violare i diritti fondamentali garantiti dalla Costituzione.
Il sostituto procuratore generale dello Stato, Nerin
Pulle, intervenendo per il procuratore generale, ha dichiarato in tribunale che
la pena di morte è una punizione prevista dalla legge dello Sri Lanka.
Pertanto, ha sostenuto che la direttiva del Presidente non violi i diritti
fondamentali.
Tuttavia, dopo aver esaminato le osservazioni, la Corte
Suprema ha stabilito che tutte le richieste relative ai diritti fondamentali
saranno prese in considerazione il 29 ottobre. Di conseguenza, la Corte Suprema
ha emesso un'ingiunzione che impedisce l'applicazione della pena di morte fino
al 30 ottobre.
YEMEN: CORTE HUTHI EMETTE 30 CONDANNE A MORTE PER
SPIONAGGIO Una corte gestita nello Yemen dai ribelli huthi il 9 luglio 2019 ha
condannato a morte 30 accademici, sindacalisti e religiosi con l’accusa di aver
spiato in favore della Coalizione guidata dai sauditi, ha reso noto una fonte
giudiziaria. Gli uomini, tra i 36 imputati processati dalla corte penale nella
capitale Sanaa controllata dai ribelli, sono stati detenuti nell'ultimo anno,
ha detto la fonte all'AFP.
"Il tribunale penale oggi (9 luglio) ha emesso un
verdetto che condanna a morte 30 persone con l'accusa di spionaggio per i Paesi
aggressori", ha detto la fonte, aggiungendo che gli altri sei sono stati
prosciolti. Ha aggiunto che gli uomini sono stati condannati per aver fornito
alla Coalizione informazioni sulle località per attacchi aerei.
La Coalizione è intervenuta nello Yemen a marzo 2015,
pochi mesi dopo che i ribelli sciiti huthi alleati dell’Iran hanno preso Sanaa.
INDIA: CORTE SUPREMA SOSPENDE SETTE ESECUZIONI La Corte
Suprema indiana il 4 luglio 2019 ha sospeso l'esecuzione delle condanne a morte
di sette uomini accusati dello stupro e omicidio di una donna con problemi
mentali a Rohtak nel 2015.
Sospendendo le esecuzioni di Rajesh, Pawan, Sunil (alias
Mada), Padam, Sarwar, Manbir e Sunil (alias Sheela), i giudici Ranjan Gogoi e
Deepak Gupta hanno ammesso i loro appelli contro il verdetto del 19 marzo
dell’Alta Corte del Punjab e Haryana che confermava la loro pena capitale.
I condannati hanno sostenuto che né il tribunale di primo
grado né l’Alta Corte abbiano effettuato alcuna valutazione individuale delle
circostanze attenuanti a favore di ciascuno degli accusati. Le corti
sottostanti hanno semplicemente valutato la natura brutale del crimine, ha
detto l'avvocato Vibha Datta Makhija, che ha rappresentato i condannati davanti
alla Corte Suprema.
La vittima di 27 anni, originaria del Nepal, risiedeva
con sua sorella a Rohtak. Agendo dopo una soffiata, la polizia ha arrestato
Padam, che ha vuotato il sacco durante l'interrogatorio, portando all'arresto
di altri sei imputati.
Il tribunale di primo grado ha emesso le condanne
all’impiccagione nel dicembre 2015.
GAZA: EMESSA CONDANNA A MORTE PER OMICIDIO Il Tribunale
di primo grado di Gaza il 9 luglio 2019 ha emesso una condanna all’impiccagione
nei confronti di J. M. (69 anni), da Jabalia, dopo averlo riconosciuto
colpevole dell'omicidio di A. A. commesso il 15 febbraio 2018.
Il Centro palestinese per i diritti umani (PCHR) ha
condannato l'uso della pena di morte nella Striscia di Gaza chiedendo alle
autorità di rispettare gli obblighi internazionali della Palestina ai sensi del
Secondo Protocollo opzionale del Patto internazionale sui diritti civili e
politici, finalizzato all'abolizione della pena di morte (Accesso nel giugno
2018).
Dall'inizio del 2019, sono state emesse tre condanne a
morte nelle aree controllate dall'Autorità Palestinese (AP).
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