ELEMACO SIGNORINI-IL BAGNO PENALE-GALLERIA ARTE MODERNA PALAZZO PITTI FIRENZE
Il Bagno Penale a Portoferraio è un quadro del pittore Telemaco Signorini. Dipinto tra il 1893 e il 1894, è una delle opere più celebri del pittore, ma anche una delle più scandalose e criticate.
Signorini dipinse una tavoletta intitolata il carcere di Portoferraio. Sei anni dopo, la rielaborò in dimensioni maggiori.
Il quadro rappresenta la violenta condizione dei detenuti del Bagno penale di Portoferraio. I prigionieri, disposti in due file parallele, indossano le classiche divise, formate da un’ampia casacca e un paio di pantaloni a righe, e hanno tutti i polsi incatenati da una pesante catena. Alcuni di questi uomini hanno un'espressione abbattuta e stanca, altri hanno uno sguardo quasi incuriosito mentre guardano i due funzionari che avanzano nel corridoio, scortati dagli agenti di polizia. L'ambiente è spoglio e le pareti sono prive di intonaco. C'è solo un punto luce, la finestra, da cui passa una luce bianca che illumina debolmente l'interno. I colori nello sfondo non sono nitidi e sono in contrasto con i contorni marcati dei carcerati; questo trasmette un senso di inquietudine e tensione.
Con questo lavoro Signorini si allontana dal tema dei paesaggi e si avvicina a una pittura più psicologica rivolta al ruolo dell'uomo all'interno della società come si osserva nel bagno penale, nel quadro La toilette del mattino e nel quadro La sala delle agitate nell'ospizio di San Bonifacio.
Il primo carcerato a destra è la raffigurazione di Carmine Crocco, un brigante italiano, tra i più noti rappresentanti del periodo risorgimentale, che fu condannato a morte, la cui pena poi fu commutata in ergastolo nel carcere di Portoferraio. Crocco morì in detenzione il 18 giugno 1905.
Il bagno penale a Portoferraio, insieme a La sala delle agitate nell'ospizio di San Bonifacio e a La toilette del mattino, costituisce un trittico naturalista-umanitario dedicato ai tre inferni della società: le carceri, i manicomi e i bordelli.
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