Il fenomeno della tratta
e dello sfruttamento è una realtà anche nel nostro Paese,
nascosta, difficile da vedere e fermare. La storia di Sophia è la storia
di molte ragazze
vittime di tratta e sfruttamento sessuale, ma prima di
addentrarci nel suo vissuto facciamo un breve punto della situazione in
Italia.
Esistono due tipi di tratta, una a scopo di sfruttamento lavorativo
e una sessuale,
le vittime sono
spesso minorenni, in Europa 1 su 4. In alcuni casi sono
molto giovani, ad esempio, in Italia nel 2018, dei 74 minori riusciti a
uscire dal sistema di sfruttamento e presi in carico dai programmi di
protezione istituzionale, 1 su 5 non supera i 15 anni e 9 su 10 erano
sfruttati sessualmente.
Lo studio mette inoltre in evidenza che le vittime di
tratta e sfruttamento ai fini sessuali in Italia provengono per lo più
dalla Nigeria,
seguita dai Paesi
dell’est Europa come la Bulgaria e l’Albania.
Le vittime sono ragazze molto spesso vulnerabili
economicamente, senza una famiglia alle spalle e con uno scarso livello
d’istruzione e che vengono adescate
con false promesse di un futuro migliore in Italia. I
trafficanti prestano loro i soldi per un viaggio che mano a mano che
continua diventa sempre più oneroso, aumentando così il loro debito che
sono costrette a
ripagare prostituendosi, una volta arrivate in Italia.
Uscirne non è facile, poiché la maggior parte dei soldi
che guadagnano vanno in mano alle organizzazioni criminali rendendo quasi
impossibile la fine di tutto questo.
Sophia partita dalla Nigeria e finita in questo meccanismo,
grazie al lavoro delle istituzioni, delle organizzazioni e i ministeri
contro la tratta, è
riuscita a liberarsi e può realizzare il suo sogno di
crescere, emanciparsi e avere una vita in cui appagare le sue
aspettative.
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