domenica 7 luglio 2019

          NESSUNO       TOCCHI           CAINO            no     alla      pena      di       morte...............


1.  LA STORIA DELLA SETTIMANA : IRAN: ALMENO 110 GIUSTIZIATI NELLA PRIMA METÀ DEL 2019 2.  NEWS FLASH: UE: LA DECISIONE DELLO SRI LANKA DI RIPRENDERE LE ESECUZIONI CONTRADDICE GLI IMPEGNI PRESI 3.  NEWS FLASH: USA: DIGIUNO ABOLIZIONISTA DAVANTI ALLA CORTE SUPREMA 4.  NEWS FLASH: MYANMAR: CONDANNATO A MORTE PER OMICIDIO COMMESSO DURANTE UNA RAPINA 5.  NEWS FLASH: NIGERIA: TRE LIBERATI DOPO 14 ANNI NEL BRACCIO DELLA MORTE 6.  I SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA : DONA IL 5 X 1000 A NESSUNO TOCCHI CAINO


IRAN: ALMENO 110 GIUSTIZIATI NELLA PRIMA METÀ DEL 2019 Secondo l’organizzazione Iran Human Rights sarebbero almeno 110 le esecuzioni compiute in Iran nella prima metà del 2019, un numero in crescita rispetto alle 98 registrate nello stesso arco di tempo un anno fa.

IHR precisa che, tranne che per i casi annunciati da fonti filogovernative, pubblica le notizie delle esecuzioni solo dopo averne ricevuto conferma da almeno due fonti attendibili. Per questo motivo il numero effettivo di esecuzioni potrebbe essere ben più alto. Di fatto, il data base compilato da Nessuno tocchi Caino che raccoglie informazioni da diversi siti indica, nello stesso arco di tempo, 124 esecuzioni. IHR ha calcolato che delle 110 esecuzioni, solo 37 sono state riportate da fonti filogovernative, le altre sono state tenute “segrete”. 83 esecuzioni sono state effettuate per “qisas”, ossia la legge del taglione islamica, per cui ogni omicidio viene punito con un altro omicidio. 13 persone sono state giustiziate per stupro, 9 per reati di droga, e 4 per “Moharebeh”, ossia “offesa a Dio” (la formula usata per sanzionare le rapine a mano armata). Una persona è stata giustiziata per spionaggio. IHR ha registrato che due degli impiccati erano minorenni all’epo  ca del reato attribuito. IHR ha ricevuto informazioni circa l’esecuzione di un terzo minorenne, ma è in attesa di riscontrare la notizia.


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NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH

UE: LA DECISIONE DELLO SRI LANKA DI RIPRENDERE LE ESECUZIONI CONTRADDICE GLI IMPEGNI PRESI L'Unione Europea il 27 giugno 2019 ha criticato la decisione dello Sri Lanka di riprendere le esecuzioni, affermando che sarebbe in contraddizione diretta con l'impegno del Paese a mantenere una moratoria di 43 anni sulla pena di morte, preso all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite l'anno scorso.
L'UE ha dichiarato che le esecuzioni pianificate dallo Sri Lanka invieranno segnali sbagliati alla comunità internazionale e agli investitori. L’UE ha detto che monitorerà gli impegni dello Sri Lanka nei confronti delle convenzioni internazionali su cui si basa un accordo commerciale preferenziale con il Paese.
Lo Sri Lanka ha un accesso vantaggioso al mercato dell'UE attraverso il Sistema di Preferenze Generalizzato Plus. Le concessioni erano state ritirate in seguito a presunti abusi subito dopo una lunga guerra civile, conclusasi nel 2009. Il governo del presidente Maithripala Sirisena ha fatto passi su riforme e impegni in materia di diritti umani per riportare il programma, quando è stato eletto nel 2015.
Tuttavia Sirisena ha detto questa settimana di aver firmato le condanne a morte di quattro detenuti riconosciuti colpevoli di traffico di droga e che saranno giustiziati presto.
Il Presidente ha detto di aver deciso la ripresa delle esecuzioni per salvare i giovani dai narcotici, spiegando la sua posizione al capo delle Nazioni Unite Antonio Gutteres durante una conversazione telefonica la sera del 27 giugno.
L’ultima esecuzione nello Sri Lanka risale al 1976.


USA: DIGIUNO ABOLIZIONISTA DAVANTI ALLA CORTE SUPREMA E’ iniziata il 1° luglio 2019 a Washington DC la 26° edizione della “Annual Fast & Vigil to Abolish the Death Penalty” un “digiuno e veglia” di 4 giorni, dal 1° al 4 luglio, davanti alla Corte Suprema degli Stati Uniti.
Sul marciapiede davanti alla Corte si raduneranno i cosiddetti “sopravvissuti al braccio della morte”, ossia le persone prosciolte, assieme a parenti delle vittime che non sono favorevoli alla pena di morte, a familiari di detenuti del braccio della morte, e abolizionisti provenienti da oltre 20 stati. Indossando magliette, portando cartelli e fornendo informazioni ai passanti, i manifestati vogliono sollecitare una presa di posizione netta della Corte Suprema contro la pena di morte.
La manifestazione viene tradizionalmente organizzata in questo periodo. Prende spunto dalla sentenza del 29 giugno 1972, denominata Furman v. Georgia, con cui la Corte Suprema dichiarò incostituzionali in quanto “arbitrary and capricious” le leggi capitali allora in vigore nei vari stati. La seconda sentenza che i dimostranti vogliono simbolicamente ricordare è quella del 2 luglio 1976 (Gregg v. Georgia) con cui la stessa Corte Suprema considerò sufficienti i cambiamenti apportati alle varie legislazioni, e autorizzò la ripresa dell esecuzioni.


MYANMAR: CONDANNATO A MORTE PER OMICIDIO COMMESSO DURANTE UNA RAPINA Il tribunale distrettuale di Mandalay il 27 giugno 2019 ha condannato a morte un uomo per una rapina a mano armata che provocò la morte di una donna nella township di Chan Mya Tharsi nella regione di Mandalay.
L'imputato, Khun Kaw Lar, è stato condannato a 10 anni di prigione con lavori forzati per il tentato furto e a morte per l'omicidio della donna.
Il processo ha richiesto 10 giorni. L'imputato ha sette giorni per presentare appello contro il verdetto.
"Abbiamo contattato la sua famiglia in relazione alla presentazione dell’appello. Sono molto poveri Non ho nulla da dire riguardo al verdetto perché è stato esaminato dal tribunale", ha detto un avvocato.
Nell'agosto 2018, un uomo e una donna erano in motocicletta quando furono urtati dall'accusato, anche lui in motocicletta, all'angolo tra la 55a strada e Hninsi road nel settore di Tun Done. L'imputato aprì il fuoco, uccidendo la donna e ferendo gravemente l'uomo.
La polizia disse che il bandito aveva cercato di rubare i soldi che i due avevano prelevato da una banca.
L'autore del reato era stato precedentemente condannato dal tribunale di Chan Mya Tharsi a tre anni di detenzione per possesso illegale di un'arma da fuoco.


NIGERIA: TRE LIBERATI DOPO 14 ANNI NEL BRACCIO DELLA MORTE Tre detenuti, tra cui un uomo di 86 anni, sono stati liberati dal braccio della morte in Nigeria 14 anni dopo essere stati condannati a morte per un omicidio che non hanno commesso.
Azubuije Ehirio, 86 anni; suo figlio Ehiodo Azubuije, 33; e il cugino Ngozi Onyekwere erano stati condannati a morte nel 2005, ma il Comitato Presidenziale della Nigeria sulla Riforma delle Carceri e il Decongestionamento li ha ritenuti non più colpevoli di omicidio.
Un altro dettaglio interessante è che se questa Commissione non fosse stata istituita, i tre sarebbero rimasti nel braccio della morte, soprattutto perché la famiglia non aveva la forza finanziaria adeguata per impugnare la condanna loro inflitta dall’Alta Corte dello Stato di Abia.
I prigionieri sono stati rilasciati senza condizioni dal Carcere di Massima sicurezza di Enugu.
Nel suo ordine, il presidente del Comitato, il giudice Ishaq Bello, ha detto che dopo aver esaminato le circostanze che hanno portato alla loro incarcerazione e alla successiva condanna, il Comitato si è convinto che dovessero essere liberati.
Quando fu chiamato in causa, l'ottuagenario Azubuije Ehirio disse alla corte che erano stati condannati ingiustamente e che non potevano appellarsi perché non avevano i soldi per farlo.
Ehirio aveva avuto una lite con un membro della sua comunità che aveva tentato di strappargli la sua terra ancestrale. In seguito, una rapina a mano armata nella casa dell'uomo con cui aveva litigato portò all'uccisione del figlio dell'uomo.
È stato questo incidente che ha spinto l'uomo, identificato solo come Emeka, ad accusarlo e successivamente a farlo arrestare.
"Mio figlio, che viveva a Port Harcourt in quel periodo, ha saputo che ero stato arrestato dalla polizia ed è rientrato. L'uomo ha chiesto anche l'arresto di mio figlio, insieme a mio cugino ", ha detto Ehirio.
Il giudice Bello, nel leggere l’ordine di liberazione, ha detto a Ehirio: "Devi essere grato a Dio e tenere un buon comportamento e non ricorrere più a nessuna forma di disputa".
Inoltre, il Comitato ha dato a ciascuno degli ex detenuti 10.000 naira per il viaggio di ritorno alla loro comunità. 

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I SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA


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