1. LA STORIA DELLA SETTIMANA : IRAN: ALMENO 110 GIUSTIZIATI NELLA PRIMA METÀ DEL 2019 2. NEWS FLASH: UE: LA DECISIONE DELLO SRI LANKA DI RIPRENDERE LE ESECUZIONI CONTRADDICE GLI IMPEGNI PRESI 3. NEWS FLASH: USA: DIGIUNO ABOLIZIONISTA DAVANTI ALLA CORTE SUPREMA 4. NEWS FLASH: MYANMAR: CONDANNATO A MORTE PER OMICIDIO COMMESSO DURANTE UNA RAPINA 5. NEWS FLASH: NIGERIA: TRE LIBERATI DOPO 14 ANNI NEL BRACCIO DELLA MORTE 6. I SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA : DONA IL 5 X 1000 A NESSUNO TOCCHI CAINO
IRAN: ALMENO 110 GIUSTIZIATI NELLA PRIMA METÀ DEL 2019
Secondo l’organizzazione Iran Human Rights sarebbero almeno 110 le esecuzioni
compiute in Iran nella prima metà del 2019, un numero in crescita rispetto alle
98 registrate nello stesso arco di tempo un anno fa.
IHR precisa che, tranne che per i casi annunciati da
fonti filogovernative, pubblica le notizie delle esecuzioni solo dopo averne
ricevuto conferma da almeno due fonti attendibili. Per questo motivo il numero
effettivo di esecuzioni potrebbe essere ben più alto. Di fatto, il data base
compilato da Nessuno tocchi Caino che raccoglie informazioni da diversi siti
indica, nello stesso arco di tempo, 124 esecuzioni. IHR ha calcolato che delle
110 esecuzioni, solo 37 sono state riportate da fonti filogovernative, le altre
sono state tenute “segrete”. 83 esecuzioni sono state effettuate per “qisas”,
ossia la legge del taglione islamica, per cui ogni omicidio viene punito con un
altro omicidio. 13 persone sono state giustiziate per stupro, 9 per reati di
droga, e 4 per “Moharebeh”, ossia “offesa a Dio” (la formula usata per
sanzionare le rapine a mano armata). Una persona è stata giustiziata per
spionaggio. IHR ha registrato che due degli impiccati erano minorenni all’epo ca del reato attribuito. IHR ha ricevuto
informazioni circa l’esecuzione di un terzo minorenne, ma è in attesa di
riscontrare la notizia.
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NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH
UE: LA DECISIONE DELLO SRI LANKA DI RIPRENDERE LE
ESECUZIONI CONTRADDICE GLI IMPEGNI PRESI L'Unione Europea il 27 giugno 2019 ha
criticato la decisione dello Sri Lanka di riprendere le esecuzioni, affermando
che sarebbe in contraddizione diretta con l'impegno del Paese a mantenere una
moratoria di 43 anni sulla pena di morte, preso all'Assemblea Generale delle
Nazioni Unite l'anno scorso.
L'UE ha dichiarato che le esecuzioni pianificate dallo
Sri Lanka invieranno segnali sbagliati alla comunità internazionale e agli
investitori. L’UE ha detto che monitorerà gli impegni dello Sri Lanka nei
confronti delle convenzioni internazionali su cui si basa un accordo
commerciale preferenziale con il Paese.
Lo Sri Lanka ha un accesso vantaggioso al mercato dell'UE
attraverso il Sistema di Preferenze Generalizzato Plus. Le concessioni erano
state ritirate in seguito a presunti abusi subito dopo una lunga guerra civile,
conclusasi nel 2009. Il governo del presidente Maithripala Sirisena ha fatto
passi su riforme e impegni in materia di diritti umani per riportare il
programma, quando è stato eletto nel 2015.
Tuttavia Sirisena ha detto questa settimana di aver
firmato le condanne a morte di quattro detenuti riconosciuti colpevoli di
traffico di droga e che saranno giustiziati presto.
Il Presidente ha detto di aver deciso la ripresa delle
esecuzioni per salvare i giovani dai narcotici, spiegando la sua posizione al
capo delle Nazioni Unite Antonio Gutteres durante una conversazione telefonica
la sera del 27 giugno.
L’ultima esecuzione nello Sri Lanka risale al 1976.
USA: DIGIUNO ABOLIZIONISTA DAVANTI ALLA CORTE SUPREMA E’
iniziata il 1° luglio 2019 a Washington DC la 26° edizione della “Annual Fast
& Vigil to Abolish the Death Penalty” un “digiuno e veglia” di 4 giorni,
dal 1° al 4 luglio, davanti alla Corte Suprema degli Stati Uniti.
Sul marciapiede davanti alla Corte si raduneranno i
cosiddetti “sopravvissuti al braccio della morte”, ossia le persone prosciolte,
assieme a parenti delle vittime che non sono favorevoli alla pena di morte, a
familiari di detenuti del braccio della morte, e abolizionisti provenienti da
oltre 20 stati. Indossando magliette, portando cartelli e fornendo informazioni
ai passanti, i manifestati vogliono sollecitare una presa di posizione netta
della Corte Suprema contro la pena di morte.
La manifestazione viene tradizionalmente organizzata in
questo periodo. Prende spunto dalla sentenza del 29 giugno 1972, denominata Furman
v. Georgia, con cui la Corte Suprema dichiarò incostituzionali in quanto
“arbitrary and capricious” le leggi capitali allora in vigore nei vari stati.
La seconda sentenza che i dimostranti vogliono simbolicamente ricordare è
quella del 2 luglio 1976 (Gregg v. Georgia) con cui la stessa Corte Suprema
considerò sufficienti i cambiamenti apportati alle varie legislazioni, e
autorizzò la ripresa dell esecuzioni.
MYANMAR: CONDANNATO A MORTE PER OMICIDIO COMMESSO DURANTE
UNA RAPINA Il tribunale distrettuale di Mandalay il 27 giugno 2019 ha
condannato a morte un uomo per una rapina a mano armata che provocò la morte di
una donna nella township di Chan Mya Tharsi nella regione di Mandalay.
L'imputato, Khun Kaw Lar, è stato condannato a 10 anni di
prigione con lavori forzati per il tentato furto e a morte per l'omicidio della
donna.
Il processo ha richiesto 10 giorni. L'imputato ha sette
giorni per presentare appello contro il verdetto.
"Abbiamo contattato la sua famiglia in relazione
alla presentazione dell’appello. Sono molto poveri Non ho nulla da dire
riguardo al verdetto perché è stato esaminato dal tribunale", ha detto un
avvocato.
Nell'agosto 2018, un uomo e una donna erano in
motocicletta quando furono urtati dall'accusato, anche lui in motocicletta,
all'angolo tra la 55a strada e Hninsi road nel settore di Tun Done. L'imputato
aprì il fuoco, uccidendo la donna e ferendo gravemente l'uomo.
La polizia disse che il bandito aveva cercato di rubare i
soldi che i due avevano prelevato da una banca.
L'autore del reato era stato precedentemente condannato
dal tribunale di Chan Mya Tharsi a tre anni di detenzione per possesso illegale
di un'arma da fuoco.
NIGERIA: TRE LIBERATI DOPO 14 ANNI NEL BRACCIO DELLA
MORTE Tre detenuti, tra cui un uomo di 86 anni, sono stati liberati dal braccio
della morte in Nigeria 14 anni dopo essere stati condannati a morte per un
omicidio che non hanno commesso.
Azubuije Ehirio, 86 anni; suo figlio Ehiodo Azubuije, 33;
e il cugino Ngozi Onyekwere erano stati condannati a morte nel 2005, ma il
Comitato Presidenziale della Nigeria sulla Riforma delle Carceri e il
Decongestionamento li ha ritenuti non più colpevoli di omicidio.
Un altro dettaglio interessante è che se questa
Commissione non fosse stata istituita, i tre sarebbero rimasti nel braccio
della morte, soprattutto perché la famiglia non aveva la forza finanziaria
adeguata per impugnare la condanna loro inflitta dall’Alta Corte dello Stato di
Abia.
I prigionieri sono stati rilasciati senza condizioni dal
Carcere di Massima sicurezza di Enugu.
Nel suo ordine, il presidente del Comitato, il giudice
Ishaq Bello, ha detto che dopo aver esaminato le circostanze che hanno portato
alla loro incarcerazione e alla successiva condanna, il Comitato si è convinto
che dovessero essere liberati.
Quando fu chiamato in causa, l'ottuagenario Azubuije
Ehirio disse alla corte che erano stati condannati ingiustamente e che non
potevano appellarsi perché non avevano i soldi per farlo.
Ehirio aveva avuto una lite con un membro della sua
comunità che aveva tentato di strappargli la sua terra ancestrale. In seguito,
una rapina a mano armata nella casa dell'uomo con cui aveva litigato portò
all'uccisione del figlio dell'uomo.
È stato questo incidente che ha spinto l'uomo,
identificato solo come Emeka, ad accusarlo e successivamente a farlo arrestare.
"Mio figlio, che viveva a Port Harcourt in quel
periodo, ha saputo che ero stato arrestato dalla polizia ed è rientrato. L'uomo
ha chiesto anche l'arresto di mio figlio, insieme a mio cugino ", ha detto
Ehirio.
Il giudice Bello, nel leggere l’ordine di liberazione, ha
detto a Ehirio: "Devi essere grato a Dio e tenere un buon comportamento e
non ricorrere più a nessuna forma di disputa".
Inoltre, il Comitato ha dato a ciascuno degli ex detenuti
10.000 naira per il viaggio di ritorno alla loro comunità.
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I SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA
DONA IL 5 X 1000 A NESSUNO TOCCHI CAINO
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speranza per chi è condannato alla pena di morte e alla pena fino alla morte
che nel nostro Paese si chiama "ergastolo ostativo". Spes contra spem
è il motto di una vita di Marco Pannella che continua ad orientare l'impegno di
Nessuno tocchi Caino e del Partito Radicale.
Aiutaci ad essere speranza quando tutto intorno sembra
remare contro.
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