sabato 27 luglio 2019

        NESSUNO       TOCCHI          CAINO                  no     alla      pena       di        morte       


1.  LA STORIA DELLA SETTIMANA : IRAN: CONDANNE A MORTE PER SPIONAGGIO E IMPICCAGIONI DI DONNE 2.  NEWS FLASH: USA: DOPO 16 ANNI TORNANO LE ESECUZIONI FEDERALI 3.  NEWS FLASH: PAKISTAN: CONDANNATO A MORTE OMICIDA DI UN TRANSGENDER 4.  NEWS FLASH: FILIPPINE: DUTERTE CHIEDE AL PARLAMENTO DI REINTRODURRE LA PENA DI MORTE 5.  NEWS FLASH: IRAQ: CONDANNATI A MORTE DUE MEMBRI DELLO STATO ISLAMICO 6.  I SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA :


IRAN: CONDANNE A MORTE PER SPIONAGGIO E IMPICCAGIONI DI DONNE L'Iran ha reso noto di aver arrestato 17 presunte spie al servizio della CIA, emettendo condanne a morte nei confronti di alcune di loro.

Il ministero dell'intelligence di Teheran ha affermato che i sospettati stavano raccogliendo informazioni nel settore nucleare, militare e in altri settori.
L'Iran ha detto che le spie che presumibilmente lavoravano per la Central Intelligence Agency sono state arrestate in un periodo di 12 mesi fino a marzo di quest'anno.
I 17 sono tutti cittadini iraniani che lavoravano in "centri sensibili" nelle strutture militari e nucleari e nel settore privato che avrebbero agito indipendentemente l'uno dall'altro, ha detto ai giornalisti un alto funzionario dell'intelligence iraniana.
Non ha detto quanti siano stati condannati a morte o quando le sentenze siano state pronunciate.
"Sono state emesse sentenze per queste spie, alcune delle quali devono essere messe a morte come "corruttori sulla terra" (un'accusa punibile con la morte in base alle regole islamiche in Iran), ha dichiarato il capo del dipartimento di spionaggio del ministero dell'intelligence, riportato dalla Iranian Students News Agency (ISNA).
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha respinto le accuse iraniane, definendole come "totalmente false".
Sempre in Iran, due donne, Arasteh Ranjbar e Nazdar Vatankhah, sono state impiccate nella prigione di Urmia il 23 luglio 2019. La notizia è stata riportata inizialmente da diverse fonti “libere”, e il giorno dopo confermata anche da fonti filogovernative. Arasteh Ranjbar era accusata di aver ucciso il marito, e Nazdar Vatankhah, sorella della vittima, era accusata di complicità nello stesso fatto. Entrambe avevano trascorso 15 anni nel braccio della morte. Lo scorso mese era stato notificato loro che avevano un mese di tempo per cercare un accordo con i familiari della vittima, ossia gli stessi figli di Arasteh Ranjbar, per evitare l’esecuzione. L’accordo non è stato trovato, e le due donne sono state messe a morte. Con loro sale a 93 il numero delle donne impiccate da quando, nell’agosto 2013, è stato eletto presidente Hassan Rouhani. Secondo HENGAW e KHRN le due donne erano di etnia curda.


---------------------------------------
NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH

USA: DOPO 16 ANNI TORNANO LE ESECUZIONI FEDERALI Il dipartimento della Giustizia ha annunciato la ripresa delle esecuzioni capitali nel sistema di giustizia federale, dopo una moratoria durata oltre 15 anni. Nel suo comunicato, il dipartimento riferisce che il ministro della Giustizia, William Barr, ha chiesto al direttore dell'Ufficio carcerario federale di programmare le esecuzioni di cinque detenuti che si trovano nel braccio della morte per condanne per omicidio. La prima esecuzione è stata fissata per il 9 dicembre.
"Il Congresso ha espressamente autorizzato la pena di morte attraverso la legislazione adottata dai rappresentanti del popolo in entrambe le camere del Congresso e firmata dal presidente", ha detto Barr. "Il dipartimento di Giustizia sostiene lo stato di diritto e dobbiamo alle vittime e alle loro famiglie l'esecuzione delle sentenze imposte dal nostro sistema giudiziario".
La decisione annunciata oggi avrà effetto solamente sul sistema di giustizia federale, poiché gli Stati Usa decidono autonomamente se adottare la pena di morte nei propri ordinamenti giudiziari. Sebbene l'ultima condanna a morte nel sistema di giustizia federale sa stata eseguita nel 2003, la magistratura federale ha continuato in ambito processuale a chiedere condanne alla pena capitale.
La prima condanna a morte che verrà eseguita il 9 dicembre, riferisce il dipartimento di Giustizia nel suo comunicato, sarà quella di Daniel Lewis Lee, membro di un gruppo di suprematisti bianchi, che nel 1999 venne condannato per l'omicidio di una famiglia di tre persone, compresa una bambina di otto anni.
Le cinque esecuzioni programmate avranno luogo tra il 9 dicembre e il 15 gennaio del 2020 nel penitenziario di Terre Haute, in Indiana. Altre esecuzioni "verranno programmate in date successive". Si tratta, spiega il dipartimento, di condannati a morte che hanno esaurito tutti i gradi di appello e le disposizioni successive alla condanna e per i quali, al momento, non ci sono impedimenti legali che ne impediscano l'esecuzione.(Fonti: Adn, 25/07/2019) Sotto è riportato il link per ascoltare l’intervista a Sergio D’Elia sul ripristino delle esecuzioni federali negli Usa.

PAKISTAN: CONDANNATO A MORTE OMICIDA DI UN TRANSGENDER L’omicida di una persona transgender è stato condannato a morte dal tribunale distrettuale di Peshawar il 22 luglio 2019. La sentenza è stata annunciata dal giudice Saadia Andaleeb nel caso dell’omicidio di Alisha, uccisa con arma da fuoco da Fazal Dayan Alias Fazal Gujar nel maggio 2016.
La sentenza è stata emessa sulla base della dichiarazione in punto di morte della vittima alla polizia in ospedale. Un altro accusato nel caso, Rahmat Ullah, è stato liberato in quanto la polizia non ha potuto presentare alcuna prova del suo coinvolgimento nel caso di omicidio.
Il caso è stato seguito in tribunale dal capo della TransAlliance, Farzan Jan, attraverso il suo avvocato Gul Rahman.
Taimur Kamal, attivista della società civile di Peshawar, ha detto a TNN che per la prima volta l'assassino di una persona transgender è stato condannato a morte da un tribunale. Ha espresso soddisfazione per la sentenza e ha affermato che una punizione severa sarà utile per contrastare i crescenti crimini contro i transessuali nel Paese.


FILIPPINE: DUTERTE CHIEDE AL PARLAMENTO DI REINTRODURRE LA PENA DI MORTE Il presidente filippino Rodrigo Duterte il 22 luglio 2019 ha esortato i parlamentari a reintrodurre la pena di morte, come parte della sua repressione contro i narcotici in cui la polizia ha già ucciso migliaia di persone.
Sostenuto da alti indici di gradimento nel Paese e da un parlamento dominato dai suoi alleati, Duterte ha usato il suo discorso annuale sullo stato della nazione per avanzare la richiesta.
"Chiedo rispettosamente al congresso di ripristinare la pena di morte per crimini gravi legati alla droga e al saccheggio", ha detto riferendosi anche al problema della corruzione profondamente radicato nella nazione.
"Miei connazionali, è una triste constatazione che non possiamo distinguere il nostro bisogno dalla nostra avidità, i nostri principi dai pregiudizi", ha detto a centinaia di legislatori, diplomatici e celebrità riuniti a Manila.


IRAQ: CONDANNATI A MORTE DUE MEMBRI DELLO STATO ISLAMICO Un tribunale iracheno ha condannato a morte due uomini dopo averli giudicati colpevoli di essersi uniti al gruppo dello Stato Islamico, ha reso noto la magistratura.
Uno dei due è stato ritenuto implicato in attacchi terroristici contro le forze di sicurezza vicino alla raffineria di petrolio di Baiji e all'Università di Tikrit nella provincia a maggioranza sunnita di Salahuddin, ha detto in un comunicato il Supremo Consiglio Giudiziario il 18 luglio 2019, riportato da Baghdad Today.
L'altro imputato avrebbe confessato di aver gestito un'officina per veicoli-bomba dello Stato Islamico nel 2014, secondo la dichiarazione.

Nessun commento:

Posta un commento