La Madonna dell'Impannata è un dipinto a olio su tavola (158x125 cm) di Raffaello Sanzio con aiuti, databile al 1513-1514 circa.
Vasari riportò come l'opera fosse stata dipinta per Bindo Altoviti, sequestrata poi da Cosimo I de' Medici. Durante l'occupazione napoleonica fu portata a Parigi nel 1799 e restituita nel 1815.
Sebbene il complesso schema sia sicuramente frutto di un'idea di Raffaello, la stesura è quasi interamente attribuita agli allievi: forse il Sanzio dipinse solo la figura di Gesù e la testa di Elisabetta.
L'opera prende il nome dalla particolare finestra "impannata" che si vede sullo sfondo. In una stanza appena rischiarata ha luogo una complessa sacra conversazione, con la Madonna col Bambino che porge il figlio a sant'Elisabetta inginocchiata, dietro la quale si trova, colta in un gesto affettuoso, santa Caterina d'Alessandria; a destra infine, seduto quasi sul bordo del dipinto, san Giovannino. Quest'ultimo richiama l'attenzione dello spettatore fissandolo e proiettandosi verso di esso con il piede sinistro, illusionisticamente sporgente, e indica verso Gesù, come al suo solito. Il centro della scena è poi occupato da una carambola di sguardi e gesti, che generano un moto circolare di raro equilibrio e intensa commozione partecipativa dei protagonisti.
Di vivo realismo è la grinzosa testa dell'anziana Elisabetta, girata a profil perdu. Radiografie hanno dimostrato che sotto Giovanni Battista si trova il disegno di un san Giuseppe e di un Battista in un'altra posa. La semplificazione della composizione venne decisa per chiudere il cerchio ideale composto dalle figure, attorno al fulcro del Bambino.
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