mercoledì 2 gennaio 2019

LORENZO MONACO-L'ANNUNCIAZIONE-BASILICA SANTA TRINITA FIRENZE

L'Annunciazione Bartolini Salimbeni è un'opera a tempera su tavola di Lorenzo Monaco, databile all'ultima fase della sua produzione prima della morte (1420-1424) e conservata nella collocazione originaria sull'altare della Cappella Bartolini Salimbeni nella basilica di Santa Trinita a Firenze.
L'opera venne dipinta in stretta sintonia con gli affreschi della cappella, integrandosi sia da un punto di vista figurativo, tramite un riquadro appositamente lasciato vuoto in corrispondenza della pala, sia iconografico, presentando le storie legate alla vita della Vergine dall'annunciazione alla fuga in Egitto, non contemplate negli affreschi.
La pala occupa un posto particolare nel passaggio dal polittico di stampo medievale alla pala rinascimentale: viene in genere indicata come la prima opera dove il soggetto rappresentato è messo in diretta relazione con la reale architettura circostante, dove lo spazio pittorico è unico e le figure sono concepite, per quanto riguarda dimensioni e colori, per armonizzarsi con gli affreschi, che ne rappresentavano in un certo senso gli scomparti laterali[1]. Innovativa, per quanto ne sappiamo, fu anche la scelta di intelaiare la tavola su tutti i lati disponibili, con una prima testimonianza di pilastrini decorati da figurette di santi, ripresa poi da Masaccio e da Beato Angelico.
La tavola dell'Annunciazione aveva un ruolo fondamentale all'interno del ciclo, poiché esplicava l'incarnazione del Verbo e il tema dell'Immacolata concezione su cui l'intero ciclo era incentrato. Come ispirazione Lorenzo Monaco ebbe a disposizione in primis l'affresco "miracoloso" della Santissima Annunziata, poi le opere di Simone Martini e dei fratelli Lorenzetti del secolo precedente, visibili a Siena e ad Arezzo, ma anche esemplari fiorentini da questi derivati, come l'Annunciazione del 1390 circa del Maestro della Madonna Strauss, oggi alla Galleria dell'Accademia. Infine un modello più recente e innovativo era la formella di Lorenzo Ghiberti nella porta nord del battistero di Firenze (1403-1424), dal quale sembrano ripresi i gesti e l'ambientazione sotto una loggia.
La Madonna è raffigurata seduta, mentre arriva l'Angelo che interrompe la sua lettura (il libro simboleggiava l'avverarsi delle Sacre Scritture), recante in mano il giglio, simbolo di purezza. Ella però non guarda l'Angelo, ma rivolge lo sguardo a Dio, che si trova in alto al centro, circondato da serafini, che le manda la colomba dello Spirito Santo. I panneggi dalle falcate ritmiche e ampie che creano giochi lineari, le figure longilinee ed eleganti, i colori forti e aciduli, sono tutti elementi tipici dello stile maturo di Lorenzo Monaco, che caratterizza la sua produzione "internazionale" dopo il 1404. L'ambientazione a metà tra l'aperto e la casa di Maria a Nazareth, con il portale oltre il quale si intravede il talamo, non è nuova, mentre più singolare è l'allusione all'hortus conclusus (simbolo di verginità mariana) con i tre tronchi che emergono dal fondo oro oltre la porta posteriore.

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