nessuno tocchi CAINO
NO ALLA PENA DI MORTE
1. LA STORIA DELLA
SETTIMANA : SUPERCOPPA ITALIANA: NESSUNO TOCCHI CAINO, BENE CHE SI SVOLGA IN
ARABIA SAUDITA 2. NEWS FLASH: IRAN: 12
ESECUZIONI PER DROGA 3. NEWS FLASH:
NIGERIA: GOVERNATORE DI ONDO COMMUTA TRE CONDANNE CAPITALI 4. NEWS FLASH: BIELORUSSIA: CONDANNATO A MORTE
PER L’OMICIDIO DI DUE RAGAZZE 5. NEWS
FLASH: STUDIO: GLI OMICIDI DIMINUISCONO DOPO L’ABOLIZIONE DELLA PENA DI MORTE
6. I SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA :
SUPERCOPPA ITALIANA: NESSUNO TOCCHI CAINO, BENE CHE SI
SVOLGA IN ARABIA SAUDITA
“L’Arabia Saudita è da sempre il maggior partner
commerciale italiano nell'area mediorientale e nessuno ha mai avuto nulla da
ridire. Ora, con la Supercoppa, molti si accorgono che lì vige un regime
illiberale, dove le donne sono discriminate, gli oppositori politici vengono
torturati e uccisi e i condannati a morte anche per reati non violenti sono
decapitati sulla pubblica piazza”, hanno dichiarato Rita Bernardini, Sergio
D’Elia ed Elisabetta Zamparutti, responsabili dell’associazione radicale
Nessuno tocchi Caino.
“I governi occidentali, in questi anni, sono sempre stati
accondiscendenti nei confronti di un governo considerato amico dell’Occidente
anche se responsabile delle più gravi violazioni di diritti umani universali.
Le imprese di tutto il mondo libero non hanno mai smesso di fare affari con un
Paese dove i gli immigrati dai Paesi più poveri del mondo sono sfruttati sul
lavoro e privati di ogni diritto sindacale. Autorevoli donne di potere
dell’Europa libera e civile, che ora si stracciano le vesti per le limitazioni
all’accesso allo stadio delle donne saudite, si sono sempre presentate con il
capo coperto dal velo al cospetto delle autorità mediorientali più illiberali e
retrograde.”
“Questo genere di boicottaggi e diserzioni di un evento
sportivo non è la via per favorire un cambio di regime in Arabia Saudita come
in altri paesi autoritari. Meglio andare lì per denunciare piuttosto che
denunciare restando a casa. Ad esempio, le giornaliste accreditate a coprire
quell’evento vadano lì con il capo scoperto per manifestare la libertà che ci
sta tanto a cuore e per essere vicine alle donne saudite che non vogliamo
abbandonare al loro destino.”
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NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH
IRAN: 12 ESECUZIONI PER DROGA
Dodici detenuti per droga il 6 dicembre 2018 sono stati
giustiziati nella prigione centrale di Kerman, nell'Iran sudorientale.
Si tratta del numero più alto di esecuzioni legate agli
stupefacenti in un giorno solo da quando i nuovi emendamenti alla legge
antinarcotici sono entrati in vigore nel novembre 2017.
Secondo le fonti di IHR, nella mattinata del 6 dicembre
almeno 12 prigionieri sono stati impiccati nel carcere di Kerman, tutti con
accuse relative alle droghe.
Tre dei prigionieri sono stati identificati come Ali
Deyhim (o Deyhi), Majid Shiki e Reza Ouhadi, accusati di possesso di 700 kg di
oppio, 1700 kg di oppio e 14 Kg di eroina rispettivamente.
Fonti locali hanno identificato altri due uomini come
Jalil, figlio di Khodabakhs e Yousef, figlio di Jalaloddin.
"Queste persone erano in prigione da diversi anni.
Uno di loro aveva trascorso 15 anni in prigione. Un altro era stato condannato
all'ergastolo. Aveva ottenuto un permesso ed era stato accusato di possesso di
droghe mentre era in permesso e condannato a morte ", ha detto una fonte a
IHR," le loro condanne a morte sono state confermate anche dopo che il
caso è stato rivisto in base alla nuova legge.”
Le identità di altri quattro prigionieri giustiziati sono
state rivelate da altri gruppi per i diritti umani come "Abdolghani
Ghalandarzehi, Yaghoub Ghalandarzehi; e due fratelli con il cognome di
Shahzehi", tutti della provincia del Baluchistan.
Tre dei prigionieri giustiziati il 6 dicembre non sono
stati ancora identificati. Nessuna delle esecuzioni è stata annunciata dalle
autorità iraniane.
NIGERIA: GOVERNATORE DI ONDO COMMUTA TRE CONDANNE
CAPITALI Il Governatore dello Stato nigeriano di Ondo, Rotimi Akeredolu, il 31
dicembre 2018 ha commutato le condanne a morte di tre detenuti in ergastolo,
concedendo la grazia ad altri 12 prigionieri, nell’ambito delle celebrazioni
per il nuovo anno.
Questo il contenuto della dichiarazione emessa e firmata
dal segretario per la stampa del Governatore, Segun Ajiboye, il quale ha
affermato che il governatore ha esercitato il potere nello spirito delle
celebrazioni per il nuovo anno 2019.
Ajiboye ha anche dichiarato che altri 12 detenuti che
hanno scontato vari periodi in carcere hanno beneficiato del gesto del governatore
dal momento che quest’ultimo ha ordinato il loro immediato rilascio.
BIELORUSSIA: CONDANNATO A MORTE PER L’OMICIDIO DI DUE
RAGAZZE Alyaksandr Asipovich, 36 anni, è stato condannato a morte in Bielorussia
il 9 gennaio 2019 per l'omicidio di due ragazze.
La scorsa estate il brutale omicidio delle due giovani a
Babruysk aveva scioccato l'intero Paese.
Il 20 luglio, una ragazza telefonò alla polizia gridando
che stavano per essere uccise:
"Ci sta uccidendo! Ci siamo chiuse in bagno! Ha
un'ascia! Mio Dio, distruggerà tutto! Sono coperta di sangue!" urlò la
vittima.
Le ragazze non conoscevano l'indirizzo dell'aggressore e
la polizia non fu in grado di identificarlo immediatamente.
Secondo i pubblici ministeri, Asipovich, un residente di
Babruysk, ha brutalmente ucciso le due ragazze. L'uomo le aveva incontrate in
un bar, dove avevano bevuto qualcosa, poi i tre si recarono a casa dell’uomo.
Asipovich le pugnalò e le colpì con un martello. I loro corpi con numerosi
tagli e ferite furono trovati nel bagno.
L'imputato si rese pienamente conto di ciò che stava
accadendo al momento dell'omicidio; ha anche cercato di coprire il crimine, ha
detto il procuratore di stato Volha Ivanova. Il fatto che si sia consegnato
alla polizia non può essere un fattore attenuante, ha sottolineato.
La giuria ha inflitto la condanna capitale all’imputato.
Inoltre, dovrà pagare 100.000 rubli bielorussi alla madre di una delle vittime
per danni morali, oltre a tutti i costi dei funerali e delle spese legali. Il
giudice ha informato il condannato del suo diritto di appellarsi contro il
verdetto e chiedere la grazia.
STUDIO: GLI OMICIDI DIMINUISCONO DOPO L’ABOLIZIONE DELLA
PENA DI MORTE
11 nazioni che hanno abolito la pena di morte hanno
riscontrato una diminuzione degli omicidi.
Il dato è contenuto nello studio “Cosa succede al tasso
di omicidi quando la pena di morte viene abolita? Uno sguardo a 11 nazioni che
potrebbe sorprendere” (What Happens to Murder Rates when the Death Penalty is
Scrapped? A Look at Eleven Countries Might Surprise You), pubblicato a dicembre
dall’Abdorrahman Boroumand Center, un’organizzazione con sede a Washinfton DC
che promuove i diritti umani e la democrazia in Iran.
Il rapporto ha esaminato i tassi di omicidio in 11 paesi
che hanno abolito la pena capitale, constatando che dieci di questi paesi hanno
registrato un calo degli omicidi nel decennio successivo all'abolizione.
I paesi venivano inclusi se rispettavano i seguenti
criteri: avevano abolito formalmente la pena di morte da almeno dieci anni,
almeno una condanna a morte era stata imposta o eseguita nel decennio
precedente l'abolizione, e sul paese dovevano essere disponibili dati
affidabili sul tasso di omicidi a cura della World Trade Organization.
I paesi che hanno soddisfatto i criteri dello studio sono
Azerbaigian, Bulgaria, Polonia, Serbia, Estonia, Lettonia, Ucraina, Sudafrica,
Kirghizistan, Georgia e Albania.
I ricercatori hanno confrontato i tassi di omicidi nei
dieci anni successivi all'abolizione della pena di morte, e li hanno messi a
confronto con i tassi dell'anno di abolizione.
Sei paesi (Azerbaijan, Bulgaria, Serbia, Estonia, South
Africa, e Albania) hanno sperimentato tassi di omicidio al di sotto della linea
di base per tutti e dieci gli anni successivi all’abolizione. Quattro paesi
(Kirghizistan, Lettonia, Polonia e Ucraina) hanno avuto tassi superiori per uno
o due anni, ma hanno visto gli omicidi scendere al di sotto della linea di base
entro cinque anni, e hanno registrato tendenze generali al ribasso. Solo un
paese nello studio, la Georgia, ha visto i tassi di omicidi tendersi verso
l'alto nel decennio successivo all'abolizione, e 10 anni dopo l’abolizione
verificare un aumento di 0,18 omicidi ogni 100.000 abitanti.
I restanti 10 paesi hanno invece registrato un calo medio
di 6 omicidi ogni 100.000 abitanti.
A titolo di paragone, ricordiamo che il tasso medio degli
Omicidi in Usa è di circa 4,5 ogni 100.000 abitanti, e in Europa (esclusi i
paesi baltici, dove il tasso è quasi il triplo, sembra per l’incidenza
dell’alcol) di 1,2 ogni 100.000.
Il tasso di omicidi in Italia è dello 0,6 ogni 100.000
abitanti. Un calo di 6 punti è quindi da considerarsi molto rilevante. Gli
autori dello studio concludono: "I fautori della pena di morte sostengono
che se lo stato rinuncia alla punizione definitiva incoraggia i potenziali
criminali, o almeno indebolisca la deterrenza. Queste tesi, alla luce di questi
dati, si rivelano infondate”.
Questi dati sono coerenti con i dati a livello statale
negli Stati Uniti, che hanno ripetutamente mostrato tassi di omicidio più bassi
negli stati che non hanno la pena di morte rispetto agli stati che l’hanno, e
che la presenza o l'assenza della pena di morte non sembra influire sulle
tendenze degli omicidi. Un'analisi del DPIC del 2017 ha rilevato che
l'abolizione della pena di morte non ha avuto effetti misurabili sui tassi di
omicidio in generale o sul tasso di uccisione degli agenti di polizia,
contraddicendo gli argomenti popolari secondo cui la pena di morte è necessaria
per la sicurezza pubblica e per proteggere i dipendenti delle forze
dell'ordine.
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