mercoledì 19 dicembre 2018

DOMENICO GHIRLANDAIO-L'ULTIMA CENA-CENACOLO DI OGNISSANTI FIRENZE

Il Cenacolo di Ognissanti è un piccolo ambiente museale di Firenze, situato in Borgo Ognissanti, nel refettorio posto fra i due chiostri del convento di Ognissanti. Vi si trova il grande affresco dell'Ultima Cena (400x810 cm) di Domenico Ghirlandaio, databile al 1480.
L'opera venne commissionata al pittore già celebre, in procinto di recarsi a Roma per affrescare la Cappella Sistina con altri pittori fiorentini. Quello stesso anno l'artista sempre in Ognissanti lavora all'affresco del San Girolamo nello studio per la famiglia Vespucci.
Durante i lavori di restauro è stata scoperta la sinopia dell'affresco, che è oggi esposta sulla parete sinistra. Rispetto alla versione definitiva si notano alcune modifiche nella mimica degli apostoli, soprattutto nella metà sinistra, per conferire maggiore espressività.
Domenico Ghirlandaio ha dipinto altri due affreschi di cenacoli a Firenze:
il Cenacolo della Badia di Passignano, l'opera più antica realizzata in collaborazione con i suoi fratelli (1476);
il Cenacolo di San Marco, molto simile a quello di Ognissanti seppur di dimensioni più ridotte (1486).
Un terzo era il cenacolo di San Donato in Polverosa, intermedio tra quello di Passignano e questo di Ognissanti, ma andato irrimediabilmente perduto.
L'opera di Ognissanti fu molto celebrata, ma ha avuto sorti alterne nella considerazione della critica. Vasari ad esempio la citò appena ("un Cenacolo, a fresco..."), mentre secondo alcuni studiosi moderni soffre troppo l'adesione a un gusto piacevole, che rinnega la penetrazione psicologica e gli accenti drammatici.
Descrizione e stile
L'affresco si trova sulla parete opposta all'entrata del refettorio, composta da due lunette separate da un peduccio che regge la volta, con al di sotto un'ampia fascia liscia di parete.
Schema architettonico
Il Ghirlandaio in quest'opera abbandonò la tradizionale scatola prospettica della stanza chiusa (usata ad esempio da Andrea del Castagno in Sant'Apollonia), per impostare una finta apertura della parete in una loggia, che asseconda le forme architettoniche della stanza stessa. A questo effetto illusionistico contribuisce sostanzialmente anche lo studio della luce, che coincide con quello reale della stanza. Le due finestre dipinte sullo sfondo corrispondono infatti alle due finestre reali dell'ambiente, con la fonte luminosa principale proveniente da sinistra. L'effetto era per i frati quello della presenza del Signore degli Apostoli perfettamente integrati tra loro, come un gruppo che consumava il pasto elevato di fronte a loro. I colori in generale sono vivamente accesi con delicati accordi.
La tavola presenta una forma a "U", allargando i lati, sebbene gli apostoli siano ancora di fatto allineati sul lato maggiore. Essi sono ordinati a coppie e reagiscono con vari atteggiamenti all'annuncio di Gesù secondo cui uno fra loro lo tradirà: ecco che Pietro solleva il coltello e lo indica come per difendere il maestro, Giacomo appare turbato e altri discutono via via più pacatamente dell'annuncio. Un apostolo giovane, vestito di verde (san Tommaso?), poggia il braccio sul tavolo come per levarsi a discutere con Giuda, verso il quale invia un penetrante sguardo. I due apostoli all'estrema destra infine si indicano il petto, come a chiedersi se il messaggio di Gesù a proposito del tradimento sia rivolto a loro.
Sono molto limitati gli aspetti drammatici, prediligendo una rappresentazione misurata e serena. Giuda, come da tradizione, è separato dal gruppo dei dodici, trovandosi seduto sul lato opposto della tavola di spalle, a destra di Gesù e Giovanni addormentato addosso a lui. La testa di Gesù è frutto di un maldestro restauro avvenuto in tempi moderni.
La psicologia degli atteggiamenti resta sempre in superficie, evitando espressioni drammatiche troppo vive. Ciascun apostolo è caratterizzato quanto basta, e gli atteggiamenti sono tranquilli, anche quello di Giuda, che appare sereno e placido.

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