sabato 1 dicembre 2018

ARTEMISIA GENTILESCHI-L'ALLEGORIA DELL'INCLINAZIONE-CASA BUONARROTI FIRENZE

L'Allegoria dell'inclinazione è un dipinto a olio su tela (152x61 cm) di Artemisia Gentileschi, databile al 1615-1616 e conservato nel soffitto della Galleria di Casa Buonarroti, a Firenze.
Storia e descrizione
Il dipinto – commissionato nel 1615-16 da Michelangelo Buonarroti il giovane (1568-1646), nipote del celebre artista fiorentino – raffigura una giovane donna nuda, che regge con ambo le mani una bussola, sospesa in aria, su una coltre di nubi celesti, mentre una piccola stella luminosa brilla in fronte al viso incorniciato da biondi capelli che sembrano voler ribellarsi a una sin troppo elaborata acconciatura.
Rappresenta l'allegoria della Inclinazione ovvero del talento naturale, la predisposizione per un'arte. Le fattezze della giovane, ricordano i tratti somatici di alcuni ritratti (come l'incisione di Jérome David) e presunti autoritratti della pittrice.
Così ne parla Alexandra Lapierre nel suo romanzo su Artemisia:
«[...] nel chiederle un dipinto per uno dei cassettoni del soffitto, ne aveva formulato chiaramente il programma iconografico: voleva che rappresentasse una giovane donna che abbia del ardito, che fosse svestita e incarnasse l'Allegoria dell'inclinazione, l'allegoria di tutte le propensioni artistiche del divino Michelangelo. Con una libertà sconcertante, Artemisia aveva raffigurato sé stessa, completamente nuda. Oggetto del desiderio degli uomini ed oggetto dei propri dipinti, rivendicava contemporaneamente in quest'opera la bellezza del proprio corpo e il genio del suo pennello.»
Attraverso l'allegoria, Artemisia Gentileschi, allora ventiduenne, avrebbe dunque celebrato anche la propria inclinazione artistica. Vero o falso che sia proporre una identificazione così stretta della giovane donna della tela con la figura di Artemisia, è indubbio che il dipinto doveva avere una carica di conturbante sensualità; carica che oggi si può solo immaginare, avendo Lionardo Buonarroti, nipote del committente, ordinato a Baldassarre Franceschini, detto il Volterrano, l'esecuzione dei drappeggi moralistici che ne coprono le nudità (intorno al 1684).

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