nessuno tocchi Caino
no alla pena di morte
1. LA STORIA DELLA
SETTIMANA : IRAN: 14 PRIGIONIERI IMPICCATI PER DROGA NEL CARCERE DI GHEZEL
HESAR 2. NEWS FLASH: GEORGIA (USA):
GREGORY PAUL LAWLER GIUSTIZIATO 3. NEWS
FLASH: ARABIA SAUDITA: PRINCIPE GIUSTIZIATO PER OMICIDIO 4. NEWS FLASH: PAKISTAN: CORTE SUPREMA APPROVA
L’ESECUZIONE DI IMDAD ALI PERCHÉ ‘LA SCHIZOFRENIA NON È UNA MALATTIA MENTALE’
5. NEWS FLASH:
GAZA: TRE CONDANNE A MORTE PER SPIONAGGIO E OMICIDIO 6. I SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA :
IRAN: 14 PRIGIONIERI IMPICCATI PER DROGA NEL CARCERE DI
GHEZEL HESAR
18 ottobre 2016: 14 prigionieri sono stati impiccati la
mattina nel carcere Ghezel Hesar per reati legati alle droghe, hanno riportato
fonti vicine a Iran Human Rights.
Il 17 ottobre, i prigionieri erano stati messi in
isolamento in attesa di essere giustiziati.
Secondo le fonti, alcuni dei 14 prigionieri impiccati
erano stati trasferiti a Ghezel Hesar dalle prigioni di Karaj e Fashavieh
(Teheran).
Dall’unità 2, corridoi 2 e 3, di Ghezel Hesar
provenivano:
Abbas Karami (accusato in relazione a 40 kg di droga e
imprigionato 5 anni prima di essere giustiziato), Hamid Saber, Hamid Babaie
(imprigionato 9 anni), Hamid (Amir) Nazari (accusato per 25 kg di eroina e
imprigionato per 8 anni), Peyman Sabalani (imprigionato per 9 anni), Ganjali
Chekezadeh (accusato per 2 kg di crack e imprigionato per 10 anni), Reza Sabzi,
e Khodamali Pirzadeh.
Dal carcere di Fashavieh (Teheran) provenivano: Khashiar
Ahani e Mehdi Geravand.
Dal carcere centrale di Karaj provenivano: Saeed Zakaria
e Morteza Amini, entrambi dal corridoio 2, Shahin Akbari, dal corridoio 5, e
Ali Akbari Reigi, dal corridoio 4.
Queste 14 esecuzioni, nessuna delle quali è stata
riportata da organismi ufficiali, sono state effettuate mentre la pena di morte
per reati di droga viene messa in discussione all’interno della magistratura
iraniana.
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NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH
GEORGIA (USA): GREGORY PAUL LAWLER GIUSTIZIATO
19 ottobre 2016: Gregory Paul Lawler, 63 anni, bianco, è
stato giustiziato.
Era accusato di aver ucciso, il 12 ottobre 1997, il
poliziotto John Sowa, 28 anni, intervenuto dopo la segnalazione di una lite tra
Lawler e la sua fidanzata.
Sparando con un fucile d’assalto, Lawler ferì gravemente
anche Pat Cocciolone, compagna di pattuglia della vittima.
Lawler divernta il 7° giustiziato di quest’anno in
Georgia, il 67° da quando al Georgia ha ripreso le esecuzioni nel 1983, il 17°
di quest’anno negli Usa e il n° 1439 da quando gli Usa hanno ripreso le esecuzioni
nel 1977. La Georgia, dalla sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti che
aveva reintrodotto la pena di morte il 2 luglio 1976, non aveva mai portato a
termine tante esecuzioni in un singolo anno come quest’anno.
ARABIA SAUDITA: PRINCIPE GIUSTIZIATO PER OMICIDIO
17 ottobre 2016: l’Arabia Saudita ha giustiziato un
membro della famiglia reale per omicidio.
Il principe Turki bin Saud al-Kabir è stato messo a morte
nella capitale Riyadh per aver ucciso con arma da fuoco Adel Al-Mahemid, un
saudita, nel corso di una rissa, ha reso noto il Ministero degli Interni.
Nel novembre 2014 si era appreso che un tribunale di
Riyadh aveva condannato a morte un principe non identificato per aver ucciso un
suo amico. Oltre all’uccisione un'altra persona era rimasta ferita nello
scontro a fuoco avvenuto nel dicembre 2012 a seguito di una lite, in un campo
ai margini di Riyadh.
Quando l’omicida si rese conto che la vittima era un suo
amico e collega, informò la polizia.
La sentenza rispecchia il "giusto sistema
giudiziario" del Regno, ha dichiarato lo zio della vittima, Abdul Rahman
Al-Falaj.
Kabir è la 134a persona messa a morte in Arabia Saudita
nel 2016, secondo un conteggio tenuto dall'agenzia Afp sulla base di comunicati
ministeriali.
PAKISTAN: CORTE SUPREMA APPROVA L’ESECUZIONE DI IMDAD ALI
PERCHÉ ‘LA SCHIZOFRENIA NON È UNA MALATTIA MENTALE’
21 ottobre 2016: la Corte Suprema del Pakistan ha
stabilito che la schizofrenia non sia un disturbo mentale aprendo così la
strada all’esecuzione di un uomo malato di mente riconosciuto colpevole
dell'omicidio di un religioso. Le Nazioni Unite avevano detto ad Islamabad che
la pena di morte nel caso del 2002 era una violazione del diritto
internazionale, in quanto all'imputato, Imdad Ali, è stata diagnosticata la
schizofrenia paranoide e psicosi nel 2012. I medici avevano concluso che le sue
"capacità di pensiero razionale e decisionali" sono compromesse e lo
avevano dichiarato clinicamente malato in una relazione presentata nel 2013.
Tuttavia, l'appello finale di Ali alla Corte è stata respinta nel 2015. La sua
esecuzione è stata rinviata dopo che sua moglie ha presentato un appello
dell'ultimo minuto. La più alta Corte del Paese il 20 ottobre ha dato la sua
approvazione all’esecuzione della sentenza dopo aver dichiarato che la
schizofrenia è "una malattia recuperabile che, in tutti i casi, non rientra nella
definizione di 'disturbo mentale' come definito nella Ordinanza 2001 sulla
Salute Mentale". La Corte ha detto che la condizione di Ali non è
permanente e varia in base al "livello di stress". Respingendo la
richiesta di grazia di Ali basata sulla malattia mentale, la Corte ha citato la
sentenza della Corte Suprema Indiana nel caso Bhishan Gupta vs Unione indiana
del 1977. In questo caso la madre del detenuto aveva sostenuto che il figlio
non dovesse essere giustiziato perché "alienato" e affetto da
schizofrenia. La Corte aveva respinto la sua richiesta e dichiarato che il
condannato non soffrisse di follia, né durante il suo processo, né al momento
del reato.
Ali, 50 anni, potrebbe essere giustiziato il 26 ottobre,
nonostante le forti critiche al verdetto, secondo The Independent. Reprieve,
organizzazione con sede nel Regno Unito, ha dichiarato, "E' scandaloso che
la Corte suprema del Pakistan sostenga che la schizofrenia non sia una malattia
mentale, contraddicendo le conoscenze mediche accettate, comprese le leggi pakistane
sulla salute mentale". Il direttore della ONG ha invitato il presidente
del Paese ad intervenire con urgenza per fermare "questo ripugnante
tentativo di impiccare" Ali.
L’Ufficio diritti umani delle Nazioni Unite ha chiesto al
governo di Nawaz Sharif di fermare l'esecuzione e di avviare un nuovo processo
"in conformità con gli standard internazionali". "Imporre la
pena capitale ad individui con disabilità psico-sociali costituisce una
violazione delle garanzie sulla pena di morte", ha detto l'Ufficio
dell'Alto Commissario per i Diritti Umani.
GAZA: TRE CONDANNE A MORTE PER SPIONAGGIO E OMICIDIO
17 ottobre 2016: tribunali della Striscia di Gaza hanno
emesso tre condanne a morte, di cui una con l'accusa di spionaggio per Israele
e le altre due per omicidio, hanno detto le autorità locali.
Nel primo caso, "il tribunale militare di Gaza ha
deciso la condanna a morte mediante impiccagione per l’imputato, 54 anni, con
l'accusa di spionaggio a favore dell'occupazione israeliana", ha detto una
fonte del tribunale.
Secondo il tribunale, l'uomo sarebbe stato legato ad
Israele dal 1987 e da allora avrebbe fornito a quel Paese una grande quantità
di informazioni.
Il processo si è tenuto a porte chiuse e l'imputato è
stato identificato solo come E.A.
Un'altra presunta spia è stata condannata a 10 anni di
carcere.
Sempre il 17 ottobre, altri due uomini provenienti da
famiglie rivali sono stati condannati a morte dopo degli omicidi commessi nel
2013 e 2015, ha comunicato il pubblico ministero.
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