sabato 22 ottobre 2016


             nessuno tocchi     Caino           
     no alla pena di morte            



1.  LA STORIA DELLA SETTIMANA : IRAN: 14 PRIGIONIERI IMPICCATI PER DROGA NEL CARCERE DI GHEZEL HESAR 2.  NEWS FLASH: GEORGIA (USA): GREGORY PAUL LAWLER GIUSTIZIATO 3.  NEWS FLASH: ARABIA SAUDITA: PRINCIPE GIUSTIZIATO PER OMICIDIO 4.  NEWS FLASH: PAKISTAN: CORTE SUPREMA APPROVA L’ESECUZIONE DI IMDAD ALI PERCHÉ ‘LA SCHIZOFRENIA NON È UNA MALATTIA MENTALE’
5.  NEWS FLASH: GAZA: TRE CONDANNE A MORTE PER SPIONAGGIO E OMICIDIO 6.  I SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA :


IRAN: 14 PRIGIONIERI IMPICCATI PER DROGA NEL CARCERE DI GHEZEL HESAR
18 ottobre 2016: 14 prigionieri sono stati impiccati la mattina nel carcere Ghezel Hesar per reati legati alle droghe, hanno riportato fonti vicine a Iran Human Rights.

Il 17 ottobre, i prigionieri erano stati messi in isolamento in attesa di essere giustiziati.
Secondo le fonti, alcuni dei 14 prigionieri impiccati erano stati trasferiti a Ghezel Hesar dalle prigioni di Karaj e Fashavieh (Teheran).
Dall’unità 2, corridoi 2 e 3, di Ghezel Hesar provenivano:
Abbas Karami (accusato in relazione a 40 kg di droga e imprigionato 5 anni prima di essere giustiziato), Hamid Saber, Hamid Babaie (imprigionato 9 anni), Hamid (Amir) Nazari (accusato per 25 kg di eroina e imprigionato per 8 anni), Peyman Sabalani (imprigionato per 9 anni), Ganjali Chekezadeh (accusato per 2 kg di crack e imprigionato per 10 anni), Reza Sabzi, e Khodamali Pirzadeh.
Dal carcere di Fashavieh (Teheran) provenivano: Khashiar Ahani e Mehdi Geravand.
Dal carcere centrale di Karaj provenivano: Saeed Zakaria e Morteza Amini, entrambi dal corridoio 2, Shahin Akbari, dal corridoio 5, e Ali Akbari Reigi, dal corridoio 4.
Queste 14 esecuzioni, nessuna delle quali è stata riportata da organismi ufficiali, sono state effettuate mentre la pena di morte per reati di droga viene messa in discussione all’interno della magistratura iraniana. 

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NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH

GEORGIA (USA): GREGORY PAUL LAWLER GIUSTIZIATO
19 ottobre 2016: Gregory Paul Lawler, 63 anni, bianco, è stato giustiziato.
Era accusato di aver ucciso, il 12 ottobre 1997, il poliziotto John Sowa, 28 anni, intervenuto dopo la segnalazione di una lite tra Lawler e la sua fidanzata.
Sparando con un fucile d’assalto, Lawler ferì gravemente anche Pat Cocciolone, compagna di pattuglia della vittima.
Lawler divernta il 7° giustiziato di quest’anno in Georgia, il 67° da quando al Georgia ha ripreso le esecuzioni nel 1983, il 17° di quest’anno negli Usa e il n° 1439 da quando gli Usa hanno ripreso le esecuzioni nel 1977. La Georgia, dalla sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti che aveva reintrodotto la pena di morte il 2 luglio 1976, non aveva mai portato a termine tante esecuzioni in un singolo anno come quest’anno. 

ARABIA SAUDITA: PRINCIPE GIUSTIZIATO PER OMICIDIO
17 ottobre 2016: l’Arabia Saudita ha giustiziato un membro della famiglia reale per omicidio.
Il principe Turki bin Saud al-Kabir è stato messo a morte nella capitale Riyadh per aver ucciso con arma da fuoco Adel Al-Mahemid, un saudita, nel corso di una rissa, ha reso noto il Ministero degli Interni.
Nel novembre 2014 si era appreso che un tribunale di Riyadh aveva condannato a morte un principe non identificato per aver ucciso un suo amico. Oltre all’uccisione un'altra persona era rimasta ferita nello scontro a fuoco avvenuto nel dicembre 2012 a seguito di una lite, in un campo ai margini di Riyadh.
Quando l’omicida si rese conto che la vittima era un suo amico e collega, informò la polizia.
La sentenza rispecchia il "giusto sistema giudiziario" del Regno, ha dichiarato lo zio della vittima, Abdul Rahman Al-Falaj.
Kabir è la 134a persona messa a morte in Arabia Saudita nel 2016, secondo un conteggio tenuto dall'agenzia Afp sulla base di comunicati ministeriali.

PAKISTAN: CORTE SUPREMA APPROVA L’ESECUZIONE DI IMDAD ALI PERCHÉ ‘LA SCHIZOFRENIA NON È UNA MALATTIA MENTALE’
21 ottobre 2016: la Corte Suprema del Pakistan ha stabilito che la schizofrenia non sia un disturbo mentale aprendo così la strada all’esecuzione di un uomo malato di mente riconosciuto colpevole dell'omicidio di un religioso. Le Nazioni Unite avevano detto ad Islamabad che la pena di morte nel caso del 2002 era una violazione del diritto internazionale, in quanto all'imputato, Imdad Ali, è stata diagnosticata la schizofrenia paranoide e psicosi nel 2012. I medici avevano concluso che le sue "capacità di pensiero razionale e decisionali" sono compromesse e lo avevano dichiarato clinicamente malato in una relazione presentata nel 2013. Tuttavia, l'appello finale di Ali alla Corte è stata respinta nel 2015. La sua esecuzione è stata rinviata dopo che sua moglie ha presentato un appello dell'ultimo minuto. La più alta Corte del Paese il 20 ottobre ha dato la sua approvazione all’esecuzione della sentenza dopo aver dichiarato che la schizofrenia è "una malattia recuperabile che,  in tutti i casi, non rientra nella definizione di 'disturbo mentale' come definito nella Ordinanza 2001 sulla Salute Mentale". La Corte ha detto che la condizione di Ali non è permanente e varia in base al "livello di stress". Respingendo la richiesta di grazia di Ali basata sulla malattia mentale, la Corte ha citato la sentenza della Corte Suprema Indiana nel caso Bhishan Gupta vs Unione indiana del 1977. In questo caso la madre del detenuto aveva sostenuto che il figlio non dovesse essere giustiziato perché "alienato" e affetto da schizofrenia. La Corte aveva respinto la sua richiesta e dichiarato che il condannato non soffrisse di follia, né durante il suo processo, né al momento del reato.
Ali, 50 anni, potrebbe essere giustiziato il 26 ottobre, nonostante le forti critiche al verdetto, secondo The Independent. Reprieve, organizzazione con sede nel Regno Unito, ha dichiarato, "E' scandaloso che la Corte suprema del Pakistan sostenga che la schizofrenia non sia una malattia mentale, contraddicendo le conoscenze mediche accettate, comprese le leggi pakistane sulla salute mentale". Il direttore della ONG ha invitato il presidente del Paese ad intervenire con urgenza per fermare "questo ripugnante tentativo di impiccare" Ali.
L’Ufficio diritti umani delle Nazioni Unite ha chiesto al governo di Nawaz Sharif di fermare l'esecuzione e di avviare un nuovo processo "in conformità con gli standard internazionali". "Imporre la pena capitale ad individui con disabilità psico-sociali costituisce una violazione delle garanzie sulla pena di morte", ha detto l'Ufficio dell'Alto Commissario per i Diritti Umani. 

GAZA: TRE CONDANNE A MORTE PER SPIONAGGIO E OMICIDIO
17 ottobre 2016: tribunali della Striscia di Gaza hanno emesso tre condanne a morte, di cui una con l'accusa di spionaggio per Israele e le altre due per omicidio, hanno detto le autorità locali.
Nel primo caso, "il tribunale militare di Gaza ha deciso la condanna a morte mediante impiccagione per l’imputato, 54 anni, con l'accusa di spionaggio a favore dell'occupazione israeliana", ha detto una fonte del tribunale.
Secondo il tribunale, l'uomo sarebbe stato legato ad Israele dal 1987 e da allora avrebbe fornito a quel Paese una grande quantità di informazioni.
Il processo si è tenuto a porte chiuse e l'imputato è stato identificato solo come E.A.
Un'altra presunta spia è stata condannata a 10 anni di carcere.
Sempre il 17 ottobre, altri due uomini provenienti da famiglie rivali sono stati condannati a morte dopo degli omicidi commessi nel 2013 e 2015, ha comunicato il pubblico ministero. 

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