mercoledì 12 ottobre 2016

GIORGIO VASARI-ULTIMA CENA-BASILICA DI SANTA CROCE 

   FIRENZE 

Dopo cinquanta anni un capolavoro che veniva ritenuto perso, grazie all'Opificio delle Pietre Dure di Firenze, tornerà ad essere ammirato.
DESCRIZIONE DI CARATTERE STORICO ARTISTICO RELATIVA ALL’OGGETTO
La grande Ultima Cena di Giorgio Vasari (cm 262x580 circa) fu commissionata nel XVI sec. per il Convento delle Murate a Firenze e poi, in seguito alle soppressioni degli ordini religiosi in epoca napoleonica, trasportata a Santa Croce.

INFORMAZIONI SULLO STATO DELLA CONSERVAZIONE
All’epoca dell’alluvione del 1966 il grande dipinto era esposto nel Museo dell’Opera di Santa Croce, dove fu gravemente danneggiato dalle acque: la tavola rimase a lungo immersa nell’acqua e nel fango fino al naturale defluire delle acque.

Il colore fu immediatamente protetto da una velinatura a Paraloid B72 per evitare cadute di colore, funzione perfettamente espletata, ma che ebbe l’effetto di fissare sulla superficie anche lo sporco depositato. Nonostante che l’asciugatura fosse stata compiuta con molta gradualità nel deposito climatizzato della Limonaia di Palazzo Pitti, l’azione combinata delle deformazioni del supporto ligneo in pioppo e il forte degrado degli strati della preparazione causarono una pericolosissima perdita di coesione di quest’ultima con il conseguente cedimento della adesione fra le tre parti costituenti: supporto - preparazione – colore.

La pellicola pittorica si è così progressivamente staccata ed alzata formando dei sollevamenti a cresta, connessi con l’andamento anatomico delle fibre del le
gno.

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