no alla pena di morte
1. LA STORIA DELLA
SETTIMANA : INVITO ALLA PROIEZIONE DEL DOCUFILM “SPES CONTRA SPEM” NEL CARCERE
DI REBIBBIA 2. NEWS FLASH: KENIA:
PRESIDENTE KENYATTA SVUOTA IL BRACCIO DELLA MORTE 3. NEWS FLASH: USA: NEL 2016 NUMERO PIÙ BASSO DI
ESECUZIONI DEGLI ULTIMI 25 ANNI 4. NEWS
FLASH: VIRGINIA (USA): SHERMAN BROWN CHIEDE ALLA CORTE SUPREMA DI ESSERE
RICONOSCIUTO INNOCENTE 5. NEWS FLASH:
CINA: GIURISTI CONTRARI ALL’ESECUZIONE IMMEDIATA 6. I SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA :
INVITO ALLA PROIEZIONE DEL DOCUFILM “SPES CONTRA SPEM”
NEL CARCERE DI REBIBBIA Il 4 novembre, alle ore 16, Nessuno tocchi Caino
presenta il docu-film ‘Spes contra spem – Liberi dentro’ di Ambrogio Crespi nel
Teatro del Carcere di Rebibbia, Via Raffaele Majetti 75.
Saranno presenti il Sottosegretario alla Giustizia
Gennaro Migliore, il Capo di Gabinetto del Ministero della Giustizia Giovanni
Melillo, il Capo di Gabinetto del Ministero dei Beni Culturali Giampaolo
D’Andrea e la Vice dello stesso Ministero Tiziana Coccoluto, il Capo del DAP
Santi Consolo, il direttore del carcere Mauro Mariani, Rita Bernardini, Sergio
D’Elia ed Elisabetta Zamparutti, rispettivamente Presidente d’Onore, Segretario
e Tesoriere di Nessuno tocchi Caino, e il regista Ambrogio Crespi.
Il titolo del Docu-film è tratto dal motto “Spes contra
spem” contenuto nel passaggio della Lettera di San Paolo ai Romani
sull’incrollabile fede di Abramo che “ebbe fede sperando contro ogni speranza”.
È il frutto del dialogo e della riflessione comune di
detenuti e operatori penitenziari della Casa di Reclusione di Opera.
Il docu-film si compone di immagini e interviste con
detenuti condannati all’ergastolo, il direttore del carcere e agenti di polizia
penitenziaria e il capo del DAP Santi Consolo.
Dal documento emerge con chiarezza non solo un
cambiamento interiore dei detenuti – nel loro modo di pensare, di sentire e di
agire – ma anche la rottura esplicita con logiche e comportamenti del passato e
una maggiore fiducia nelle istituzioni.
Dalle testimonianze emerge anche che
l’istituzione-carcere può rendere possibile il cambiamento e la ri-conversione
di persone detenute in persone autenticamente libere.
Il Docu-film è prodotto da Nessuno tocchi Caino e
Indexway.
Per l’ingresso al carcere è necessario comunicare entro
il 31 ottobre all’email e.zamparutti@radicali.it
i seguenti dati:
nome e cognome;
luogo e data di nascita;
luogo di residenza con recapito telefonico (anche solo
cellulare); tipo e numero del documento di identità.
Per i necessari controlli, si raccomanda di essere
all’ingresso del carcere un’ora prima dell’inizio del film (quindi, alle ore
15); In carcere non possono entrare telefoni cellulari, macchine fotografiche e
altri dispositivi elettronici.
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NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH
KENIA: PRESIDENTE KENYATTA SVUOTA IL BRACCIO DELLA MORTE
24 ottobre 2016: il presidente keniota Uhuru Kenyatta ha
firmato i documenti per la commutazione in ergastolo di tutte le condanne a
morte.
Sono 2.747 i prigionieri del braccio della morte a
beneficiare del provvedimento, di cui 2.655 uomini e 92 donne.
Le ultime commutazioni di condanne a morte in ergastolo
risalivano al 2009, decise dall’allora presidente Mwai Kibaki.
Usando il Potere di Grazia previsto dall’articolo 133
della Costituzione, Kenyatta ha inoltre deciso la liberazione di 102 condannati
a lunghe pene detentive, dopo un esame accurato da parte del Comitato
Consultivo sul Potere di Grazia.
All’atto della firma erano presenti l’Attorney General
Githu Muigai, il Segretario agli Interni Joseph Nkaissery, il Segretario del
Comitato Consultivo sul Potere di Grazia Michael Kagika, il Commissario
Generale delle Carceri Isaiah Osugo, e il Capo di Stato Maggiore e Capo del
Pubblico Servizio Joseph Kinyua.
USA: NEL 2016 NUMERO PIÙ BASSO DI ESECUZIONI DEGLI ULTIMI
25 ANNI
24 ottobre 2016: Quest’anno gli Usa compiranno il numero
più basso delle esecuzioni degli ultimi 25 anni. Lo ha calcolato Pew Research
Center, una società di studi demoscopici che ogni anno pubblica anche dati
percentuali sul gradimento della pena di morte.
Fino ad ore ne sono state compiute 17, ne sono previste
altre 3, ed anche se venissero compiute tutte, 20 esecuzioni sarebbe il numero
più basso dal 1991, quando furono 14.
Dal 1992 in poi le esecuzioni sono state almeno 28
l’anno. Le 17 esecuzioni sono state compiute in soli 5 stati: Alabama, Florida,
Georgia, Missouri e Texas. Anche questo è un record negativo: l’ultima volta
che a compiere esecuzioni furono solo 5 stati risale al 1983.
Come paragone Pew indica che nel 1999 le esecuzioni
furono 98 in 20 diversi stati. Il calo nel numero complessivo di esecuzioni ha
diverse spiegazioni. Ad esempio il calo del Texas, che è lo stato che da solo
ha compiuto poco meno del 38% di tutte le esecuzioni Usa dal 1977 ad oggi. Quest’anno
ha compiuto 7 esecuzioni, potrebbe compierne una ottava, ma anche così è un
numero insolitamente basso per lo stato meridionale, il più basso da 20 anni.
Nel 2013, ad esempio, le esecuzioni furono 16, 24 nel 2009, 26 nel 2007 e 40
nel 2000.
VIRGINIA (USA): SHERMAN BROWN CHIEDE ALLA CORTE SUPREMA
DI ESSERE RICONOSCIUTO INNOCENTE
19 ottobre 2016: Sherman Brown, 69 anni, nero, ha
presentato una istanza alla Corte Suprema di Stato della Virginia perché venga
riconosciuta la sua innocenza alla luce di nuovi test del Dna che lo
scagionerebbero completamente.
Brown venne condannato a morte nel 1970 con l’accusa di
aver ucciso, il 1° ottobre 1969, durante una rapina in appartamento, un bambino
di 4 anni.
La madre del bambino, una donna bianca, raccontò di
essere stata colpita con un pugno da un uomo di colore che aveva suonato alla
sua porta, e di non ricordare più niente.
L’ipotesi di accusa era che la donna fosse stata
violentata.
Nel 2015 il team legale dell’Innocence Project
dell’Università della Virginia, riesaminando le prove, ha trovato il tampone
vaginale fatto alla donna. Il dna non appartiene né a Brown, né (al 98%) al
marito della donna, lasciando quindi credere che il dna possa essere quello
dell’effettivo aggressore della donna e quindi della persona che avrebbe dovuto
essere processato anche per l’omicidio del bambino.
All’epoca contro Brown furono usati i cosiddetti concetti
di “compatibilità”, ossia il fatto che da alcuni reperti fisiologici trovati
sulla scena del crimine si fosse risaliti ad un gruppo sanguigno, “compatibile”
con quello di Brown.
Come è noto i gruppi sanguigni, anche considerando i
sottogruppi, sono un numero limitato, e quindi ad ogni gruppo appartengono
molti milioni di persone. Questo tipo di prova scientifica, che all’epoca
sembrava molto avanzata, oggi, se non corroborata da altri elementi, non viene
più considerata valida. Brown ebbe la condanna a morte commutata in ergastolo a
seguito della nota sentenza Furman v. Georgia che nel 1972 dichiarò
incostituzionale la pena di morte.
Brown è tuttora detenuto.
CINA: GIURISTI CONTRARI ALL’ESECUZIONE IMMEDIATA
21 ottobre 2016: diversi giuristi cinesi hanno espresso
contrarietà all’esecuzione immediata di un imputato che era stato condannato a
morte per aver ucciso un capo villaggio, dopo la demolizione della sua casa,
avvenuta 20 giorni prima del suo matrimonio.
La Corte Suprema del Popolo aveva approvato la condanna a
morte di Jia Jinglong, un abitante di Shijiazhuang, capoluogo della provincia
settentrionale di Hebei, nel mese di agosto e la sentenza è stata consegnata
all'avvocato di Jia, Wei Rujiu, il 18 ottobre.
Secondo una copia del verdetto della Corte Suprema
inviata al Global Times il 20 ottobre, Jia avrebbe acquistato e modificato tre
pistole sparachiodi dopo la demolizione della sua casa, durante la campagna di
ricostruzione del paese nel 2013, e le avrebbe usate per uccidere He Jianhua,
il capo del villaggio, nel febbraio 2015, al fine di vendicarsi.
Le modalità del delitto furono estremamente crudeli e
causarono un grave impatto sociale, è scritto nella sentenza, aggiungendo che
la condanna era appropriata e accurata.
Tuttavia, Wei ha detto al Global Times che la casa di Jia
fu rimossa con l’inganno, il che è illegale, portando direttamente l'uomo
"che aveva vissuto una vita tranquilla" a commettere l’omicidio.
L'ordine di esecuzione immediata ha suscitato nel Paese
dibattiti in campo legale, con alcuni docenti secondo cui la pena è troppo
dura.
"A parte i motivi personali, l'uccisione è stata
anche un fallimento istituzionale. Qualsiasi persona normale potrebbe ricorrere
agli stessi mezzi di Jia trovandosi di fronte ad un trattamento ingiusto",
ha detto Zhang Qianfan, professore di diritto all'Università di Pechino.
La Cina controlla rigorosamente la pena di morte e la
impiega con prudenza, secondo un libro bianco uscito a settembre, ha riportato
la Xinhua.
Il libro bianco, intitolato Nuovi Progressi nella Tutela
Giurisdizionale dei Diritti Umani in Cina, ha affermato che la posizione della
Cina sulla pena di morte è quella di garantire che essa si applichi solo a un
piccolo numero di autori di crimini di estrema gravità.
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