no alla pena di morte
1. LA STORIA DELLA
SETTIMANA : TEXAS (USA): GIUSTIZIATO BARNEY RONALD FULLER 2. NEWS FLASH: USA: CONTINUANO A DIMINUIRE I
DETENUTI NEI BRACCI DELLA MORTE 3. NEWS
FLASH: BIELORUSSIA: CORTE SUPREMA CONFERMA CONDANNA A MORTE 4. NEWS FLASH: NIGERIA: IL GOVERNATORE DELLO
STATO DI EBONYI COMMUTA 14 CONDANNE CAPITALI 5.
NEWS FLASH: GAZA: CONDANNATA ALL’IMPICCAGIONE PER L’OMICIDIO DEL MARITO
6. I SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA :
SESTO SAN GIOVANNI (MI): 10 OTTOBRE CONFERENZA SULLA PENA DI MORTE
TEXAS (USA): GIUSTIZIATO BARNEY RONALD FULLER
5 ottobre 2016: Barney Ronald Fuller, 53 anni, bianco, è
stato giustiziato in Texas.
Era accusato, ed aveva ammesso, di aver ucciso i propri
vicini di casa al termine di una lite.
Le vittime, il 14 maggio 2003, furono Annette e Nathan
Copeland, di 39 e 43 anni. Il figlio delle vittime, Cody, 14 anni, fu anche lui
ferito, ma sopravvisse.
Fuller venne condannato a morte il 21 luglio 2004 da una
giuria popolare della Houston County. L’esecuzione odierna è la prima dopo
oltre 6 mesi in Texas, ed è la prima in assoluto di una persona condannata
nella Houston County da quando la pena di morte è stata reintrodotta nel 1976.
Da maggio ad oggi Fuller aveva chiesto al proprio
difensore di non presentare ulteriori ricorsi, e di non rallentare in alcun
modo l’iter dell’esecuzione.
Fuller, che è morto sul lettino dell’iniezione letale al
termine di un’agonia durata 38 minuti, diventa il 7° giustiziato di quest’anno
in Texas, il 538° da quando il Texas ha ripreso le esecuzioni nel 1982, il 16°
dell’anno negli Usa, e il n° 1438 da quando gli Usa hanno ripreso le esecuzioni
nel 1977.
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NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH
USA: CONTINUANO A DIMINUIRE I DETENUTI NEI BRACCI DELLA
MORTE
5 ottobre 2016: E’ stata pubblicata l’ultima edizione di
"Death Row USA", aggiornata al 1 luglio 2016.
A quella data, nei bracci della morte degli Stati Uniti c’erano
2.905 persone.
L’ormai tradizionale rapporto trimestrale curato dal
Legal Defense Fund del NAACP (National Association for the Advancement of
Colored People) conferma la graduale, costante diminuzione dei detenuti nei
bracci della morte. Rispetto allo stesso rapporto di 10 anni fa, quando i
detenuti erano 3.336, c’è stato un calo del 14%.
Il calo di detenuti dei bracci della morte è maggiore del
numero di esecuzioni effettuate in questo arco di tempo, il che significa che,
oltre alle esecuzioni, altri motivi concorrono alla diminuzione. Diminuiscono
le nuove condanne a morte, ed aumentano gli annullamenti per via giudiziaria di
condanne a morte emesse tempo prima.
Escono dai bracci della morte anche quei condannati i cui
stati nel frattempo hanno abolito la pena di morte. Ma sono soprattutto, valuta
il rapporto, le poche condanne emesse negli ultimissimi anni a determinare il
costante calo.
Il braccio della morte più popoloso rimane, come ormai da
moltissimi anni, quello della California (741), seguito da quello della Florida
(396), del Texas (254), dell’Alabama (194) e della Pennsylvania (175).
Divisi per razze, nei bracci della morte ci sono 42,34%
bianchi, 41,79% neri, 13,08 % ispanici, 1,82 asiatici, 0,93 pellerossa più un
detenuto del quale non è determinata la razza.
Divisi per sesso, i detenuti sono 98.11% maschi (2850) e
1,89% femmine (55).
Tra gli stati con almeno 10 detenuti nel braccio della
morte, la percentuale più alta di detenuti appartenenti a minoranze razziali si
trova in Delaware (78%), Texas (73%), Louisiana e Nebraska (70%), e California
(66%). Alla data del 1 luglio 2016 (partendo dalla reintroduzione della pena di
morte nel 1976) negli Usa sono state effettuate un totale di 1436 esecuzioni.
Divisi per razze, i giustiziati sono 55,57% bianchi (798), 34.54% neri (496),
8.29% ispanici (119), 1,12% pellerossa (16), 0,49% asiatici (7). Divisi per
sesso, i giustiziati sono 98.89% maschi (1420) e 1,11% femmine (16).
Quanto ai 2105 omicidi che hanno generato le 1436
esecuzioni, le vittime erano 75,63% bianche, 15,34% nere, 6,89 ispaniche, 1,90%
asiatiche, e 0,24% pellerossa. Il sesso delle vittime era 48,88% femmine e
51,12% maschi.
Dal 1976, il 10% delle persone giustiziate (144) aveva
rinunciato volontariamente a presentare appello. Dal 1977 ad oggi, e prima che
nel 2005 la Corte Suprema vietasse le esecuzioni di minorenni, 23 persone erano
state giustiziate per reati commessi da minorenni."
BIELORUSSIA: CORTE SUPREMA CONFERMA CONDANNA A MORTE
4 ottobre 2016: la Corte Suprema bielorussa ha confermato
la condanna a morte emessa nei confronti del 33enne Siarhei Vostrykau a maggio.
Si tratta della terza condanna a morte in Bielorussia quest'anno.
L’imputato è stato giudicato colpevole di omicidio,
stupro, violenza sessuale e furto - e condannato al plotone di esecuzione.
L'annuncio del verdetto da parte del Tribunale Regionale
di Homiel risale al 19 maggio.
Diversi attivisti per i diritti umani, sia bielorussi che
internazionali, erano presenti all'annuncio della decisione della Corte
Suprema: "Siarhei Vostrykau ha ascoltato la decisione della Corte Suprema
senza emozioni. Il giudice ha chiesto se avesse capito la decisione e
l’imputato ha risposto di averlo fatto", ha detto l’attivista Andrei
Paluda.
Non ci sono altri elementi noti ai difensori dei diritti
umani, dal momento che l’udienza si è svolta a porte chiuse. La Corte non ha
chiarito i motivi della decisione.
Il 19 maggio il Tribunale Regionale di Homiel ha
condannato a morte Siarhei in due casi distinti di stupro e omicidio.
Il primo crimine fu commesso dall’imputato nel luglio
2014, quando la sua collega Alesya Panteleyeva, 25 anni, scomparve. Quasi un
anno dopo, nel maggio 2015, la polizia annunciò la scomparsa di un'altra
ragazza, la 27enne Alevtina Mashurikova. La vittima era una dipendente della
stessa impresa in cui aveva lavorato Alesya.
Si scoprì che Vostrykau avrebbe offerto ad entrambe le
ragazze un passaggio a casa dopo il lavoro, portandole invece nel suo garage
per violentarle e ucciderle. Avrebbe poi sepolto i corpi nei boschi.
Era stato anche accusato di furto nel 2007. Avendo
scontato metà della sua pena di tre anni, l'uomo fu rilasciato e mandato a
lavorare in comunità.
Vostrykau è sposato e ha un figlio di 3 anni.
Questa è la terza condanna a morte in Bielorussia
dall'inizio di quest'anno. Il 5 gennaio 2016 Henadz Yakavitski, più volte
condannato per vari reati, è stato giudicato colpevole di aver ucciso il suo
partner con estrema crudeltà e condannato a morte. Il 15 febbraio la Corte
Suprema ha confermato la condanna a morte di Siarhei Khmialeuski per gli
omicidi di diverse persone.
La Bielorussia è l'unico paese in Europa che ancora
applica la pena di morte. Questo è uno dei motivi principali per cui il Paese
non può riottenere lo status di invitato speciale nel PACE.
Il Consiglio d'Europa e altre organizzazioni
internazionali hanno più volte invitato le autorità bielorusse a introdurre una
moratoria sulla pena di morte.
Dal 1990 più di 400 persone sono state condannate a morte
in Bielorussia. In 26 anni solo una persona ha ricevuto la commutazione della
propria condanna a morte.
NIGERIA: IL GOVERNATORE DELLO STATO DI EBONYI COMMUTA 14
CONDANNE CAPITALI 1° ottobre 2016: il governatore David Umahi dello Stato
nigeriano di Ebonyi ha ordinato la commutazione in ergastolo delle condanne a
morte di 14 prigionieri originari di Ebonyi, detenuti in varie prigioni dello
Stato.
Il Governatore ha dato l'ordine il 1° ottobre ad
Abakaliki durante le celebrazioni della 56° Giornata dell'Indipendenza e il 20°
anno dalla creazione di Ebonyi.
Il governatore ha reso noto che altri 32 detenuti nello
Stato hanno ottenuto la grazia incondizionata per i reati che li avevano
portati in carcere.
"L'ordine è per i responsabili delle prigioni di
Enugu, Abakaliki e Afikpo, in forza dei poteri conferiti al governatore dello
Stato dalla sezione 212 della Costituzione del 1999, e successive modifiche”.
"Queste decisioni sono state raggiunte dopo aver
consultato il Comitato sulla Prerogativa della Grazia dello Stato e altri
organismi e questo costituisce un mandato ufficiale," ha detto il
Governatore.
Umahi ha precisato che la decisione ha validità dal 1°
ottobre.
Tra i detenuti che hanno ottenuto la commutazione
figurano Igantius Ochioso, Paul Ominyi, Nnachi Asula, Sunday Ukpai, Onyebuchi
Eze e Ikechukwu Nwafor.
"Tra i prigionieri graziati incondizionatamente
figurano Ogbuzuru Odoh, Ogbonnia Odom, Shadrack Eboko, Ezi Ekum, Nduisi Nwodo,
Paul Una, Musa Bako, Chikwu Ndukwe, Mgbeleke Oduma, Ugo Ogbuba”.
"Il procuratore generale e commissario per la
giustizia, Augustine Nwankwagu, ha ora il compito di inviare il rapporto sulla
condotta dei detenuti rilasciati al mio ufficio, per accertare se essi
rappresentino ancora minaccia per la società", ha concluso il Governatore.
GAZA: CONDANNATA ALL’IMPICCAGIONE PER L’OMICIDIO DEL
MARITO
5 ottobre 2016: un tribunale di Khan Yunis, nel sud della
Striscia di Gaza, ha condannato all’impiccagione una donna palestinese dopo
averla riconosciuta colpevole di omicidio premeditato, ha reso noto un
comunicato diffuso dall'ufficio del procuratore.
Il tribunale ha condannato la donna, identificata solo
con le iniziali N.A., per aver ucciso suo marito Rabie Abu Anzeh, 36 anni.
Anzeh è stato trovato morto nel sud della Striscia di Gaza il 30 gennaio.
Il 4 ottobre, la procura generale di Gaza si è appellata
contro la decisione presa il mese scorso da un tribunale di Deir al-Balah,
relativa ad un uomo giudicato colpevole di aver ucciso una delle sue mogli con
la complicità della sua seconda moglie e condannato a dieci anni di reclusione,
mentre la sua seconda moglie è stata rilasciata.
Il procuratore generale di Gaza Ismail Jabir ha detto che
la corte ha accolto l’appello perché "c'è stato un errore nella attuazione
della legge." La corte, ha detto Jabir, ha ignorato prove presentate dalla
procura generale e alla fine ha giudicato il marito colpevole di omicidio
colposo piuttosto che di omicidio premeditato.
Nel mese di maggio, i legislatori di Gaza hanno deciso
che le condanne a morte saranno "obbligatorie dopo il completamento di
tutti i possibili ricorsi contro di esse."
Questa decisione ha aperto la strada all'esecuzione di
almeno una dozzina di palestinesi che sono stati condannati a morte nella
Striscia di Gaza.
Il 17 maggio, il leader di Hamas Ismail Haniyeh ha
annunciato che 13 palestinesi sono stati condannati a morte dai tribunali di
Gaza e saranno giustiziati il prima possibile.
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I SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA
Il gruppo Monza-Brianza di Amnesty International è lieto
di invitarvi al terzo appuntamento della serie di conferenze “I diritti umani
nel XXI secolo”, patrocinato dal Comune di Sesto San Giovanni, Assessorato alla
pace e diritti umani.
Ogni anno, in occasione della Giornata mondiale contro la
pena di morte del 10 ottobre, Amnesty International, membro fondatore della
Coalizione mondiale contro la pena di morte, chiede l’eliminazione di questa
pena disumana.
Interverranno:
Franco Mazzarella, Amnesty International Riccardo Mauri,
Comunità di Sant’Egidio Guido Biancardi, Nessuno tocchi Caino La conferenza si
svolgerà lunedì 10 ottobre 2016, ore 20.30, presso la Biblioteca centrale, Sala
conferenze, Villa Visconti d’Aragona, Via Dante Alighieri 6 - Sesto San
Giovanni (MI)
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