martedì 11 ottobre 2016

            nessuno  tocchi   CAINO                 
           no alla pena di morte     


1.  LA STORIA DELLA SETTIMANA : TEXAS (USA): GIUSTIZIATO BARNEY RONALD FULLER 2.  NEWS FLASH: USA: CONTINUANO A DIMINUIRE I DETENUTI NEI BRACCI DELLA MORTE 3.  NEWS FLASH: BIELORUSSIA: CORTE SUPREMA CONFERMA CONDANNA A MORTE 4.  NEWS FLASH: NIGERIA: IL GOVERNATORE DELLO STATO DI EBONYI COMMUTA 14 CONDANNE CAPITALI 5.  NEWS FLASH: GAZA: CONDANNATA ALL’IMPICCAGIONE PER L’OMICIDIO DEL MARITO 6.  I SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA : SESTO SAN GIOVANNI (MI): 10 OTTOBRE CONFERENZA SULLA PENA DI MORTE


TEXAS (USA): GIUSTIZIATO BARNEY RONALD FULLER
5 ottobre 2016: Barney Ronald Fuller, 53 anni, bianco, è stato giustiziato in Texas.

Era accusato, ed aveva ammesso, di aver ucciso i propri vicini di casa al termine di una lite.
Le vittime, il 14 maggio 2003, furono Annette e Nathan Copeland, di 39 e 43 anni. Il figlio delle vittime, Cody, 14 anni, fu anche lui ferito, ma sopravvisse.
Fuller venne condannato a morte il 21 luglio 2004 da una giuria popolare della Houston County. L’esecuzione odierna è la prima dopo oltre 6 mesi in Texas, ed è la prima in assoluto di una persona condannata nella Houston County da quando la pena di morte è stata reintrodotta nel 1976.
Da maggio ad oggi Fuller aveva chiesto al proprio difensore di non presentare ulteriori ricorsi, e di non rallentare in alcun modo l’iter dell’esecuzione.
Fuller, che è morto sul lettino dell’iniezione letale al termine di un’agonia durata 38 minuti, diventa il 7° giustiziato di quest’anno in Texas, il 538° da quando il Texas ha ripreso le esecuzioni nel 1982, il 16° dell’anno negli Usa, e il n° 1438 da quando gli Usa hanno ripreso le esecuzioni nel 1977.


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NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH

USA: CONTINUANO A DIMINUIRE I DETENUTI NEI BRACCI DELLA MORTE
5 ottobre 2016: E’ stata pubblicata l’ultima edizione di "Death Row USA", aggiornata al 1 luglio 2016.
A quella data, nei bracci della morte degli Stati Uniti c’erano 2.905 persone.
L’ormai tradizionale rapporto trimestrale curato dal Legal Defense Fund del NAACP (National Association for the Advancement of Colored People) conferma la graduale, costante diminuzione dei detenuti nei bracci della morte. Rispetto allo stesso rapporto di 10 anni fa, quando i detenuti erano 3.336, c’è stato un calo del 14%.
Il calo di detenuti dei bracci della morte è maggiore del numero di esecuzioni effettuate in questo arco di tempo, il che significa che, oltre alle esecuzioni, altri motivi concorrono alla diminuzione. Diminuiscono le nuove condanne a morte, ed aumentano gli annullamenti per via giudiziaria di condanne a morte emesse tempo prima.
Escono dai bracci della morte anche quei condannati i cui stati nel frattempo hanno abolito la pena di morte. Ma sono soprattutto, valuta il rapporto, le poche condanne emesse negli ultimissimi anni a determinare il costante calo.
Il braccio della morte più popoloso rimane, come ormai da moltissimi anni, quello della California (741), seguito da quello della Florida (396), del Texas (254), dell’Alabama (194) e della Pennsylvania (175).
Divisi per razze, nei bracci della morte ci sono 42,34% bianchi, 41,79% neri, 13,08 % ispanici, 1,82 asiatici, 0,93 pellerossa più un detenuto del quale non è determinata la razza.
Divisi per sesso, i detenuti sono 98.11% maschi (2850) e 1,89% femmine (55).
Tra gli stati con almeno 10 detenuti nel braccio della morte, la percentuale più alta di detenuti appartenenti a minoranze razziali si trova in Delaware (78%), Texas (73%), Louisiana e Nebraska (70%), e California (66%). Alla data del 1 luglio 2016 (partendo dalla reintroduzione della pena di morte nel 1976) negli Usa sono state effettuate un totale di 1436 esecuzioni. Divisi per razze, i giustiziati sono 55,57% bianchi (798), 34.54% neri (496), 8.29% ispanici (119), 1,12% pellerossa (16), 0,49% asiatici (7). Divisi per sesso, i giustiziati sono 98.89% maschi (1420) e 1,11% femmine (16).
Quanto ai 2105 omicidi che hanno generato le 1436 esecuzioni, le vittime erano 75,63% bianche, 15,34% nere, 6,89 ispaniche, 1,90% asiatiche, e 0,24% pellerossa. Il sesso delle vittime era 48,88% femmine e 51,12% maschi.
Dal 1976, il 10% delle persone giustiziate (144) aveva rinunciato volontariamente a presentare appello. Dal 1977 ad oggi, e prima che nel 2005 la Corte Suprema vietasse le esecuzioni di minorenni, 23 persone erano state giustiziate per reati commessi da minorenni."


BIELORUSSIA: CORTE SUPREMA CONFERMA CONDANNA A MORTE
4 ottobre 2016: la Corte Suprema bielorussa ha confermato la condanna a morte emessa nei confronti del 33enne Siarhei Vostrykau a maggio. Si tratta della terza condanna a morte in Bielorussia quest'anno.
L’imputato è stato giudicato colpevole di omicidio, stupro, violenza sessuale e furto - e condannato al plotone di esecuzione.
L'annuncio del verdetto da parte del Tribunale Regionale di Homiel risale al 19 maggio.
Diversi attivisti per i diritti umani, sia bielorussi che internazionali, erano presenti all'annuncio della decisione della Corte Suprema: "Siarhei Vostrykau ha ascoltato la decisione della Corte Suprema senza emozioni. Il giudice ha chiesto se avesse capito la decisione e l’imputato ha risposto di averlo fatto", ha detto l’attivista Andrei Paluda.
Non ci sono altri elementi noti ai difensori dei diritti umani, dal momento che l’udienza si è svolta a porte chiuse. La Corte non ha chiarito i motivi della decisione.
Il 19 maggio il Tribunale Regionale di Homiel ha condannato a morte Siarhei in due casi distinti di stupro e omicidio.
Il primo crimine fu commesso dall’imputato nel luglio 2014, quando la sua collega Alesya Panteleyeva, 25 anni, scomparve. Quasi un anno dopo, nel maggio 2015, la polizia annunciò la scomparsa di un'altra ragazza, la 27enne Alevtina Mashurikova. La vittima era una dipendente della stessa impresa in cui aveva lavorato Alesya.
Si scoprì che Vostrykau avrebbe offerto ad entrambe le ragazze un passaggio a casa dopo il lavoro, portandole invece nel suo garage per violentarle e ucciderle. Avrebbe poi sepolto i corpi nei boschi.
Era stato anche accusato di furto nel 2007. Avendo scontato metà della sua pena di tre anni, l'uomo fu rilasciato e mandato a lavorare in comunità.
Vostrykau è sposato e ha un figlio di 3 anni.
Questa è la terza condanna a morte in Bielorussia dall'inizio di quest'anno. Il 5 gennaio 2016 Henadz Yakavitski, più volte condannato per vari reati, è stato giudicato colpevole di aver ucciso il suo partner con estrema crudeltà e condannato a morte. Il 15 febbraio la Corte Suprema ha confermato la condanna a morte di Siarhei Khmialeuski per gli omicidi di diverse persone.
La Bielorussia è l'unico paese in Europa che ancora applica la pena di morte. Questo è uno dei motivi principali per cui il Paese non può riottenere lo status di invitato speciale nel PACE.
Il Consiglio d'Europa e altre organizzazioni internazionali hanno più volte invitato le autorità bielorusse a introdurre una moratoria sulla pena di morte.
Dal 1990 più di 400 persone sono state condannate a morte in Bielorussia. In 26 anni solo una persona ha ricevuto la commutazione della propria condanna a morte.


NIGERIA: IL GOVERNATORE DELLO STATO DI EBONYI COMMUTA 14 CONDANNE CAPITALI 1° ottobre 2016: il governatore David Umahi dello Stato nigeriano di Ebonyi ha ordinato la commutazione in ergastolo delle condanne a morte di 14 prigionieri originari di Ebonyi, detenuti in varie prigioni dello Stato.
Il Governatore ha dato l'ordine il 1° ottobre ad Abakaliki durante le celebrazioni della 56° Giornata dell'Indipendenza e il 20° anno dalla creazione di Ebonyi.
Il governatore ha reso noto che altri 32 detenuti nello Stato hanno ottenuto la grazia incondizionata per i reati che li avevano portati in carcere.
"L'ordine è per i responsabili delle prigioni di Enugu, Abakaliki e Afikpo, in forza dei poteri conferiti al governatore dello Stato dalla sezione 212 della Costituzione del 1999, e successive modifiche”.
"Queste decisioni sono state raggiunte dopo aver consultato il Comitato sulla Prerogativa della Grazia dello Stato e altri organismi e questo costituisce un mandato ufficiale," ha detto il Governatore.
Umahi ha precisato che la decisione ha validità dal 1° ottobre.
Tra i detenuti che hanno ottenuto la commutazione figurano Igantius Ochioso, Paul Ominyi, Nnachi Asula, Sunday Ukpai, Onyebuchi Eze e Ikechukwu Nwafor.
"Tra i prigionieri graziati incondizionatamente figurano Ogbuzuru Odoh, Ogbonnia Odom, Shadrack Eboko, Ezi Ekum, Nduisi Nwodo, Paul Una, Musa Bako, Chikwu Ndukwe, Mgbeleke Oduma, Ugo Ogbuba”.
"Il procuratore generale e commissario per la giustizia, Augustine Nwankwagu, ha ora il compito di inviare il rapporto sulla condotta dei detenuti rilasciati al mio ufficio, per accertare se essi rappresentino ancora minaccia per la società", ha concluso il Governatore.


GAZA: CONDANNATA ALL’IMPICCAGIONE PER L’OMICIDIO DEL MARITO
5 ottobre 2016: un tribunale di Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza, ha condannato all’impiccagione una donna palestinese dopo averla riconosciuta colpevole di omicidio premeditato, ha reso noto un comunicato diffuso dall'ufficio del procuratore.
Il tribunale ha condannato la donna, identificata solo con le iniziali N.A., per aver ucciso suo marito Rabie Abu Anzeh, 36 anni. Anzeh è stato trovato morto nel sud della Striscia di Gaza il 30 gennaio.
Il 4 ottobre, la procura generale di Gaza si è appellata contro la decisione presa il mese scorso da un tribunale di Deir al-Balah, relativa ad un uomo giudicato colpevole di aver ucciso una delle sue mogli con la complicità della sua seconda moglie e condannato a dieci anni di reclusione, mentre la sua seconda moglie è stata rilasciata.
Il procuratore generale di Gaza Ismail Jabir ha detto che la corte ha accolto l’appello perché "c'è stato un errore nella attuazione della legge." La corte, ha detto Jabir, ha ignorato prove presentate dalla procura generale e alla fine ha giudicato il marito colpevole di omicidio colposo piuttosto che di omicidio premeditato.
Nel mese di maggio, i legislatori di Gaza hanno deciso che le condanne a morte saranno "obbligatorie dopo il completamento di tutti i possibili ricorsi contro di esse."
Questa decisione ha aperto la strada all'esecuzione di almeno una dozzina di palestinesi che sono stati condannati a morte nella Striscia di Gaza.
Il 17 maggio, il leader di Hamas Ismail Haniyeh ha annunciato che 13 palestinesi sono stati condannati a morte dai tribunali di Gaza e saranno giustiziati il prima possibile. 

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I SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA


Il gruppo Monza-Brianza di Amnesty International è lieto di invitarvi al terzo appuntamento della serie di conferenze “I diritti umani nel XXI secolo”, patrocinato dal Comune di Sesto San Giovanni, Assessorato alla pace e diritti umani.
Ogni anno, in occasione della Giornata mondiale contro la pena di morte del 10 ottobre, Amnesty International, membro fondatore della Coalizione mondiale contro la pena di morte, chiede l’eliminazione di questa pena disumana.
Interverranno:
Franco Mazzarella, Amnesty International Riccardo Mauri, Comunità di Sant’Egidio Guido Biancardi, Nessuno tocchi Caino La conferenza si svolgerà lunedì 10 ottobre 2016, ore 20.30, presso la Biblioteca centrale, Sala conferenze, Villa Visconti d’Aragona, Via Dante Alighieri 6 - Sesto San Giovanni (MI)


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