no alla pena di morte...........
1. LA STORIA DELLA
SETTIMANA : CONSULTA/ERGASTOLO OSTATIVO. NESSUNO TOCCHI CAINO AMMESSO A
PARTECIPARE ALL’UDIENZA PUBBLICA NEL GIUDIZIO DI LEGITTIMITA' COSTITUZIONALE
DELL’ART 4-BIS DELL’ORDINAMENTO PENITENZIARIO NEL CASO CANNIZZARO 2. NEWS FLASH: COREA DEL NORD: KIM JONG-UN FA
GIUSTIZIARE 5 FUNZIONARI PER IL FALLITO VERTICE DI HANOI CON TRUMP 3. NEWS FLASH: NEW HAMPSHIRE (USA): ABOLITA LA
PENA DI MORTE NELLO STATO 4. NEWS FLASH:
ALABAMA (USA): CHRISTOPHER LEE PRICE GIUSTIZIATO 5. NEWS FLASH: IRAQ: SETTIMO FRANCESE DELL’ISIS
CONDANNATO A MORTE 6. I SUGGERIMENTI
DELLA SETTIMANA : TEXAS (USA): RICHIESTA DI CORRISPONDENZA DAL BRACCIO DELLA
MORTE
CONSULTA/ERGASTOLO OSTATIVO. NESSUNO TOCCHI CAINO AMMESSO
A PARTECIPARE ALL’UDIENZA PUBBLICA NEL GIUDIZIO DI LEGITTIMITA' COSTITUZIONALE
DELL’ART 4-BIS DELL’ORDINAMENTO PENITENZIARIO NEL CASO CANNIZZARO
Il 22 ottobre 2019, alle ore 9.30, presso il palazzo
della Consulta, si terrà l’udienza pubblica nel giudizio di legittimità
costituzionale dell’art. 4-bis, comma 1, legge 26 luglio 1975, n. 354
(ordinamento penitenziario) nella parte in cui esclude che il condannato
all’ergastolo per delitti commessi avvalendosi delle condizioni di cui all'art.
416-bis c.p. ovvero al fine di agevolare l’attività delle associazioni in esso
previste, che non abbia collaborato con la giustizia nei termini di cui
all’art. 58-ter della stessa legge, possa fruire di un permesso premio, con
riferimento agli artt. 3 e 27 della Costituzione, che era stato promosso dalla
I sezione penale della Corte di cassazione con ordinanza n. 57913/2018, resa il
20 novembre 2018 e depositata il 20 dicembre 2018.
Fra le parti ammesse a partecipare all’udienza vi è anche
Nessuno Tocchi Caino che, nell’ambito di un progetto teso a sensibilizzare
l’opinione pubblica sul carattere crudele, inumano e degradante dell’ergastolo
cd. ostativo, ha presentato alla Consulta un intervento amicus curiae.
L’ammissione di Nessuno Tocchi Caino a partecipare ed
avanzare i propri argomenti all’udienza pubblica del 22 ottobre 2019 – ove sarà
presente l’Avv. Prof. Andrea Saccucci, del Foro di Roma – rappresenta
sicuramente una grande notizia, non solo per l’associazione, ma soprattutto per
tutti gli “ergastolani ostativi”, che ora sanno di poter contare su un
autorevole rappresentanza dinnanzi alla Corte costituzionale. Infatti, con il
proprio intervento, Nessuno Tocchi Caino fornirà alla Corte costituzionale informazioni
in merito alle condizioni concrete cui sono sottoposti gli oltre 1.100
individui che stanno scontando la pena dell’ergastolo ostativo nelle carceri
italiane, soprattutto per quello che riguarda la possibilità di accedere e
completare con successo programmi trattamentali senza godere dei permessi
premio e degli altri benefici penitenziari, e indicherà parametri
normativi e giurisprudenziali di diritto internazionale dei diritti umani di
immediata ril evanza per la soluzione
della questione.
Da una prospettiva più generale, inoltre, l’ammissione di
Nessuno Tocchi Caino all’udienza pubblica rappresenta un ulteriore passo verso
la progressiva “apertura” del giudizio incidentale di legittimità
costituzionale ad associazioni della società civile portatrici di interessi
qualificati – quale è sicuramente Nessuno Tocchi Caino per quanto riguarda la
questione dell’ergastolo ostativo.
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NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH
COREA DEL NORD: KIM JONG-UN FA GIUSTIZIARE 5 FUNZIONARI
PER IL FALLITO VERTICE DI HANOI CON TRUMP L’inviato speciale di Kim Jong-un per
i negoziati nucleari con gli Stati Uniti, Kim Hyok Chol, e altri quattro
funzionari del Ministero degli Esteri nordcoreano, sarebbero stati giustiziati
nel mese di marzo in Corea del Nord, mentre il braccio destro del dittatore
sarebbe stato spedito in un campo di rieducazione.
Il fallimento del vertice di Hanoi con Donald Trump,
conclusosi a febbraio con un clamoroso nulla di fatto, avrebbe spinto il
dittatore nordcoreano a una purga dei vertici di diplomazia e esercito.
Il condizionale però è obbligatorio, visto che a rivelare
i dettagli al quotidiano sudcoreano Chosun Ilbo è una sola fonte anonima
"a conoscenza dei fatti".
Sia il governo di Washington che quello di Seul hanno
detto di non avere al momento informazioni a riguardo, evitando commenti.
L'accusa nei confronti dei cinque- riferisce la fonte del
quotidiano - è spionaggio, anche se la reale imputazione sarebbe di non aver
compreso le vere intenzioni di Trump.
Secondo la fonte di Chosun Ilbo, tra i cinque giustiziati
figurerebbe anche l'interprete di Hanoi, "colpevole" di non aver reso
a dovere una proposta dell'ultimo secondo fatta da Kim a Trump, prima che
questi lasciasse il negoziato.
Ma il pezzo più grosso del regime coinvolto
nell'indiscrezione è Kim Yong Chol, potentissimo ex capo dell'intelligence e
braccio destro di Kim, controparte del segretario di Stato americano Mike
Pompeo. A marzo, secondo un parlamentare sudcoreano, era stato privato del suo
ruolo all'interno del Partito, ora Chosun Ilbo aggiunge che sarebbe finito in
un campo di lavoro.
NEW HAMPSHIRE (USA): ABOLITA LA PENA DI MORTE NELLO STATO
Il New Hampshire ha abolito la pena di morte. il Parlamento lo aveva fatto
anche l’anno scorso, ma il governatore Chris Sununu (44 anni, bianco,
Repubblicano) aveva posto il veto. Come è noto, nel caso un governatore decida
di non ratificare una legge votata dal Parlamento, se il Parlamento la vota di
nuovo con una maggioranza di almeno 2/3, la legge entra in vigore ugualmente.
L’anno scorso il Senato aveva ri-approvato la legge con
un voto 14-10, 2 voti in meno di quelli necessari. Quest’anno la stessa legge
(HB 455) era stata riproposta, ed era stata approvata dalle due ali del
Parlamento con una maggioranza ancora maggiore dell’anno scorso, 279-88 alla
Camera e 17-6) al Senato. Il Governatore il 3 maggio aveva di nuovo posto il
veto, superato dalla Camera il 23 maggio con un voto 247-123, e oggi (30
maggio) dal Senato con un voto 16-8. Il disegno di legge era stato presentato
dal deputato Renny Cushing, democratico, che ha avuto sia il padre che il
cognato uccisi in due diversi casi di criminalità. A favore ha votato anche la
senatrice Ruth Ward, repubblicana, il cui padre è stato ucciso quando lei aveva
7 anni. Il New Hamphire, piccolo stato del nord-est, diventa il ventunesimo
stato Usa ad abolire la pena di morte, e il 9° a farlo negli ultimi 15 anni. Il
DPIC valuta che tra stati che hanno abolito, e stati in cui è in vigore una
moratoria, o ggi metà degli Stati Uniti
ha preso le distanze dalla pena di morte. La nuova legge non è retroattiva, e
non si applica quindi all’unico detenuto nel braccio della morte dello stato,
Michael Addison, condannato per l’omicidio di un poliziotto. Nessuno è stato
giustiziato nel New Hampshire dal 1939, e da quando la pena di morte è stata
reintrodotta nel 1991 quella di Addison è l’unica condanna a morte emessa.
(Fonti: New Hampshire Public Radio, Associated Press,
Concord Monitor, 30/05/2019)
ALABAMA (USA): CHRISTOPHER LEE PRICE GIUSTIZIATO
Christopher Lee Price, 46 anni, bianco, è stato giustiziato il 30 maggio 2019.
Era stato condannato a morte nel 1993, con un voto 10-2
della giuria popolare, con l’accusa di aver ucciso, a scopo di rapina, il 21
dicembre 1991, Bill Lynn, 57 anni.
Nei mesi scorsi Price aveva cercato di fermare
l’esecuzione contestando il protocollo di iniezione letale, e anche chiedendo
di essere giustiziato con un metodo mai usato prima. Inizialmente l’esecuzione
di Price era fissata per giovedì 11 aprile alle 6 del pomeriggio. Come avviene
per praticamente tutte le esecuzioni, i suoi avvocati avevano presentato i
cosiddetti “ricorsi dell’ultimo minuto”. Uno di questi verteva sulla nuova
legge dell’Alabama che consente le esecuzioni tramite “ipossia”, ossia la
camera a gas ad azoto.
Quando la nuova legge era stata ratificata, i detenuti
del braccio della morte dovevano indicare la loro preferenza, se essere
giustiziati con iniezione letale o con ipossia, entro il 30 giugno. Alcuni
detenuti (48) avevano indicato la loro preferenza per l’ipossia, confidando
probabilmente nel fatto che un tale metodo di esecuzione, completamente nuovo e
mai usato prima in nessuna parte del mondo, se non in ambito veterinario, non
sarebbe stato concretamente implementabile prima dell’esaurimento di una lunga
serie di ricorsi di costituzionalità.
Price non aveva espresso questa preferenza. Lo ha fatto
nel febbraio 2019, sostenendo che i rischi di una esecuzione difettosa con il
protocollo di iniezione letale dell’Alabama (che utilizza un farmaco
controverso, il Diazepam) fossero troppo alti, e preferiva optare per
l’ipossia.
Poche ore prima dell’esecuzione la giudice federale
Kristi K. DuBose aveva rinviato l‘esecuzione di 60 giorni, e poco dopo la Corte
d’Appello dell’11° aveva confermato il rinvio. Poco dopo le 9 di sera, 3 ore
prima che scadesse il mandato di esecuzione, la Pubblica Accusa aveva fatto
ricorso alla Corte Suprema degli Stati Uniti.
Uno dei giudici “progressisti”, Breyer, ha chiesto ai
colleghi di affrontare compiutamente la questione, ma i colleghi “conservatori”
hanno voluto mettere subito al voto la decisione, ritenendo superflui gli
approfondimenti ipotizzati. La maggioranza della Corte ha infatti deciso, senza
aggiungere argomentazioni, che il detenuto aveva presentato la sua richiesta di
esecuzione “alternativa” fuori tempo massimo, e che quindi questa non doveva
essere accolta. Il rigetto della Corte Suprema è stato notificato ai difensori
con una e-mail datata venerdì 12 aprile ore 02,51, quando ormai il mandato di
esecuzione era scaduto. L’esecuzione è stata rimessa in calendario per oggi (30
maggio), ed è stata portata a termine. Price ha lasciato una dichiarazione
scritta: “Sono terribilmente dispiaciuto per il crimine che ho compiuto contro
la vittima e la sua famiglia. Né lui né la sua famiglia meritavano quello che
ho fatto. Nessuno se lo merita”.
Price diventa il 3° giustiziato di quest’anno in Alabama,
il 66° da quando l’Alabama ha ripreso le esecuzioni nel 1983, il 9° di
quest’anno negli Usa, e il n° 1499 da quando gli Usa hanno ripeso le esecuzioni
nel 1977.
IRAQ: SETTIMO FRANCESE DELL’ISIS CONDANNATO A MORTE Un
tribunale di Baghdad ha condannato a morte un cittadino francese il 29 maggio
2019 per essersi unito al gruppo dello Stato Islamico, portando a sette il
numero di jihadisti francesi condannati a morte questa settimana in Iraq.
Yassin Sakkam, 29 anni, era tra i 12 cittadini francesi
consegnati alle autorità irachene a gennaio dalle Forze Democratiche Siriane,
una milizia sostenuta dagli Stati Uniti contro il gruppo jihadista nella vicina
Siria.
"Ammetto di aver giurato fedeltà" all’ISIS, ha
detto alla corte, aggiungendo di essere stato pagato 70 dollari al mese.
Sakkam, che indossava un'uniforme da prigione gialla, ha
detto di essersi pentito della sua decisione di unirsi all’ISIS e ha chiesto di
essere graziato.
Sakkam, che ora ha 29 anni, lasciò la Francia alla fine
del 2014 per combattere con l’ISIS, pubblicando foto online di se stesso armato
e parlando a più mezzi di comunicazione del gruppo.
È diventato uno dei jihadisti più famosi della Francia,
che ha cercato di arrestarlo dal 2016.
Le autorità curde lo hanno arrestato in Siria nel 2017.
La Francia ha a lungo insistito affinché i suoi cittadini
catturati in Iraq o in Siria venissero processati in loco, pur ribadendo la sua
opposizione alla pena capitale in linea di principio.
La legge irachena prevede la pena di morte per chiunque
si unisca a un "gruppo terroristico", anche per coloro che non hanno
preso le armi.
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