GLI ORTI ORICELLARI: I GIARDINI DELLA
FILOSOFIA-FIRENZE
Gli Orti Oricellari, nelle immediate vicinanze della stazione di Santa Maria Novella, sono i giardini recintati, di proprietà della potente famiglia Rucellai, in cui si riunivano i seguaci dell’ Accademia neo-platonica di Firenze. L’ Accademia filosofica degli Orti Oricellari riuniva personaggi del calibro di Niccolò Macchiavelli, Lorenzo il Magnifico ed il futuro papa Leone X.
Intanto conviene sottolineare l’ etimologia del nome: per “orto” si intende originariamente un luogo prativo, ovvero piantato a vegetali, col significato dunque sia di giardino che di luogo adibito alla raccolta di frutta e verdura: ecco perchè il nome suona incongruo a quanti non siano pratici della Toscana. Naturalmente, nel caso degli Orti Oricellari, è valida la prima delle due accezioni del termine: essi sono infatti uno splendido esempio di “hortus conclusus“, cioè di “giardini recintati“, che trovano un grandioso termine di paragone negli Horti Leonini di San Quirico d’ Orcia. L’ appellativo “Oricellari“, così come “Rucellai” discende, secondo la tradizione, dalla scoperta della rusca, la piantina che Linneo denominò in seguito Lichen Roccella, da parte di un tale Alamanno che ne sfruttò le proprietà coloranti per la tintura dei panni di lana.
Gli Orti Oricellari danno il nome all’ omonima via che si diparte verso l’ Arno dal fianco della stazione di Santa Maria Novella: è proprio da questa via che si osserva un imponente muro di recinzione interrotto da un arco monumentale che rappresenta il portale di accesso agli Orti. Gli attuali giardini, che si estendono attualmente da via degli Orti Oricellari a via Bernardo Rucellai, sono attualmente di proprietà della Cassa di Risparmio di Pisa e costuituiscono soltanto una piccola parte della primitiva estensione: al tempo in cui divennero celebri per aver ospitato le riunioni di tutti i migliori ingegni di Firenze, infatti, gli Orti includevano anche i giardini dell’ attuale villa Corsini al Prato, cui si accede da via della Scala. Successivamente, all’ epoca del Risanamento ottocentesco per Firenze capitale, l’ architetto Poggi decise di tagliare in due il Parco per mezzo di via Rucellai.
Il nome degli Orti Rucellai è legato, storicamente, non solo alle riunioni dei più illustri uomini del tempo (ricordiamo in proposito che proprio in tale luogo Machiavelli lesse per la prima volta i suoi Discorsi sulla guerra), ma anche alla congiura macchinata nel 1522 ai danni del cardinale Giulio de’ Medici, che ricopriva allora una sorta di “protettorato” sulla città. In tale congiura risultò coinvolto uno dei leader carismatici delle riunioni degli Orti, ossia Jacopo da Diacceto, che ebbe per questo la testa mozzata.
Fulcro e centro degli attuali Orti Oricellari è la fontana ornata dalla statua colossale che rappresenta Polifemo. Il Polifemo è peraltro soltanto uno dei numerosi monumenti che adornavano il Parco originariamente: fra questi, la Grotta delle Ninfe e dei Venti, il Tempio di Flora e molti altri elementi decorativi in stile arcadico, quali statue classiche e finte rovine. Il colosso del Polifemo, con effetto certamente molto suggestivo, non era come oggi saldamente piantato a terra, ma emergeva a mezza figura da un laghetto.
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