sabato 1 settembre 2018


STORIE DI UN MONDO ANTICO

di guido michi

11° PARTE
TRA STORIA E FANTASIA

Come detto stavo percorrendo questa stretta stradina che ascendeva con una pendenza che stava pian piano aumentando. Sembrava un piccolo fiume incassato tra due muri scrostati dall’usura del tempo che in alcune parti erano ricoperti da piante rampicanti simili all’edera. Il caldo cominciava a farsi sentire ed il silenzio era interrotto dal cinguettio di qualche uccellino e dal frinire delle cicale. I muri che delimitavano la stradina che diventava sempre più tortuosa in alcuni punti erano parzialmente crollati e sostituiti da una rete metallica completamente arrugginita. Dalle rotture dei muri era possibile  vedere i campi coltivati ad ulivi ed in mezzo ai quali c’erano macchie coloratissime  di giaggioli od IRIS FIORENTINA ed i colori che prevalevano erano il bianco, il viola, il giallo e spandevano nell’aria un dolce ed intenso profumo.
Mi ricordo quando ero bambino  c’era un vecchio signore che coltivava questa straordinaria pianta dalle cui radici otteneva una specie di tuberi che dopo aver attentamente ripuliti dalla terra, tagliava a fette sottili che faceva essiccare al sole su grandi graticole, tutto ciò, poi lui lo rivendeva alla FARMACIA DI SANTA MARIA NOVELLA da dove venivano realizzate delle essenze base per produrre pregiati e raffinati  profumi.

L’IRIS FIORENTINA GIGLIO DI FIRENZE:
Il Giglio di Firenze è il simbolo della città fin dal secolo XI. Al contrario della blasonatura attuale anticamente i colori erano invertiti. La sua origine è incerta, tra le varie leggende sorte in merito vi è quella che vede derivare l'abbinamento della città (Florentia) con il fiore perché la sua fondazione da parte dei romani avvenne nell'anno del 59 a.c., durante le celebrazioni romane per l'avvento della primavera, i festeggiamenti in onore alla dea Flora (Ludi Florales o Floralia - giochi e competizioni pubbliche) che si svolgevano dal 28 aprile al 3 maggio. L'associazione tra i festeggiamenti e il nome venne spontanea come accadde successivamente tra il nome e i fiori numerosi che crescevano intorno; un'altra leggenda vede derivare nome e simbolo dal mitico fondatore Fiorino, pretore romano, perito durante l'assedio di Fiesole. In merito al giaggiolo (“Iris germanica variante florentina”, detto giglio di Firenze o giaggiolo bianco), specie che cresce numerosa e florida nei dintorni della città e da cui il simbolo con tutta probabilità discende, vi è da dire che esso ebbe sempre vari significati allegorici, tra cui quello di simbolo di purezza che lo rendeva il fiore della Madonna, non si può perciò escludere che l'adozione del giglio quale simbolo della città sia da ricondurre a una manifestazione di culto mariano risalente forse al IX secolo. Comunque esso veniva già usato come propria insegna dai fiorentini alla prima crociata.
I colori attuali risalgono al 1251 quando i Ghibellini, in esilio da Firenze, continuavano a ostentare il simbolo di Firenze come proprio. Fu allora che i Guelfi, che controllavano Firenze, si distinsero dai propri avversari invertendo i colori che poi sono rimasti fino ai giorni nostri. Nel 1252 compare sulla prima emissione del fiorino. Ai tempi del Comune di Firenze, il giglio era il simbolo della città, talvolta rappresentato su uno scudo retto dalla zampa di un leone (il cosiddetto marzocco). In seguito venne imposto ai territori sotto il dominio fiorentino (e ancora oggi il simbolo di Castelfiorentino e Scarperia ad esempio), ma con l'importante differenza di essere privo degli stami, organi atti alla riproduzione.
Il tradizionale simbolo fiorentino subì nel 1809 un tentativo di sostituzione del governo napoleonico che, con un decreto del 13 giugno 1811, provò a imporre un nuovo simbolo per Firenze: una pianta di giglio fiorito su un prato verde e uno sfondo argentato.
sormontato da un capo di rosso a tre api d'oro (il capo indicava l'appartenenza di Firenze alle classe delle grandi città dell'impero napoleonico (le cosiddette bonne ville). Il dissenso fiorentino non fece dare seguito al decreto.
FINE UNDICESIMA PARTE


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