STORIE DI UN MONDO ANTICO
di guido michi
11° PARTE
TRA STORIA E
FANTASIA
Come detto stavo percorrendo questa
stretta stradina che ascendeva con una pendenza che stava pian piano
aumentando. Sembrava un piccolo fiume incassato tra due muri scrostati
dall’usura del tempo che in alcune parti erano ricoperti da piante rampicanti
simili all’edera. Il caldo cominciava a farsi sentire ed il silenzio era
interrotto dal cinguettio di qualche uccellino e dal frinire delle cicale. I muri
che delimitavano la stradina che diventava sempre più tortuosa in alcuni punti
erano parzialmente crollati e sostituiti da una rete metallica completamente
arrugginita. Dalle rotture dei muri era possibile vedere i campi coltivati ad ulivi ed in mezzo
ai quali c’erano macchie coloratissime di
giaggioli od IRIS FIORENTINA ed i colori che prevalevano erano il bianco, il
viola, il giallo e spandevano nell’aria un dolce ed intenso profumo.
Mi ricordo quando ero bambino c’era un vecchio signore che coltivava questa
straordinaria pianta dalle cui radici otteneva una specie di tuberi che dopo
aver attentamente ripuliti dalla terra, tagliava a fette sottili che faceva
essiccare al sole su grandi graticole, tutto ciò, poi lui lo rivendeva alla FARMACIA
DI SANTA MARIA NOVELLA da dove venivano realizzate delle essenze base per
produrre pregiati e raffinati profumi.
L’IRIS FIORENTINA GIGLIO DI FIRENZE:
Il Giglio di Firenze è il simbolo della città fin dal secolo XI. Al contrario della blasonatura attuale anticamente i colori
erano invertiti. La sua origine è incerta, tra le varie leggende sorte in
merito vi è quella che vede derivare l'abbinamento della città (Florentia) con
il fiore perché la sua fondazione da parte dei romani avvenne nell'anno del 59 a.c., durante le celebrazioni romane per
l'avvento della primavera, i festeggiamenti in onore alla dea Flora (Ludi
Florales o Floralia - giochi e competizioni pubbliche) che si svolgevano dal 28
aprile al 3 maggio. L'associazione tra i festeggiamenti e il nome venne
spontanea come accadde successivamente tra il nome e i fiori numerosi che
crescevano intorno; un'altra leggenda vede derivare nome e simbolo dal mitico
fondatore Fiorino, pretore romano, perito durante
l'assedio di Fiesole. In merito al giaggiolo (“Iris
germanica variante florentina”, detto giglio di Firenze o giaggiolo
bianco), specie che cresce numerosa e florida nei dintorni della città e da cui
il simbolo con tutta probabilità discende, vi è da dire che esso ebbe
sempre vari significati allegorici,
tra cui quello di simbolo di purezza che lo rendeva il fiore della Madonna,
non si può perciò escludere che l'adozione del giglio quale simbolo della città
sia da ricondurre a una manifestazione di culto mariano risalente forse
al IX secolo. Comunque esso veniva già usato
come propria insegna dai fiorentini alla prima
crociata.
I colori attuali risalgono al 1251 quando
i Ghibellini, in esilio da Firenze,
continuavano a ostentare il simbolo di Firenze come proprio. Fu allora che
i Guelfi, che controllavano Firenze, si
distinsero dai propri avversari invertendo i colori che poi sono rimasti fino
ai giorni nostri. Nel 1252 compare
sulla prima emissione del fiorino. Ai tempi del Comune
di Firenze, il giglio era il simbolo della città, talvolta rappresentato su
uno scudo retto dalla zampa di un leone (il
cosiddetto marzocco). In seguito venne imposto ai
territori sotto il dominio fiorentino (e ancora oggi il simbolo di Castelfiorentino e Scarperia ad
esempio), ma con l'importante differenza di essere privo degli stami,
organi atti alla riproduzione.
Il tradizionale simbolo fiorentino subì nel 1809 un
tentativo di sostituzione del governo napoleonico che,
con un decreto del 13 giugno 1811, provò a
imporre un nuovo simbolo per Firenze: una pianta di giglio fiorito su un prato
verde e uno sfondo argentato.
sormontato da un capo di
rosso a tre api d'oro (il
capo indicava l'appartenenza di Firenze alle classe delle grandi città
dell'impero napoleonico (le cosiddette bonne ville). Il dissenso fiorentino non fece dare
seguito al decreto.
FINE UNDICESIMA PARTE
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