Silvestro Lega autoritratto-COLLEZIONE AUTORITRATTI GALLERIA DEGLI UFFIZI FIRENZE
domenica 30 settembre 2018
LE DONNE NELLA PITTURA
Quando si parla di donne dedite alla pittura uno pensa a grandissime artiste come Artemisia Gentilesci, Elisabetta Sirani o Sofonisba Anguissola.
Riprendiamo la rubrica “LE DONNE NELLA PITTURA” con GIULIA ELISABETTA LAMA nata a Venezia il 1 ottobre 1681 e morta a Venezia il 7 ottobre 1747.
g.m.
Riprendiamo la rubrica “LE DONNE NELLA PITTURA” con GIULIA ELISABETTA LAMA nata a Venezia il 1 ottobre 1681 e morta a Venezia il 7 ottobre 1747.
g.m.
La vita di Giulia Lama è priva di avvenimenti degni di nota e questo ha creato non pochi problemi nella ricostruzione della sua biografia. In aggiunta, criticata per il disegno difettoso e l'esecuzione grossolana, fu poco apprezzata nella seconda metà del Settecento e solo a partire dal Novecento gli storici dell'arte sono tornati ad occuparsi di lei. Gli studi più importanti sul suo conto si devono a Giuseppe Fiocco, Rodolfo Pallucchini, Ugo Ruggeri e Adriano Mariuz, i quali si impegnarono, inoltre, a ricostruirne il catalogo delle opere (molti lavori risultavano dispersi nel mercato antiquario o attribuiti ad altri quali Johann Liss, Giovanni Battista Piazzetta, Giovan Battista Tiepolo).
Nacque nella parrocchia di Santa Maria Formosa (fu battezzata nella stessa chiesa cinque giorni dopo) dal pittore Agostino e da Valentina Dell'Avese. Non si sposò, né ebbe figli e visse sempre nella casa di famiglia in calle Lunga.
La Lama non dipinse mai per professione: non si iscrisse alla fraglia e si manteneva facendo la ricamatrice.
Secondo Antonio Conti in giovane età avrebbe studiato matematica, il che potrebbe spiegare perché le tracce della sua attività artistica siano piuttosto tardive, quando aveva ormai superato i trent'anni. In questo primo periodo, tuttavia, risulta già una pittrice con una solida formazione e affermata: la prima opera autografa è il Ritratto del procuratore Pietro Grimani (1719), disegnato da lei e inciso da Andrea Zucchi, ma prima del 1720 doveva aveva concluso il Cristo condotto al Calvario per la chiesa del Cristo Miracoloso di Poveglia, andato perduto. Negli stessi anni gli venivano commissionati la pala per l'altare maggiore di Santa Maria Formosa (1722-1723), il Cristo incoronato di Spine e il Cristo sulla via del Calvario, conservati presso l'eremo di Monte Rua (chiare influenze piazzettesche), nonché la Decollazione di una santa collocata oggi a Ca' Rezzonico.
La sua piena attività in questo periodo è confermata anche da un ritratto eseguito dal Piazzetta (1715-1720) dove viene rappresentata con gli strumenti del mestiere. Lei stessa, consapevole della sua ascesa nel mondo artistico, nel 1725 realizzava un Autoritratto come pittrice.
Nacque nella parrocchia di Santa Maria Formosa (fu battezzata nella stessa chiesa cinque giorni dopo) dal pittore Agostino e da Valentina Dell'Avese. Non si sposò, né ebbe figli e visse sempre nella casa di famiglia in calle Lunga.
La Lama non dipinse mai per professione: non si iscrisse alla fraglia e si manteneva facendo la ricamatrice.
Secondo Antonio Conti in giovane età avrebbe studiato matematica, il che potrebbe spiegare perché le tracce della sua attività artistica siano piuttosto tardive, quando aveva ormai superato i trent'anni. In questo primo periodo, tuttavia, risulta già una pittrice con una solida formazione e affermata: la prima opera autografa è il Ritratto del procuratore Pietro Grimani (1719), disegnato da lei e inciso da Andrea Zucchi, ma prima del 1720 doveva aveva concluso il Cristo condotto al Calvario per la chiesa del Cristo Miracoloso di Poveglia, andato perduto. Negli stessi anni gli venivano commissionati la pala per l'altare maggiore di Santa Maria Formosa (1722-1723), il Cristo incoronato di Spine e il Cristo sulla via del Calvario, conservati presso l'eremo di Monte Rua (chiare influenze piazzettesche), nonché la Decollazione di una santa collocata oggi a Ca' Rezzonico.
La sua piena attività in questo periodo è confermata anche da un ritratto eseguito dal Piazzetta (1715-1720) dove viene rappresentata con gli strumenti del mestiere. Lei stessa, consapevole della sua ascesa nel mondo artistico, nel 1725 realizzava un Autoritratto come pittrice.
Giuditta e Oloferne; Venezia, Gallerie dell'Accademia.
Nel 1728, sempre secondo il Conti, stava lavorando a un grande Ratto di Europa, mentre nel 1733 aveva concluso un Sant'Antonio da Padova nell'atto di ricevere il Bambino per Santa Maria dei Miracoli e un San Teodoro a cavallo e l'imperatore Licinio per la Scuola di San Teodoro. Tutte queste opere sono andate perdute, mentre rimane nella chiesa di San Vitale una Crocifissione con gli apostoli (1726-1732), considerata uno dei suoi lavori più rappresentativi. Dello stesso filone espressivo sono Giuditta e Oloferne (Gallerie dell'Accademia) e gli Evangelisti di San Marziale.
Poco più tardi (inizio o fine degli anni trenta) venivano concluse la Madonna col Bambino e i Santi Agostino e Francesco da Paola per la chiesa di San Francesco a Sebenico e anche il San Girolamo con l'angelo attualmente nella Galleria Campori di Modena.
Le ultime due opere sono una Gloria di una santa (o, meglio, un'Assunzione) esposta nella chiesa di Santa Maria Assunta di Malamocco, una Giuditta con la testa di Oloferne di una collezione privata, il Saturno che divora il figlio (disperso) e le cosiddette "teste di carattere" (Busto di vecchio con libro, Busto di donna con zendado, Busto di vecchio con rosario, tutte di ubicazione ignota).
Morta per "febre acuta con affetto cutaneo, che degenerò in convulsivo", venne sepolta nella chiesa dei Santi Giovanni e Paolo. Sua erede fu la sorella Cecilia.
Lo stile della Lama è autonomo rispetto agli altri pittori contemporanei, primo fra tutti il Piazzetta che va considerato un collega piuttosto che un maestro. La sua pittura si dimostra infatti molto più essenziale e quasi ruvida, tendente perfino alla deformazione anatomica. Fondamentale è l'uso violento del chiaroscuro.
Ebbe anche una certa fortuna come poetessa: nei Componimenti poetici delle più illustri rimatrici di ogni secolo curati da Luisa Bergalli (1726) compaiono anche tre sonetti e due canzoni della Lama, mentre altri componimenti vennero pubblicati nel 1734 e nel 1740 in due raccolte d'occasione. Si caratterizzano per un certo petrarchismo sul quale, però, si impone la personalità veemente rilevabile nei dipinti.
Nel 1728, sempre secondo il Conti, stava lavorando a un grande Ratto di Europa, mentre nel 1733 aveva concluso un Sant'Antonio da Padova nell'atto di ricevere il Bambino per Santa Maria dei Miracoli e un San Teodoro a cavallo e l'imperatore Licinio per la Scuola di San Teodoro. Tutte queste opere sono andate perdute, mentre rimane nella chiesa di San Vitale una Crocifissione con gli apostoli (1726-1732), considerata uno dei suoi lavori più rappresentativi. Dello stesso filone espressivo sono Giuditta e Oloferne (Gallerie dell'Accademia) e gli Evangelisti di San Marziale.
Poco più tardi (inizio o fine degli anni trenta) venivano concluse la Madonna col Bambino e i Santi Agostino e Francesco da Paola per la chiesa di San Francesco a Sebenico e anche il San Girolamo con l'angelo attualmente nella Galleria Campori di Modena.
Le ultime due opere sono una Gloria di una santa (o, meglio, un'Assunzione) esposta nella chiesa di Santa Maria Assunta di Malamocco, una Giuditta con la testa di Oloferne di una collezione privata, il Saturno che divora il figlio (disperso) e le cosiddette "teste di carattere" (Busto di vecchio con libro, Busto di donna con zendado, Busto di vecchio con rosario, tutte di ubicazione ignota).
Morta per "febre acuta con affetto cutaneo, che degenerò in convulsivo", venne sepolta nella chiesa dei Santi Giovanni e Paolo. Sua erede fu la sorella Cecilia.
Lo stile della Lama è autonomo rispetto agli altri pittori contemporanei, primo fra tutti il Piazzetta che va considerato un collega piuttosto che un maestro. La sua pittura si dimostra infatti molto più essenziale e quasi ruvida, tendente perfino alla deformazione anatomica. Fondamentale è l'uso violento del chiaroscuro.
Ebbe anche una certa fortuna come poetessa: nei Componimenti poetici delle più illustri rimatrici di ogni secolo curati da Luisa Bergalli (1726) compaiono anche tre sonetti e due canzoni della Lama, mentre altri componimenti vennero pubblicati nel 1734 e nel 1740 in due raccolte d'occasione. Si caratterizzano per un certo petrarchismo sul quale, però, si impone la personalità veemente rilevabile nei dipinti.
FILIPPINO LIPPI-L'ANNUNCIAZIONE-GALLERIA DELL'ACCADEMIA FIRENZE
L'Annunciazione è un dipinto a tempera su tavola (175x181 cm) di Filippino Lippi, databile al 1460 circa, poi 1472.
L'opera è una delle primissime attribuite a Filippino, che nel 1472, allora quindicenne, iniziò a lavorare nella bottega di Sandro Botticelli.
L'Annunciazione deriva da quella di Filippo Lippi all'Alte Pinakothek di Monaco di Baviera del 1450 circa, pure ambientata in una loggia aperta su un semplice giardino (l'hortus conclusus) di gusto arcaizzante, dove Maria (la quale forma molto allungata per suggerire l'incorporeità e quindi la verginità) in piedi riceve l'annuncio dall'Angelo appena atterrato, distraendola dalla lettura. A sinistra, come nell'opera del padre, appare un secondo angelo recante in mano un giglio bianco, lo stesso che tiene Gabriele, come offerta alla purezza della Vergine. In alto a sinistra si vede il Padre Eterno tra angeli che, con raggi dorati, invia la colomba dello Spirito Santo.
Berenson attribuì la scena all'allievo di Lippi padre detto Maestro della Natività di Castello, mentre Scharf per primo vi ravvisò due mani distinte: lo sfondo e l'angelo sulla porta del Maestro della Natività di Castello e l'angelo e la Madonna di Filippino, che avrebbe secondo questa ipotesi completato l'opera rimasta incompiuta nella bottega del padre. L'intervento di Filippino venne confermato dalla critica successiva (la datazione al 1472 è di Salvini, poi confermata), la mano dell'altro pittore venne in seguito attribuita al Maestro di San Miniato e infine al Maestro della Natività Johnson, con una datazione di questo primo intervento oscillante tra il 1460 e il 1472, appunto.
sabato 29 settembre 2018
Il maresciallo Casati al Salone del libro di Firenze. Un abbraccio all'editore Luca Betti, che ha scattato la foto, e a Giuseppe Previti, presidente di Giallo Pistoia, che sta sostenendo i primi quattro episodi. Il prossimo anno aumenteranno le sue difficoltà visto che sta per uscire l'ultima inchiesta dal titolo "È caduto giù l'Arnando", a novembre in libreria.
LUIGI BICCHI
CRONACA DI UNA VACANZA
LA STACCHINEIDE
OVVEROSIA LE
AVVENTURE DELLA STACCHINI A SHARM
Siamo partiti il giorno 8 settembre
da Bologna alla volta di SHARM EL SHEIKH in Egitto con la compagnia aerea BLUE
PANORAMA che in fatto di puntualità è assolutamente inaffidabile e questo lo
sapevamo già prima di partire. Il pacchetto acquistato dall’EDEN VIAGGI
comprendeva anche il volo e per questo motivo abbiamo dovuto subire la Blue
Panorama(sic).
Il volo è stato tranquillo tanto è
che per la sua maggior parte ho dormito alla grande, mi auguro di non aver
disturbato gli altri passeggeri data la mia tendenza a russare in modo
estremamente rumoroso. Per questa parte del viaggio La Cheti Stacchini, che per
comodità in seguito mi limiterò a chiamare LA STACC, stranamente è stata
piuttosto silenziosa. Siamo arrivati all’aeroporto egiziano attorno a
mezzanotte ora locale. La Stacc a questo punto ha cominciato a dare in smanie
soprattutto nei confronti della polizia di frontiera che per nostra fortuna non
comprendeva l’italiano; ad aspettarci c’erano i responsabili dell’Eden che ci
hanno condotto con un bus al villaggio chiamato Tamra Beach. La reception del
TAMRA è in un piacevole stile moresco e qui ci hanno consegnato le chiavi delle
camere ed offerto, tanto per rimanere in tema, una deliziosa tazza di karkadé.
Erano le una passate quando siamo potuti entrare in camera dove erano già state
trasportate le nostre valige.
Valige un vero dramma per la Stacc tanto che non so quante volte ha rifatto le sue…..le sue?
Si signori le sue visto che nei miei confronti stava vincendo 3 a 1. Come detto
siamo entrati in camera che erano più dell’una e parlare di camera è piuttosto
riduttivo visto che si trattava di un piccolo appartamento con tutti i confort
( televisore, aria condizionata, frigo bar, cassaforte ecc.) Ci trovavamo al primo piano e da una porta
finestra si accedeva ad una grande
terrazza a forma quadrata munita di poltroncine sulle quali si poteva
comodamente prendere il sole. Insomma l’ambiente era molto confortevole e
ottimamente arredato, l’inizio prometteva molto bene.
Mentre stavamo disfacendo le valige
la Stacc continuava a protestare perché secondo lei io non mi sapevo
organizzare, insomma tutto nella norma e secondo un copione ben consolidato.
Tutti a nanna aspettando con ansia il
primo giorno della tanto agognata vacanza in questo luogo che ad un primo
acchito sembrava un vero e proprio
paradiso. Avevo dimenticato che vicino ai tropici il sole sorge molto presto ed
altrettanto presto tramonta, erano state lasciate aperte le tende e pertanto
siamo stati svegliati dal sole che era già alto sull’orizzonte, guardando
l’orologio abbiamo constatato che erano appena la cinque del mattino, allora si
è deciso di riposare ancora un po’.
Nonostante la stanchezza accumulata
dal viaggio e dall’aver dormito poco però il desiderio di non perdere un attimo della
nostra vacanza ci ha fatto decidere di alzarci presto e per prima cosa ci siamo
affacciati dal terrazzo ed un
bellissimo panorama fatto di rigogliose palme e da un prato all’inglese ben
curato ci ha dato un bellissimo benvenuto.
Dimenticavo di dire che TAMRA BEACH significa “LA SPIAGGIA
DEI DATTERI”.
Ci siamo recati al ristorante per una
ricca e sostanziosa prima colazione, poi ci siamo avviati verso la spiaggia e
durante il percorso abbiamo potuto constatare che c’erano anche numerose
piscine, io ne ho contate ben sei salvo errori e omissioni. La spiaggia era
molto bella e ben attrezzata con ombrelloni e lettini, c’era anche un bar che ad una certa ora sfornava dell’ottima
pizza.
Il mare era stupendo e passava
dall’azzurro al bleu più intenso con le onde che si infrangendosi sulla
barriera corallina producevano una schiuma bianca e tutti questi colori così
contrastanti producevano un effetto cromatico veramente bello.
La barriera corallina poteva essere raggiunta
anche attraverso una passerella alla fine della quale c’era una piattaforma con
delle scalette che permettevano di scendere in questo mare ricco di vita e
pullulante di pesci di tutte le
dimensione e di tutti i colori tanto che sembrava di immergersi in un
grandissimo acquario.
La vita sulla spiaggia era allietata
dai bravissimi ragazzi dell’animazione
Tra mezzogiorno e le una abbiamo deciso che
era l’ora del pranzo per cui ci siamo diretti al ristorante e sorpresa delle
sorprese chi abbiamo ritrovato? Abbiamo ritrovato chef FRANCESCO conosciuto ad
ottobre dell’anno passato al villaggio dell’EDEN di MARSA ALAM il GEMMA BEACH e
già la sua presenza era garanzia sull’eccellenza del cibo che avremmo consumato
ed in effetti così è stato.
Sulla qualità e la quantità del cibo anche
la Stacc non ha mai protestato, salvo la sera dedicata alla cucina egiziana che
anch’io, per la verità, non ho gradito in modo particolare.
Devo sottolineare in negativo la male
educazione di certe persone che si gettavano sul buffet da sembrare delle
cavallette impazzite ed in questo noi italiani ci facevamo distinguere ed in
modo particolare gli abitanti di una certa regione del sud che per educazione e
per non incorrere nell’accusa di razzismo non voglio nominare, anche la Stacc
era piuttosto critica nei confronti di questi nostri connazionali.
Di questa splendida esperienza
vissuta al TAMRA BEACH DI SHARM EL SHEIKH voglio ricordare i ragazzi
dell’animazione che con i loro spettacoli hanno allietato molte ore delle nostre
giornate, rendendo serena e divertente la nostra vacanza. GIAMBATTISTA il capo
animazione, una vera forza della natura, con i suoi tormentoni “PUNTO, C’E’
MACEDONIA, C’E’ CRISI, SEI UNA BELLA PERSONA, SEI UNA BRUTTA PERSONA ecc. ecc.”
La macedonia era un modo criptico per
parlare di sesso, la crisi era l’esatto contrario .
-Guido c’è macedonia o c’è crisi?
Io inevitabilmente rispondevo
Tanto è che in modo
ufficiale ed in pompa magna sono stato eletto la miglior prostata del
villaggio.
LA GITA A SHARM EL SHEIKH VECCHIA
E’ stata molto carina la gita
notturna a SHARM vecchia con la visita ad una splendida moschea ed a tal
proposito voglio ricordare che circa l’80% degli abitanti dell’Egitto è
islamico sunnita e il restante 20 % professa il cristianesimo coopto e ci sono
anche alcuni cristiani cattolici di rito greco.
Era prevista in questa gita anche la
visita alla zona commerciale di SCHARM e
qui viene fuori l’animo mercantile del popolo egiziano…….ti inseguono per
decine di metri cercando di appiopparti qualche cianfrusaglia, comunque nel
medio oriente tutto ciò rientra nella normalità e bisogna abituarsi a questi comportamenti
che per noi occidentali risultano essere piuttosto molesti.
La Stacc che era vestita in modo
ineccepibile mentre si faceva un selfie
davanti a una Moschea è stata allontanata da una guardia che gli faceva il
segno di coprirsi, ed ecco un lato molto negativo della cultura islamica; la
donna può mostrarsi in pubblico solo se abbondantemente coperta.
Queste poverette ci facevano
compassione considerando che la
temperatura superava abbondantemente anche i 30 gradi.
IL RITO DEI GECHI
Dovete sapere che la Stacc ha un vero
e proprio terrore di questi piccoli ed inoffensivi rettili, per i quali,
diciamoci la verità, neanche io provo una particolare simpatia, ma io non sono
ai suoi livelli. Come detto la nostra camera si trovava al primo piano e quando
iniziavamo a salire la rampa di scale l’ineffabile Stacc guardava con
attenzione le pareti e:
-eccone uno!
Io
-dove?
-ma sei cieco? lassù non lo vedi ?
guarda come è grosso! Che schifo!
Io
-ma è lassù che voi ti faccia?
-mi sta guardando oh come è brutto!
Io
-ora come tu faccia a vedere da qui
che ti sta guardando me lo devi spiegare.
-se scende lo prendo a ciantellate
(ciabattate)
Arrivati davanti alla porta della
camera inevitabilmente cominciava a bussare con grande energia.
Io
-che fai ?
-non senti busso!
Io
-questo lo sento bene ‘un son mica
sordo, ma per fare cosa tu bussi così forte che tu rischi di svegliare la
mummia di TUTANKHAMON !
-spiritoso che non sei altro, lo
faccio per i gechi!
Io
-per i gechi? Che pensi che ti
rispondano e magari ti aprano anche la porta!
-cretino che non sei altro lo faccio
per spaventarli
Io
-Ahhh ho capito astuta che non sei
altro!
Entrati in camera e dopo aver
inserito la scheda che attiva l’intero impianto elettrico iniziava un’attenta
perlustrazione per vedere se c’era la presenza dell’odiato GECO. Questo era il
rito che si ripeteva in modo costante tutte le volte che rientravamo nel nostro
alloggio.
GITA AL PARCO NAZIONALE DI RAS MOHAMMED
La gita più bella è stata quella al
PARCO NAZIONALE DI RAS MOHAMMED che si trova tra l’interno del Sinai e la
sponda che da sul GOLFO DI SUEZ.
I contrasti di colore tra il
marroncino del deserto ed il bleu del mare è qualcosa che è impossibile da
descrivere bisogna viverla questa esperienza per poter capire.
La Stacc si è superata ed infatti ha
fatto SNORKELING in un luogo ove il mare raggiunge una profondità di circa 170
metri e per lei che aveva terrore dell’acqua è stata una grandissima conquista.
BRAVISSIMA STACC!!!!
La giornata si è conclusa sotto una
capanna beduina ove mi sono sorbito un eccellente THE’ alla menta.
LA PIAZZETTA
Nel villaggio c’era un luogo chiamato
la piazzetta ove si affacciavano alcuni negozietti, noi frequentavamo quello in cui si vendevano unguenti e profumi e l’altro che commerciava in
abbigliamento.
I due esercenti quando vedevano
arrivare la Stacc entravano in totale confusione ed in particolare quello che gestiva il negozio di
abbigliamento che si chiamava MINA.
Il poveretto in fondo mi faceva pena
ed aveva tutta la mia solidarietà umana !
Quando vedeva arrivare la Stacc
cercava tutte le scuse per evitarla credo che qualche volta si sia anche
mimetizzato ma a lei non la si fa tanto meno un povero egiziano.
-NON URLARE
-NON TOCCARE
-NON METTERE IN DISORDINE
-POVERO ME! POVERO ME! POVERO ME!
Poi mi si rivolgeva
-MA LE DONNE ITALIANE SONO TUTTE
COSI’ ?
Ed io in modo eloquente e sconsolato
allargavo le braccia a mo’ di conferma
-POVERI VOI! NO IN QUESTO MOMENTO
POVERO IO!
-NON URLARE, NON SONO SORDO, NON
METTERE IN DISORDINE LA MIA POVERA MERCE !
Mentre lui cercava di rimettere a
posto le magliette che la Stacc aveva aperte io me la stavo ridendo alla grande.
Povero Mina che cosa hai dovuto
subire in quei giorni, ti ho veramente nel cuore. Sono convinto che quando ha saputo
della nostra partenza ha di sicuro festeggiato.
All’aeroporto quando siamo ripartiti per l'Italia la Stacc si è data da fare
prima leticando di brutto con il poliziotto che ai raggi X controllava i
bagagli e per nostra fortuna anche costui non conosceva l’italiano altrimenti
non so come ci sarebbe andata a finire, poi con quello che controllava i
documenti, il quale rivolgendosi a me:
-LE DONNE ITALIANE SONO TUTTE COSI’?
Ed io con un sorrisetto un po’ beota
annuivo con la testa e son convinto che il poliziotto abbia avuto un po’ di
pietà per noi poveri maschietti italici.
.
In aereo tutto è filato liscio come
all’andata, siamo arrivati a Bologna in perfetto orario.
Purtroppo la nostra bella e
divertente vacanza era finita e dentro di me do un arrivederci al TAMRA BEACH DI
SHARM EL SHEIKH e all’EGITTO che mi sono rimasti nel cuore.
Come è di consuetudine è l’ora dei
ringraziamenti, in primis
Cheti Stacchini detta Stacc e
Antonella Mazzoni detta Anto mie splendide compagne in questo bellissimo
viaggio.
Poi tutta la struttura dell’EDEN
VIAGGI del TAMRA BEACH, con l’eccezione
dell’assistenza egiziana alla reception.
GUIDO MICHI
nessuno tocchi caino
NO ALLA PENA DI MORTE
NO ALLA PENA DI MORTE
1. LA STORIA DELLA
SETTIMANA : TEXAS: GIUSTIZIATO TROY CLARK 2.
NEWS FLASH: TEXAS: GIUSTIZIATO DANIEL ACKER 3. NEWS FLASH: EGITTO: 20 CONDANNE A MORTE
CONFERMATE 4. NEWS FLASH: IRAQ: DUE
CONDANNE CAPITALI PER TERRORISMO 5. NEWS
FLASH: SOMALIA: SOLDATO CONDANNATO A MORTE PER OMICIDIO 6. I SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA :
TEXAS: GIUSTIZIATO TROY CLARK
Troy Clark, 51 anni, bianco, è stato giustiziato il 26
settembre 2018.
Era accusato di aver ucciso, il 19 maggio 1998, Christina
Muse, che lui sospettava potesse informare la polizia della sua attività di
spacciatore di metanfetamina.
Era stato condannato a morte nella Smith County nel marzo
2000. Fino all’ultimo si è dichiarato innocente, anche se al processo aveva
detto di voler essere condannato a morte. La pubblica accusa lo riteneva
responsabile di almeno altri 2 omicidi, per i quali però non lo ha processato.
Oggi, subito dopo l’entrata in circolo della dose di
Pentobarbital, ha detto “Brucia… lo sento”. L’esecuzione sembra non abbia
presentato problemi, e Clark è stato dichiarato morto dopo 21 minuti.
Clark diventa il 9° detenuto giustiziato quest’anno il
Texas, il 554° da quando il Texas ha ripreso le esecuzioni nel 1982, il 17°
dell’anno negli Stati Uniti, e il n° 1482 da quando gli Usa hanno ripreso le
esecuzioni nel 1977.
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NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH
TEXAS: GIUSTIZIATO DANIEL ACKER
Daniel Acker, 46 anni, bianco, è stato giustiziato il 27
settembre 2018.
Era accusato, ed in parte aveva ammesso di aver ucciso,
il 12 marzo 2000, la sua fidanzata, Marquetta George, 32 anni. Venne condannato
a morte il 31 marzo 2001. Fino all’ultimo ha sostenuto che la morte della
ragazza fosse stato un incidente, ha ammesso di averla rapita, e che la ragazza
si sarebbe buttata giù dall’auto in corsa.
Gli è stata iniettata una dose di Pentobarbital poco dopo
le 18, ed è stato dichiarato morto alle 18,25, apparentemente senza
complicazioni.
Acker diventa il 10° giustiziato di quest’anno in Texas,
il 555° da quando il Texas ha ripreso le esecuzioni nel 1982, il 18° dell’anno
negli Stati Uniti, e il n° 1483 da quando gli Stati Uniti hanno ripreso le
esecuzioni nel 1977.
(Fonti: Texas Tribune, Houston Chronicle, 27/09/2018) Per
saperne di piu' :
EGITTO: 20 CONDANNE A MORTE CONFERMATE
La Corte di Cassazione egiziana il 24 settembre 2018 ha
confermato le condanne a morte di 20 persone riconosciute colpevoli
dell'uccisione di 13 poliziotti durante violenti disordini dopo il
rovesciamento del presidente Morsi nel 2013.
"Il verdetto è definitivo e non può essere
impugnato", ha detto un funzionario giudiziario.
La stessa Corte ha condannato altri 80 imputati a pene
detentive di 25 anni, altri 34 imputati a 15 anni e un minorenne a 10 anni.
Il 14 agosto 2013, un mese dopo che Morsi era stato
rovesciato dall'esercito, le forze di sicurezza dispersero con la forza due
campi di protesta pro-Morsi al Cairo in un'operazione che provocò la morte di
quasi 1.000 persone.
Ore dopo, una folla furiosa attaccò una stazione di
polizia nel sobborgo del Cairo di Kerdassa, uccidendo 13 poliziotti.
:
IRAQ: DUE CONDANNE CAPITALI PER TERRORISMO Due iracheni
sono stati condannati a morte il 24 settembre 2018 dopo essere stati
riconosciuti colpevoli dell'uccisione di 12 civili nella provincia irachena
occidentale di Anbar.
Secondo Abdul-Sattar Bayrakdar, portavoce del Consiglio
giudiziario supremo dell'Iraq, un tribunale penale ha condannato i due a morte
per aver ucciso 12 civili nel distretto Al-Jazeera ad Anbar, in quello che il
tribunale ha descritto come un "attacco terroristico".
Una terza persona è stata condannata all’ergastolo per
aver preso parte a un altro attacco nella provincia di Diyala.
Gli imputati hanno ora 30 giorni di tempo per presentare
appello alla Corte di Cassazione Federale dell'Iraq.
SOMALIA: SOLDATO CONDANNATO A MORTE PER OMICIDIO Il
tribunale militare di Beledweyne il 22 settembre 2018 ha condannato a morte un
soldato per aver ucciso un civile nel distretto somalo alla fine del mese
scorso.
Il presidente del tribunale militare di primo grado Col.
Hassan Ali Shute ha detto che il soldato identificato come Mahad Hussein Shidow
è stato condannato a morte dopo che il tribunale lo ha dichiarato colpevole di
aver deliberatamente ucciso un civile, Yasin Ali Saneey, un guidatore di risciò.
"Il 20 settembre la corte ha ascoltato l'accusa
contro Mahad Hussein Shidow accusato di aver ucciso un civile, Yasin Ali Saney,
un guidatore di risciò. Dopo aver ottenuto prove e ascoltato i testimoni, il
tribunale lo ha condannato alla pena di morte" ha detto Shute.
Il Col. Shute ha aggiunto che un altro soldato ha subito
lesioni per le pallottole sparate dal soldato durante l'omicidio dell’autista
di risciò.
"L'imputato è stato anche accusato di aver ferito un
soldato, Abdi Dukow Mohamed, con le pallottole che ha sparato durante
l'incidente avvenuto nel distretto di Beledweyne.”
Il presidente del tribunale ha sottolineato che
l'imputato può presentare ricorso se non è soddisfatto del verdetto del
tribunale militare.
venerdì 28 settembre 2018
LUDOVICO MAZZOLINO-L'ADORAZIONE DEI PASTORI-GALLERIA DEGLI UFFIZI FIRENZE
L'Adorazione dei pastori è un dipinto a olio su tavola (79,5x60,5 cm) di Ludovico Mazzolino, databile al 1520-1524.
Un'elaborata abitazione fa da sfondo e capannuccia alla scena della Natività, impostata, secondo i canoni tipici dell'artista, su due piani: un primo piano affollato di figure (la Madonna, Giuseppe, gli angeli e i pastori che accerchiano il Bambino poggiato a terra) e uno sfondo architettonico popolato da figure, tra cui l'uomo che si affaccia da una finestra e i due colombi. Più in alto corona il tutto una visione angelica luminosa, con creature celesti che indicano le tavole della Legge).
Gesù, per legare i vari gruppi di figure, fa un gesto ginnico sollevandosi su un braccio e indicando in alto, non senza stupire i pastori accorsi, che ne riconoscono così la natura divina.
Numerose influenze formali si riscontrano nell'opera, dai ferraresi del Quattrocento, all'esempio di Amico Aspertini. Le figure appaiono delicate e sospese, rese con effetti lineari di derivazione nordica. Gesti e sguardi le concatenano, sebbene l'effetto sia pacato, con un'attenzione alla naturalezza di derivazione lombarda.
Sullo sfondo si scorge un fiabesco paesaggio di montagna, con una città munita di un possente torrione circolare.
Alcuni motivi si ritrovano in altre opere dell'artista: l'uomo che si affaccia e i colombi nell'Adorazione dei Magi della Galleria Borghese, la gloria di angeli nella Natività a Sarasota.
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