sabato 22 aprile 2017

       nessuno   tocchi    CAINO         
   NO   ALLA   PENA    DI   MORTE    


1.  LA STORIA DELLA SETTIMANA : SALUTO DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA ORLANDO IN OCCASIONE DELLA PROIEZIONE DI ‘SPES CONTRA SPEM’
2.  NEWS FLASH: PROIEZIONE DEL DOCUFILM ‘SPES CONTRA SPEM’ NEL CARCERE DI LECCE E AL PALAZZO DI GIUSTIZIA DI BRINDISI 3.  NEWS FLASH: ARKANSAS (USA): PRIMA ESECUZIONE NELLO STATO IN 12 ANNI 4.  NEWS FLASH: TURCHIA: POSSIBILE REFERENDUM SULLA PENA DI MORTE 5.  NEWS FLASH: QATAR: FILIPPINO OTTIENE COMMUTAZIONE IN ERGASTOLO 6.  I SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA :


SALUTO DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA ORLANDO IN OCCASIONE DELLA PROIEZIONE DI ‘SPES CONTRA SPEM’
Il bellissimo messaggio del Ministro della Giustizia Andrea Orlando che ha accompagnato le presentazioni in Sicilia del ducu-film ‘Spes Contra Spem – Liberi Dentro”.

18 aprile 2017: “Sono lieto di accompagnare ancora una volta, con una parola di saluto, la proiezione di questo bel film «Spes contra spem», che testimonia l'impegno dell'Associazione radicale «Nessuno tocchi Caino», in una battaglia di grande significato giuridico e morale.
Questo documentario fa riflettere. Credo che il suo primo significato sia proprio questo: un invito alla riflessione sul significato della pena più dolorosa e gravosa, quella dell'ergastolo ostativo.
Questo documentario non ci intrattiene, non ci regala un'ora di evasione, anzi: ci porta in un carcere, dietro le sbarre, e ci invita a riflettere sul significato della pena più dolorosa e gravosa, quella dell'ergastolo ostativo.
Io conosco bene il carcere di Opera dove le riprese sono state effettuate, so quanto impegno venga profuso da tutti gli operatori dell'istituto di pena, a cominciare dal suo Direttore, nella realizzazione di progetti che sottraggono i reclusi all'aspetto più duro della vita detentiva:
il tempo vuoto e perso, privo di scopo, privo di prospettiva, e perciò di umanità.
L'anno scorso si sono conclusi i lavori degli Stati Generali dell'Esecuzione Penale che hanno rappresentato io credo la prima seria, grande e soprattutto ampia riflessione sull'ordinamento penitenziario italiano da molti anni a questa parte.
Il secondo comma dell'articolo 27 della Costituzione — quello che fa riferimento alle finalità della pena e che proibisce trattamenti contrari al senso di umanità — è stato al centro, com'è giusto che fosse, della gran parte dei ragionamenti e delle proposte che sono state sviluppate.
E noi abbiamo bisogno anche di occasioni come questa per dare forza e visibilità a un impegno per le condizioni della detenzione che ha difficoltà a farsi sentire, e valere, nell'opinione pubblica.
L'opinione pubblica continua a pensare al carcere come a un luogo chiuso e separato, un luogo per coloro che se la sono cercata, insomma, e di cui dunque ci si può e anzi ci si deve disinteressare.
Noi dobbiamo scuotere questa pigrizia, questa indifferenza, che è anzi, in certi casi, finanche ostilità. Non è però facile. Anche papa Francesco, nei mesi scorsi, ha detto con amarezza che viviamo in tempi di «populismo penale», dominati dalla convinzione sbagliata che il miglior modo per affrontare certe emergenze sociali sia quello di andar per le spicce, di ricorrere alla sanzione penale la più dura possibile, alla punizione esemplare, senza accorgersi che l'innalzamento delle pene non ha automaticamente un effetto deterrente, e soprattutto che non rimuove le cause e non facilita il recupero — con la conseguenza che continuiamo ad avere tassi di recidiva fra i più alti d'Europa.
In questo clima, è difficile anche solo chiedere supplementi di riflessione. Eppure non dobbiamo smarrire io credo la capacità di ispirarci ai principi fondamentali del nostro ordinamento: anche in condizioni difficili, sotto la minaccia più o meno latente del terrorismo internazionale o per la perdurante pericolosità delle organizzazioni mafiose.
Auspico dunque che questa riflessione venga portata avanti con serietà, con il giusto inquadramento tecnico, giuridico e politico: non solo cioè con la forza di una sensibilità morale sempre viva, sempre accesa.
Il documentario offre motivi per una discussione. Credo che le vite delle persone di cui vengono raccolte le testimonianze abbiano una loro forza e una loro eloquenza. Penso che siano in grado davvero di turbare qualunque spettatore non prevenuto.
Iniziative come questa contribuiscono a tenere desta una coscienza critica ed è importante che tutti proseguiamo con questo impegno perché non vadano perduti i valori fondanti della nostra democrazia costituzionale e i diritti fondamentali che in essa sono espressi.
Io vorrei portare avanti questa riflessione con serietà, tenendo aperto un discorso che secondo me va affrontato con solidi argomenti giuridici:
non solo cioè con la forza di una sensibilità morale sempre viva, sempre accesa.
Ricordo che il disegno di legge di modifiche al codice penale e al codice di procedura penale, di recente approvato al Senato, contiene una delega al Governo per la riforma dell'ordinamento penitenziario, i cui principi e criteri direttivi guardano tra l'altro a percorsi di recupero sociale e ad una maggiore valorizzazione del lavoro "in ogni sua forma intramuraria ed esterna", con uno spirito che deve essere sempre tenuto presente.
Il titolo del film richiama il versetto paolino citato da Pannella e ricorda coloro che "sperano contro ogni speranza".
Speranza è una strana parola, entrata nel vocabolario dell'Occidente solo in era cristiana. Per i Greci si trattava semplicemente di una passione infondata. Per il senso di futuro che è ormai entrato nella nostra esistenza, sia privata che pubblica, è invece una parola inseparabile con il senso stesso di umanità che noi nutriamo, che è scritto nella nostra Carta costituzionale, e che quindi non possiamo lasciare cadere.
Sono grato agli autori di questo bel documentario per avere provato a rilanciarla.


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NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH

PROIEZIONE DEL DOCUFILM ‘SPES CONTRA SPEM’ NEL CARCERE DI LECCE E AL PALAZZO DI GIUSTIZIA DI BRINDISI Il 26 aprile, alle ore 15, Nessuno tocchi Caino presenta il docu-film Spes contra spem – Liberi dentro di Ambrogio Crespi nella Casa Circondariale di Lecce (Borgo San Nicola).
Alla fine della proiezione, dopo il saluto di accoglienza della Direttrice del Carcere Rita Russo, interverranno il Capo del DAP Santi Consolo e, per Nessuno tocchi Caino, Rita Bernardini, Sergio D’Elia ed Elisabetta Zamparutti.
Il giorno dopo, 27 aprile, alle ore 16.30, il docu-film Spes contra spem verrà proiettato a Brindisi presso il Palazzo di Giustizia, Biblioteca dell’Ordine degli Avvocati “Carlo Monticelli”. Dopo i saluti del Presidente dell’Ordine degli Avvocati Carlo Panzuti e del Presidente della Camera Penale Fabio Di Bello, vi sarà un dibattito moderato dall’avvocato Di Bello a cui parteciperanno il regista Ambrogio Crespi, Paola Liaci, GIP presso il tribunale di Brindisi, Giancarlo Camassa dell’Osservatorio Carcere della Camera Penale, l’On. Nicola Ciracì e Rita Bernardini, Sergio D’Elia ed Elisabetta Zamparutti, Il titolo del Docu-film è tratto dal motto “Spes contra spem” contenuto nel passaggio della Lettera di San Paolo ai Romani sull’incrollabile fede di Abramo che “ebbe fede sperando contro ogni speranza”.
È il frutto del dialogo e della riflessione comune di detenuti e operatori penitenziari della Casa di Reclusione di Opera.
Il docu-film si compone di immagini e interviste con detenuti condannati all’ergastolo, il direttore del carcere e agenti di polizia penitenziaria e il capo del DAP Santi Consolo.
Dal documento emerge con chiarezza non solo un cambiamento interiore dei detenuti – nel loro modo di pensare, di sentire e di agire – ma anche la rottura esplicita con logiche e comportamenti del passato e una maggiore fiducia nelle istituzioni.
Dalle testimonianze emerge anche che l’istituzione-carcere può rendere possibile il cambiamento e la ri-conversione di persone detenute in persone autenticamente libere.
Il Docu-film, già presentato alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e alla Festa del Cinema di Roma, è prodotto da Nessuno tocchi Caino e Indexway.


ARKANSAS (USA): PRIMA ESECUZIONE NELLO STATO IN 12 ANNI
20 aprile 2017: Ledell Lee è stato giustiziato. L’esecuzione è iniziata alla 23,44 e si è conclusa, con l’accertamento della morte da parte di un medico, alle 23,56.
A mezzanotte sarebbe scaduta la validità del mandato di esecuzione. Si tratta della prima esecuzione dal 2005.
Come è noto, il governatore dell’Arkansas, Asa Hutchinson, il 27 febbraio aveva annunciato che avrebbe voluto far svolgere 8 esecuzioni prima del 30 aprile, data di scadenza dell’unico lotto di Midazolam in possesso dello stato. Da allora una lunga serie di ricorsi si sono succeduti a ritmo quasi giornaliero. Solo ieri ad esempio una giudice aveva bloccato le esecuzioni, ma nel pomeriggio di oggi quella decisione è stata annullata prima dalla Corte Suprema dell’Arkansas, e quell’annullamento è stato confermato nel tardo pomeriggio dalla Corte Suprema degli Stati Uniti con un voto 5-4, con il nuovo giudice Neil Gorsuch (nominato da Trump) che ha votato con la maggioranza.
Poco dopo le 23 di stasera la stessa Corte Suprema degli Stati Uniti aveva respinto la richiesta avanzata nei giorni scorsi dai difensori di Lee che chiedevano di far effettuare un test del Dna sui reperti fisiologici del processo.
Lee, 51 anni, nero, era stato condannato a morte nel 1995 con l’accusa di aver ucciso, nel febbraio 1993, Debra Reese, 26 anni, bianca, durante una rapina in abitazione. Secondo il calendario fissato dal Governatore, Lee avrebbe dovuto essere il 4° degli 8 giustiziati di questo mese, ma i tre che erano in lista prima di lui sono riusciti ad ottenere dei rinvii, 2 in riferimento alla loro salute mentale, e 1 per un test del Dna.
Altre 2 esecuzioni sono fissate per il 24 aprile, e una per il 27. L’ottava esecuzione, che era prevista per il 27, è stata rinviata nei giorni scorsi da un giudice federale dopo che la Commissione statale preposta (la Arkansas Parole Board) aveva raccomandato un provvedimento di clemenza.
Lee diventa il 1° giustiziato di quest’anno in Arkansas, il 28° da quando lo stato ha ripreso le esecuzioni nel 1990, il 7° dell’anno negli Usa, e il n° 1449 da quando gli Usa hanno ripreso le esecuzioni nel 1977.


TURCHIA: POSSIBILE REFERENDUM SULLA PENA DI MORTE
16 aprile 2017: Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha detto che potrebbe indire un referendum sul ripristino della pena di morte, dopo la vittoria nel referendum su una nuova costituzione che gli conferisce maggiori poteri, ha riportato AFP.
"Se (un disegno di legge in parlamento) mi arriverà davanti, io lo approverò. Ma se non c’è il sostegno (da parte dell'opposizione in parlamento) ... che cosa dobbiamo fare? Allora potremmo tenere un altro referendum", ha detto Erdogan in un discorso televisivo a Istanbul, riferendosi alla pena capitale, mentre i sostenitori gridavano slogan per la sua reintroduzione.


QATAR: FILIPPINO OTTIENE COMMUTAZIONE IN ERGASTOLO
14 aprile 2017: E’ stata commutata in ergastolo la condanna a morte di un filippino che era stato riconosciuto in Qatar colpevole di spionaggio, ha reso noto l’ambasciatore di Manila nel Paese, Alan Timbayan.
Si tratta di Abdullah Chua Tan, che ha trascorso sette anni nel braccio della morte dopo essere stato trovato in possesso di documenti e foto di importanti servizi del Qatar, ha detto l’Ambasciatore, aggiungendo che non è chiaro a vantaggio di chi fosse lo spionaggio.
Timbayan ha sottolineato come la sicurezza sia una priorità in Qatar, in particolare con la comparsa dello Stato Islamico, o Daesh. 

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