NO ALLA PENA DI MORTE
1. LA STORIA DELLA
SETTIMANA : SALUTO DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA ORLANDO IN OCCASIONE DELLA
PROIEZIONE DI ‘SPES CONTRA SPEM’
2. NEWS FLASH:
PROIEZIONE DEL DOCUFILM ‘SPES CONTRA SPEM’ NEL CARCERE DI LECCE E AL PALAZZO DI
GIUSTIZIA DI BRINDISI 3. NEWS FLASH:
ARKANSAS (USA): PRIMA ESECUZIONE NELLO STATO IN 12 ANNI 4. NEWS FLASH: TURCHIA: POSSIBILE REFERENDUM
SULLA PENA DI MORTE 5. NEWS FLASH:
QATAR: FILIPPINO OTTIENE COMMUTAZIONE IN ERGASTOLO 6. I SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA :
SALUTO DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA ORLANDO IN OCCASIONE
DELLA PROIEZIONE DI ‘SPES CONTRA SPEM’
Il bellissimo messaggio del Ministro della Giustizia
Andrea Orlando che ha accompagnato le presentazioni in Sicilia del ducu-film
‘Spes Contra Spem – Liberi Dentro”.
18 aprile 2017: “Sono lieto di accompagnare ancora una
volta, con una parola di saluto, la proiezione di questo bel film «Spes contra
spem», che testimonia l'impegno dell'Associazione radicale «Nessuno tocchi
Caino», in una battaglia di grande significato giuridico e morale.
Questo documentario fa riflettere. Credo che il suo primo
significato sia proprio questo: un invito alla riflessione sul significato
della pena più dolorosa e gravosa, quella dell'ergastolo ostativo.
Questo documentario non ci intrattiene, non ci regala
un'ora di evasione, anzi: ci porta in un carcere, dietro le sbarre, e ci invita
a riflettere sul significato della pena più dolorosa e gravosa, quella
dell'ergastolo ostativo.
Io conosco bene il carcere di Opera dove le riprese sono
state effettuate, so quanto impegno venga profuso da tutti gli operatori
dell'istituto di pena, a cominciare dal suo Direttore, nella realizzazione di
progetti che sottraggono i reclusi all'aspetto più duro della vita detentiva:
il tempo vuoto e perso, privo di scopo, privo di
prospettiva, e perciò di umanità.
L'anno scorso si sono conclusi i lavori degli Stati
Generali dell'Esecuzione Penale che hanno rappresentato io credo la prima
seria, grande e soprattutto ampia riflessione sull'ordinamento penitenziario
italiano da molti anni a questa parte.
Il secondo comma dell'articolo 27 della Costituzione —
quello che fa riferimento alle finalità della pena e che proibisce trattamenti
contrari al senso di umanità — è stato al centro, com'è giusto che fosse, della
gran parte dei ragionamenti e delle proposte che sono state sviluppate.
E noi abbiamo bisogno anche di occasioni come questa per
dare forza e visibilità a un impegno per le condizioni della detenzione che ha
difficoltà a farsi sentire, e valere, nell'opinione pubblica.
L'opinione pubblica continua a pensare al carcere come a
un luogo chiuso e separato, un luogo per coloro che se la sono cercata,
insomma, e di cui dunque ci si può e anzi ci si deve disinteressare.
Noi dobbiamo scuotere questa pigrizia, questa
indifferenza, che è anzi, in certi casi, finanche ostilità. Non è però facile.
Anche papa Francesco, nei mesi scorsi, ha detto con amarezza che viviamo in
tempi di «populismo penale», dominati dalla convinzione sbagliata che il
miglior modo per affrontare certe emergenze sociali sia quello di andar per le
spicce, di ricorrere alla sanzione penale la più dura possibile, alla punizione
esemplare, senza accorgersi che l'innalzamento delle pene non ha automaticamente
un effetto deterrente, e soprattutto che non rimuove le cause e non facilita il
recupero — con la conseguenza che continuiamo ad avere tassi di recidiva fra i
più alti d'Europa.
In questo clima, è difficile anche solo chiedere
supplementi di riflessione. Eppure non dobbiamo smarrire io credo la capacità
di ispirarci ai principi fondamentali del nostro ordinamento: anche in
condizioni difficili, sotto la minaccia più o meno latente del terrorismo
internazionale o per la perdurante pericolosità delle organizzazioni mafiose.
Auspico dunque che questa riflessione venga portata
avanti con serietà, con il giusto inquadramento tecnico, giuridico e politico:
non solo cioè con la forza di una sensibilità morale sempre viva, sempre
accesa.
Il documentario offre motivi per una discussione. Credo
che le vite delle persone di cui vengono raccolte le testimonianze abbiano una
loro forza e una loro eloquenza. Penso che siano in grado davvero di turbare
qualunque spettatore non prevenuto.
Iniziative come questa contribuiscono a tenere desta una
coscienza critica ed è importante che tutti proseguiamo con questo impegno
perché non vadano perduti i valori fondanti della nostra democrazia
costituzionale e i diritti fondamentali che in essa sono espressi.
Io vorrei portare avanti questa riflessione con serietà,
tenendo aperto un discorso che secondo me va affrontato con solidi argomenti
giuridici:
non solo cioè con la forza di una sensibilità morale
sempre viva, sempre accesa.
Ricordo che il disegno di legge di modifiche al codice
penale e al codice di procedura penale, di recente approvato al Senato,
contiene una delega al Governo per la riforma dell'ordinamento penitenziario, i
cui principi e criteri direttivi guardano tra l'altro a percorsi di recupero
sociale e ad una maggiore valorizzazione del lavoro "in ogni sua forma
intramuraria ed esterna", con uno spirito che deve essere sempre tenuto
presente.
Il titolo del film richiama il versetto paolino citato da
Pannella e ricorda coloro che "sperano contro ogni speranza".
Speranza è una strana parola, entrata nel vocabolario
dell'Occidente solo in era cristiana. Per i Greci si trattava semplicemente di
una passione infondata. Per il senso di futuro che è ormai entrato nella nostra
esistenza, sia privata che pubblica, è invece una parola inseparabile con il
senso stesso di umanità che noi nutriamo, che è scritto nella nostra Carta
costituzionale, e che quindi non possiamo lasciare cadere.
Sono grato agli autori di questo bel documentario per
avere provato a rilanciarla.
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NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH
PROIEZIONE DEL DOCUFILM ‘SPES CONTRA SPEM’ NEL CARCERE DI
LECCE E AL PALAZZO DI GIUSTIZIA DI BRINDISI Il 26 aprile, alle ore 15, Nessuno
tocchi Caino presenta il docu-film Spes contra spem – Liberi dentro di Ambrogio
Crespi nella Casa Circondariale di Lecce (Borgo San Nicola).
Alla fine della proiezione, dopo il saluto di accoglienza
della Direttrice del Carcere Rita Russo, interverranno il Capo del DAP Santi
Consolo e, per Nessuno tocchi Caino, Rita Bernardini, Sergio D’Elia ed
Elisabetta Zamparutti.
Il giorno dopo, 27 aprile, alle ore 16.30, il docu-film
Spes contra spem verrà proiettato a Brindisi presso il Palazzo di Giustizia,
Biblioteca dell’Ordine degli Avvocati “Carlo Monticelli”. Dopo i saluti del
Presidente dell’Ordine degli Avvocati Carlo Panzuti e del Presidente della
Camera Penale Fabio Di Bello, vi sarà un dibattito moderato dall’avvocato Di
Bello a cui parteciperanno il regista Ambrogio Crespi, Paola Liaci, GIP presso
il tribunale di Brindisi, Giancarlo Camassa dell’Osservatorio Carcere della
Camera Penale, l’On. Nicola Ciracì e Rita Bernardini, Sergio D’Elia ed
Elisabetta Zamparutti, Il titolo del Docu-film è tratto dal motto “Spes contra
spem” contenuto nel passaggio della Lettera di San Paolo ai Romani
sull’incrollabile fede di Abramo che “ebbe fede sperando contro ogni speranza”.
È il frutto del dialogo e della riflessione comune di
detenuti e operatori penitenziari della Casa di Reclusione di Opera.
Il docu-film si compone di immagini e interviste con
detenuti condannati all’ergastolo, il direttore del carcere e agenti di polizia
penitenziaria e il capo del DAP Santi Consolo.
Dal documento emerge con chiarezza non solo un cambiamento
interiore dei detenuti – nel loro modo di pensare, di sentire e di agire – ma
anche la rottura esplicita con logiche e comportamenti del passato e una
maggiore fiducia nelle istituzioni.
Dalle testimonianze emerge anche che
l’istituzione-carcere può rendere possibile il cambiamento e la ri-conversione
di persone detenute in persone autenticamente libere.
Il Docu-film, già presentato alla Mostra Internazionale
d’Arte Cinematografica di Venezia e alla Festa del Cinema di Roma, è prodotto
da Nessuno tocchi Caino e Indexway.
ARKANSAS (USA): PRIMA ESECUZIONE NELLO STATO IN 12 ANNI
20 aprile 2017: Ledell Lee è stato giustiziato.
L’esecuzione è iniziata alla 23,44 e si è conclusa, con l’accertamento della
morte da parte di un medico, alle 23,56.
A mezzanotte sarebbe scaduta la validità del mandato di
esecuzione. Si tratta della prima esecuzione dal 2005.
Come è noto, il governatore dell’Arkansas, Asa
Hutchinson, il 27 febbraio aveva annunciato che avrebbe voluto far svolgere 8
esecuzioni prima del 30 aprile, data di scadenza dell’unico lotto di Midazolam
in possesso dello stato. Da allora una lunga serie di ricorsi si sono succeduti
a ritmo quasi giornaliero. Solo ieri ad esempio una giudice aveva bloccato le
esecuzioni, ma nel pomeriggio di oggi quella decisione è stata annullata prima
dalla Corte Suprema dell’Arkansas, e quell’annullamento è stato confermato nel
tardo pomeriggio dalla Corte Suprema degli Stati Uniti con un voto 5-4, con il
nuovo giudice Neil Gorsuch (nominato da Trump) che ha votato con la
maggioranza.
Poco dopo le 23 di stasera la stessa Corte Suprema degli
Stati Uniti aveva respinto la richiesta avanzata nei giorni scorsi dai
difensori di Lee che chiedevano di far effettuare un test del Dna sui reperti
fisiologici del processo.
Lee, 51 anni, nero, era stato condannato a morte nel 1995
con l’accusa di aver ucciso, nel febbraio 1993, Debra Reese, 26 anni, bianca,
durante una rapina in abitazione. Secondo il calendario fissato dal
Governatore, Lee avrebbe dovuto essere il 4° degli 8 giustiziati di questo
mese, ma i tre che erano in lista prima di lui sono riusciti ad ottenere dei
rinvii, 2 in riferimento alla loro salute mentale, e 1 per un test del Dna.
Altre 2 esecuzioni sono fissate per il 24 aprile, e una
per il 27. L’ottava esecuzione, che era prevista per il 27, è stata rinviata
nei giorni scorsi da un giudice federale dopo che la Commissione statale
preposta (la Arkansas Parole Board) aveva raccomandato un provvedimento di
clemenza.
Lee diventa il 1° giustiziato di quest’anno in Arkansas,
il 28° da quando lo stato ha ripreso le esecuzioni nel 1990, il 7° dell’anno
negli Usa, e il n° 1449 da quando gli Usa hanno ripreso le esecuzioni nel 1977.
TURCHIA: POSSIBILE REFERENDUM SULLA PENA DI MORTE
16 aprile 2017: Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan
ha detto che potrebbe indire un referendum sul ripristino della pena di morte,
dopo la vittoria nel referendum su una nuova costituzione che gli conferisce
maggiori poteri, ha riportato AFP.
"Se (un disegno di legge in parlamento) mi arriverà davanti,
io lo approverò. Ma se non c’è il sostegno (da parte dell'opposizione in
parlamento) ... che cosa dobbiamo fare? Allora potremmo tenere un altro
referendum", ha detto Erdogan in un discorso televisivo a Istanbul,
riferendosi alla pena capitale, mentre i sostenitori gridavano slogan per la
sua reintroduzione.
QATAR: FILIPPINO OTTIENE COMMUTAZIONE IN ERGASTOLO
14 aprile 2017: E’ stata commutata in ergastolo la
condanna a morte di un filippino che era stato riconosciuto in Qatar colpevole
di spionaggio, ha reso noto l’ambasciatore di Manila nel Paese, Alan Timbayan.
Si tratta di Abdullah Chua Tan, che ha trascorso sette
anni nel braccio della morte dopo essere stato trovato in possesso di documenti
e foto di importanti servizi del Qatar, ha detto l’Ambasciatore, aggiungendo
che non è chiaro a vantaggio di chi fosse lo spionaggio.
Timbayan ha sottolineato come la sicurezza sia una
priorità in Qatar, in particolare con la comparsa dello Stato Islamico, o
Daesh.
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