sabato 8 aprile 2017

            nessuno  tocchi   Caino             
    no   alla   pena   di   morte        

1.  LA STORIA DELLA SETTIMANA : TANZANIA: COMMISSIONE PARLAMENTARE RACCOMANDA LA REVISIONE DELLA PENA DI MORTE 2.  NEWS FLASH: GAZA: TRE UOMINI IMPICCATI PER COLLABORAZIONISMO 3.  NEWS FLASH: MALDIVE: DUE CONDANNE CAPITALI PER OMICIDIO 4.  NEWS FLASH: USA: LA PENA DI MORTE COLPISCE PERSONE CON MALATTIE MENTALI 5.  NEWS FLASH: ARKANSAS (USA): CERCASI PUBBLICO PER ASSISTERE ALLE ESECUZIONI 6.  I SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA :


TANZANIA: COMMISSIONE PARLAMENTARE RACCOMANDA LA REVISIONE DELLA PENA DI MORTE
1 aprile 2017: La Commissione parlamentare per la Costituzione e gli Affari Legali ha raccomandato al governo di rivedere le leggi sulla pena di morte per permettere ai detenuti che si trovano da molto tempo nel braccio della morte di ottenere la commutazione in ergastolo.

Il Presidente della Commissione, Rashid Shangazi, ha detto che la revisione delle leggi dovrebbe anche valutare l'ipotesi di un limite di tempo per l'esecuzione della condanna a morte, consentendo in automatico la commutazione in ergastolo se non applicata in tempo.
Shangazi ha detto che una volta la sua Commissione ha raccomandato la revisione della pena di morte, ma i parlamentari stanno adesso proponendo un periodo di tempo per l’esecuzione della pena di morte, che se non implementata porterebbe all’ergastolo.
“Il numero di prigionieri che si trovano nel braccio della morte è in crescita, ma la punizione non è mai stata applicata dal governo di seconda fase, quindi perché dovremmo continuare ad avere questa punizione in vigore?," ha chiesto Shangazi. Ha detto che i ritardi nell’esecuzione della punizione colpiscono i prigionieri del braccio della morte ed inoltre è contro i diritti umani, in relazione ai quali la Tanzania ha firmato varie Convenzioni.
“La Commissione consiglia al governo di rivedere le leggi che regolano questa punizione, introducendo un limite di tempo per l’applicazione e permettendo di cambiare automaticamente la pena in ergastolo se non implementata in tempo.”
I parlamentari hanno detto che il governo dovrebbe lavorare su vari temi tra i quali la pena di morte e il sovraffollamento nelle carceri.
Il ministro per la Costituzione e gli Affari legali, il prof Palamagamba Kabudi, ha promesso di lavorare su tutte le questioni sollevate dalla Commissione. Le statistiche mostrano che il numero dei tanzaniani nel braccio della morte ha raggiunto quota 465 e la punizione non è mai stato eseguita nel Paese dal 1994.
Secondo il rapporto di Revisione Periodica Universale ci sono 465 detenuti nel braccio della morte in Tanzania di cui 445 maschi e 20 femmine.


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NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH

GAZA: TRE UOMINI IMPICCATI PER COLLABORAZIONISMO
6 aprile 2017: Hamas ha impiccato a Gaza tre uomini accusati di collaborazionismo con Israele, a seguito delle richieste di vendetta per l'uccisione di uno dei suoi comandanti il mese scorso, ha riferito un giornalista della AFP.
Hamas sostiene che l'agenzia di intelligence israeliana Mossad e i suoi “collaboratori” abbiano ucciso Mazen Faqha nel territorio palestinese il 24 marzo, ma non ha offerto alcuna prova.
Secondo Hamas, Faqha aveva formato cellule per l'ala militare del gruppo islamista nelle città della West Bank di Tubas, dove era nato, e Jenin.
I tre uomini che sono stati impiccati non erano implicati nella sua uccisione, tuttavia il gruppo islamista ha promesso “misure radicali” contro i palestinesi che hanno “collaborato” con Israele.
Hamas avrebbe offerto ai “collaborazionisti” la possibilità di confessare e ricevere la grazia.
“Le porte del pentimento resteranno aperte per una settimana, dal 4 aprile all’11 aprile”, aveva detto il Ministero degli Interni.
Hamas ha anche strettamente limitato i movimenti fuori dall'enclave in seguito all'assassinio.
La misura viene mantenuta nonostante le richieste di revoca provenienti da organizzazioni non governative e gruppi per i diritti umani.
Le restrizioni impediscono ai pazienti maschi di età compresa tra 15 e 45 anni di utilizzare il solo valico per entrare in Israele e ricevere cure mediche, ha detto Human Rights Watch.
I controlli di sicurezza e le ricerche sono aumentate, inclusi blocchi stradali.


MALDIVE: DUE CONDANNE CAPITALI PER OMICIDIO
4 aprile 2017: Un tribunale penale delle Maldive ha condannato a morte due uomini in relazione all’omicidio del 25enne Ahmed Mirza Ibrahim, avvenuto nell'aprile 2011.
Abdulla Nazeef, di casa Zavia a Gnaviyani Fuvahmulah, e Mohamed Shifau, di casa Fazeelamanzil a Vilimalé, sono stati condannati per omicidio sulla base di testimonianze oculari.
Il giudice Abdul Bari Yousuf ha detto sulla base delle testimonianze che Mirza è stato aggredito per vendetta.
Ha anche osservato che i familiari di Mirza hanno chiesto la pena di morte. Secondo la legge delle Maldive e la sharia islamica, il principio della Qisas permette alla famiglia di esigere la pena di morte, chiedere il prezzo del sangue o graziare l'assassino.
Un terzo imputato, Ali Rishfan, di casa Bakuruge a Gaaf Dhaal Gahdhoo, è stato nel frattempo giudicato non colpevole. Anche un minorenne accusato in relazione all'omicidio è stato assolto dal tribunale dei minori nel novembre 2012.
Ahmed Mirza Ibrahim fu aggredito con spranghe di ferro l’11 aprile 2011 in un parco per bambini a Vilimalé, un'isola vicino Malé.
Fu dichiarato morto dai medici del Memorial Hospital Indira Gandhi tre giorni dopo a causa di gravi ferite riportate alla testa.
Cinque sospetti furono arrestati e quattro di loro, tra cui un minorenne, sono stati accusati di omicidio.
Gli imputati sono stati nelle mani della polizia da Aprile 2011.
Se i verdetti di colpevolezza saranno confermati dall’Alta Corte e dalla Corte Suprema, Nazeef e Shifau si uniranno ai tre detenuti attualmente nel braccio della morte del Paese.


USA: LA PENA DI MORTE COLPISCE PERSONE CON MALATTIE MENTALI
3 aprile 2017: Un nuovo studio evidenzia una forte percentuale di persone con problemi mentali tra chi è stato messo a morte dal 2000 ad oggi.
Lo studio, condotto dal professor Frank Baumgartner della University of North Carolina, e da Betsy Neill, laureanda di secondo livello nella stessa università, si intitola “Deadly Justice: A Statistical Portrait of the Death Penalty” (Giustizia Mortale, un ritratto statistico della pena di morte) ed è di imminente pubblicazione dalla Oxford University Press.
“La maggior parte degli americani è contraria alla pena di morte per le persone che hanno malattie mentali, ma il nostro studio suggerisce che in realtà la pena di morte colpisce proprio le persone con malattie mentali”. Gli autori sostengono che il 43% delle persone giustiziate nel corso del 21° secolo avevano ricevuto “in qualche punto della loro vita una diagnosi di malattia mentale”, una percentuale più che doppia rispetto alla popolazione generale, in cui la percentuale è del 18%.
Il 4% degli americani ha avuto diagnosi di malattie mentali gravi. Tra le persone giustiziatele diagnosi più comuni sono disturbi della personalità e depressione, ma anche disordini seri come la schizofrenia, disordine da stress post traumatico e disturbo bipolare hanno percentuali significativamente più alte rispetto alla popolazione generale. Segni di malattia mentale, soprattutto di depressione, sono particolarmente prevalenti tra quei prigionieri che hanno rinunciato ai ricorsi e si sono offerti “volontari” per l’esecuzione.
Il 63% delle persone che sono andate volontarie all’esecuzione avevano diagnosi di malattia mentale, comparato al 39% delle altre persone giustiziate. Il 26% dei volontari avevano diagnosi di depressione, 37% avevano tendenze suicide documentate, e 32% avevano tentato il suicidio.
Questo ha portato gli autori a suggerire: “se le tendenze suicidarie sono prova di malattia mentale, allora gli stati che applicano la pena di morte partecipano attivamente al suicidio”.
Le percentuali di traumi infantili –un fattore di rischio per le malattie mentali- erano anche vistosamente più alte tra i giustiziati che tra la popolazione generale. Il Dipartimento della Salute stima che circa il 10% dei bambini americani vengono abusati o trascurati, ma questa percentuale sale al 40% tra le persone giustiziate. Secondo lo studio, le persone giustiziate avevano subito abusi sessuali da bambini in una percentuale 13 volte superiore a quella della popolazione generale, avevano subito abusi fisici 13 volte di più, ed erano stati gravemente trascurati dagli adulti due volte di più rispetto alla popolazione generale.
Secondo gli autori, statistiche compilate dai Centers for Disease Control and Prevention (un importante organismo di controllo sulla sanità pubblica degli Stati Uniti) e da ricercatori indipendenti hanno ripetutamente riscontrato che i traumi dell’infanzia hanno effetti a lungo termine che includono maggiore probabilità di disturbi del neurosviluppo, deterioramento cognitivo, malattia mentale, e di diventare autore o vittima di violenza".
Nessuno tocchi Caino ha più volte riferito di diversi studi del professor Baumgartner incentrati su vari aspetti della pena di morte: 18 aprile 2011 "The Death Penalty in North Carolina: A Summary of the Data and Scientific Studies"; 16 luglio 2015 "The impact of race, gender and geography on Missouri executions"; 20 settembre 2015 "Race-Of-Victim Discrepancies in Homicides and Executions, Louisiana 1976-2015”; 28 gennaio 2016 "The Impact of Race, Gender, and Geography on Ohio Executions”; 28 aprile 2016 "Louisiana Death Sentenced Cases and Their Reversals, 1976-2015").


ARKANSAS (USA): CERCASI PUBBLICO PER ASSISTERE ALLE ESECUZIONI
1 aprile 2017: L’Arkansas, che ha fissato 8 esecuzioni nell’arco di 10 giorni a partire dal 17 aprile, sembra non trovi abbastanza volontari per assistere come “pubblico”.
La legge prevede che “non meno di 6 cittadini rispettabili” siano presenti ad ogni esecuzione.
La notizia viene desunta da un intervento di Wendy Kelley, direttrice dell’Amministrazione Penitenziaria, la quale parlando davanti ai membri della sezione di Little Rock del Rotary Club, ha sollecitato che alcuni membri del club si offrissero come volontari.
Bill Booker, presidente del Circolo, in una intervista a Fox 16 ha detto: “All’inizio pensavamo che stesse scherzando, e si è sollevato qualche brusio divertito. Rapidamente però si è capito che non stesse scherzando. Ad una richiesta di conferma da parte della CNN, oggi l’Amministrazione Penitenziaria ha detto che “gli sforzi informali della Kelly proseguono”.
Il portavoce dell’Amministrazione, Solomon Graves, ha concluso: “Rimaniamo fiduciosi sulla nostra capacità di portare a compimento le esecuzioni”.
Le leggi dei vari stati sono diverse per quanto riguarda le persone che possono, e in alcuni casi devono, presenziare alle esecuzioni, le quali, in quanto misure amministrative, non possono essere svolte in segreto ed anzi richiedono la partecipazione di alcuni “rappresentanti del popolo”.
In Arkansas è previsto che “almeno 6 persone laiche che non abbiano nessun collegamento con il crimine o il processo” presenzino ad una esecuzione. La legge non precisa, e quindi non vieta, che gli stessi testimoni possano presenziare a più di una esecuzione. È quindi probabile che, se i volontari non fossero in numero sufficiente, lo Stato chieda a quelli già individuati di presenziare a più di una delle 8 esecuzioni in calendario tra il 17 e il 27 aprile.
In Arkansas le esecuzioni sono ferme dal 2005. È stato il governatore Asa Hutchinson (bianco, repubblicano) lo scorso 27 febbraio a fissare le esecuzioni con una concentrazione che non si è mai verificata prima nella storia degli Stati Uniti. Sembra che la “fretta” del governatore (in questo sollecitato dal procuratore generale Leslie Rutledge, anche lui bianco e repubblicano) derivi dal fatto che a fine aprile scade il lotto di Midazolam che lo stato ha a disposizione, lotto sufficiente, appunto, per 8 esecuzioni.
Le esecuzioni fissate sono: Bruce Ward e Don Davis il 17 aprile; Stacey Johnson e Ledell Lee il 20 aprile; Jack Jones e Marcel Williams il 24 aprile; Kenneth Williams e Jason McGehee il 27 aprile. 

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