venerdì 21 aprile 2017

Aggrionamenti Parlamentari
Approvato il Testamento Biologico alla Camera. Ora subito al Senato.

di Matteo Mainardi

Dopo 15 mesi dall’avvio della discussione, la Camera dei Deputati è riuscita a concludere il lavoro sulla proposta di legge sul consenso informato e le disposizioni anticipate di trattamento. Il testo è stato approvato in prima lettura con 326 favorevoli, 37 contrari e 4 astenuti. La discussione non ha visto la presenza del Governo che ha preferito lasciare la tematica al confronto parlamentare.

Questo è sicuramente un ulteriore passo avanti fondamentale verso il rispetto delle volontà dei pazienti, con passi avanti ma anche passi indietro.

I lati positivi. Il testo uscito dalla Camera ha recepito le richieste contenute nella “Carta dei medici e degli operatori sanitari” promossa dall’Associazione Luca Coscioni e che ha visto oltre 1000 firmatari tra i camici bianchi: le disposizioni sono vincolanti, vi è la possibilità esplicita di rifiutare o interrompere idratazione e nutrizione artificiali e, in ultimo, vi è la possibilità di ottenere la sedazione palliativa continua profonda. Il testo inoltre consente alle Regioni di inserire il biotestamento nella tessera sanitaria: ciò renderà più agevole per tutti i cittadini la possibilità di rendere le proprie volontà facilmente recuperabili, come da noi chiesto anche attraverso le nostre proposte di legge regionale.

I lati negativi. Purtroppo il testo è stato emendato in alcuni punti che rischiano di risultare scivolosi nella reale applicazione della legge. Per questo al Senato della Repubblica l’Associazione Luca Coscioni chiederà di: eliminare il rimando alla “deontologia professionale” come motivazione per ostacolare la volontà del paziente, insieme a formulazioni ambigue sul trattamento psicologico per i malati che vogliono interrompere le cure; eliminare i meccanismi burocratici che prevedono che le DAT debbano essere redatte con scrittura privata autentica e debbano essere consegnate personalmente dal disponente presso l’ufficio dello stato civile del comune di residenza oppure presso le strutture sanitarie (nel caso di revoca invece servirebbe una dichiarazione verbale raccolta dal medico in presenza di due testimoni); chiarire in modo inequivoco che la volontà del medico non può in alcun caso trasformarsi in “imposizione di coscienza” del medico sulla pelle del malato e contro la sua volontà.

Prima dell’approvazione finale del testo, si è discusso in Aula un emendamento, presentato da Matteo Mantero e Silvia Giordano (M5S), che se approvato avrebbe legalizzato l’eutanasia. La Camera ha respinto la proposta, ma l’iniziativa pentastellata ha avuto il merito di far alzare tra i banchi dei deputati le voci di chi chiede una legge più coraggiosa che regolamenti il tema del fine vita anche nella direzione dell’eutanasia, ripartendo dalla proposta popolare depositata nel 2013.

Questo primo risultato sarebbe stato impossibile senza il coraggio delle tante persone malate che hanno lottato pubblicamente per veder rispettate le proprie volontà, da Welby a Trentini, passando per Englaro, Nuvoli, Ravasin, Velati, Fanelli, Piludu, Fabo e tanti altri. Così come non sarebbe stato possibile senza l'impegno costante dei 123 parlamentari aderenti all'intergruppo per le scelte di fine vita.

Da oggi parte l’azione per impedire che sia vanificato il lavoro fin qui svolto. Come Associazione Luca Coscioni siamo impegnati fin da ora per ottenere l’immediata discussione al Senato senza cedere alle manovre di chi vuole ritardare il passaggio della legge sperando nella fine della Legislatura.



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