Approvato
il Testamento Biologico alla Camera. Ora subito al Senato.
di
Matteo Mainardi
Dopo
15 mesi dall’avvio della discussione, la Camera dei Deputati è riuscita a
concludere il lavoro sulla proposta di legge sul consenso informato e le
disposizioni anticipate di trattamento. Il testo è stato approvato in prima lettura con 326
favorevoli, 37 contrari e 4 astenuti. La discussione non
ha visto la presenza del Governo che ha preferito lasciare la tematica al
confronto parlamentare.
Questo è sicuramente un ulteriore passo avanti
fondamentale verso il rispetto delle volontà dei pazienti, con passi
avanti ma anche passi indietro.
I lati positivi. Il testo uscito
dalla Camera ha recepito le richieste contenute nella “Carta dei medici e degli
operatori sanitari” promossa dall’Associazione Luca Coscioni e
che ha visto oltre 1000 firmatari tra i camici bianchi: le disposizioni
sono vincolanti, vi è la possibilità esplicita di rifiutare o
interrompere idratazione e nutrizione artificiali e, in ultimo, vi è la
possibilità di ottenere la sedazione palliativa continua profonda. Il
testo inoltre consente alle Regioni di inserire il biotestamento nella
tessera sanitaria: ciò renderà più agevole per tutti i cittadini la
possibilità di rendere le proprie volontà facilmente recuperabili, come
da noi chiesto anche attraverso le nostre proposte di legge regionale.
I lati negativi. Purtroppo il
testo è stato emendato in alcuni punti che rischiano di risultare
scivolosi nella reale applicazione della legge. Per questo al Senato
della Repubblica l’Associazione Luca Coscioni chiederà di: eliminare il
rimando alla “deontologia professionale” come motivazione per ostacolare
la volontà del paziente, insieme a formulazioni ambigue sul trattamento
psicologico per i malati che vogliono interrompere le cure; eliminare i
meccanismi burocratici che prevedono che le DAT debbano essere redatte
con scrittura privata autentica e debbano essere consegnate personalmente
dal disponente presso l’ufficio dello stato civile del comune di
residenza oppure presso le strutture sanitarie (nel caso di revoca invece
servirebbe una dichiarazione verbale raccolta dal medico in presenza di
due testimoni); chiarire in modo inequivoco che la volontà del medico non
può in alcun caso trasformarsi in “imposizione di coscienza” del medico
sulla pelle del malato e contro la sua volontà.
Prima dell’approvazione finale del testo, si è discusso in
Aula un emendamento, presentato da Matteo Mantero e Silvia Giordano
(M5S), che se approvato avrebbe legalizzato l’eutanasia. La Camera ha
respinto la proposta, ma l’iniziativa pentastellata ha avuto il merito di
far alzare tra i banchi dei deputati le voci di chi chiede una legge più
coraggiosa che regolamenti il tema del fine vita anche nella direzione
dell’eutanasia, ripartendo dalla proposta popolare depositata nel 2013.
Questo
primo risultato sarebbe stato impossibile senza il coraggio delle tante
persone malate che hanno lottato pubblicamente per veder rispettate le
proprie volontà, da Welby a Trentini, passando per Englaro, Nuvoli,
Ravasin, Velati, Fanelli, Piludu, Fabo e tanti altri. Così come non
sarebbe stato possibile senza l'impegno costante dei 123 parlamentari
aderenti all'intergruppo per le scelte di fine vita.
Da
oggi parte l’azione per impedire che sia vanificato il lavoro fin qui
svolto. Come Associazione Luca Coscioni siamo impegnati fin da ora per
ottenere l’immediata discussione al Senato senza cedere alle manovre di
chi vuole ritardare il passaggio della legge sperando nella fine della
Legislatura.
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