nessuno tocchi Caino
no alla pena di morte
1. LA STORIA DELLA
SETTIMANA : TEXAS (USA): GENITORI DELLA VITTIMA CHIEDONO CLEMENZA PER L’OMICIDA
2. NEWS FLASH: GAMBIA: MINISTRO DELLA
GIUSTIZIA VUOLE ABOLIRE LA PENA DI MORTE 3.
NEWS FLASH: PAKISTAN: PROROGATI I TRIBUNALI SEGRETI MILITARI 4. NEWS FLASH: INDONESIA: PENA DI MORTE
MANTENUTA NEL CODICE PENALE 5. NEWS
FLASH: BAHRAIN: DUE CONDANNE A MORTE PER TERRORISMO 6. I SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA :
TEXAS (USA): GENITORI DELLA VITTIMA CHIEDONO CLEMENZA PER
L’OMICIDA
27 marzo 2017: I genitori della vittima chiedono un
provvedimento di clemenza per Paul Storey.
Storey è stato condannato a morte nel 2008 con l'accusa
di aver ucciso, il 16 ottobre 2006 durante una rapina, Jonas Cherry, 28 anni,
bianco. La sua esecuzione è fissata per il 12 aprile.
Glenn e Judy Cherry, genitori di Jonas, hanno scritto una
lettera in cui chiedono che la condanna venga commutata in ergastolo senza
condizionale.
Hanno inviato la lettera al Procuratore Distrettuale
della Tarrant County Sharen Wilson, al Governatore Greg Abbott, al giudice Rob
Catalano, e alla Texas Board of Pardons and Paroles, la commissione che vaglia,
nell’imminenza delle esecuzioni, l’ultima richiesta di clemenza degli imputati.
Nella lettera i signori Cherry scrivono: “L’esecuzione di
Paul Storey non riporterà indietro nostro figlio, non ci darà soddisfazione, né
ci porterà conforto o ci darà pace”. I Cherry hanno anche pubblicato un video,
in cui illustrano la loro posizione. Tra le altre cose, vorrebbero risparmiare
alla famiglia di Storey quello stesso tipo di dolore che hanno provato loro per
la perdita di un figlio. “Non siamo mai stati favorevoli alla pena di morte, ma
comunque, oltre a questo, ci provoca dolore il pensiero che a causa della morte
di nostro figlio una persona venga scientemente uccisa. Pensiamo soprattutto
alla madre e alla nonna di Storey, se è ancora viva, e all’idea che debbano
vedere fisicamente l’esecuzione del loro congiunto. Loro sono innocenti, non
hanno colpa di quello che è successo”.
A favore di Storey si è recentemente schierato anche uno
dei giurati popolari che ne decretò la condanna a morte, Sven Berger, 36 anni,
bianco, ingegnere informatico. In una serie di dichiarazioni alla stampa e in
una dichiarazione giurata consegnata ai difensori di Storey ha detto che nessuno
all’epoca del processo era stato informato dei deficit cognitivi dell’imputato,
e che di sicuro lui, ma forse altri giurati, avrebbero votato diversamente.
Inoltre Berger ha lamentato che la pubblica accusa ha
tenuto i giurati all’oscuro del fatto che il complice di Storey, Mike Porter,
aveva ottenuto proprio dalla pubblica accusa un accordo per una condanna
all’ergastolo senza condizionale in cambio della testimonianza contro Storey,
quando è del tutto evidente che tra i due la personalità preminente fosse
Porter.
Berger ha detto che l’aver appreso questa circostanza lo
ha fatto infuriare. Inoltre ha accusato i procuratori di aver tenuto la giuria
all’oscuro del fatto che già all’epoca del processo i familiari della vittima
avessero chiesto di non condannare a morte Storey. “Tutte circostanze che
avrebbero sicuramente indotto me a votare diversamente, e credo anche altri
giurati”.
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NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH
GAMBIA: MINISTRO DELLA GIUSTIZIA VUOLE ABOLIRE LA PENA DI
MORTE
23 marzo 2017: Il Procuratore Generale e Ministro della
Giustizia del Gambia Baboucarr Tambedou ha dichiarato che vuole la pena di
morte abolita nel Paese.
Lo ha detto nel corso di una conferenza stampa tenutasi
presso il Ministero della Giustizia a Banjul.
E’ personalmente un sostenitore dell'abolizione della
pena di morte in Gambia, ha aggiunto.
Il Ministro della Giustizia ha ribadito che il Ministero
della Giustizia si assume la piena responsabilità per l'errore commesso in fase
di modifica del limite di età nella Costituzione, avvenuto recentemente
all'Assemblea Nazionale.
“Ero certamente consapevole, e ho assunto la piena
responsabilità in termini di errore nelle procedure, e penso che abbiamo chiuso
quel capitolo. Adesso guardiamo ad altre sfide interessanti in questo Paese”,
ha detto in risposta alle domande sul tema.
Ha aggiunto che nessun nuovo caso di accuse penali sarà
gestito dal Ministero della Giustizia, a meno che “non siano accuratamente ed
esaurientemente studiati e fino a quando il Ministero della Giustizia sarà in
grado di condurre questi procedimenti e solo su approvazione del Consiglio dei
Ministri.”
Ha detto che si stanno attivando per le vittime sotto il
precedente governo, e quando la Commissione per la verità e la riconciliazione
sarà istituita esamineranno le questioni che circondano la giustizia “che
presto sarà fatta”.
Il Ministero della Giustizia, di concerto con il
Ministero dell'Interno, ha istituito un panel per la revisione del
‘procedimento penale’ e la detenzione, per rivedere casi penali in corso nei
confronti di pubblici ufficiali o ex pubblici ufficiali o casi legati alle
attività politiche.
“Membri del panel sono avvocati del Ministero della
Giustizia, membri del Ministero degli Interni, un rappresentante della Polizia
del Gambia e uno del Servizio Prigioni. Ho iniziato a ricevere le loro
raccomandazioni a rotazione, e agirò in base a questo”.
PAKISTAN: PROROGATI I TRIBUNALI SEGRETI MILITARI
28 marzo 2017: Il Senato pakistano ha prorogato per altri
due anni la legge che permette ai tribunali segreti militari di processare
civili per terrorismo, nonostante le critiche da parte dei gruppi per i
diritti.
La legge è scaduta nel mese di gennaio, con i controversi
tribunali che hanno impiccato 12 persone e ordinato le esecuzioni di altri 149
prigionieri.
I tribunali rientreranno in funzione appena il presidente
pakistano Mamnoon Hussain firmerà l’emendamento per la loro proroga, ha detto
alla AFP un alto funzionario del governo.
La Commissione Internazionale dei Giuristi (ICJ) ha
condannato la decisione in un comunicato.
“La preoccupazione a livello nazionale per una serie di
recenti attacchi nel Paese sembra essere stata mal diretta ancora una volta
verso una strategia antiterrorismo gravemente lacunosa che indebolisce lo Stato
di diritto e la lotta per la giustizia”, ha dichiarato Sam Zarifi, direttore
del Programma Asia di ICJ.
“Il Pakistan deve respingere questa strategia
controproducente e invece rafforzare il suo processo giudiziario e
l'applicazione della legge in linea con la legislazione nazionale e con gli
obblighi internazionali”, ha aggiunto.
I tribunali militari sono stati creati con emendamento
costituzionale dopo il più sanguinoso attacco estremista nel Paese, nel
dicembre 2014.
L'assalto a una scuola di Peshawar, in cui uomini armati
uccisero più di 150 persone - soprattutto bambini - traumatizzò il Paese, già
tristemente abituato alle atrocità.
L'esercito ha intensificato un'operazione contro i
militanti nelle aree tribali e il governo ha lanciato un Piano d'Azione
Nazionale, compresa la creazione di tribunali, contro l'estremismo.
I tribunali sono stati visti come misura
"eccezionale" a breve termine messa in atto per dare tempo al governo
di riformare il sistema di giustizia penale.
INDONESIA: PENA DI MORTE MANTENUTA NEL CODICE PENALE
30 marzo 2017: L’Indonesia ha deciso di mantenere la pena
capitale nel sistema giudiziario del Paese, nonostante le Nazioni Unite
chiedano una moratoria mondiale sulle esecuzioni.
Il Procuratore generale Muhammad Prasetyo ha detto il 29
marzo che il governo manterrà la pena di morte nel suo codice penale (KUHP),
che è attualmente in corso di modifica alla Camera dei Rappresentanti.
“Stiamo solo aspettando il momento giusto [per
l'esecuzione dei criminali]. Ci sono un sacco di cose importanti che ci
riguardano in questo momento, ma in futuro l’applicheremo ancora [la pena di
morte]”, ha detto Prasetyo.
Il Presidente Joko “Jokowi” Widodo ha difeso la decisione
dell’Ufficio del Procuratore Generale (AGO) di imporre la pena capitale per
gravi reati di droga. Dalla sua inaugurazione nel 2014, ci sono stati tre round
di esecuzioni, nonostante le critiche internazionali.
In merito al parere dell’Agenzia Nazionale Narcotici
secondo cui l’AGO dovrebbe immediatamente giustiziare 148 detenuti per droga,
Prasetyo ha detto che i pubblici ministeri esamineranno ciascuno di questi casi
per garantire che vengano puniti i prigionieri che lo meritano.
BAHRAIN: DUE CONDANNE A MORTE PER TERRORISMO
29 marzo 2017: Un tribunale del Bahrain ha emesso una condanna
al carcere per un leader del fuorilegge al-Wefaq National Islamic Society e
condanne a morte e al carcere per altri attivisti anti-regime.
Hassan Isa, uno dei leader di al-Wefaq National Islamic
Society, che era il maggiore blocco parlamentare del Bahrain prima di essere
sciolto dal regime di Manama, ha ricevuto una condanna a 10 anni di carcere, ha
riferito il giornale al-Wasat del Bahrain.
Isa è stato accusato del finanziamento di un “gruppo
terroristico” coinvolto in un attacco che ha causato la morte di due poliziotti
e altri sei feriti. L’imputato ha categoricamente negato l’accusa.
Il tribunale ha condannato a morte altri due oppositori del
regime, vale a dire Mohammed Ibrahim Al Tawq e Mohammed Radi Abdullah.
Al-Wasat ha aggiunto che il giudice ha inflitto
l'ergastolo ad altri cinque attivisti, e revocato la cittadinanza a quattro di
loro.
Altri due imputati hanno ricevuto pene detentive di 10
anni e sono stati privati della nazionalità.
Altri rivoltosi hanno ricevuto pene che vanno da sei mesi
a 10 anni di carcere. Sono stati condannati per il coinvolgimento in attività
“legate al terrorismo” e la presunta uccisione di agenti di polizia e il
tentato omicidio di altri.
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