no alla pena di morte
1. LA STORIA DELLA
SETTIMANA : NTC PRESENTA IL DOCUFILM ‘SPES CONTRA SPEM’ AL TRIBUNALE DI NAPOLI
2. NEWS FLASH: IRAN: 24 PRIGIONIERI
IMPICCATI 3. NEWS FLASH: TAIWAN:
COMMUTAZIONE IN ERGASTOLO PER DUE FILIPPINI 4.
NEWS FLASH: NIGERIA: GOVERNATORE DI OGUN COMMUTA DUE CONDANNE CAPITALI
5. NEWS FLASH: MYANMAR: CONDANNATO A
MORTE UOMO DI ETNIA ROHINGYA 6. I
SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA :
NTC PRESENTA IL DOCUFILM ‘SPES CONTRA SPEM’ AL TRIBUNALE
DI NAPOLI Nessuno tocchi Caino presenta il docu-film “Spes contra spem – Liberi
dentro” di Ambrogio Crespi il 20 febbraio 2017 alle h. 11 presso il Tribunale
di Napoli – sala metafora, Piazza Cenni 1.
Saranno presenti: Avv. Armando Rossi Presidente C.O.A.
Napoli, Avv. Attilio Belloni Presidente Camera Penale Napoli, Avv. Riccardo
Polidoro responsabile Osservatorio Carceri U.C.P.I, Ambrogio Crespi Regista,
Sergio D’Elia, Rita Bernardini, Avv. Maria Brucale rispettivamente Segretario,
Presidente d’Onore e componente il Direttivo di Nessuno tocchi Caino, Avv.
Flaviano Molteni Commissione Diritti Umani C.O.A Napoli.
Modera: Avv. Tommaso Pelliccia Vice Presidente Carcere
Possibile Onlus.
Su iniziativa di: Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di
Napoli – Camera Penale di Napoli – Carcere Possibile Onlus.
Il titolo del Docu-film è tratto dal motto “Spes contra
spem” contenuto nel passaggio della Lettera di San Paolo ai Romani
sull’incrollabile fede di Abramo che “ebbe fede sperando contro ogni speranza”.
È il frutto del dialogo e della riflessione comune di
detenuti e operatori penitenziari della Casa di Reclusione di Opera.
Il docu-film si compone di immagini e interviste con
detenuti condannati all’ergastolo, il direttore del carcere e agenti di polizia
penitenziaria e il capo del DAP Santi Consolo.
Dal documento emerge con chiarezza non solo un
cambiamento interiore dei detenuti - nel loro modo di pensare, di sentire e di
agire - ma anche la rottura esplicita con logiche e comportamenti del passato e
una maggiore fiducia nelle istituzioni.
Dalle testimonianze emerge anche che
l’istituzione-carcere può rendere possibile il cambiamento e la ri-conversione
di persone detenute in persone autenticamente libere.
Il Docu-film è prodotto da Nessuno tocchi Caino ed
Indexway.
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NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH
IRAN: 24 PRIGIONIERI IMPICCATI
17 febbraio 2017: almeno 24 prigionieri sono stati
impiccati in Iran nell’ultima settimana.
Due prigionieri non identificati sono stati impiccati il
12 febbraio per omicidio nel carcere Vakilabad di Mashhad. Secondo l’agenzia
statale Rokna, uno dei giustiziati avrebbe commesso l’omicidio l’11 marzo 2007,
all’età di 19 anni, mentre l’altro avrebbe commesso il crimine il 19 dicembre
2007, quando aveva 21 anni.
Il 13 febbraio, sette detenuti sono stati impiccati per
reati legati alle droghe nel carcere Langroud di Qom.
L’agenzia per i diritti umani HRANA ha identificato uno
degli impiccati come Saeed Shokri, 26 anni. “Il procuratore di Qom è stato
appena nominato e questo è il suo modo di spargere la paura. Hanno impedito
all’avvocato di Shokri di chiedere un nuovo processo. Invece hanno detto al
legale di partecipare il giorno dopo al funerale del suo assistito,
ridicolizzandolo”, ha riferito a Iran Human Rights una persona vicina al
giustiziato.
Queste sette esecuzioni non sono state riportate da
nessuna fonte ufficiale iraniana.
Sempre il 13 febbraio, tre prigionieri sono stati
impiccati nel carcere di Zabol, ha riportato l’agenzia per i diritti umani
Baloch Activists Campaign. Erano stati condannati a morte per reati legati alle
droghe.
Due dei giustiziati sono stati identificati come Mohammad
Sarani, 32 anni, e Zaher Nahtani, 31 anni, che si trovavano in carcere da
cinque anni.
Altri dodici prigionieri sono stati giustiziati la
mattina del 15 febbraio nel carcere Rajai Shahr di Karaj. Sei dei prigionieri
sono stati identificati come: Mir Mohammad Mousavi, Farzad Taghavi, Yousef
Mohammadi, Arash Bayat, Bahram Yazdani, e Taher Rezalou. I dodici prigionieri
sarebbero stati trasferiti in isolamento prima delle loro esecuzioni. La
maggior parte di loro era stata condannata a morte con accuse legate alle
droghe. Altri due prigionieri del braccio della morte che erano stati messi in
isolamento insieme ai dodici sarebbero stati ricondotti nelle loro celle dopo
che le loro condanne a morte sono state sospese.
TAIWAN: COMMUTAZIONE IN ERGASTOLO PER DUE FILIPPINI
13 febbraio 2017: la Corte Suprema di Taiwan ha commutato
in ergastolo le condanne a morte di due filippini responsabili di omicidio, ha
comunicato l'Ufficio Economico e Culturale di Taipei (TECO).
Gary Song-Huann Lin, rappresentante di Taiwan nelle
Filippine, ha detto che la grazia è stata concessa a Nemencia Armia e Darwin
Gorospe Sarmiento.
Lin ha aggiunto che i due potrebbero avere diritto a
chiedere la libertà condizionale dopo aver scontato un certo numero di anni,
come richiesto dalla legge di Taiwan.
Armia era stata condannata a morte per aver accoltellato
un intermediario per l’impiego, una donna 48enne taiwanese che aiutava gli
stranieri a trovare un lavoro di insegnante presso scuole private, nella zona
di Kaohsiung, nel 2007. Fu ripresa dalla televisione a circuito chiuso mentre
metteva il corpo della vittima in un sacco della spazzatura.
Usò anche la carta bancomat della vittima per fare
diversi prelievi.
Era stata condannata a morte dal tribunale distrettuale
di Kaohsiung, tuttavia per motivi umanitari, la sezione di Kaohsiung dell'Alta
Corte di Taiwan annullò la condanna a morte e due volte la condannò
all’ergastolo nel 2010.
Secondo i resoconti, Armia è stata in silenzio durante
l'udienza. Quando le è stato detto da un interprete che la sua condanna a morte
era stata mitigata in ergastolo, ha detto "grazie" al giudice.
Sarmiento era stato condannato a morte da una Corte
distrettuale di Taiwan nel 2015 per aver ucciso il proprietario di un negozio
di alimentari nella Taoyuan County nel 2014. Era stato anche condannato per
violenza sessuale e rapina.
Avrebbe colpito il negoziante con un martello, poi lo
avrebbe pugnalato al collo con un cacciavite. Inizialmente ha negato
l'uccisione, ma ha confessato dopo aver saputo che la telecamera di
sorveglianza del negozio aveva ripreso l'uccisione e la rapina.
La Corte Suprema di Taiwan ha detto che Sarmiento non
aveva intenzione di uccidere il proprietario, ma stava solo cercando di
rapinare il negozio di alimentari. Ha inoltre preso atto che Sarmiento era
sotto forte pressione economica dovendo pagare le spese mediche della figlia,
affetta da malattia cardiaca congenita.
"Alla fine, invece della pena di morte, la Corte
Suprema di Taiwan ha commutato in ergastolo la sentenza di Sarmiento per
omicidio", ha detto Lin.
Lin ha aggiunto che il TECO è anche disposto ad aiutare i
membri della famiglia di Armia e Sarmiento per ottenere il visto, qualora
volessero far loro visita a Taiwan.
NIGERIA: GOVERNATORE DI OGUN COMMUTA DUE CONDANNE
CAPITALI
11 febbraio 2017: il governatore Ibikunle Amosun dello
stato di Ogun ha ordinato il rilascio di tre prigionieri e ha commutato in
ergastolo la condanna a morte di altri due detenuti.
Questo il contenuto di una lettera indirizzata al
Direttore delle Carceri, Servizio delle Prigioni Nigeriane, Comando dello stato
di Ogun, datata 8 febbraio 2017 e firmata da Funmi Ajayi, Segretario permanente
(affari politici e Amministrativi) del Segretario del Governo statale di Ogun,
Taiwo Adeoluwa.
L’ordine di rilascio riguarda Gbenga Oyeleye, Idowu
Olojede e Dare Jimoh, che avevano commesso reati penali. Oyeleye stava
scontando una condanna a tre anni e aveva da scontare ancora sei mesi, Olojede
è stato rilasciato per motivi di vecchiaia e buona condotta mentre Jimoh, che
era stato condannato ad una lunga pena, ha ottenuto la liberazione per buona
condotta.
Il Governatore ha inoltre ordinato che venga commutata in
ergastolo la pena di morte inflitta a Nurudeen Suleima e Isikilu Olamilekan,
due uomini che erano stati condannati per rapina dall'Alta Corte di Ogun,
riunita a Ijebu Ode il 14 dicembre 2006.
Il governatore Amosun, durante la sua visita al carcere
di Ibara a Abeokuta il 25 gennaio, nell'ambito delle attività in occasione del
suo 59° compleanno, aveva promesso di rivedere i casi di detenuti che
meritavano di essere perdonati.
MYANMAR: CONDANNATO A MORTE UOMO DI ETNIA ROHINGYA
10 febbraio 2017: le autorità del Myanmar hanno
condannato a morte un uomo di etnia Rohingya per aver guidato attacchi contro
posti di polizia di frontiera, che nello Stato di Rakhine scatenarono una
repressione militare.
Si ritiene che centinaia di membri della minoranza
musulmana siano morti e decine di migliaia siano fuggiti in Bangladesh da
quando l'esercito ha lanciato quattro mesi fa un’operazione per catturare gli
aggressori.
Il capo della polizia di Sittwe, Yan Naing Lett, ha detto
che il tribunale della città ha condannato a morte il leader del raid contro il
posto di frontiera di Kotankauk.
"E' stato condannato a morte dal tribunale di Sittwe
per omicidio intenzionale", ha detto Yan Naing Lett all’agenzia AFP.
"Ha partecipato agli attacchi e li ha guidati, e li
ha pianificati insieme ad altri. E’ uno dei 14 aggressori detenuti nella
Township di Sittwe", ha detto l'ufficiale, identificando l'uomo come
Mamahdnu Aka Aula.
Le altre 13 persone sono comparse in tribunale, ma devono
ancora essere giudicate, ha aggiunto.
Than Tun, leader di un'organizzazione di aiuto nel nord
di Rakhine ha confermato la condanna capitale, aggiungendo: "E' il primo
ad affrontare la condanna dopo l'attacco."
Il governo di Myanmar sostiene che centinaia di militanti
Rohingya abbiano effettuato incursioni contro tre postazioni al confine con il
Bangladesh il 9 ottobre scorso, uccidendo nove membri della polizia in una
serie di attacchi coordinati.
Secondo il think-tank International Crisis Group gli
aggressori erano un gruppo appoggiato dai sauditi chiamato Harakah al-Yaqin,
che avrebbe trascorso anni a reclutare e addestrare combattenti in Bangladesh e
nel nord di Rakhine.
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