sabato 24 febbraio 2018


         nessuno    tocchi      CAINO            
   NO    ALLA     PENA      DI     MORTE     





1.  LA STORIA DELLA SETTIMANA : BENIN: CONDANNE A MORTE COMMUTATE 2.  NEWS FLASH: GAMBIA: PRESIDENTE ANNUNCIA MORATORIA SULLA PENA DI MORTE 3.  NEWS FLASH: EGITTO: PARLAMENTO RESPINGE RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO SULLE ESECUZIONI 4.  NEWS FLASH: BOTSWANA: IMPICCATO PER OMICIDIO 5.  NEWS FLASH: SOMALIA: MARINAIO CONDANNATO A MORTE PER OMICIDIO DEL SUPERIORE 6.  I SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA :


BENIN: CONDANNE A MORTE COMMUTATE
21 febbraio 2018: Il Benin ha abolito la pena di morte, con un decreto emesso del capo dello Stato, Patrice Talon.

L'abolizione è stata annunciata in un comunicato rilasciato al termine della riunione del Consiglio dei ministri e di conseguenza – si legge nella nota - tutte le sentenze capitali sono state sostituite dall'ergastolo.
"Il Ministro della Giustizia del Benin ha riferito al Consiglio la decisione presa dal Presidente della Repubblica, con un decreto presidenziale in conformità con l'articolo 60 della Costituzione, di commutare le sentenze capitali comminate dai tribunali nazionali in ergastolo", precisa il comunicato.
Pertanto, ha annunciato il Ministro della Giustizia, "nelle prigioni del Benin non si trova nessuna persona condannata a morte".
"Questa decisione è la conseguenza della posizione del nostro Paese a favore dell'abolizione della pena di morte e della ratifica da parte dello Stato del Secondo Protocollo Opzionale al Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici", si legge nella dichiarazione.


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NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH

GAMBIA: PRESIDENTE ANNUNCIA MORATORIA SULLA PENA DI MORTE
18 febbraio 2018: Il presidente del Gambia Adama Barrow ha annunciato una sospensione della pena di morte nel suo Paese, in discontinuità rispetto al precedente regime del dittatore Yahya Jammeh.
Barrow, ex guardia di sicurezza a Londra che è stato eletto presidente nel dicembre 2016, ha firmato un trattato ONU sull'abolizione della pena capitale l'anno scorso.
"Userò questa opportunità per dichiarare una moratoria sull'uso della pena di morte in Gambia, come primo passo verso l'abolizione", ha detto Barrow in un discorso che segna il 53° anniversario dell'indipendenza dalla Gran Bretagna.
Jammeh ha governato il Gambia, un piccolo Paese di lingua inglese circondato dal Senegal e da una stretta costa atlantica, con un pugno di ferro per 22 anni.
La pena di morte è stata utilizzata per l’ultima volta da Jammeh nel 2012, quando nove soldati furono giustiziati da un plotone di esecuzione.
In seguito Jammeh ha minacciato di estendere l’elenco di reati capitali in risposta a quello che affermò essere un aumento del tasso di criminalità.
Barrow ha dichiarato: "Abbiamo vinto la guerra contro la dittatura, che è la parte facile. Mantenere la pace per far prosperare la nostra democrazia sarà la nostra massima sfida".
Ha aggiunto che "verranno fatti degli errori, ma li correggeremo mentre lavoriamo per perfezionare il Nuovo Gambia".


EGITTO: PARLAMENTO RESPINGE RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO SULLE ESECUZIONI
18 febbraio 2018: La commissione affari esteri del parlamento egiziano ha rilasciato una dichiarazione in cui respinge fortemente una risoluzione del Parlamento europeo sulle esecuzioni in Egitto, avvertendo che l'uso di questioni relative ai diritti umani per porre restrizioni all'Egitto deve cessare.
Tarek Radwan, capo della commissione affari esteri, ha detto nella dichiarazione che la risoluzione rivela "ignoranza sulle condizioni reali in Egitto" e che rappresenta una violazione del principio di non intervento negli affari interni di altri Paesi.
"L'Egitto ha il pieno diritto di scegliere il proprio sistema legale e giudiziario", si legge nella dichiarazione.
"Il Parlamento [egiziano] respinge qualsiasi indicazione di emendare leggi nazionali che sono state redatte dai rappresentanti eletti in conformità con la costituzione e [che] derivano dal contesto sociale e dalle minacce alla sicurezza nel Paese".
Il Parlamento europeo ha pubblicato la risoluzione in data 8 febbraio, esprimendo la preoccupazione che "sono in vigore procedure rigorose all'interno del sistema legale del Paese nei casi in cui è applicabile la pena di morte".
Il Parlamento europeo ha sottolineato quello che è stato definito come "un aumento significativo del numero di persone condannate a morte in Egitto dal 2014", riferendosi alle circa 1.857 persone che hanno ricevuto la sentenza capitale dal gennaio 2014.
L’organo legislativo dell'UE ha anche chiesto che gli imputati egiziani che devono affrontare la pena di morte abbiano il "pieno accesso alla rappresentanza legale e un processo equo in conformità con gli standard internazionali accettati" e condannato "l'uso della condanna a morte per reprimere l'opposizione".
Rispondendo a questo, la dichiarazione del Parlamento egiziano ha affermato che "l'interruzione della pena di morte non è un impegno internazionale, né un argomento di consenso tra i Paesi".
La dichiarazione della commissione ha sottolineato che, a causa della gravità della pena di morte, la legge egiziana contiene un numero di procedure che garantiscono all'imputato un processo equo con spazio pieno per difendersi in conformità con gli standard internazionali.
La commissione ha anche affermato che i processi militari, che esistono in molti paesi, offrono la stessa garanzia di diritti del sistema giudiziario civile, ma gestiscono i crimini legati alle forze armate.
"L'imposizione di concetti incompatibili con i valori sociali e culturali prevalenti nelle altre società è un atto di arroganza", ha aggiunto la commissione.
Il Parlamento europeo ha riconosciuto la fragile situazione relativa alla sicurezza dell'Egitto, citando "un alto rischio di attacchi terroristici nella penisola del Sinai e nelle principali città del Paese da parte di varie organizzazioni jihadiste".
Il Parlamento europeo ha anche affermato che considera l'Egitto un partner importante e che i Paesi dell'UE hanno un interesse comune a "sconfiggere la minaccia alla sicurezza regionale e internazionale".
La dichiarazione ha anche espresso sostegno per "ulteriori offerte per aiutare le autorità egiziane a sviluppare solidi meccanismi di intelligence e sicurezza, in linea con il diritto internazionale, comprese le misure relative al controllo della folla e alla protesta legittima e pacifica".
La risposta del parlamento egiziano ha messo in discussione la tempistica della risoluzione, citando le imminenti elezioni presidenziali in Egitto e la vasta operazione militare contro il terrorismo nel Sinai, che è stata lanciata la scorsa settimana.
La tempistica "solleva molte domande sulla credibilità di alcuni partecipanti alla guerra contro il terrorismo e rivela le reali intenzioni di coloro che sostengono la partnership con il sud del Mediterraneo e coloro che fanno affermazioni a sostegno della stabilità nella regione del Medio Oriente", secondo il parlamento egiziano.


BOTSWANA: IMPICCATO PER OMICIDIO
17 febbraio 2018: Il Botswana ha impiccato un uomo per aver ucciso la sua ragazza e il figlio di quest’ultima, nella prima esecuzione in due anni da parte della sola nazione dell’Africa meridionale a non aver abolito la pena di morte.
Joseph Tselayarona, 28 anni, è stato giustiziato in relazione all'omicidio nel 2010 della sua ragazza e di suo figlio di tre anni, ha comunicato il servizio carcerario del Botswana.
Nel 2008 Modise Mokwadi Fly, un Motswana, fu impiccato per aver ucciso suo figlio.
Secondo la Costituzione del Botswana, dopo che i tribunali hanno confermato la pena di morte, il caso deve essere deferito al Comitato consultivo sulla prerogativa della Grazia, che a sua volta consiglierà il Presidente sui motivi per esercitare i suoi poteri ai sensi della Sezione 53 della Costituzione per "sostituire con una forma meno severa di punizione".
Il Comitato consultivo sulla prerogativa della Grazia è composto dal vicepresidente o da un ministro designato dal presidente, dal procuratore generale; e da una persona qualificata come medico in Botswana, che è nominata dal Presidente.
Dopo l'ultima esecuzione in Botswana, l'Unione Europea, che è contro la pena di morte, ha rilasciato una dichiarazione che condanna il Paese africano.
L'UE ha affermato che l'uso della pena capitale non può mai essere giustificato.
"L'UE ritiene che la pena di morte sia una punizione crudele e inumana e ha costantemente chiesto la sua abolizione universale", ha detto il governo.


SOMALIA: MARINAIO CONDANNATO A MORTE PER OMICIDIO DEL SUPERIORE
20 febbraio 2018: Un tribunale militare somalo ha condannato a morte il soldato della Marina militare Abdinasir Hosh Mohamed per l'uccisione del vice comandante Said Ali Dhere, ha riferito Radio Dalsan.
In base agli atti processuali, Dhere sarebbe stato ucciso nel porto di Mogadiscio il 18 gennaio di quest'anno.

Mohamed avrebbe ucciso a colpi di arma da fuoco il suo superiore dopo una discussione. I due erano venuti alle mani alcuni giorni prima dell'omicidio, tuttavia le loro divergenze erano state risolte con un arbitrato.

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