nessuno tocchi CAINO
NO ALLA PENA DI MORTE
1. LA STORIA DELLA
SETTIMANA : BENIN: CONDANNE A MORTE COMMUTATE 2. NEWS FLASH: GAMBIA: PRESIDENTE ANNUNCIA
MORATORIA SULLA PENA DI MORTE 3. NEWS
FLASH: EGITTO: PARLAMENTO RESPINGE RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO SULLE
ESECUZIONI 4. NEWS FLASH: BOTSWANA:
IMPICCATO PER OMICIDIO 5. NEWS FLASH:
SOMALIA: MARINAIO CONDANNATO A MORTE PER OMICIDIO DEL SUPERIORE 6. I SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA :
BENIN: CONDANNE A MORTE COMMUTATE
21 febbraio 2018: Il Benin ha abolito la pena di morte,
con un decreto emesso del capo dello Stato, Patrice Talon.
L'abolizione è stata annunciata in un comunicato rilasciato
al termine della riunione del Consiglio dei ministri e di conseguenza – si
legge nella nota - tutte le sentenze capitali sono state sostituite
dall'ergastolo.
"Il Ministro della Giustizia del Benin ha riferito
al Consiglio la decisione presa dal Presidente della Repubblica, con un decreto
presidenziale in conformità con l'articolo 60 della Costituzione, di commutare
le sentenze capitali comminate dai tribunali nazionali in ergastolo",
precisa il comunicato.
Pertanto, ha annunciato il Ministro della Giustizia,
"nelle prigioni del Benin non si trova nessuna persona condannata a
morte".
"Questa decisione è la conseguenza della posizione
del nostro Paese a favore dell'abolizione della pena di morte e della ratifica
da parte dello Stato del Secondo Protocollo Opzionale al Patto Internazionale
sui Diritti Civili e Politici", si legge nella dichiarazione.
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NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH
GAMBIA: PRESIDENTE ANNUNCIA MORATORIA SULLA PENA DI MORTE
18 febbraio 2018: Il presidente del Gambia Adama Barrow
ha annunciato una sospensione della pena di morte nel suo Paese, in
discontinuità rispetto al precedente regime del dittatore Yahya Jammeh.
Barrow, ex guardia di sicurezza a Londra che è stato
eletto presidente nel dicembre 2016, ha firmato un trattato ONU sull'abolizione
della pena capitale l'anno scorso.
"Userò questa opportunità per dichiarare una
moratoria sull'uso della pena di morte in Gambia, come primo passo verso l'abolizione",
ha detto Barrow in un discorso che segna il 53° anniversario dell'indipendenza
dalla Gran Bretagna.
Jammeh ha governato il Gambia, un piccolo Paese di lingua
inglese circondato dal Senegal e da una stretta costa atlantica, con un pugno
di ferro per 22 anni.
La pena di morte è stata utilizzata per l’ultima volta da
Jammeh nel 2012, quando nove soldati furono giustiziati da un plotone di
esecuzione.
In seguito Jammeh ha minacciato di estendere l’elenco di
reati capitali in risposta a quello che affermò essere un aumento del tasso di
criminalità.
Barrow ha dichiarato: "Abbiamo vinto la guerra
contro la dittatura, che è la parte facile. Mantenere la pace per far
prosperare la nostra democrazia sarà la nostra massima sfida".
Ha aggiunto che "verranno fatti degli errori, ma li
correggeremo mentre lavoriamo per perfezionare il Nuovo Gambia".
EGITTO: PARLAMENTO RESPINGE RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO
EUROPEO SULLE ESECUZIONI
18 febbraio 2018: La commissione affari esteri del
parlamento egiziano ha rilasciato una dichiarazione in cui respinge fortemente
una risoluzione del Parlamento europeo sulle esecuzioni in Egitto, avvertendo
che l'uso di questioni relative ai diritti umani per porre restrizioni
all'Egitto deve cessare.
Tarek Radwan, capo della commissione affari esteri, ha
detto nella dichiarazione che la risoluzione rivela "ignoranza sulle
condizioni reali in Egitto" e che rappresenta una violazione del principio
di non intervento negli affari interni di altri Paesi.
"L'Egitto ha il pieno diritto di scegliere il
proprio sistema legale e giudiziario", si legge nella dichiarazione.
"Il Parlamento [egiziano] respinge qualsiasi
indicazione di emendare leggi nazionali che sono state redatte dai
rappresentanti eletti in conformità con la costituzione e [che] derivano dal
contesto sociale e dalle minacce alla sicurezza nel Paese".
Il Parlamento europeo ha pubblicato la risoluzione in
data 8 febbraio, esprimendo la preoccupazione che "sono in vigore
procedure rigorose all'interno del sistema legale del Paese nei casi in cui è
applicabile la pena di morte".
Il Parlamento europeo ha sottolineato quello che è stato
definito come "un aumento significativo del numero di persone condannate a
morte in Egitto dal 2014", riferendosi alle circa 1.857 persone che hanno
ricevuto la sentenza capitale dal gennaio 2014.
L’organo legislativo dell'UE ha anche chiesto che gli
imputati egiziani che devono affrontare la pena di morte abbiano il "pieno
accesso alla rappresentanza legale e un processo equo in conformità con gli
standard internazionali accettati" e condannato "l'uso della condanna
a morte per reprimere l'opposizione".
Rispondendo a questo, la dichiarazione del Parlamento
egiziano ha affermato che "l'interruzione della pena di morte non è un
impegno internazionale, né un argomento di consenso tra i Paesi".
La dichiarazione della commissione ha sottolineato che, a
causa della gravità della pena di morte, la legge egiziana contiene un numero
di procedure che garantiscono all'imputato un processo equo con spazio pieno
per difendersi in conformità con gli standard internazionali.
La commissione ha anche affermato che i processi
militari, che esistono in molti paesi, offrono la stessa garanzia di diritti
del sistema giudiziario civile, ma gestiscono i crimini legati alle forze
armate.
"L'imposizione di concetti incompatibili con i
valori sociali e culturali prevalenti nelle altre società è un atto di
arroganza", ha aggiunto la commissione.
Il Parlamento europeo ha riconosciuto la fragile
situazione relativa alla sicurezza dell'Egitto, citando "un alto rischio
di attacchi terroristici nella penisola del Sinai e nelle principali città del
Paese da parte di varie organizzazioni jihadiste".
Il Parlamento europeo ha anche affermato che considera
l'Egitto un partner importante e che i Paesi dell'UE hanno un interesse comune
a "sconfiggere la minaccia alla sicurezza regionale e
internazionale".
La dichiarazione ha anche espresso sostegno per
"ulteriori offerte per aiutare le autorità egiziane a sviluppare solidi
meccanismi di intelligence e sicurezza, in linea con il diritto internazionale,
comprese le misure relative al controllo della folla e alla protesta legittima
e pacifica".
La risposta del parlamento egiziano ha messo in
discussione la tempistica della risoluzione, citando le imminenti elezioni
presidenziali in Egitto e la vasta operazione militare contro il terrorismo nel
Sinai, che è stata lanciata la scorsa settimana.
La tempistica "solleva molte domande sulla credibilità
di alcuni partecipanti alla guerra contro il terrorismo e rivela le reali
intenzioni di coloro che sostengono la partnership con il sud del Mediterraneo
e coloro che fanno affermazioni a sostegno della stabilità nella regione del
Medio Oriente", secondo il parlamento egiziano.
BOTSWANA: IMPICCATO PER OMICIDIO
17 febbraio 2018: Il Botswana ha impiccato un uomo per
aver ucciso la sua ragazza e il figlio di quest’ultima, nella prima esecuzione
in due anni da parte della sola nazione dell’Africa meridionale a non aver
abolito la pena di morte.
Joseph Tselayarona, 28 anni, è stato giustiziato in
relazione all'omicidio nel 2010 della sua ragazza e di suo figlio di tre anni,
ha comunicato il servizio carcerario del Botswana.
Nel 2008 Modise Mokwadi Fly, un Motswana, fu impiccato
per aver ucciso suo figlio.
Secondo la Costituzione del Botswana, dopo che i
tribunali hanno confermato la pena di morte, il caso deve essere deferito al
Comitato consultivo sulla prerogativa della Grazia, che a sua volta consiglierà
il Presidente sui motivi per esercitare i suoi poteri ai sensi della Sezione 53
della Costituzione per "sostituire con una forma meno severa di
punizione".
Il Comitato consultivo sulla prerogativa della Grazia è
composto dal vicepresidente o da un ministro designato dal presidente, dal
procuratore generale; e da una persona qualificata come medico in Botswana, che
è nominata dal Presidente.
Dopo l'ultima esecuzione in Botswana, l'Unione Europea,
che è contro la pena di morte, ha rilasciato una dichiarazione che condanna il
Paese africano.
L'UE ha affermato che l'uso della pena capitale non può
mai essere giustificato.
"L'UE ritiene che la pena di morte sia una punizione
crudele e inumana e ha costantemente chiesto la sua abolizione
universale", ha detto il governo.
SOMALIA: MARINAIO CONDANNATO A MORTE PER OMICIDIO DEL
SUPERIORE
20 febbraio 2018: Un tribunale militare somalo ha
condannato a morte il soldato della Marina militare Abdinasir Hosh Mohamed per
l'uccisione del vice comandante Said Ali Dhere, ha riferito Radio Dalsan.
In base agli atti processuali, Dhere sarebbe stato ucciso
nel porto di Mogadiscio il 18 gennaio di quest'anno.
Mohamed avrebbe ucciso a colpi di arma da fuoco il suo
superiore dopo una discussione. I due erano venuti alle mani alcuni giorni
prima dell'omicidio, tuttavia le loro divergenze erano state risolte con un
arbitrato.
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