un assaggio.....................................
................---Giovanna continuava a passeggiare
nervosamente per l’ampia sala ancora indignata per l’affronto che aveva dovuto
subire, gli occhi gli si riempivano di lacrime ma il suo alto status gli
impedivano di mostrarsi debole e poi c’erano quelle due piccoli serpi che con
la scusa di servirla la tenevano d’occhio riferendo tutto ciò che ella faceva
al signor Francesco de’ Medici sue sposo.
Quando si accorse che le due ancelle la
stavano guardando in modo falsamente
pietoso ed anche con una punta di malcelato disprezzo.
Ella gli si rivolse in modo ancor più
furente:
-Cosa avete da guardarmi voi piccole
sgualdrine,……lo sapete chi sono vero? Ricordatevi che il mio nome è Giovanna
d’Austria della potente famiglia degli Asburgo e che la vostra inutile vita è
mia e potrei mandarvi a morte in qualsiasi momento per aver tradito la mia
fiducia……..e poi……si e poi credete che io non sia a conoscenza che anche voi
siete passate più volte dal letto di mio marito?
Le due si strinsero ancor più forte
temendo ancor di più una imminente vendetta della loro irascibile padrona.
Giovanna recuperò un minimo di
auto-controllo e avviandosi verso la porta esclamò:
Ho bisogno di dire le orazioni della
mattina, pregherò la Vergine per i miei ed i vostri peccati ……..così dicendo si
diresse a passi decisi verso la Cappella di Palazzo che a suo tempo era stata
allestita per sua suocera, seguita prudentemente a debita distanza dalle sue Dame di
Compagnia.
Il paggio MASO che fine aveva fatto ? si
domanderanno i miei quattro lettori…….. Lo avevamo lasciato che usciva
frettolosamente acciaccato ma ricco di una bella moneta d’oro dalla stanza
della sua furente padrona.
Raggiuse il posto di guardia e si stava
avviando ad uscire dal palazzo quando un milite che era a capo di quella
piccola guarnigione lo chiamò:
-Ehi MASO….piccola sgualdrina dove ti
conducono codesti passi frettolosi ?
-Non son affari che ti riguardano!!!!!
Gli rispose con voce stizzosa.
Il capo guardia chiamò gli altri suoi
compari.
-Venite a vedere che bella donzella sta
passando davanti ai nostri alloggi!
Accompagnando queste parole con una
grassa, fragorosa ed oscena risata.
-Maso! gridarono in coro questi omacci-
Maso dove vai così di corsa torna in dietro che ti facciamo vedere le nostre
grosse spade degne……..degne del tuo delicato fodero!
Anche queste oscenità furono
accompagnate dalle solite sguaiate risa.
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Maso si fermò e girandosi di scatto
cominciò a battere in modo isterico un piede sullo sconnesso selciato e
rivolgendosi verso questi brutti ceffi con una voce sempre più in falsetto:
-Ora basta brutti…….. brutti figli di
cagne,…….. figli di prostitute del demonio, voi che non vedete acqua dal tempo
del Grande Diluvio ed il puzzo che spanrgete attorno….. allontanerebbe per il
disgusto anche tutti i diavoli dell’inferno! Lasciatemi in pace non sono pane
per i vostri……..i vostri denti marci !
Così disse ed una volta uscito dal
grande portone si ritrovò nella piazza antistante il palazzo, inondata dai raggi di un sole oramai alto
sull’orizzonte. Si toccò la fronte ancora dolorante a causa dell’incidente che
gli era capitato……..ma…… ma tutto ciò era acqua passata ed ora c’era da spendere il bello, lucente,
prezioso Ducato fatto di vero e sincero oro. Che fare ? I bei giovanottoni che
giungono dal contado a vendere i prodotti della terra saranno sicuramente
arrivati. Quelli sì che sono dei veri maschi, questo pensiero fu accompagnato
da un lascivo risolino. Completamente rinfrancato, già pregustava le intense delizie che lo stavano attendendo, si
avviò ancheggiando in modo vistoso alla
volta del mercato vecchio.
guido michi
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