nessuno tocchi caino
NO ALLA PENA DI MORTE
1. LA STORIA DELLA
SETTIMANA : IRAN: NESSUNO TOCCHI CAINO, IL GOVERNO ITALIANO SI ATTIVI
IMMEDIATAMENTE PER SALVAGUARDARE LA LIBERTA’ DI MANIFESTAZIONE E LA VITA DEI
GIOVANI IRANIANI ARRESTATI A RISCHIO DI PENA DI MORTE 2. NEWS FLASH: EGITTO: ALTRI CINQUE PRIGIONIERI
IMPICCATI 3. NEWS FLASH: ISRAELE:
KNESSET APPROVA IN PRIMA LETTURA DDL SU PENA DI MORTE 4. NEWS FLASH: SRI LANKA: CONDANNATO A MORTE PER
18 GRAMMI DI EROINA 5. NEWS FLASH:
ILLINOIS (USA): GABRIEL SOLACE ESONERATO 6.
I SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA :
IRAN: NESSUNO TOCCHI CAINO, IL GOVERNO ITALIANO SI ATTIVI
IMMEDIATAMENTE PER SALVAGUARDARE LA LIBERTA’ DI MANIFESTAZIONE E LA VITA DEI
GIOVANI IRANIANI ARRESTATI A RISCHIO DI PENA DI MORTE
2 gennaio 2018: Nessuno tocchi Caino si rivolge al Governo
italiano perché intervenga urgentemente a tutela della libertà di
manifestazione e contro la possibilità di pena di morte per molti degli
arrestati, con l’accusa di “Moharebeh” (guerra contro Dio), avanzata dal capo
della Corte Rivoluzionaria della provincia di Teheran.
È evidente che le rassicurazioni date dal regime dei
Mullah sul rispetto del diritto di manifestazione previsto dalla Costituzione
iraniana si imbatte nel limite di “non violare i principi cardine dell’Islam”,
il che, come sempre, lascia mano libera alla repressione.
Le almeno 548 esecuzioni compiute nel 2017 dall’Iran lo
confermano primatista mondiale per numero di esecuzioni rispetto alla
popolazione. Per Nessuno tocchi Caino questo è emblematico di come l’Iran
costituisca una minaccia alla sicurezza mondiale perché è innanzitutto una
minaccia alla sicurezza del popolo iraniano.
Le manifestazioni di piazza di questi giorni lo esprimono
chiaramente e la gente reclama diritti civili ed una ripresa economica che
l’attuale regime può promettere ma non può concretamente offrire perché possono
anche cambiare i volti dei governanti ma la natura del sistema di potere,
fondato sul principio del Velayat-e Faqih, della primazia assoluta della Guida
Suprema, non può mutare. Lo dimostra il rischio di pena di morte per i
manifestanti.
Finora l’Italia, l’Europa e gran parte dell’Occidente
sono stati responsabili di aver mantenuto in vita questo regime rifiutandosi di
porre come prioritaria la questione del rispetto dei diritti umani nei dialoghi
con l’Iran.
È tempo di cambiare strategia, di impegnarsi per i
diritti umani e civili, sostenendo le forze organizzate di opposizione al
regime teocratico che, nel caso dell’Iran, esistono e che sono principalmente
rappresentate dal Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana.
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NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH
EGITTO: ALTRI CINQUE PRIGIONIERI IMPICCATI
2 gennaio 2018: Le autorità carcerarie egiziane hanno
giustiziato cinque detenuti che erano stati condannati a morte, quattro di loro
per una bomba che uccise cadetti militari, hanno riferito funzionari della
sicurezza.
Queste cinque impiccagioni sono giunte alcuni giorni dopo
l'esecuzione di 15 detenuti condannati per aver attaccato la polizia e
l'esercito, la più grande esecuzione di massa in Egitto in tempi recenti.
Quattro dei cinque giustiziati erano stati condannati a
morte da un tribunale militare nel 2015 per l'attentato in uno stadio a nord
del Cairo che uccise tre cadetti militari. Erano stati inoltre accusati di
avere legami con il movimento dei Fratelli Musulmani dell'ex presidente Mohamed
Morsi, che l'esercito ha rovesciato nel 2013 a seguito delle proteste contro il
suo governo.
Il quinto era stato condannato a morte per aver commesso
un crimine, hanno detto le fonti senza precisare.
ISRAELE: KNESSET APPROVA IN PRIMA LETTURA DDL SU PENA DI
MORTE
3 gennaio 2018: Il disegno di legge sulla pena di morte
del ministro della Difesa Avigdor Liberman è stato approvato in prima lettura
dalla Knesset, con una strettissima maggioranza di 52 voti favorevoli a 49
contrari.
Il disegno di legge, che Liberman sta promuovendo da
mesi, permetterebbe ai tribunali militari di imporre la pena di morte ai
terroristi con un voto di due giudici su tre, invece dell'attuale requisito dei
voti unanimi di tutti e tre i giudici di un tribunale militare.
I ministri Naftali Bennett, Uri Ariel e Yoav Galant, così
come i parlamentari del UTJ, sono stati assenti dal voto.
SRI LANKA: CONDANNATO A MORTE PER 18 GRAMMI DI EROINA
3 gennaio 2018: Un imputato riconosciuto colpevole di
possesso e cessione di eroina è stato condannato a morte dall'Alta Corte di
Colombo, capitale dello Sri Lanka.
L'uomo era stato arrestato dal Dipartimento Narcotici
della Polizia nella zona di Rajagiriya nel 2010 e trovato in possesso di 18,2
grammi di eroina.
Pronunciando la condanna a morte, il giudice dell'Alta
Corte di Colombo Gihan Kulatunga ha detto che le accuse sono state dimostrate
oltre il ragionevole dubbio.
ILLINOIS (USA): GABRIEL SOLACE ESONERATO
21 dicembre 2017: Gabriel Solace, 43 anni, di origine
messicana, diventa l’esonerato n° 161.
Oggi la pubblica accusa della Cook County ha ritirato le
accuse di omicidio contro Gabriel Solace e Arturo Reyes.
Pur ribadendo di ritenere i due uomini colpevoli, la
pubblica accusa non ha elementi sufficienti per riprocessarli.
Solace e Reyes nel 2000 erano stati condannati con
l’accusa di aver ucciso, nell’aprile 1998, Jacinta Mariano Soto per sottrarre
loro la figlia neonata che i due avrebbero poi consegnato alla mandante
dell’omicidio, Adriana Mejia.
I due uomini, entrambi da poco immigrati dal Messico e
con scarsissima conoscenza della lingua, furono arrestati quando, dopo la
notizia della sparizione della bambina, portarono la neonata di due mesi ad un
commissariato, dicendo di averla notata in casa della donna che affittava loro
una stanza, la Mejia.
La Mejia, arrestata, indicò i due come responsabili del
rapimento dei bambini e degli omicidi dei genitori. Nel 2000, in processi
separati, Mejia (che ora ha 41 anni) e Reyes vennero condannati all’ergastolo
senza condizionale, Solace a morte. In realtà sembra che nessuna prova fisica o
biologica collegasse i due uomini agli omicidi, ma dopo tre giorni di duri
interrogatori coordinati dal detective Reynaldo Guevara della polizia di
Chicago, entrambi confessarono.
Al processo ritrattarono le confessioni, descrivendo le
brutalità a cui erano stati sottoposti, e le difficoltà con la lingua, come ad
esempio il fatto che le loro confessioni fossero state scritte in inglese da un
assistente procuratore che non parlava spagnolo, e che aveva fatto affidamento
interamente su quanto detto da Guevara.
Recentemente il processo era stato riaperto, ma ad
ottobre davanti al giudice James Obbish l’ex detective, ora 74enne, ha risposto
a molte domande con “non ricordo”, e più volte si è appellato al Quinto
Emendamento, ossia al diritto costituzionale di non rispondere ad una domanda
se questa può portare ad una autoincriminazione. Dopo che il giudice ha
dichiarato inutilizzabili le confessioni di Solace e Reyes, oggi la pubblica
accusa ha deciso di rinunciare al processo ed ha formalmente ritirato le accuse
di omicidio. Il detective Guevara nel complesso è sospettato di aver
“incastrato” 51 persone sospettate di omicidio, in gran parte di origine
ispanica.
Solache e Reyes sono la sesta e settima persona ad essere
prosciolti negli ultimi due anni dopo che è stato riconosciuto il comportamento
scorretto di Guevara.
Solache viene aggiunto con il numero 161 alla Innocence
List compilata dal Death Penalty Information Center, l’elenco delle persone
“esonerate”, ossia prima condannate a morte e poi prosciolte completamente. I
casi vengono contati dal 1973.
Quello di Solache è il 21° caso di proscioglimento in
Illinois. A suo tempo Solache fu una delle 157 persone che nel 2003 ebbero la
condanna a morte commutata in ergastolo senza condizionale dall’allora
governatore George Ryan. Molti casi di proscioglimento di condannati a morte
dell’Illinois, almeno 12, sono nati da confessioni annullate perché ottenute
con metodi troppo brutali da parte della polizia di Chicago, specialmente
all’epoca della cosiddetta “Burge Squad”, dal nome del detective, e poi
comandante, Jon Graham Burge, che pare utilizzasse anche l’elettricità per ottenere
confessioni. Sospeso nel 1991 e licenziato nel 1993, nel 2011 Burge venne
condannato a 4 anni e sei mesi per due imputazioni di ostacolo alla giustizia e
una di falsa testimonianza.
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