sabato 7 ottobre 2017

      nessuno   tocchi    CAINO             
    NO   ALLA   PENA    DI    MORTE    




1.  LA STORIA DELLA SETTIMANA : KUWAIT: L’EMIRO COMMUTA LE CONDANNE A MORTE DI 15 INDIANI 2.  NEWS FLASH: NIGERIA: OTTO CONDANNE A MORTE COMMUTATE NELLO STATO DI ANAMBRA 3.  NEWS FLASH: ONU: APPROVATA RISOLUZIONE CONTRO LA PENA DI MORTE PER OMOSESSUALITA’
4.  NEWS FLASH: ARABIA SAUDITA: SEI DECAPITATI PER DROGA E OMICIDIO 5.  NEWS FLASH: PAKISTAN: TRE IMPICCATI PER TERRORISMO 6.  I SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA :


KUWAIT: L’EMIRO COMMUTA LE CONDANNE A MORTE DI 15 INDIANI
30 settembre 2017: Le condanne a morte di 15 cittadini indiani rinchiusi nel braccio della morte del Kuwait sono state commutate in ergastolo dall’Emiro.

Lo ha reso noto il Ministro per gli Affari Esteri indiano Sushma Swaraj, aggiungendo che l’Emiro ha ordinato la riduzione delle pene detentive di altri 119 detenuti indiani. Il Ministero degli Esteri indiano ha ringraziato l’Emiro per il suo gesto “cortese”.
In una serie di tweet, la Swaraj ha detto “L’Emiro del Kuwait è stato lieto di commutare in ergastolo le condanne a morte di 15 cittadini indiani”.
La missione indiana in Kuwait fornirà tutta l’assistenza ai detenuti indiani che sono stati liberati, ha aggiunto.
Non è chiaro per quali crimini i cittadini indiani si trovassero dietro le sbarre.


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NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH

NIGERIA: OTTO CONDANNE A MORTE COMMUTATE NELLO STATO DI ANAMBRA
3 ottobre 2017: Il governatore dello Stato nigeriano di Anambra, Chief Willie Obiano, ha commutato in ergastolo le condanne capitali di otto detenuti e ha concesso la grazia ad altri prigionieri che stanno scontando varie pene detentive.
Il Governatore Obiano ha annunciato la sua decisione durante la Santa Messa presso la Chiesa Cattolica di San Matteo, Akpu, Orumba South Local governments Area nello Stato di Anambra.
Il governatore ha dichiarato che la prerogativa della grazia è in linea con la celebrazione dell'Indipendenza della Nigeria.
"Ho commutato le condanne a morte di otto prigionieri in ergastolo. Hanno già trascorso in carcere più di 18 anni, quindi hanno ancora due o tre anni prima di essere liberati", ha detto Obiano.
Il governatore ha anche sottolineato che altri 12 prigionieri hanno avuto una riduzione delle loro condanne al carcere mentre altri sono stati graziati.
Si è rammaricato della condizione critica di alcune carceri del Paese, che hanno portato detenuti a contrarre diversi tipi di malattie trasmissibili.


ONU: APPROVATA RISOLUZIONE CONTRO LA PENA DI MORTE PER OMOSESSUALITA’
29 settembre 2017: Una risoluzione delle Nazioni Unite che vieta la pena di morte per l'omosessualità è stata contrastata da un totale di 13 Paesi del Consiglio Onu per i diritti umani. Mentre molti di questi 13 Paesi si trovano in Africa e Medio Oriente, gli Stati Uniti hanno a sorpresa votato contro la misura.
La risoluzione è stata approvata comunque, con 27 Paesi che hanno votato a favore.
La risoluzione è stata presentata da otto nazioni - Belgio, Benin, Costa Rica, Francia, Messico, Moldavia, Mongolia e Svizzera - che hanno considerato prioritari i diritti globali LGBT.
"Questo è un momento importante in cui la comunità internazionale ha pubblicamente sottolineato che queste orribili leggi devono semplicemente terminare", ha dichiarato Renato Sabbadini, direttore dell'International Lesbian, Gay, Bisexual, Trans e Intersex Association (ILGA). "È inconcepibile pensare che ci sono centinaia di milioni di persone che vivono in Stati dove qualcuno può essere giustiziato semplicemente per chi ama".
Gli sforzi dell'Egitto, dell'Arabia Saudita e della Russia per fermare la risoluzione sono falliti.
La risoluzione non chiede tuttavia la fine della pena capitale, ma chiede ai Paesi membri di non usarla in "modo discriminatorio", incluso contro minori e le donne in gravidanza, o per blasfemia e relazioni consensuali omosessuali.
Gli altri paesi che hanno votato contro la risoluzione sono il Bangladesh, Botswana, Burundi, Cina, Giappone, Qatar, Egitto, Etiopia, India, Iraq, Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita.


ARABIA SAUDITA: SEI DECAPITATI PER DROGA E OMICIDIO
1 ottobre 2017: Sei prigionieri sono stati giustiziati in Arabia Saudita dopo essere stati riconosciuti colpevoli di traffico di droga e omicidio.
Si tratta del più alto numero di esecuzioni praticate in un singolo giorno dall’inizio dell’anno.
Tra i sei decapitati figura un cittadino pakistano che era stato condannato per traffico di droga, mentre i cinque cittadini sauditi erano stati tutti condannati per omicidio, ha precisato il Ministero degli Interni di Riad. Queste ultime esecuzioni portano a 44 il numero dei detenuti messi a morte in Arabia Saudita da inizio anno, in base ad un conteggio tenuto dalla AFP.


PAKISTAN: TRE IMPICCATI PER TERRORISMO
4 ottobre 2017: Tre terroristi condannati a morte da un tribunale militare sono stati impiccati di mattina nella prigione di Khyber Pakhtunkhwa.
L'ISPR, organo informativo dei militari, ha identificato i tre terroristi come Sajid, Bahram Sher e Fazal-e-Ghafar.
I tre erano coinvolti in atti di terrorismo, incluso un attentato contro un aereo della Pakistan International Airline (PIA) all'aeroporto di Peshawar, che provocò la morte di una donna e il ferimento di altri due passeggeri.
In precedenza, il capo dell'esercito aveva confermato le condanne a morte pronunciate contro i terroristi.
Behram Sher detto Khairan era un membro attivo del Pakistan Tehreek-i-Taliban. Era coinvolto in attacchi alle forze armate del Pakistan, nonché nella distruzione di una scuola primaria femminile, che provocò ferimento e morte di soldati. Era stato anche trovato in possesso di esplosivi. Era stato processato sulla base di tre capi d’imputazione e condannato a morte.
Fazal-e-Ghaffar detto Shehzada era membro della stessa organizzazione e coinvolto in attacchi alle forze armate che provocarono la morte di quattro soldati e il ferimento di un altro. Era anche in possesso di una giacca imbottita di esplosivo. Avrebbe confessato i suoi reati davanti al magistrato e al tribunale. Aveva ricevuto la pena di morte.

Infine Sajid, noto come Ibrahim Khan, membro di un'organizzazione fuorilegge, era coinvolto nell’attacco a un aereo di linea della Pakistan Airlines che atterrava all’aeroporto di Peshawar, che portò alla morte della signora Maqnoon e al ferimento di altri due passeggeri.

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