sabato 28 ottobre 2017

       nessuno   tocchi    CAINO                
  NO   ALLA     PENA    DI    MORTE        


1.  LA STORIA DELLA SETTIMANA : IRAN, ACCUSATO DI SPIONAGGIO: DJALALI CONDANNATO A MORTE 2.  NEWS FLASH: IRAN: NESSUNO TOCCHI CAINO, PENA DI MORTE A DJALALI CONFERMA LA NATURA OSCURANTISTA DEL REGIME 3.  NEWS FLASH: IRAN: CONSIGLIO DEI GUARDIANI APPROVA NUOVO DDL ANTI-DROGA 4.  NEWS FLASH: EMIRATI ARABI UNITI: COMMUTATE LE CONDANNE CAPITALI DI CINQUE INDIANI 5.  NEWS FLASH: VIETNAM: PENA DI MORTE ELIMINATA PER CINQUE REATI 6.  I SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA :


IRAN, ACCUSATO DI SPIONAGGIO: DJALALI CONDANNATO A MORTE
23 ottobre 2017: Ahmadreza Djalali, il medico e ricercatore iraniano arrestato a Teheran lo scorso anno con l'accusa di essere una spia, è stato condannato a morte.

Lo rende noto la senatrice novarese del Pd Elena Ferrara, tra le prime a mobilitarsi nei mesi scorsi a favore del ricercatore, che per quattro anni ha lavorato all'Università del Piemonte Orientale. "La notizia ci è arrivata dalla moglie - dice la senatrice - e questa mattina è stata confermata dalla Farnesina. Ridaremo vigore alla mobilitazione, non ci arrendiamo".
Djalali, 45 anni, con un lungo passato oltre che all'Università del Piemonte Orientale di Novara, anche presso il Karolinska Institutet di Stoccolma, nonché presso la Vrije Universiteit Brussel, è oramai da più di un anno incarcerato senza una accusa vera nella famigerata prigione di Evin, vicino a Teheran. Non può parlare con nessuno, se non ogni martedì con sua madre e la sorella in Iran. E così la moglie Vida Mehrannia e i figli, ora in Svezia dove lei lavora come chimico, quando possibile, riescono a parlare con lui solo telefonando ai parenti in Iran nello stesso momento in cui Ahmadreza può chiamarli (ma non ci sono orari fissi): avvicinando le due cornette, una dal lato del microfono l'altra al ricevitore. Il regime di Teheran lo accusa di "collaborazione con governi nemici".
L'arresto risale al 24 aprile 2016. In carcere ha condotto tre scioperi della fame, e uno delle sete, per affermare la propria innocenza. Le sue condizioni di salute sembrano esser peggiorate velocemente. A suo favore, nei mesi scorsi, c'è stata una vera e propria mobilitazione internazionale, che ha portato alla raccolta di oltre 220 mila firme in tutto il mondo. Amnesty International ha avviato un'azione urgente e i figli di 5 e 14 anni, che vivono in Svezia con la mamma, si sono rivolti anche a Papa Francesco.
"Francesco aiuta il mio papà a tornare a casa, non lasciarlo morire in prigione...", era stato il loro appello al Papa via Facebook. L'assemblea generale della Crui ha approvato nel marzo scorso una mozione, in cui i rettori delle università italiane ribadiscono "l'incondizionata difesa di tutte le libertà civili e processuali".

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NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH

IRAN: NESSUNO TOCCHI CAINO, PENA DI MORTE A DJALALI CONFERMA LA NATURA OSCURANTISTA DEL REGIME
23 ottobre 2017: Sulla notizia della condanna a morte di Ahmadreza Djalali, il medico iraniano, che aveva lavorato in Italia presso il Centro di ricerca sulla medicina dei disastri di Novara e che era stato arrestato a Teheran nell’aprile 2016 con l'accusa di essere una spia, Nessuno tocchi Caino ha dichiarato:
“La notizia che il medico e ricercatore Ahmadreza Djalali è stato condannato a morte conferma la natura oscurantista del regime Iraniano, dove il boia lavora a pieno ritmo se pensiamo che quest’anno, alla fine di settembre, erano già 456 le persone salite sul patibolo secondo Human Rights Monitor.
L’Iran mette a tacere attivisti dei diritti umani, avvocati, artisti, intellettuali, per non parlare dei dissidenti o degli appartenenti a minoranze, e ora, con la condanna a morte di Ahmadreza Djalali, colpisce anche il mondo della ricerca scientifica.
La condanna a morte di Ahmadreza Djalali ci richiama a considerare che la lotta per l’abolizione della pena di morte nei Paesi totalitari come l’Iran, è innanzitutto una lotta per la piena affermazione dello Stato di Diritto e ci appelliamo al Governo italiano affinché ponga la questione del rispetto dei diritti umani e la liberazione di Djalali come richiesta prioritaria nelle relazioni che riguardano l’Iran”.

IRAN: CONSIGLIO DEI GUARDIANI APPROVA NUOVO DDL ANTI-DROGA
25 ottobre 2017: Il disegno di legge che limita l'esecuzione dei condannati a morte per reati minori di droga, approvato il 18 ottobre, è potenzialmente significativo nel diminuire il numero di esecuzioni in Iran. Tuttavia, ancora non è pienamente conforme a ciò che gli attivisti per i diritti umani chiedono.
I media statali hanno annunciato che il Consiglio dei Guardiani ha approvato il ddl che emenda la legge sulla droga il 18 ottobre. Il ddl è stato approvato dal Parlamento iraniano il 13 agosto dopo essere stato rimosso dall'ordine del giorno tre volte e rinviato alla Commissione giustizia due volte.
Sulla base del ddl approvato, coloro che sono imputati del traffico di meno di 50 chilogrammi di droghe tradizionali e meno di 2 chilogrammi di droghe industriali non saranno giustiziati.
Tuttavia, secondo il disegno di legge originale approvato dalla Commissione Giustizia, coloro che contrabbandano oltre 100 chilogrammi di droghe tradizionali e coloro che detengono e commerciano più di 5 chilogrammi di droghe industriali e trafficano più di 2 chilogrammi di queste saranno giustiziati. Il Quartier Generale per il Controllo della Droga in Iran e l'Ufficio del Procuratore si sono opposti al disegno di legge.
Il ddl che è diventato legge si applica ora a quei prigionieri del braccio della morte che sono stati imputati prima dell’approvazione del disegno di legge. Alcuni membri dell’esecutivo sostengono che la nuova legge salverà 4000 prigionieri dall'esecuzione.
Il rapporto annuale sulla pena di morte di Iran Human Rights (IHR) ha riportato 224 esecuzioni relative alla droga in Iran dall'inizio di quest'anno.
Sottolineando che il nuovo disegno di legge ignora il processo equo, IHR accoglie con favore l'approvazione del nuovo disegno di legge richiedendo azioni più efficaci e pratiche alle istituzioni legislative iraniane per abolire la pena di morte. La questione dei processi iniqui e della mancanza del giusto processo, che non sono stati affrontati nel nuovo disegno di legge, costituiscono i principali ostacoli ad una riduzione sostanziale del numero di esecuzioni legate alle droghe.

EMIRATI ARABI UNITI: COMMUTATE LE CONDANNE CAPITALI DI CINQUE INDIANI
24 ottobre 2017: Una corte di Sharjah (UAE) ha commutato la condanna a morte di cinque indiani, tra cui quattro del Punjab, in tre anni di reclusione, in un caso di omicidio. In un messaggio video inviato da Dubai, SP Singh Oberoi, amministratore delegato del Sarbat Da Bhala Charitable Trust, ha detto che tutti e cinque saranno liberati presto, poiché si trovano in carcere già da sei anni.
Varinder Chauhan del distretto di Azamgarh (Uttar Pradesh) fu ucciso in uno scontro tra gruppi coinvolti nel commercio illecito di liquori a Sharjah il 4 novembre 2011.
Dharmendra del distretto di Chhapra (Bihar), Ravinder Singh di Ajnala (Amritsar), Ranjit Ram del villaggio Zeensra (Nawanshahr), Dalwinder Singh di Mahilpur (Hoshiarpur) e Sucha Singh del villaggio di Jasso Majra (Patiala) erano stati condannati per omicidio.
I genitori degli accusati contattarono sia Oberoi che la famiglia di Chauhan in Uttar Pradesh.
Dopo il pagamento di 2 milioni di rupie come prezzo del sangue, la famiglia ha dato il proprio consenso per perdonare gli imputati. L'accordo è stato raggiunto il mese scorso. Oberoi ha detto che i giovani saranno portati indietro in India una volta che avranno ottenuto l’autorizzazione della polizia. "Contatteremo il Consolato indiano per organizzare i loro biglietti aerei. Nel caso in cui non possa aiutarci, il Fondo coprirà le spese del loro ritorno ", ha aggiunto. Oberoi ha finora salvato 88 persone pagando il prezzo del sangue.

VIETNAM: PENA DI MORTE ELIMINATA PER CINQUE REATI
25 ottobre 2017: La versione emendata del codice penale 2015, che in Vietnam entrerà in vigore a inizio 2018, non prevederà più la pena di morte per cinque fattispecie di reato.
Il codice è una versione aggiornata del codice penale del 2015, che è in vigore nel Paese da luglio 2016.
Secondo il codice modificato, cinque reati tra cui rapina, produzione e commercio di cibo e medicinali contraffatti, distruzione di strutture prioritarie per la sicurezza nazionale, resa al nemico e disobbedienza agli ordini di comandanti non saranno più soggetti alla pena di morte.
Gli ultimi due reati sono applicabili solo al personale militare.
La punizione più dura per questi crimini sarà ridotta all’ergastolo.
Il Codice Penale modificato tratterà in diversi articoli anche il reato di stoccaggio, trasporto, commercio o appropriazione di stupefacenti.
Attualmente, coloro che sono colpevoli di questi crimini affrontano la pena capitale come sentenza più severa.
Secondo il codice modificato, solo i reati di trasporto e commercio di stupefacenti sono punibili con la pena di morte, mentre lo stoccaggio e appropriazione di droghe illegali comporterà al massimo l’ergastolo.

Inoltre, i criminali di età superiore ai 75 anni e gli imputati di corruzione che presentano volontariamente il 75% del maltolto verranno esonerati dalla pena capitale.

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