NESSUNO TOCCHI CAINO
no alla pena di morte.......
LA STORIA DELLA SETTIMANA : IL RAPPORTO 2015 DI NESSUNO
TOCCHI CAINO 2. NEWS FLASH: ANALISI DEI
DATI DEL RAPPORTO 2015 E OBIETTIVI DI NESSUNO TOCCHI CAINO 3. NEWS FLASH: MESSAGGI DI MATTARELLA, GRASSO E
BOLDRINI A NESSUNO TOCCHI CAINO 4. NEWS
FLASH: GLI INTERVENTI DI ORLANDO, GOZI E PANNELLA 5. I SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA :
IL RAPPORTO 2015 DI NESSUNO TOCCHI CAINO L’evoluzione
positiva verso l’abolizione della pena di morte in atto nel mondo da oltre
quindici anni, si è confermata nel 2014 e nei primi sei mesi del 2015.
I Paesi o i territori che hanno deciso di abolirla per
legge o in pratica sono oggi 161. Di questi, i Paesi totalmente abolizionisti
sono 103; gli abolizionisti per crimini ordinari sono 6; quelli che attuano una
moratoria delle esecuzioni sono 6; i Paesi abolizionisti di fatto, che non
eseguono sentenze capitali da oltre dieci anni o che si sono impegnati
internazionalmente ad abolire la pena di morte, sono 46.
I Paesi mantenitori della pena di morte sono scesi a 37
(al 30 giugno 2015) rispetto ai 39 del 2013.
Nel 2014, i Paesi che hanno fatto ricorso alle esecuzioni
capitali sono stati 22, come nel 2013 e 2012, mentre erano stati 20 nel 2011,
22 nel 2010, 19 nel 2009 e 26 nel 2008.
Nel 2014, le esecuzioni sono state almeno 3.576, a fronte
delle almeno 3.511 del 2013, delle almeno 3.967 del 2012, delle almeno 5.004
del 2011, delle almeno 5.946 del 2010, delle almeno 5.741 del 2009 e delle
almeno 5.735 del 2008. Il lieve aumento delle esecuzioni nel 2014 rispetto al
2013 si giustifica con l’incremento registrato in Iran e in Arabia Saudita.
Nei primi sei mesi del 2015, almeno 2.229 esecuzioni sono
state effettuate in 17 Paesi e territori.
Nel 2014 e nei primi sei mesi del 2015, non si sono
registrate esecuzioni in 5 Paesi – Botswana, India, Kuwait, Nigeria e Sudan del
Sud – che le avevano effettuate nel 2013.
Viceversa, 7 Paesi, che non avevano effettuato esecuzioni
nel 2013, le hanno riprese nel 2014: Bielorussia (almeno 3), Egitto (almeno
15), Emirati Arabi Uniti (1), Giordania (11), Guinea Equatoriale (9), Pakistan
(7) e Singapore (2). Altri 2 Paesi, che non avevano effettuato esecuzioni nel
2014, le hanno riprese nei primi sei mesi del 2015: Bangladesh (2) e Indonesia
(14).
Nel 2014 e nei primi sei mesi del 2015, è probabile che
esecuzioni “legali” siano avvenute in Siria e Sudan del Sud, e in Vietnam e
Yemen nei primi sei mesi del 2015, anche se non è possibile confermarlo.
Nel 2014 e nei primi sei mesi del 2015, altri 9 Paesi
hanno rafforzato ulteriormente il fronte a vario titolo abolizionista: Costa
d’Avorio, Figi, Madagascar e Suriname hanno abolito totalmente la pena di
morte; Gabon ed El Salvador hanno aderito al Secondo Protocollo Opzionale al
Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici per l’abolizione della pena
di morte; il Libano ha superato i dieci anni senza effettuare esecuzioni e
quindi può essere considerato un abolizionista di fatto; la Guinea Equatoriale
ha stabilito una moratoria legale della pena di morte.
Negli Stati Uniti, nel maggio 2015 il Nebraska è
diventato il diciannovesimo Stato della federazione ad abolire la pena di morte
e il settimo a farlo negli ultimi otto anni. In altri quattro Stati –
Washington, Colorado, Pennsylvania e Oregon – i Governatori hanno sospeso le
esecuzioni a causa degli evidenti difetti che connotano il sistema capitale.
Inoltre, nel 2014 e nei primi sei mesi del 2015,
ulteriori passi politici o legislativi verso l’abolizione o la moratoria di
fatto della pena capitale si sono verificati in 41 Paesi.
Sul fronte opposto, come abbiamo visto, 7 Paesi, che non
avevano effettuato esecuzioni nel 2013, le hanno riprese nel 2014, in alcuni
casi dopo molti anni di sospensione. Altri 2 Paesi, che non avevano effettuato
esecuzioni nel 2014, le hanno riprese nei primi sei mesi del 2015. Inoltre, nel
2014 e nei primi sei mesi del 2015, alcuni passi indietro politici o
legislativi verso il ripristino della pena di morte e la ripresa delle
esecuzioni sono stati fatti nei seguenti Paesi: Maldive, Papua Nuova Guinea e
Kiribati.
Per saperne di piu' :
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NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH
ANALISI DEI DATI DEL RAPPORTO 2015 E OBIETTIVI DI NESSUNO
TOCCHI CAINO Il lieve aumento delle esecuzioni nel 2014 rispetto al 2013 si
giustifica con l’incremento registrato in Iran e in Arabia Saudita. Invece, se
si dovesse confermare il trend dei primi sei mesi del 2015, registreremmo un
numero record di esecuzioni alla fine dell’anno. Ciò è dovuto in particolare
all’escalation registrata in Arabia Saudita, in Egitto e ancora una volta in
Iran e alla ripresa delle esecuzioni in Giordania, Pakistan e Indonesia.
La “guerra alla droga” e la “guerra al terrorismo” hanno
dato un contributo consistente all’escalation della pratica della pena di morte
anche nel 2014 e nei primi sei mesi del 2015.
In Iran, l’elezione di Hassan Rouhani come Presidente
della Repubblica Islamica, salutata imprudentemente da molti osservatori come
una svolta nel regime iraniano, non ha portato nulla di nuovo per quanto
riguarda l’applicazione della pena di morte; anzi, il tasso di esecuzioni è
nettamente aumentato. Da quando Rouhani è entrato in carica nel giugno 2013,
quasi 2.000 prigionieri sono stati giustiziati in Iran. Il 46% delle persone
giustiziate nel 2014 è stato impiccato per casi relativi alla droga e questa
percentuale è schizzata al 70% nel 2015, al 30 giugno.
La campagna di Nessuno tocchi Caino per l’abolizione
della pena di morte nel mondo non può non includere quella per l’abolizione
della pena fino alla morte e cioè dell’ergastolo.
Quella sull’ergastolo è una battaglia storica del Partito
Radicale che ha avuto un’eco prodigiosa il 23 ottobre scorso quando Papa
Francesco, parlando ai delegati dell’Associazione Internazionale di Diritto
Penale, l’ha definito “una pena di morte mascherata” che dovrebbe essere
abolita insieme alla pena capitale.
La questione dell’ergastolo sarà al centro del prossimo
Congresso di Nessuno tocchi Caino che si terrà entro l’anno in un penitenziario
italiano dove c’è un’alta concentrazione di ergastolani, dove far confluire il
maggior numero di condannati all’ergastolo, a partire dagli iscritti all’Associazione.
Il progetto di Nessuno tocchi Caino sull’ergastolo si
articola su due piani.
Il primo, a livello scientifico, è volto a documentare
gli effetti sullo stato psico-fisico del detenuto della lunga permanenza in
condizioni di isolamento in attesa di un “fine pena: mai”, analogamente a
quanto la letteratura scientifica ha già ampiamente documentato nel caso dei
condannati a morte (il cosiddetto “fenomeno del braccio della morte”).
Come scrive Papa Francesco, “la mancanza di stimoli
sensoriali, la completa impossibilità di comunicazione e la mancanza di
contatti con altri esseri umani, provocano sofferenze psichiche e fisiche come
la paranoia, l’ansietà, la depressione e la perdita di peso e incrementano
sensibilmente la tendenza al suicidio”.
Il secondo, a livello giurisdizionale, mira a presentare,
a partire da casi concreti, ricorsi nazionali – Corte Costituzionale – e
sovranazionali – Corte Europea dei Diritti dell’Uomo e Comitato Diritti Umani
dell’ ONU – volti a superare l’ergastolo, quantomeno nei suoi aspetti più duri:
il cosiddetto “ergastolo ostativo” (sui 1.576 condannati a vita ben 1.162 sono
ostativi, cioè esclusi per legge dai benefici carcerari) e l’isolamento in
regime di 41 bis (circa 700 detenuti).
Il progetto di Nessuno tocchi Caino sull’ergastolo si
svolgerà in collaborazione con il Prof. Davide Galliani della Facoltà di
Scienze Politiche dell’Università di Milano, coordinatore del progetto europeo
“Right to Hope”, e con il Prof. Umberto Veronesi, da sempre contrario all’ergastolo
proprio a partire dai suoi studi sulla plasticità del cervello.
Per saperne di piu' :
MESSAGGI DI MATTARELLA, GRASSO E BOLDRINI A NESSUNO
TOCCHI CAINO
31 luglio 2015: In occasione della presentazione del
Rapporto 2015 su “La Pena di morte nel Mondo”, i Presidenti Sergio Mattarella,
Pietro Grasso e Laura Boldrini hanno inviato messaggi di saluto e di augurio a
Marco Pannella, in quanto Presidente di Nessuno tocchi Caino.
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è
congratulato con la scelta dell’Associazione radicale di dedicare il Rapporto
2015 e il Premio “L’Abolizionista dell’Anno” a Papa Francesco, “il cui impegno
contro la pena di morte è stato limpido e costante in questi primi anni di
Pontificato. Le sue parole costituiscono un monito, e un motivo di impegno, non
solo per i cristiani ma per tutta l’umanità”. “Mentre noi chiediamo a tutti i
governanti di riflettere su queste parole – continua il Presidente della
Repubblica – dobbiamo fare il nostro dovere affinché il nostro sistema penale e
carcerario sia conforme ai valori costituzionali, consentendo ai condannati una
vita dignitosa durante la pena, riducendo i tempi dei processi, dando loro la
possibilità di progettare un futuro dopo aver pagato per gli errori commessi”.
Anche per il Presidente del Senato Pietro Grasso la
scelta di Nessuno tocchi Caino di assegnare il Premio “L'Abolizionista
dell'Anno” a Sua Santità Papa Francesco “significa riconoscere la grandezza del
suo pontificato e del suo costante impegno per la salvaguardia della sacralità
della vita e della dignità della persona”. Pietro Grasso ha espresso
“l’auspicio che il messaggio di Papa Francesco possa divenire terreno comune di
dialogo e di confronto nell'ambito della comunità internazionale”. “È mia ferma
convinzione che la giustizia sia sempre ‘per la vita’ e una missione a tutela
della vita e dei diritti delle persone”, ha dichiarato Pietro Grasso.
La Presidente della Camera Laura Boldrini ha evidenziato
“il percorso graduale verso l'abolizione, nel quale l'Italia ha sin dall'inizio
giocato un ruolo significativo, in linea con il suo tradizionale impegno
abolizionista, e in questa battaglia di civiltà Nessuno Tocchi Caino ha messo
in campo energie preziose che hanno contribuito in modo fattivo al
conseguimento di questi incoraggianti progressi”. “Se in un paese autoritario –
ha affermato Laura Boldrini – la pena capitale ci appare l'espressione più
evidente di una inaccettabile visione culturalmente primitiva e sostanzialmente
immorale, questa pratica rappresenta, anche in un Paese democratico, un atto di
vendetta e incomprensibile incoerenza”.
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